sabato 16 marzo 2019

"Ambiente e Psiche III" - Anno 1937, nasce a Capodimonte "l'Istituto Ortofrenico di Napoli", poi divenuto "Istituto Michele Sciuti"

Già nel mese di aprile dell'anno 2017, scrivemmo sulle pagine di questo blog un post dedicato all'Istituto della Fondazione "Raffaele Ruggiero" di Piscinola, poi rinominato "Istituto Michele Sciuti". Questo era il link:
La caratteristica torretta ai lati dell'ingresso principale su via Ponti Rossi
Ebbene, alle origini della storia dell'Istituto piscinolese, dedicato a partire dagli anni '70 al prof. Michele Sciuti, insigne medico, che operò a Napoli nel trattamento delle patologie psichiatriche e in particolare nel campo della psichiatria intantile, ci sono altri edifici sorti nei decenni tra la fine dell'800 e gli inizi del secolo '900, tra questi uno a Piazza Carlo III e poi, quello di Capodimonte, sulla strada che conduce ai Ponti Rossi. Di quest'ultimo, in particolare, chiamato inizialmente "Istituto Ortofrenico di Capodimonte", narreremo in questo post le sue vicende storiche.
L'Istituto, inaugurato il 30 novembre del 1937, fu donato dal Sovrano Ordine di Malta alla città di Napoli, adattando una storica villa esistente sulle pendici di Capodimonte, che appartenne ai duca Del Balzo, ossia "Villa Walpoole". Anche l'Opera S. Maria Vertecoeli di Napoli darà un contributo non indifferente alla nascita e alla conduzione dell'Opera.
L'Istituto visto dall'alto
L'Istituto Ortofrenico di Capodimonte, nei decenni successivi, cambiò denominazione in "Istituto Michele Sciuti", in onore del professore Sciuti, ormai scomparso, che per molti anni prestò servizio nella struttura di Capodimonte. Oggi il complesso storico è una struttura sanitaria, gestita dall'azienda ASL NA1.
Descriveremo l'inaugurazione del  complesso, utilizzando direttamente la cronaca d'epoca, trasmessaci da due fonti storiche: la prima, è l'articolo pubblicato sulla "Rivista Municipale  di Napoli" del dicembre 1937, edita dal Comune di Napoli, la seconda, è un videoreportage dell'inaugurazione, registrato e pubblicato dall'"Istituto Luce", e reso disponibile alla consultazione sulle pagine di "Youtube".
Iniziamo con la cronaca che si può leggere nella Rivista Municipale, del dicembre 1937:

