lunedì 25 luglio 2022

La tradizione Alfonsiana dei Liguori a Marianella: la famiglia, la vita, la casa...

La biografia del grande personaggio, Alfonso Maria de Liguori, vescovo, santo e dottore, è legata a diversi siti che sono stati caratterizzanti dagli avvenimenti della sua vita: sia perché da Egli abitati quando era ancora secolare e sia per averli frequentati come missionario e fondatore della Congregazione dei Redentoristi. Oltre alla casa convento di Pagani, con annessa basilica pontificia (sito conosciutissimo per essere la sede della Congregazione dei Redentoristi, dove Alfonso trascorse gli ultimi anni della sua vita e vi morì), oltre alla dimora della famiglia ai Vergini, ci sono altri luoghi “Alfonsiani” abbastanza noti, tra i quali: Scala, Arienzo, Deliceto, Sant’Agata dei Goti, Caiazzo (Liberi), Ciorani, Materdomini, ecc. Tuttavia, oltre a questi siti menzionati, la sede che da sempre ha avuto una valenza particolare nella biografia di Sant’Alfonso è sicuramente Marianella, dove si trovava la dimora estiva di famiglia, frequentata da Alfonso durante i primi decenni della sua vita e dove il Santo vide la luce, nel mattino del 27 settembre del 1696.

La gloria di S. Alfonso

Come è noto quella di Marianella fu la villa di campagna della famiglia de' Liguori e fu scelta dal capofamiglia, il capitano don Giuseppe de' Liguori, per far nascere i propri figli. Don Giuseppe de' Liguori fu stimato capitano delle galere reali di Napoli, durante il regno di Carlo VI; egli fu comandante della Galera “la Capitana” e sposò la nobildonna Caterina Anna Cavalieri dei Marchesi d’Avenia. Don Giuseppe scelse Marianella per la nascita dei figli, innanzitutto per la quiete del posto e soprattutto perché caratterizzata dalla salubrità dell’aria e da una natura lussureggiante.
Al momento del battesimo, al primogenito furono dati i nomi di: Alfonso, Maria, Antonio, Giovanni, Francesco, Cosma, Damiano, Michelangelo, Gasparo; nomi scelti secondo l’usanza nobile dell’epoca, per onorare gli antenati ed i santi legati alla famiglia, ma anche i santi del giorno, quelli legati al sito di nascita e alla devozione di famiglia, soprattutto della madre.

I figli che nacquero dalle nozze di don Giuseppe de' Liguori e Donna Caterina Anna Cavalieri, furono in totale otto, cioè quattro maschi e quattro femmine; di queste una purtroppo morì prematuramente. Alla fine del nostro racconto descriveremo sinteticamente la genealogia di Sant’Alfonso, con i nomi degli avi e dei parenti più stretti.
L’aneddoto più volte ricordato, legato ai primi giorni di vita di Alfonso, fu quello che il gesuita don Francesco de Geronimo, noto organizzatore di Sante Missioni popolare nell'hinterland di Napoli, chiamato dai coniugi De Liguori/Cavalieri a benedire il primogenito Alfonso, prese tra le sue braccia il pargolo ed esclamò: "Questo bambino, vivrà vecchio vecchio, nè morirà prima degli anni novanta: sarà vescovo e santo e farà grandi cose per Gesù Cristo". Ovviamente quanto predetto da Francesco de Geronimo si è verificato tutto puntualmente, e non solo… Una coincidenza sorprendente ha poi voluto che Alfonso Maria de' Liguori e Francesco de Geronimo, morti a distanza di 71 anni, l'uno dall'altro, siano stati dichiarati santi dal Papa Gregorio XVI, nello stesso giorno, il 26 maggio 1839!
Quando Alfonso decise, nonostante il parere contrario del genitore, di farsi sacerdote, dovette cedere la primogenitura a suo fratello Ercole, quindi tutti i beni posseduti, appartenenti alla casata dei Liguori, passarono di mano al fratello minore, per effetti della legge del “maggiorascato”, all’epoca vigente, che stabiliva che il primogenito legittimo (maschile) ereditava ogni bene posseduto dalla famiglia; proseguendo in ordine di età, in caso di impedimenti o di rinunce.

