sabato 4 febbraio 2023

I toponimi delle strade di Piscinola a inizio dell' '800... curiosità e nuove scoperte...

L'antico " 'O Capo 'e Coppa", angolo vico I Risorgimento

Oggi tutti conosciamo la toponomastica delle strade del Quartiere in cui viviamo, che comprende nomi di personaggi famosi, ma anche date o luoghi di storiche imprese o eventi della vita della Città e dello Stato. Molto interessante è stato consultare la toponomastica presente due secoli fa nell'allora Comune di Piscinola, che ovviamente riprendeva i modi di dire utilizzati dal popolino per indicare i posti del territorio e che poi l'amministrazione civica dell'epoca ha preso in uso e utilizzato per redigere i riferimenti degli atti pubblici, come registri, l'anagrafe, gli atti amministrativi, gli atti notarili, ecc.

Piazza B. Tafuri, angolo con Via del Salvatore
Molto curioso risulta il fatto che per indicare i domicili delle persone non erano utilizzati i numeri civici (crediamo che nemmeno fossero presenti sui cespiti), forse perchè, essendo contenuto il numero di abitati (nell'anno 1865 a Piscinola abitavano poco meno di 2000 unità), le residenze delle persone o delle famiglie erano facilmente individuabili.
Precisiamo che probabilmente, in coincidenza dell'Unificazione dell'Italia, le strade di Piscinola (all'epoca ancora un Comune autonomo), sono state ridenominate, intestandole a personaggi famosi della storia oppure ai nomi delle città, un po' come avvenuto in ogni Comune.
Quando poi Piscinola è stata annessa al Comune di Napoli (1 gennaio 1866), alcune strade sono risultate dei doppioni e si è quindi proceduto, per fare un doveroso distinguo con le altre strade omonime presenti nel Comune di Napoli, ad aggiungere a queste la dizione di "...a Piscinola".

Vico degli Operai (detto Vico "'Appagliare")

Ecco i nomi delle strade e dei luoghi che siamo riusciti a recuperare dalla ricerca storica intrapresa:

-"Capo 'e Coppa": oggi "via Vittorio Emanuele a Piscinola".

-"Capo della Chianca": oggi "Via Plebiscito a Piscinola".

-"Via Figuretta" o "strada della Figurella": tratto di "via Napoli a Piscinola", situato in prossimità dell'incrocio con "via Vecchia Miano". Il toponimo richiamerebbe, a nostro avviso, l'immagine della Madonna, presente ancora oggi in una cappellina situata sul tratto di strada.

Angolo di Via Napoli con Via V. Miano (detto "'a Fiurella")

-"Strada delle (o alle) Pagliaje" (o Capo): attuale "vico degli Operai". La denominazione è stata rinvenuta nei documenti risalenti al Decurionato Francese, e dimostrerebbe che la presenza nel luogo di numerosi pagliai, abbia condizionato il suo toponimo, infatti, ancora oggi nell'inventario collettivo popolare il luogo viene indicato come "'o Vico Appagliare".

-"Largo della Chiesa" (o Capo): riferibile all'attuale "Piazza G. Bernardino Tafuri"; un tempo denominata anche "Piazza della Chiesa" e anche "Piazza Municipio".

-"Strada della Chiesa" (o Capo): riferibile all'attuale "Via Del Salvatore" o "Via SS. Salvatore": le targhe affisse ai due capi della via riportano le due diverse dizioni, sicuramente la prima è più antica (nell'inventario popolare "Sott''a Cchiesa" e anche "Aret''a Cchiesa").

Via del Plebiscito a Piscinola (detta" 'o Capo 'a Chianca")

-"Capo Rovignano o Ruvigliano" (o strada), attuale "via Vecchia Miano a Piscinola". Non abbiamo trovato le fonti che giustificherebbero l'utilizzo di questo termine e neppure la sua etimologia, tuttavia un racconto popolare, tramandato di generazioni, indicherebbe che l'antica masseria ivi presente, che fu della famiglia napoletana "Altamura", era stata di proprietà della Marchesa di Ruvigliano. A dimostrazione di tale ipotesi, in un atto notarile del 1925, rogato per l'acquisto di un cespite esistente in tale zona, abbiamo rinvenuto il riferimento di "Tenimento Marchesa di Ruvigliano".

