domenica 14 dicembre 2014

Natale alfonsiano e... Marianella...!


Alfonso che scrive meditando sul presepe
Percorrere i vicoli e i sentieri antichi di Marianella desta sempre una certa emozione nell'animo, ma anche la consapevolezza di percorrere le stesse strade che ben oltre 300 anni fa, da fanciullo e poi da giovinetto, avrà sicuramente percorso il nostro grande ed ecclettico personaggio, Alfonso Maria della casata dei Liguori, qui nato, nell'antico Casale di Marianella, il 27 settembre del 1696. 
Lo sappiamo per certo, perché tutti i biografi riportano che Alfonso, come faceva anche suo padre, don Giuseppe Liguori, qui a Marianella veniva a stemperare i livori, le sconfitte e i dissapori della sua ancora giovane vita, approfittando dell'amenità del posto, della armonia della natura lussureggiante e dal paesaggio incantevole... La stessa sensazione si ha percorrendo le scale della sua nobile dimora, attraversando i viottoli del suo ameno giardino, oggi come allora pieno di piante e di fiori, oppure attraversando le stanze del suo palazzo e la cappella di famiglia posta al suo interno... Ogni cosa, ogni angolo, ogni pietra qui parla e racconta del grande Sant'Alfonso...!
Alfonso doveva essere per forza attaccato a Marianella e al suo circondario, come lo è per ogni essere umano. Ogni uomo, per propria indole e per natura, è sempre particolarmente attaccato e affezionato al luogo che lo ha visto nascere... 
Un immagine giovanile di Sant'Alfonso
Chissà quante volte avrà ammirato le bellezze del paesaggio natio dalle finestre del suo palazzo oppure dalla masseria Carduino, che era, assieme al terreno circostante, un tenimento di proprietà della famiglia de Liguori. Chissà quante afflizioni avranno destato la vista della miseria e della povertà che pur esistevano allora dalle nostre parti...! L'avrà sicuramente notato quando accompagnava suo padre ad incassare i pigioni delle sue proprietà sparse per il contado e, in particolar modo, nel Casale di Piscinola. Infatti a Piscinola i Liguori possedevano diversi immobili in caseggiati e all'interno di cortili e lo apprendiamo per certo da una sicura testimonianza storica pervenutaci. Alfonso era ammirato dalla bellezza della natura del suo casale, e sarà stato ammirato anche dall'umanità dei suoi abitanti, perché Egli era innamorato delle persone semplici e povere e, ancor di più, era attratto dai sofferenti e dai bisognosi. Lo sappiamo quando della sua vita leggiamo, ad esempio, il servizio di volontariato che svolgeva settimanalmente presso i malati dell'ospedale degli Incurabili a Napoli, oppure della storia di amicizia che Egli ebbe con il ragazzo di colore, affidatogli dal padre al suo servizio come servo, ma che egli volle considerare semplicemente come un amico, insegnandogli ad amare Dio. Il ragazzo morirà presto, abbracciando per sua volontà la fede cristiana.
Chissà quante parole che leggiamo nei suoi componimenti furono ispirate dai ricordi d'infanzia e dai momenti belli della sua gioventù, trascorsi nella sua cara terra natia...!
Bambinello regalato ad Alfonso da sua madre, conservato nel museo di Pagani
E tra i momenti belli della vita avrà sicuramente ricordato quando da giovinetto preparava con la mamma il presepe e offriva canzoncine di lode al Bambinello, nato povero, tra i poveri, per i poveri... Tanto è fondato questo ricordo, che la madre gli regalerà da adulto, presso la sua dimora di Ciorani, un Bambinello, che egli conserverà con affetto e venerazione, fino al termine della sua vita terrena. Quanti sospiri Alfonso avrà emesso ammirando il suo Bambinello, ricordando Marianella, i suoi amici d'infanzia e i bei momenti trascorsi con i suoi cari genitori, a Marianella.
Sicuramente avrà ricordato le tante ricorrenze del Natale e l'ascolto delle melodiose armonie dei zampognari, che scendevano dalla montagne molisane e abruzzesi, per allietare il Natale napoletano.... Molti suoi componimenti musicali fanno trasparire questa reminescenza agreste dell'infanzia e il melodioso suono delle zampogne.
Frontespizio disegnato da Sant'Alfonso
Il padre Tannoia, che fu il primo biografo di Sant'Alfonso, riporta nella sua opera la testimonianza che Alfonso, da Vescovo, sia a Deliceto che a Ciorani, fece realizzare un dipinto con la scena della natività, da sistemare sopra i paliotti degli altari: la scena era rappresentata con una bella campagna sullo sfondo, la sacra famiglia e il Bambino che veniva adorato dai pastori. Tannoia ricorda ancora la cerimonia che ogni anno Alfonso faceva svolgere dai suoi seguaci Redentoristi attorno all'immagine del Bambino, proprio quello regalato dalla cara mamma.
Nell'anno 1757, Alfonso dei Liguori pubblicava il volume "Novena del santo Natale colle meditazioni per tutti i giorni dell'Avvento sino all'ottava dell'Epifania", presso la tipografia Ramondini di Venezia, un libro che reca sul frontespizio un bel dipinto da lui realizzato, con immagine del Bambinello che allegoricamente pesca dei cuori dal mare di Napoli... In quest'opera Alfonso descrive tutta la devozione e l'amore per Gesù Bambino, amore che gli fu trasmesso sicuramente da sua madre durante la fanciullezza. E' eloquente il suo pensiero sul Natale, che ci fa capire tutta l'importanza da lui riservata alla santa ricorrenza cristiana: "Molti cristiani sogliono per lungo tempo avanti preparare nelle loro case il presepe per rappresentare la nascita di Gesù Cristo; ma pochi sono quelli che pensano a preparare i loro cuori, affinché possa nascere in essi e riposarsi Gesù Cristo. Tra questi pochi però vogliamo essere ancora noi, acciocché siamo fatti degni di restare accesi di questo felice fuoco, che rende le anime contente in questa terra e beate nel cielo".