Antica foto dell'altare maggiore della chiesa, foto inizi '900

Ad Alfonso, dopo la rinuncia, fu riservata solo la proprietà del Carduino a Marianella (Masseria e tenimento agricolo), necessaria per garantire la rendita richiesta per l’ammissione al Seminario Arcivescovile. Alfonso conservò anche il diritto a partecipare, come membro di famiglia nobile, alle riunioni del Sedile napoletano di Portanova, percependo il compenso stabilito. Questo denaro era da Alfonso utilizzavo per le sue opere di beneficenza. Si racconta che, anche se avanti negli anni, usava recarsi alle assemblee del Sedile in sella a un vecchio asinello...

Ritratto giovanile di Alfonso

Si sa che il genitore Giuseppe abitò nel casino di Marianella fino alla sua morte, dilettandosi a dipingere miniature. Altra zia di Alfonso, pure abitava a Marianella ed era una raffinata pittrice.

Il casino di Marianella fu poi abitato da don Ercole, il quale contrasse due matrimoni: il primo con la cugina donna Rachele de' Liguori, ma senza avere figli, e poi, essendo rimasto vedovo, ebbe un secondo matrimonio con la nobildonna Marianna Capano Orsini; da questa unione si ebbero cinque figli.
Con il trascorrere dei secoli il Casino di Marianella ebbe diversi passaggi di proprietà, che non conosciamo, con suddivisione della dimora nobile dei Liguori, in più abitazioni private.

Marianella, la località dove c'era la dimora estiva dei Liguori:

Piazza di Marianella con veduta del campanile della chiesa, anni '70

Per narrare questo aspetto topografico, ci piace prendere in prestito una bella descrizione datata, che abbiamo rinvenuto nel corso delle nostre ricerche:
“Uno dei Villaggi più popolati del comune di Napoli è questo di Marianella, che conta circa 3000 abitanti, antico Feudo dei Liguori. Pare che abbia avuta origine con una Cappellina della Madonna del Carmine, da cui prese il Nome, sin dai primi secoli della Cristianità. Grande è la devozione dei Marianellesi verso la Vergine SS.ma del Carmelo. Ogni anno ne celebrano la festa con grande solennità, portando in processione una bellissima Statua, preceduta dalla Congrega del Carmine.
Un bellissimo Quadro della Madonna del Carmine sta continuamente esposto in Piazza con più lumi accesi; il che vuol dire che questo Villaggio è consacrato a Maria SS. sin dalla sua origine.
Marianella dista da Napoli poco più di cinque chilometri, ed è situata su di un falso piano, accanto alla Via Provinciale che da Napoli mena a Caserta e propriamente al di sopra del Bosco Reale di Capodimonte.“

  

Ma chi erano i Liguori?

Lo stemma araldico della famiglia Liguori

I Liguori (o de’ Liguori o Liguoro o Ligorio) furono un'antica e nobilissima famiglia, patrizia e feudataria, che secondo alcuni studiosi di araldica fu originaria della Grecia e fiorì in Napoli sin dal XII secolo, ove sempre godette di grande nobiltà. Essa fu quindi una famiglia di “cavalieri”, che originariamente, pur senza possedere titoli nobiliari del Regno, erano legati alla storia e all’amministrazione della Città di Napoli, per essere “Nobili di Piazza” o “di Seggio”, e quindi ammessi a partecipare al governo della Capitale, fin dal XV secolo, per diritto ereditato in seno al gruppo delle famiglie nobili di appartenenza. Il Sedile di Portanova fu uno dei cinque Sedili con cui era divisa la città di Napoli dell'epoca.
La stirpe dei Liguori da secoli si è sempre distinta nelle armi, nella magistratura, così pure negli alti gradi dell’amministrazione pubblica e anche nella gerarchia della Chiesa. Il suo capostipite si ritiene sia stato un certo Marco de' Liguori, che fu uno dei governatori di Napoli e un alto magistrato durante il regno di Tancredi (1190-1194), fu infatti nominato “Consùl et Connestabilis”.
Nei secoli che seguirono, questa casata passò a possedere molti feudi e conseguì i seguenti titoli: Barone; Conte di Celso e Priego; Duca di San Nicola; Principe di Presicce, di Pollica e di Montefalcone.
Alcuni rampolli della casata de' Liguori ottennero il "Cingolo militate" da re Carlo I d'Angiò.
Don Giovanni de Liguori fu tesoriere generale sotto il re Ladislao.
La famiglia de' Liguori fu decorata con l'Ordine Gerosolimitano, sin dal 1422.