-"Dietro Vigna": l'attuale "Via Dietro la Vigna" (edificato che si ergeva sul lato appartenente a Piscinola), il cui toponimo deriverebbe dal nome che prendeva tale parte di territorio, in quanto confinante con un canale o lagno, chiamato fin dall'antichità "Canale di Vigna" (vedi foto mappa); l'attuale lapide stradale, affissa nella zona di Marianella, riporta la precedente denominazione di "già Cupa Canale", vedi foto (In effetti la "Via dell'Abbondanza" ricalcherebe un tratto dell'antico alveo del Canale di Vigna).

Canale di Vigna, in una mappa primi anni '800
-"Strada per Napoli", riferibile all'attuale "Via Napoli a Piscinola", probabilmente in antichità era la via diretta e maggiormente utilizzata per il collegamento del centro cittadino con Piscinola e viceversa.

-"La Scampia": La zona che attualmente è il rione Scampia era in passato una sconfinata piana agricola e come "puntellata" da antiche masseria; ovviamente ci riferiamo alla parte compresa nel soppresso Comune piscinolese. Interessanti anche i nomi delle masserie presenti, delle quali ne citiamo tre: "Masseria Carrasiello", "Masseria Cascella" e "Masseria Donnaromita" (vedi foto mappa). 

-"La Filanda": parte del territorio situato nel lato nord-ovest dello "Scampia", chiamato così, quasi sicuramente, per la presenza di diverse filande abidite alla tessitura del lino, della canapa e anche della seta. In aggiunta, sappiamo che molte donne dell'epoca dichiaravano all'anagrafe la loro professione di "filatrice".

-"L'Acquarone": oggi "via Cupa Acquarola"), la stradina consentiva il collegamento del centro edificato di Piscinola con i campi dello Scampia, ancora oggi esistente, anche se è diventata una strada cieca per i lavori di costruzione delle due ferrovie. Il toponimo richiama l'utilizzo della stada anche per far confluire le acque meteoriche attraversanti il territorio, durante le copiose precipitazioni, verso la piana di Scampia. Occorrerebbe ricollocare oggi la targa stradale, che è andata perduta.

-"Madonna delle Grazie", parte di territorio situato a meridione del centro edificato di Piscinola, chiamato così per la presenza secolare di una chiesetta o di una cappella dedicata alla Madonna delle Grazie (vedi foto mappa). Il toponimo è riportato nelle mappe sette-ottocentesche e anche negli "atti di morte", redatti durante i momenti di epidemia, come la peste, quando le salme degli appestati erano sepolte in questa località, secondo le vigenti disposizioni di sanità pubblica. Oggi il territorio in questione è attraversato dalla "Via Madonna delle Grazie".

-"Masseria San Giovanni a Carbonara": il toponimo, oltre alla masseria, era usato per indicare la parte del territorio circostante essa, situata a meridione dell'antico centro edificato di Piscinola (vedi foto mappa). La masseria si erge ancora oggi in posizione isolata, sulla strada di collegamento con Marianella, che prende il nome di "Cupa S. Giovanni a Marianella". Per quanto concerne la masseria, nel corso di un contenzioso sorto tra la Parrocchia di Piscinola e quella di Marianella (sec. XVII), fu sancita l'appartenenza del cespite coi suoi abitanti alla giurisdizione ecclesiastica della parrocchia del SS. Salvatore in Piscinola.

Ci piace aggiungere all'elenco alcune particolarità più recenti:

Il "Cancello" in una mappa di metà '800

"Via Vittorio Emanuele": la zona che viene ancora oggi chiamata "'o Capo 'e Coppa" fu inizialmente denominata "Via Del Risorgimento", desumiamo che fu poi cambiata dopo l'Unità d'Italia, intitolandola al re di casa Savoia (sempre se il nome del re si riferisce a Vittorio Emanuele II).
Tale deduzione è confermata dal nome, ancora esistente, per indicare le due traverse che da essa si diramano, denominate: "Vico I° e Vico II° Risorgimento". Queste due stradine (o vicoli)  erano chiamate
in antichità "Venelle", per la loro conformazione tortuosa e stretta; sappiamo anche che per la prima di esse, il toponimo locale utilizzato era di "Venella 'o Sagramento".

