Ecco il testo:
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I GENITORI DI S. ALFONSO
Fondamento della famiglia sono i genitori, due esseri che Dio chiama a far parte della sua potenza creativa,come strumenti materiali nel mettere al mondo nuove creature umane, di cui Egli si riserva la creazione dell'anima, ad essi lasciando la formazione del corpo.
I genitori di Alfonso erano virtuosi e saggi, e sia il padre che la madre vivevano. di fede e di ardente carità verso Dio e il prossimo. Il figlio non poteva non essere edificato dal loro comportamento per cui, fin all'infanzia, cominciò a progredire nel cammino della virtù e della perfezione. Vogliamo dare uno sguardo a questi pii genitori, per elogiarne le virtù.
IL PADRE
Padre di Alfonso fu il signor de Liguori Giuseppe Felice, di
Andrea e Mastrella Gaetana. Nacque a S. Paolo Belsito (Napoli), il 5 febbraio
1670; fu battezzato 1'11 febbraio dello stesso anno; e morì il 15 novembre 1745
a Napoli (Marianella), assistito dal P. Francesco Saverio Rossi espressamente
inviato da S. Alfonso impegnato nelle missioni. Fu sepolto nella venerabile
congregazione della Misericordia della Parrocchia dei Vergini. Da documenti
trovati nell'Archivio di Vienna e da altri rintracciati nell'Archivio di
Napoli, possiamo conoscere molte cose riguardanti la sua prima età e il
servizio prestato presso la Regia Squadra delle Galere. Il suo bisnonno, D.
Giuseppe Antonio de Liguori, era capitano «a guerra» e governatore dell'isola
di Nisida. Sulle sue orme, il nonno D. Alfonso de Liguori, era arruolato tra i
cavalieri corazzati e, da capitano, prestava servizio nel ducato di Milano;
tornato a Napoli, nei torbidi di aprile del 1648, si guadagnò la riconoscenza
del re Filippo IV e speciali encomi dal figlio D. Giovanni d'Austria.
Il padre di D. Giuseppe, D. Domenico de Liguori, navigò, col grado di capitano,
nel reggimento di D. Giacinto Suardo, raggiungendo nel 1667 il mare Oceano e le
coste del Portogallo. Rientrato in patria, sposò a Nola, nel 1668, una vedova,
D. Andreana Mastrillo, già madre di una figlia, Eleonora.
Da questo connubio nacquero il primogenito Giuseppe ed, in seguito, le sorelle
Geronima ed Ippolita. Senonché, nei primi mesi del 1676 (Giuseppe aveva appena
6 anni), D. Andreana se ne morì, e suo marito passò a seconde nozze con D.
Agnese di Franco. L'infanzia dunque di D. Giuseppe fu poco felice, tra una
sorellastra più anziana ed una matrigna subentrata alla madre morta.
Giovanissimo, nel 1690-91, decise anch'egli di far parte della milizia, e fu
addetto alla galera «Capitana» col semplice incarico di «aventurero» in attesa
che restasse libero un posto di ruolo. Visse da allora con pienezza giovanile
la carriera militare ove, colla qualifica di «intrattenuto», il 20 agosto 1692,
gli fu assegnata la pensione di suo padre.
Avvenne così, dopo qualche anno, il suo matrimonio con D. Anna Caterina Cavalieri
da cui ebbe con Alfonso ben 8 figli.
Così descrive il Tannoia (biografo di Alfonso) i suoi sentimenti religiosi: «Unì
D. Giuseppe alla nobiltà dei natali un viver esemplare e tutto cristiano; frequentava
le chiese e i sacramenti; e fu esente da quei trasporti militari, che talvolta
mettono in dimenticanza l'onore di Dio, e la propria anima. Andando in corso colle galere, il suo stanzino sembrava una cella di Camaldolo.
Oltre a l'esser piena di immagini sacre, portava con sé quattro statuette, di
circa palmi due, di Gesù appassionato, che poi donò al figlio, e ora si venerano
nella nostra Casa di Ciorani; cioè Cristo nell'Orto, alla Colonna, mostrato al
popolo, e colla Croce sulle spalle; e diceva che, da questa sua devozione a
Gesù addolorato, ricevuto aveva delle molte grazie, e singolari».
Certamente, per i suoi obblighi militari e anche per le pubbliche cariche che esercitava,
doveva più volte assentarsi di casa, ma quando tornava in famiglia, coadiuvato
dalla sua piissima consorte, era tutto dedito a versare nei figli quel
complesso di virtù morali e cristiane di cui egli stesso era adorno. E i figli corrispondevano
pienamente alle direttive dei genitori: erano coscienti dei propri doveri; temevano
Dio e il male; amavano la preghiera; e si preparavano con slancio alla
esecuzione di quei disegni, a cui Dio li avrebbe destinati. Alfonso ebbe nel
padre un sublime maestro di profonda e soda pietà cristiana.
(Da un'altra fonte sappiamo che Giuseppe de Liguori abitò nella sua dimora di campagna a Marianella fino alla sua morte, dilettandosi a dipingere miniature. n.d.r.).
LA MADRE
Madre fortunata di Alfonso fu la signora Cavalieri Anna
Caterina. Era nata a Napoli, il 24 novembre 1670, da Federico Cavalieri ed
Elena di Avenia. A quattro anni, per la morte della madre rimase orfana e,
poiché le due sorelle maggiori. Teresa e Cecilia erano entrate nel chiostro
delle Cappuccinelle, restò sola in compagnia del padre e dei fratelli. A 14
anni varcò anch'essa la soglia del monastero, ma come educanda, e vi restò fino
all'anno 1695 quando, all'altare del Duomo, si unì in matrimonio col giovane patrizio
D. Giuseppe de Liguori.
Nemica del lusso, del teatro e dei civili convegni, amava come una religiosa claustrale il raccoglimento interiore. La chiesa era il ritrovo del suo spirito anelante alle promesse eterne; e il focolare domestico era il nido del suo cuore. Riteneva la Messa come il sole della sua giornata; e nella recita del Breviario ritrovava la rugiada rinfrescante il suo cammino spirituale.
Ogni giorno, quando la orazione non le sottraeva totalmente il tempo, usciva di casa e si portava a visitare le case oscure e lercie dei poveri, gentile dispensatrice di danaro, di cibo e di conforti religiosi.
Nel novembre dello stesso anno 1775, in procinto di partire con una ventina di compagni per la grande missione di Benevento, si fermò Alfonso tre giorni a Napoli accanto al capezzale della mamma: riprese poi il suo posto, colla benedizione di sua madre, per seguire i missionari. La notizia della morte gli giunse mentre si stava a desinare. «Benedetto Dio sempre - esclamò - E' andata in Paradiso mia madre».
Furono questi i genitori di Alfonso: ai loro esempi e alla formazione ricevuta in famiglia deve gran parte della sua santità."
P. Francesco Minervino
(Dal periodico “S. ALFONSO” Anno I • N. 2 • Mag.-Giug. 1987 -Periodico bimestrale della Parrocchia S. Alfonso)
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In occasione della festività di San Alfonso la redazione di Piscinolablog porge gli auguri di buon onomastico a tutti i lettori che si chiamano Alfonso e gli auguri all'intera comunità di Marianella e di Pagani.
S. F.