Lo stemma del Sedile di Portanova

Quasi tutti i discendenti della casata acquisirono posti e uffici di alta responsabilità nella società civile, militare, con cariche di diplomatici, nobiliari ed ecclesiastici e non pochi tra essi furono ornati della dignità di Cavalieri di Malta. Ebbero anche vari titoli e feudi, accumulatisi in famiglia per acquisti o connubi o per eredità collaterali.
Dal 1800, con l'abolizione dei Sedili, la famiglia De' Liguori venne iscritta nel “Libro d’Oro” della Nobiltà, come tutte le casate nobili del Regno.

Alla fine del settembre 1710, il nostro Don Alfonso de' Liguori, con i suoi quattordici anni, divenne cavaliere napoletano, occupando il seggio spettante di diritto nel Sedile di Portanova, accanto al padre Don Giuseppe, che allora era il “Capitano a guerra”, cioè il comandante della guardia civica.

 

Cenni storici sulla casa  redentorista e sede museale di Marianella

Un’ala dell’antica villa (o casino estivo) della famiglia de’ Liguori, con ampio giardino (parte di quello preesistente), furono acquistati dai Redentoristi nell’anno 1880, col progetto di farne un luogo memoriale della nascita del nostro Santo.
Ecco cosa si legge a riguardo, in un sito web che tratta la storia di Sant'Alfonso: “Le vicende storiche havevano portato alla perdita di questa proprietà da parte della famiglia "de Liguori". Il Rettore Maggiore P. Berruti ed il P. Pfab Adamo avevano tanto desiderato che il palazzo dei Liguori fosse riscattato per diventare il centro di devozione alfonsiana. Il P. Salzano, primo Superiore Provinciale di Napoli, realizzò ciò che pareva un sogno”.

Lapide di dedica esposta sul palazzo

Con la collaborazione del sacerdote Don Raffaele Carbone, il P. Salzano comprò dai proprietari, i signori Vulpes, quella parte del palazzo, dove si ritiene fosse nato Sant'Alfonso, adattandola quindi sia a convento che a casa museo. I lavori della Casa e dell’oratorio furono presto appaltati, già a partire dal mese di luglio del 1880. Nel luglio del 1894 il Padre Raus vi fece la visita canonica. In tale circostanza anche se l’opera non era stata ancora completata, già vi erano ospitati tre Padri redentoristi e tre Fratelli liguorini.

Il primo libro di amministrazione fu  iniziato a essere compilato, segnando il bilancio dal mese di maggio dell’anno 1895.
Ecco l’iscrizione che si legge sul Portone d’ingresso della Casa redentorista:

QUESTA CASA
E’ MONUMENTO DI GLORIA ALL’ITALIA
PERCHE’ IL 27 SETTEMBRE 1696
QUI NACQUE
L’ISTITUTORE DEI REDENTORISTI
LO SPECCHIO DEI VESCOVI
IL DOTTORE DELLA CHIESA
ALFONSO MARIA DEI LIGUORI
MAESTRO SOMMO NELLE REGOLE DELLA MORALE
DA LUI SPLENDIDAMENTE AUTENTICATA
COLLE VIRTU’ DI SANTO E I MIRACOLI