"Fore 'o Ttrentotto" e "Abbascio Miano": al completamento della costruzione della nuova via carrabile di collegamento per Miano, quella che oggi è chiamata "Via Vittorio Veneto" (inaugurata nell'anno 1913), fu deciso di denominarla inizialmente "Via Nuova Miano Piscinola"; desumiamo, per logica conseguenza, che l'antica strada parallela (collegante sempre Piscinola con Miano), fu ridenominata "Via Vecchia Miano Piscinola". Tale designazione è ancora in uso per quest'ultima strada (nell'inventario popolare è detta "Abbascio Miano o Abbascio 'a cupa e Miano"), mentre per la prima strada, Via Vittorio Veneto, è ancora in uso indicare la sua parte terminale col toponimo di "Fore 'o ttrentotto" (chiamata così per essere stata il capolinea del tram n.38).

Via del Plebiscito (detto 'o Capo 'a Chianca")

La strada che in antico tempo collegava la strada "Via Ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife" con le campagne dello "Scampia", prendeva il nome di "Abbascio 'o Canciello"; diverse tesi sono state avanzate per spiegare l'etimologia del toponimo, alcune si riferirebbero a cancelli interpoderali presenti, mentre altre a barre ferroviarie di segnalazione del passaggio a livello pericoloso, tuttavia in alcune mappe risalenti alla metà dell' '800 abbiamo trovato scritto il toponimo di "Cancello" (vedi foto).


Salvatore Fioretto

 

Via Vecchia Miano a Piscinola (detta "Abbascio Miano"), in foto la Masseria abbattuta nel 2002


lunedì 30 gennaio 2023

Un poeta filosofo, Daniele Buopane, in "Aneliti poetici"...!