L’istituto Ortofrenico inaugurato dai Principi di Piemonte
L'Istituto visto dall'alto
(dalla “Rivista Municipale” - Napoli - Ed. F. Giannini, anno 1937) 
Il giorno 30 novembre le LL. AA. Reali il Principe e la Principessa di Piemonte, insieme alla Duchessa d’Aosta madre, a S. E. Cardinale Ascalesi ed al Gran Maestro Sovrano Ordine di Malta principe Chigi, hanno inaugurato, con l’intervento di tutte le autorità cittadine, il nuovo Istituto Ortofrenico a Capodimonte. Dopo una minuta visita ai locali dell’Istituto, il Cardinale Ascalesi ha proceduto alla benedizione di essi, nel gran salone l’avvocato Ettore Niutta, sopraintendente all’Opera Pia Santa Maria Vertecoeli, ha pronunciato un breve discorso per spiegare lo scopo dell’Istituto: assistenza ai fanciulli minorati nella sfera psichica detti “freanastenici”.
Il prof. Sciuti, ordinatore della Pia Opera, ha parlato degli scopi educativi che essa si propone.
Come sorse l’Istituto
L'ingresso dell'Istituto Ortofrenico, in via Ponti Rossi
Fin dal 1926 l’opera Reale Stabilimento S. Maria Vertecoeli aveva chiesto al Ministero competente di mutare col suo Statuto la finalità della beneficenza e devolvere le proprie rendite che a scopo elemosiniere alla creazione di un Istituto per deficienti educabili.
S. Maria Vertecoeli deriva da un Pio Sodalizio, sorto con scopo di culto e di pietà nel marzo 1647 alla vigilia della pace di Vestfalia nel quadro delle varie opere della controriforma.
Creata come tutte le opere dell’epica in Arciconfraternita, sotto il Governo Borbonico ebbe uno speciale Statuto per il quale l’Amministrazione delle allora pingui rendite, era devoluta ad un Consiglio di nomina regia e non eletto dai confratelli. Tale sistema di amministrazione continuò anche dopo il 1860. L’Opera Pia ebbe scopo elemosiniero e di culto ed amministrava l’Arciconfraternita.
La richiesta di modifica dello Statuto incontrò per questo gravi difficoltà e soprattutto per la legge del Concordato; poi anche per la mancanza di un locale che sarebbe stato impossibile acquistare o costruire con le sole risorse dell’Ente.
La prima difficoltà veniva superata per bontà di S. E. Cardinale Ascalesi che diede il consenso alla modifica dello Statuto. La seconda per la munificenza del Sovrano Militare Ordine di Malta e del G. Priore di Napoli, S. E. Salazar che concesse una sua Villa ai Ponti Rossi perché si realizzasse l’Opera.
La Villa era, in origine, di proprietà del Duca del Balzo ed era conosciuta sotto il nome di “Villa Valpole” si trova a metà strada che dalla Reggia di Capodimonte scende ai Ponti Rossi.
Essa fu donata all’Ordine di Malta fin dal giugno 1921 dal duca del Balzo, affinché fosse destinata a sua istituzione di beneficenza che avesse lo scopo di soccorrere ed assistere le classi meno agiate in maniera corrispondente alle esigenze del tempo e da determinarsi dal Gran Magistero dell’Ordine donatario.
E l’Ordine di Malta non poteva meglio adempiere a tale finalità con la creazione di un Istituto a pro dell’infanzia minorata, la cui assistenza è uno dei compiti più importanti nella sfera delle provvidenze del Regime.
In tal modo i due Enti: l’Ordine di Malta ed il Vertecoeli si riunivano per una efficace cooperazione che fu consacrata nella tavola di fondazione dell’8 dicembre 1934, firmata con l’intervento del Preside della Provincia On. Morisani, nella sala del Priorato.
Per volontà del Ministero degli Interni s’iniziarono anche i lavori in pendenza delle pratiche per la modifica dello Statuto che venne finalmente approvato con Decreto Reale del 30 marzo 1936.
L’Amministrazione Provinciale di Napoli retta, allora dall’On. Morisani, mentre si cooperava affinché sorgesse l’Istituto in sede autonoma lontano dall’Ospedale Psichiatrico, provvedeva affinché i fanciulli minorati a carico dell’Ente venissero ricoverati nel detto Istituto.
Prof. Michele Sciuti (particolare foto)
L’On. Loiacono, succeduto all’On. Morisani nell’Amministrazione Provinciale, provvedeva ad una convenzione per il maggior sviluppo dell’Istituto. Così pure il Podestà di Napoli Gr. Uff. Orgera, su proposta del Prof. Giovanni Orsi, Capo dell’Ufficio d’Igiene, provvedeva a che nel detto Istituto fossero ricoverati un buon numero di minorenni a carico del Comune.
I Locali
L’istituto, come si è detto, sorge sull’amena collina di Capodimonte, e propriamente a metà della panoramica strada che dalla Reggia scende ai ruderi dell’Acquedotto di Diocleziano detto Ponti Rossi.
L’edificio è stato completamente trasformato ed ampliato. Sorge in un parco di circa 6000 mq. Popolato di piante di alto fusto, costitute soprattutto da pini ed eucalipti. E’ formato d’un pian terreno e da tre piani.
Nel pianterreno di trova l’ampio refettorio con annessa cucina. Dal refettorio si accede in un ampio spiazzale, faciente parte del parco. Nello spesso pianterreno dal lato occidentale vi è la sala dei bagni, con cinque vasche, docce ed altri servizi.
Nel primo piano dal lato occidentale vi è un ampio salone adibito a spettacoli per i fanciulli, il parlatorio e la Cappella.
Nel lato orientale trovasi il guardaroba, l’ufficio della Suora Superiora e l’alloggio delle Suore. Nel secondo piano, da un lato sono gli uffici amministrativi e sanitari e dall’altro il reparto di osservazione, la infermeria, la sala chirurgica ed il Laboratorio di chimica clinica.
Al terzo piano vi è un ampio salone che comunica con tre distinti reparti ed ha sette ampie camerate con 120 letti. Le camerate esposte a levante ed a mezzogiorno sono costruite secondo i più moderni sistemi igienici e sanitari. In un’ala a parte vi sono due ampie sale di rotazione e di ricreazione e tre aule scolatistiche corredate di moderne suppellettili.
Le scuole, oltre i servizi igienici, hanno un’ampia terrazza per la ricreazione o studio all’aperto.
Adiacente al parco vi è un’area per una scuola agricola, nonché ampi spiazzali per la ginnastica e l’esercitazione fisica all’aperto. A 200 metri dall’edifizio, vi è infine un locale d’isolamento per le eventuali malattie infettive dei ricoverati, corredato di tutti i necessari servizi."
Ed ecco il filmato del giorno dell'inaugurazione dell'Istituto:

La salubrità dell'aria, l'esposizione panoramica sulla città e la tranquillità delle dolci colline a Nord di Napoli, hanno favorito nei secoli scorsi la nascita di importanti strutture ospedaliere e nosocomi, pubblici e privati, dediti alla cura degli infermi, soprattutto quelli affetti dalle patologie respiratorie e psichiche. Per quanto concerne l'argomento trattato in questo post, di "Ambiente e Psiche", continueremo nel prossimo futuro la descrizione delle vicende storiche dei complessi psichiatrici sorti sulla collina di Capodichino, ovvero della casa di cura "Villa Fleurent" e dell'Ospedale Psichiatrico Leonardo Bianchi.
Salvatore Fioretto


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