Il Circolo romano di studi «San Sebastiano» pose l’Anno 1896 (Sac. Vito Fornari)

Portale della chiesa di Marianella, con dedica

Altra lapide apposta sull’edificio principale, così recita:

AL PRIMO PIANO DI QUESTO PALAZZO
NACQUE IL 27 SETTEMBRE 1696
ALFONSO MARIA DE LIGUORI
POETA, PITTORE, MUSICISTA, AVVOCATO, SCRITTORE
FONDATORE DELLA CONGREGAZIONE
DEL SANTISSIMO REDENTORE,
VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA
AL PIU’ SANTO DEI NAPOLETANI, AL PIU’ NAPOLETANO DEI SANTI
RICORDANDO IL TRECENTESIMO DELLA NASCITA
DEDICHIAMO QUESTA LAPIDE CANTANDO

7/1/1996             I MARIANELLESI

L'ingresso principale della Villa dei Liguori a Marianella

E più sotto è stato scritto recentemente a mano, con inchiostro sull’intonaco del palazzo,    queste due frasi: “In questo palazzo è nato Alfonso Maria de Liguori Santo!” (sul lato sinistro) e “Chi prega si salva” (sul lato destro).
Purtroppo dell’antico scudo in marmo un tempo posto sulla sommità del portone d’ingresso, che probabilmente riproduceva lo stemma nobiliare della famiglia de' Liguori, restano solo le due fraschette laterali, mentre la parte centrale è stata asportata o è andata distrutta, infatti resta solo il gancio in ferro al quale esso era sorretto.


La Chiesa alfonsiana

Ingresso della Chiesa

La chiesa fu edificata nell’anno 1895 e fu ricavata negli ambienti del palazzo che un tempo ospitarono le stalle. Il tempietto, anche se molto raccolto, è decorato e abbellito con dovizia in ogni particolare. Le finestre sono delle eleganti bifore con vetri cattedrale. Il soffitto presenta un ciclo pittorico ottocentesco, molto bello, dove risaltano allegorie, tipo “a grottesche”, molto simile agli affreschi che adornano la Basilica della Madonna di Pompei. Le figure, dipinte su una base dorata, raffigurano le virtù teologali, i festoni con angeli ed episodi di vita di Sant’Alfonso. Il piccolo altare è adornato con marmi policromi.

L'altare della chiesa di Marianella, con pala

Il grande dipinto, a figura intera, posto al centro dell’altare, raffigura Sant’Alfonso benedicente con abiti vescovili, mentre ai due lati dell’altare sono posti i medaglioni con le immagini dei primi due santi redentoristi che seguirono nel tempo la canonizzazione di Alfonso: San Gerardo Majella e San Clemente Maria Hofbauer.

Nel lato destro dell’unica navata della chiesa troviamo la cappella dedicata a San Gerardo Maiella, discepolo redentorista che Alfonso ebbe caro in vita.

Stemma della Congregazione

Sull'arco sovrastante l’altare è posto lo stemma della Congregazione del SS. Redentore (fondata da Alfonso nell’anno 1732, e approvata da papa Benedetto XIV nel 1749), contenente ben leggibile il motto: Copiosa Apud Eum Redemptio” (cf. Salmo 129,7), che tradotto significa: In Lui, c'è l'abbondante Redenzione”.

Le sale espositive del museo Alfonsiano

Nelle diverse sale del primo piano sono esposti ai visitatori e ai pellegrini, i cimeli, i ricordi, i quadri e gli arredi, alcuni ritenuti appartenuti alla famiglia de' Liguori o ad Alfonso in particolare.

Frontespizio del libro Teologia Morale, di S. Alfonso

In apposite bacheche di legno con cristalli sono mostrati diversi libri scritti da Alfonso, alcuni nelle loro primitive edizioni. Le opere scritte da Sant’Alfonso (scrisse 111 libri) hanno per oggetto soprattutto la spiritualità e la teologia. La massima sua opera fu scritta nel 1753, intitolata “Teologia Morale”, opera monumentale che gli valse il titolo di Dottore della Chiesa. La Teologia Morale ebbe ben 118 edizioni!

