sabato 19 luglio 2025

I genitori di Sant'Alfonso.... La breve biografia di Don Giuseppe de Liguori e D. Anna Cavalieri

Approssimandosi la prima festa dell'anno dedicata a Sant'Alfonso Maria de Liguori, che ricorda la sua nascita al cielo, infatti morì il 1 agosto del 1787, Piscinolablog, secondo una consuetudine che ripetiamo ogni anno, dedicando un post alla biografia del Santo nato a Marianella, quest'anno ha scelto un argomento poco trattato dai biografi ma degno di essere ricordato ai lettori e simpatizzanti di storia della nostra terra e in particolare di Marianella, ossia la biografia dei genitori di Sant'Alfonso, che furono il cavaliere e capitano don Giuseppe e la nobildonna Anna Caterina Cavalieri. Questa breve e rara biografia è stata tratta da un articolo scritto da don Francesco Minervino (che fu padre redentorista originario di Marianella), e pubblicato sulle pagine del periodico: "S. Alfonso", nell'anno 1987. 

Ecco il testo:

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I GENITORI DI S. ALFONSO

"La casa è un santuario ove si compiono gli augusti misteri della vita: si dà la esistenza, si nasce, si vive, si muore... E' un giardino dove fioriscono le gioie più care, le virtù cristiane, che impregnano la famiglia del loro grato profumo ... E' un tempio, da cui sale a Dio l'incenso della preghiera, che attira poi su di essa le divine benedizioni.
Fondamento della famiglia sono i genitori, due esseri che Dio chiama a far parte della sua potenza creativa,come strumenti materiali nel mettere al mondo nuove creature umane, di cui Egli si riserva la creazione dell'anima, ad essi lasciando la formazione del corpo.
E' nella famiglia che si promuovono e si sviluppano i germi del bene: i figli seguono l'esempio dei genitori e, se in vita saranno costanti nel servizio di Dio e nella pratica della virtù, si deve appunto alla educazione e formazione ricevute in famiglia.
I genitori di Alfonso erano virtuosi e saggi, e sia il padre che la madre vivevano. di fede e di ardente carità verso Dio e il prossimo. Il figlio non poteva non essere edificato dal loro comportamento per cui, fin all'infanzia, cominciò a progredire nel cammino della virtù e della perfezione. Vogliamo dare uno sguardo a questi pii genitori, per elogiarne le virtù.

IL PADRE

Padre di Alfonso fu il signor de Liguori Giuseppe Felice, di Andrea e Mastrella Gaetana. Nacque a S. Paolo Belsito (Napoli), il 5 febbraio 1670; fu battezzato 1'11 febbraio dello stesso anno; e morì il 15 novembre 1745 a Napoli (Marianella), assistito dal P. Francesco Saverio Rossi espressamente inviato da S. Alfonso impegnato nelle missioni. Fu sepolto nella venerabile congregazione della Misericordia della Parrocchia dei Vergini. Da documenti trovati nell'Archivio di Vienna e da altri rintracciati nell'Archivio di Napoli, possiamo conoscere molte cose riguardanti la sua prima età e il servizio prestato presso la Regia Squadra delle Galere. Il suo bisnonno, D. Giuseppe Antonio de Liguori, era capitano «a guerra» e governatore dell'isola di Nisida. Sulle sue orme, il nonno D. Alfonso de Liguori, era arruolato tra i cavalieri corazzati e, da capitano, prestava servizio nel ducato di Milano; tornato a Napoli, nei torbidi di aprile del 1648, si guadagnò la riconoscenza del re Filippo IV e speciali encomi dal figlio D. Giovanni d'Austria.
Il padre di D. Giuseppe, D. Domenico de Liguori, navigò, col grado di capitano, nel reggimento di D. Giacinto Suardo, raggiungendo nel 1667 il mare Oceano e le coste del Portogallo. Rientrato in patria, sposò a Nola, nel 1668, una vedova, D. Andreana Mastrillo, già madre di una figlia, Eleonora.
Da questo connubio nacquero il primogenito Giuseppe ed, in seguito, le sorelle Geronima ed Ippolita. Senonché, nei primi mesi del 1676 (Giuseppe aveva appena 6 anni), D. Andreana se ne morì, e suo marito passò a seconde nozze con D. Agnese di Franco. L'infanzia dunque di D. Giuseppe fu poco felice, tra una sorellastra più anziana ed una matrigna subentrata alla madre morta. 

Giovanissimo, nel 1690-91, decise anch'egli di far parte della milizia, e fu addetto alla galera «Capitana» col semplice incarico di «aventurero» in attesa che restasse libero un posto di ruolo. Visse da allora con pienezza giovanile la carriera militare ove, colla qualifica di «intrattenuto», il 20 agosto 1692, gli fu assegnata la pensione di suo padre.
Avvenne così, dopo qualche anno, il suo matrimonio con D. Anna Caterina Cavalieri da cui ebbe con Alfonso ben 8 figli.