(ascoltate "Quanno Nascette Ninno" nella bella interpretazione del maestro Enzo Avitabile)
https://www.youtube.com/watch?v=kSQ5DS90dIM

Clavicembralo che Alfonso utilizzava per comporre le sue opere musicali (Museo di Pagani)

Circa le reminescenze della fanciullezza di Alfonso, prendiamo ad esempio alcune parole contenute proprio nella pastorale: "Quanno nascette ninno a Betlemme", e infatti possiamo notare che...
[...]
Co' tutto ch'era vierno,
co' tutto ch'era vierno, Ninno bello,
nascettero a migliara rose e sciure...
Pe' nsi' 'o ffieno,
sicco e tuosto,
ca fuje puosto sott'a te,
se 'nfigliulette
e de frunnelle e sciure se vestette...



A no paese che
a no paese che se chiamma Ngadde,
sciurettero le vvigne e ascette ll'uva.
Ninno mio
sapuretiello,
rappusciello d'uva si' tu...
ca, tutt'ammore,
faje doce 'a vocca e po' 'mbriache 'e core! 


.....
Piglianno confedenzia
piglianno confedenzia a poco a poco,
cercajeno lecenzia a la Madonna...
Se magnajeno
li pedille
co vasille, 'mprimma e po'
chelle mmanelle...
a ll'urdemo, lo musso e 'e mascarielle.. [...]



... i termini "infigliulette", "rappuscielle" e "lo musso e 'e mascarielle", sono dei modi di dire che Alfonso utilizza prendendo spunto sicuramente dalla vita agreste e dalle espressioni contadine. Questi termini, e ne potremmo citare tantissimi, tratti dalle sue opere, ci possono far immaginare, poi, che siano stati ascoltati per la prima volta da ragazzo, proprio nella sua terra natia, durante le continue permanenze nella dimora di Marianella...!

Immagine di Sant'Alfonso sul portale del convento di Marianella
Chissà se un giorno potremmo trovare degli esempi più eloquenti di questo amore filiale del Santo per Marianella...!

Cari amici lettori, il Natale è alle porte, e con questa dolce immagine del Natale, descritta attraverso la storia della vita di Sant'Alfonso, la redazione di "Piscinolablog" porge gli auguri accorati di Buon Natale, affinchè il lieto evento possa essere occasione di serenità e di riflessione per ognuno di noi...
Buon Natale a tutti...!!

Salvatore Fioretto
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http://www.tropeaedintorni.it/LiguoriniTropea/GiesuCristePeccerille.mp3

https://www.youtube.com/watch?v=cW0h4UucGTI 


https://www.youtube.com/watch?v=5xEMz-5phZE


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