La cappella domestica della famiglia de’ Liguori

S. Francesco de Geronimo predice la vita di Alfonso

In questa Cappella privata, posta sempre al primo piano della Casa-Museo alfonsiano, si riuniva la famiglia in preghiera. Qui Alfonso ha celebrato la Messa. Sull’altare era collocata la tela raffigurante l’Immacolata. Innanzi a questa immagine si raccoglieva in preghiera la madre di Sant’Alfonso, Donn’Anna Cavalieri, con i suoi figli. Anna, fu donna pia e devota, che influì molto sull’educazione religiosa dei figli, tanto che Sant’Alfonso ebbe spesso a dire “Tutto il bene che ho fatto lo devo a mia madre”.


La stanza natale del Santo

La tradizione che in questa stanza Alfonso vide la luce fu trasmessa da Suor Maria dei Liguori, nipote di Sant’Alfonso (figlia del di lui fratello D. Ercole), la quale da monaca confidò a P. Berruti, che il suo zio Alfonso, nacque nella Stanza precedente quella più grande avanti alla Cappella di famiglia.
Il giorno 5 maggio 1881 fu collocata sul fronte dell’arco che sormonta l’ultima parte della scalinata, al primo piano, una lastra di marmo con queste parole scolpite:

Nella Camera in cui questa porta immette
Alle ore 13 del 27 Settembre 1696, nacque
S. Alfonso M. De’ Liguori
Fondatore dei redentoristi, Vescovo di S. Agata de’Goti
e Dottore della Chiesa universale.
[Il 27 Settembre 1696 alle ore 13 antiche, cioè alle 6.45 moderne in giorno di giovedì].

Stemma vescovile di Alfonso, con il leone rampante rappresentante la casata dei Liguori

La famiglia dei Liguori, gli avi e i parenti di S. Alfonso

Eseguiamo una elencazione, abbastanza sintetica e schematica, degli avi e dei parenti più stretti di Alfonso, con un brevissimo cenno biografico.

Bisnonno di S. Alfonso (lato paterno):

Don Alfonso, figlio di Antonio, nacque il 14 settembre 1615; sposò prima donna Eleonora Mastrillo, poi, morta questa, donna Geronima Venuti di Messina.

Nonno di S. Alfonso (lato paterno):

Don Domenico, fu Ufficiale della marina napoletana. Sposò Andreana Mastrilli, figlia di Francesco, Nobile di Nola, e di Eleonora Gomez Andreana  era  già vedova di Enrico Mastrilli Nobile di Nola.

Padre di S. Alfonso (e madre):

      Don Giuseppe Felice, nato a San Paolo Belsito, il 11 (5?) febbraio 1670,  morto a Napoli 11 novembre 1745,  fu  Capitano della “Capitana”, Galera Padrona della Regia Squadra del Regno di Napoli (di 400 remi), e suo comandante fino al 1735. Navigò in lungo e in largo nel Mediterraneo in missioni militari, diplomatiche e politiche, frenò l’ardore e l’ardire dei pirati musulmani, che ne infestavano le coste, e fu dovunque ammirato e stimato in corte. Sposò, il 15 marzo 1695, donna Anna Caterina Cavalieri, nata il 24 novembre 1670, figlia di Federico Cavalieri, Presidente della Regia Camera della Sommaria e Consigliere del Sacro Real Consiglio di Santa Chiara, e di Elena dei Marchesi d’Avenia; suo fratello, Emilio Giacomo Cavalieri (zio di Alfonso), fu vescovo di Troia e morto anch’egli in odore di santità. 

 

Francobollo commemorativo emesso in occasione del bicentenario della morte di S. Alfonso

 

Fratelli di S. Alfonso:

Don Antonio, nato il 5 novembre 1698, morto nel monastero di San Severino, il 3 settembre 1739 fu monaco benedettino col nome di “fra’ Benedetto”, nella Congregazione Cassinese e in seguito divenne maestro dei novizi. 