Il territorio dell'Area Nord di Napoli è uno scrigno di artisti, sia uomini che donne,
di qualsiasi età, che si dedicano alle varie forme dell'arte: musica, pittura, letteratura, poesia, scultura, recitazione, canto, composizione, lavori in miniatura, ecc. La cosa che più sorprende è quella che le lamentele che si sentono in giro, sostenendo che i giovani di oggi non seguirebbero la poesia e la scrittura, sono qui ampiamente infondate, come dimostreremo nello scritto di questo post, dedicato al giovanissimo poeta e filosofo piscinolese, che si chiama Daniele Buonpane.
Daniele Buonpane è nato a Napoli, nell'anno 1988. Vive a Piscinola, suo quartiere natio, a cui è legato particolarmente, come ha dimostrato in molte sue poesie e aforismi.
Buonpane si è laureato in Filosofia, alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Napoli "Federico II". Ha partecipato a diverse kermesse culturali e a convegni. Si dedica al volontariato, insegnando ai giovani sportivi del territorio i valori del rispetto e della condivisione della giustizia e dell'etica sportiva.
Ha già pubblicato diverse raccolte di poesie, tra le quali: Lo scrigno dei sogni (2011), "Siamo monete di poco valore" (2012), "Non riesco ad essere infelice" (2013) e una raccolta di aforismi intitolata "I miei pensieri" (2016).
Ultimo lavoro presentato a Marianella, alla fine dello scorso anno, è stato la raccolta di poesie intitolata"Aneliti poetici", Edita da LFA Publisher, novembre 2019, ricevendo un buon apprezzamento da parte dei lettori e degli appassionati del genere.
Per capire la sua letteratura e il suo spirito poetico, prendiamo in prestito il testo dell'"Introduzione", contenuta nel libro "Aneliti poetici":
"Per questa mia nuova raccolta di poesie, non sono partito dal primo gemito del bambino, ma dall’ultimo anelito dell’uomo. La vita è un soffio vitale, la poesia è un anelito poetico. La Poesia riesce a farci perdere il fiato, questo accade sia per il poeta che la compone e la libera fuori di sé, sia per il lettore che la legge e l’assorbe dentro di sé. L’anelito è un respiro pesante, affannoso, riflessivo, contemplativo, è dunque il punto più alto della massima espressione della poesia, il momento più forte per comporre. Poiché verso la fine della vita tutto assume un senso e diventa più chiaro. La Poesia è immortale; l’ unica cosa che si avvicina alla morte senza mai morire, ed è viva senza una vera vita. La Poesia è un anelito che ci toglie sempre il fiato senza mai farci morire. Questo è il compito del poeta: lasciarci anche per pochi momenti senza il fiato, dove in quei momenti di eternità viviamo qualcosa di infinito, questo infinito ansimare è la poesia. Tutto questo mio vivere e comporre sono aneliti poetici. Questa raccolta di Poesie non si chiama anelito poetico, non l’ho ridotto alla singolarità di un attimo, perché se fosse stato l’ultimo anelito, avrei raffigurato la morte della poesia, o almeno la fine del mio essere poeta; perciò, si chiama aneliti poetici perché il mio vivere è un perpetuo essere di stati spasmodici, definibile come una serie infinita di aneliti poetici. Spero dunque di regalare ancora negli anni, tante altre poesie per far respirare ai miei lettori qualcosa di bello. Negli anni ho forgiato e regalato tante poesie in tre raccolte, questa è la quarta, anche se non mi consacra come poeta, inizio a vivere da poeta. Con il passare dei miei anni, avverto il peso della mia esistenza come essere pensante nel mondo e condivido il mio vivere nei versi con una certa passione. Nonostante abbia scritto tante poesie, so bene che il vestito del poeta, per ora mi va ancora grande, devo ancora crescere per poterlo indossare, forse un giorno mi andrà bene e potrò portarlo, quindi, per rispetto della poesia e dei poeti, mi sento semplicemente un uomo abitato dalla poesia, ma ancora in perenne formazione poetica.
Per dirla in termini moderni, sono un apprendista poeta. Senza moralismo alcuno, mi sento di redarguire la nostra società, perché prima c’era una certa forma di riverenza nei riguardi dei poeti, oggi invece si ha una scarsa considerazione di essi. Tutto questo fa male non solo come poeta, ma come creatura sensibile alla vita e all’arte. Questa raccolta si presenta come una poesia che lascia senza fiato, un serie infinita di aneliti poetici, la poesia è l’ultima e unica speranza per un mondo migliore. La Poesia che toglie il fiato, ma che non muore mai, l’immortalità dei versi che si imprimono nella storia e nelle coscienze umane. Almeno interiormente con la poesia, avviene una modificazione del nostro essere, se poi i versi diverranno pratici, le parole dei poeti cambieranno anche l’esteriorità degli uomini. Questa raccolta di poesie oltre a porgere un messaggio umanitario e anche promotrice di valori e di bellezza. L’anelito è anche un desiderio ardente in qualcosa di importante. Una tensione dei nostri desideri verso l’inesauribile bellezza della vita. Ad ogni uomo, in punto di morte, si concede sempre un ultimo desiderio; la poesia, generoso ingegno dell’uomo, concede ai lettori nell’arco della loro vita tantissimi aneliti poetici. Adesso immergetevi pure nei miei versi, leggeteli e rileggeteli con calma, fate proprie le mie parole affinché vi regalino emozioni. Fatevi investire da tutti i sentimenti umani senza alcuna paura, vedrete che poi, un dolce anelito poetico vi agguanterà".

Trascriviamo nel seguito, tra le tante poesie contenute nel libro "Aneliti poetici", questa che ci ha particolarmente colpito:

L'Anonimo
"L'anonimo è il poeta che non conosci, ma che credi di conoscere davvero tramite le sue tante poesie.
Anonimo è il destino della nostra vita che è fatta da Dio e vissuta da noi, ma lui non si rivela mai a nessuno.
L'anonimo è il barbone sotto casa mia che dice che esiste ma nessuno lo sa, perché il suo vivere è solo sopravvivere.
Anonima è una qualsiasi prostituta, che vende il suo corpo senza anima agli uomini che sono in cerca di se stessi.
L'anonimo è il nascondersi della politica che spara le leggi folli in parlamento, ma quando poi combinano guai scappano via.
Anonima è tutta questa mia vita, che vivo tanto per doverla vivere, ma poi sono felice ma non capisco nulla.
L'anonimo è lo stato italiano che ci ha lasciato per sempre la mano, dove non si sa più come crescere.
Anonima è l'intera nostra esistenza, che la si vive senza alcun senso ma si cerca comunque di darne uno."

Salutiamo Daniele Buonpane, che conosciamo personalmente, augurandogli di coronare tutti i suoi sogni e passioni, letterarie, professionali e di vita.
Salvatore Fioretto