Così descrive il Tannoia (biografo di Alfonso) i suoi sentimenti religiosi: «Unì D. Giuseppe alla nobiltà dei natali un viver esemplare e tutto cristiano; frequentava le chiese e i sacramenti; e fu esente da quei trasporti militari, che talvolta mettono in dimenticanza l'onore di Dio, e la propria anima. Andando in corso colle galere, il suo stanzino sembrava una cella di Camaldolo. Oltre a l'esser piena di immagini sacre, portava con sé quattro statuette, di circa palmi due, di Gesù appassionato, che poi donò al figlio, e ora si venerano nella nostra Casa di Ciorani; cioè Cristo nell'Orto, alla Colonna, mostrato al popolo, e colla Croce sulle spalle; e diceva che, da questa sua devozione a Gesù addolorato, ricevuto aveva delle molte grazie, e singolari».

Certamente, per i suoi obblighi militari e anche per le pubbliche cariche che esercitava, doveva più volte assentarsi di casa, ma quando tornava in famiglia, coadiuvato dalla sua piissima consorte, era tutto dedito a versare nei figli quel complesso di virtù morali e cristiane di cui egli stesso era adorno. E i figli corrispondevano pienamente alle direttive dei genitori: erano coscienti dei propri doveri; temevano Dio e il male; amavano la preghiera; e si preparavano con slancio alla esecuzione di quei disegni, a cui Dio li avrebbe destinati. Alfonso ebbe nel padre un sublime maestro di profonda e soda pietà cristiana.
(Da un'altra fonte sappiamo che Giuseppe de Liguori abitò nella sua dimora di campagna a Marianella fino alla sua morte, dilettandosi a dipingere miniature. n.d.r.).  

LA MADRE

Madre fortunata di Alfonso fu la signora Cavalieri Anna Caterina. Era nata a Napoli, il 24 novembre 1670, da Federico Cavalieri ed Elena di Avenia. A quattro anni, per la morte della madre rimase orfana e, poiché le due sorelle maggiori. Teresa e Cecilia erano entrate nel chiostro delle Cappuccinelle, restò sola in compagnia del padre e dei fratelli. A 14 anni varcò anch'essa la soglia del monastero, ma come educanda, e vi restò fino all'anno 1695 quando, all'altare del Duomo, si unì in matrimonio col giovane patrizio D. Giuseppe de Liguori.

Il tempo di raccoglimento e di preghiera trascorso tra le Figlie di S. Francesco non poté non incidere sulla fisionomia spirituale e morale della futura madre di Alfonso. Anima e fulcro di quella educazione fu la devozione verso la Madonna, che doveva trasfondere nel cuore del suo primogenito. Il Tannoia così scrive di lei: « Fu dama troppo cara a Dio, e di un merito assai singolare ... , donna di orazione ... , sollecita per la cura dei figli e nel soddisfare i doveri di sposa».
Nemica del lusso, del teatro e dei civili convegni, amava come una religiosa claustrale il raccoglimento interiore. La chiesa era il ritrovo del suo spirito anelante alle promesse eterne; e il focolare domestico era il nido del suo cuore. Riteneva la Messa come il sole della sua giornata; e nella recita del Breviario ritrovava la rugiada rinfrescante il suo cammino spirituale.
Ogni giorno, quando la orazione non le sottraeva totalmente il tempo, usciva di casa e si portava a visitare le case oscure e lercie dei poveri, gentile dispensatrice di danaro, di cibo e di conforti religiosi.
Nell'autunno del 1755, D. Anna, più che ottuagenaria, si avvicinò alla fine.
Venti anni prima, aveva scritto al figlio missionario: «Spero a Dio che voi mi avete a chiudere gli occhi quando muoro». Ed il santo mai dimenticò questo pio desiderio. «Se in morte di mio padre - diceva- ho rifiutato di portarmi in Napoli, facendo a Dio un sacrificio di quel che per natura era dovuto, nella morte di mia madre, se sono in tempo opportuno, non avrò cuore di non essere a consolarla».
Nel novembre dello stesso anno 1775, in procinto di partire con una ventina di compagni per la grande missione di Benevento, si fermò Alfonso tre giorni a Napoli accanto al capezzale della mamma: riprese poi il suo posto, colla benedizione di sua madre, per seguire i missionari. La notizia della morte gli giunse mentre si stava a desinare. «Benedetto Dio sempre - esclamò - E' andata in Paradiso mia madre».
Fu sepolta nella Real Arciconfraternita dei Nobili di Montecalvario sotto l'egida della Immacolata. Lasciava alla Chiesa quel suo primogenito figlio, il cui nome doveva tramandarsi nei secoli come l'impareggiabile cantore delle Glorie di Maria.

Furono questi i genitori di Alfonso: ai loro esempi e alla formazione ricevuta in famiglia deve gran parte della sua santità."

P. Francesco Minervino

(Dal periodico “S. ALFONSO”  Anno I • N. 2 • Mag.-Giug. 1987 -Periodico bimestrale della Parrocchia S. Alfonso)


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In occasione della festività di San Alfonso la redazione di Piscinolablog porge gli auguri di buon onomastico a tutti i lettori che si chiamano Alfonso e gli auguri all'intera comunità di Marianella e di Pagani.

S. F.