 

Donna Barbara, nata il 25 febbraio 1700, diventata monaca nel monastero di San Gerolamo a Napoli, col nome di “suor Maria Luigia”, nel 1716.

 

Donna Maddalena (gemella di Barbara), nata il 25 febbraio 1700, morì poco dopo il battesimo.

 

Don Gaetano, nato a Napoli, il 4 settembre 1701, divenne sacerdote e quindi  Cappellano della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro.

 

Donna Maria Anna, nata a Napoli, il 28 dicembre 1702, divenne monaca nel monastero di San Gerolamo a Napoli, col nome di  “suor Maria Anna”, nel 1718.

 

Donna Teresa, nacque a Napoli, il 12 dicembre 1704, sposò don Domenico del Balzo barone di Presenzano, principe di Pollica e conte di Celso, il 14 aprile 1720.

 

Don Ercole, nato 30 novembre 1706, fu Principe di Pollica e Conte di Celso, morì nel 1795.  Ereditò la casata dei Liguori dopo la rinuncia di Alfonso. Ebbe due nozze:

a)    con donna Rachele de Liguoro (1732), che morì senza prole, il 31 ottobre 1762;

b)    con donna Marianna Capano Orsini, principessa di Pollica e contessa di Celso, il 10 marzo 1763.

 

Campanile di S. Lorenzo (Napoli) con gli stemmi dei Sedili e quello della Città di Napoli

 

Nipoti di S. Alfonso (figli del fratello Ercole):

 

Donna Maria Teresa, nata il 20 luglio1764 morta 24 giugno 1848, fu monaca nel monastero di San Marcellino a Napoli, dal 1783, poi trasferita nel monastero di San Gregorio Armeno.

Don Giuseppe, nato a Marianella il 16 aprile 1766, morto il 12 marzo 1846, ereditò il titolo di Principe di Pollica e Conte di Celso dal 1795. Sposò donna Maria Gusmana Sambiase, figlia di don Giuseppe Domenico, principe di Campana e di donna Eleonora Caracciolo, dei duchi di Vietri, in data 18 luglio 1784.

Don Carlo Maria (gemello) nato il 16 aprile 1766, morto a 3 anni, il 6 febbraio 1770. 


Donna Maria, nata il 5 agosto 1767, non si  conoscono di lei altre notizie.


Don Alfonso, nato il 5 agosto 1777, fu battezzato da S. Alfonso nella chiesa di Marianella. Morì il 24 aprile 1829.

 

Considerazioni finali:
Abbiamo cercato di aggiungere un altro piccolo tassello alla storia di Sant'Alfonso, ovvero delle notizie più particolari
riguardanti i rapporti del Santo con Marianella e con la sua famiglia. Riteniamo a giusta ragione che tale argomento sia stato un poco trascurato dall'agiografia e dalla storiografia tradizionale.
Con la scrittura di questo post, abbiamo dato un altro piccolo ma significativo contributo affinchè l'immagine di Marianella, con il suo cittadino Sant'Alfonso, venga riscoperta con interesse da parte di quei lettori che ancora non la conoscono oppure la conoscono per sentito dire o in maniera distorta. D'ora in avanti essi potranno considerare il sito di Marianella di grande interesse culturale per le visite guidate organizzate e non, oltre a essere una meta di pellegrinaggi.
Intanto, approssimandosi la festività della nascita al cielo di Sant'Alfonso, il 1 agosto 2022,
cogliamo l'occasione di porgere i nostri auguri a Marianella, alla famiglia dei Redentoristi e a tutti i lettori che si chiamano Alfonso. Auguri!

Salvatore Fioretto 

 

1 commento:

  1. In questa estate rovente le tue ricerche rinfrescano la nostra sete di cultura. Interessante questo post. Grazie da Carmine.

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