mercoledì 29 giugno 2022

Quella piccola fabbrica di carità cittadina spontanea... La chiesetta della Madonna delle Grazie

Forse è raro trovare un altro luogo di Napoli, come questo che descriveremo, dove esiste una tradizione sacra e civica così storicamente radicata e legata alla vita di una intera comunità. Un punto di riferimento di fede e un simbolo comunitario che ha attraversato i secoli ed è ancora oggi presente e vivo nel quartiere di Piscinola. Ci riferiamo alla Chiesetta della Madonna delle Grazie di Piscinola, che si erge nell'omonima strada. Ma l'aspetto fondamentalmente importante, che ne fa di questo sito un unicum, è rappresentato dalla spontaneità delle opere che hanno caratterizzato la realizzazione del tempietto, la sua cura e la sua manutenzione continua, cosa che avviene ininterrottamente ancora nei nostri giorni. 
La chiesa e il culto della Madonna a Piscinola, come detto in altri precedenti post, esisteva nel luogo che da essa prende il nome, fin dai tempi remoti.
Sicuramente già esisteva nell'anno 1608.

Antico quadro della Madonna delle Grazie, rubato

All'inizio del XX secolo fu decisa la riedificazione nel sito attuale, che fu eseguita soprattutto grazie al generoso, spontaneo e gratuito contributo, in denaro e in forza di braccia, da parte dell'intera comunità piscinolese dell'epoca. Correva l'anno 1927, il comitato pro costruzione fu promosso dal devoto Alfonso di Maro, mentre il terreno sul quale fu costruito il tempietto fu messo a disposizione dal Commendatore Rossi; da segnalare anche "la generosa offerta" che fu elargita dal sig. Raffaele Danese, come recita la scritta incisa sulla lapide marmorea, ancora presente sulla parete interna del tempietto.
Don Salvatore Nappa, parroco di Marianella ma piscinolese di nascita, raccontava che durante la raccolta dei fondi per costruire questa chiesetta, ogni
domenica mattina il menzionato Alfonso Di Maro si posizionava in quella zona, seduto su una seggiola  e con una cassettina di legno tra le mani chiedeva ai viandanti della strada di lasciare un obolo in offerta.
Gran parte delle pietre occorrenti per costruire le mura furono donate dai carrettieri e dai "cavatori di monte" di Chiaiano (montesi), i quali trasportando il carico per la via pubblica (oggi via Napoli), donavano ad ogni loro passaggio, due o tre pietre di tufo...

La chiesetta fu quindi realizzata e completata nell'anno 1927. La consacrazione del tempietto dedicato alla Madonna della Grazie fu eseguita dal parroco di Piscinola dell'epoca, che era don Domenico Gallo.  Fu quindi trasferito e intronizzato sull'altare l'antico dipinto della Madonna delle Grazie, che risultava fino a qual momento conservato in una edicola stradale, poco distante da questo sito.

Madonna del cuscino verde, A. Solario - Museo Louvre
Data la presenza del fronte rilevato di terreno (detta "cupa"), la chiesetta fu realizzata a quota stradale e incastonata all'interno di una trincea scavata nel terreno lapilloso. Risultava quindi a vista solo la facciata, che comunque era visibile da lontano. Tuttavia, a causa delle continue e inevitabili infiltrazioni di acqua piovana dalle parti sottoposte nel terreno, che generavano affioramenti di umidità e di muffa al suo interno, fu necessario realizzare un'imponente trincea perimetrale, realizzando, con un altro muro di tufo, una sorta di camera di ventilazione, che è in parte ancora esistente. Anche quest'opera fu realizzata grazie al generoso contributo dei devoti piscinolesi.
Per la realizzazione della doppia scala esterna di accesso in basolato vesuviano, abbiamo recentemente appreso un altro aneddoto. Nel palazzo di
vico I Risorgimento a Piscinola (chiamato "dei Molaforbice") abitavano due fratelli, che di professione facevano gli "scalpellini", ossia che lavoravano le pietre vesuviane per lastricare le strade (dette vasoli), la loro madre era soprannominata la "zullussella"; ebbene anche questi due artigiani sono rimasti legati alla storia della chiesetta, purtroppo non conosciamo il loro nome, ma ecco la motivazione:
Su interessamento della famiglia Mele, questi due ragazzi lavorarono e trasformarono la grossa pietra di basalto vesuviano, un tempo utilizzata per battere il lino e presente  nel cortile del loro palazzo in vico I Risorgimento a Piscinola, per fare i nuovi gradini delle scale esterne di accesso alla chiesetta della Madonna delle Grazie. Le pietre furono portate sul posto dal giovane Giovanni Battista Mele, "con un carro trainato dalla sua Jummenta" (cavalla). Furono quindi sostituiti i vecchi gradini preesistenti, che erano tutti rovinati e consumati, con questi nuovi, grazie all'aiuto di "mastro Orlando", tutto sempre offerto in maniera gratutita.
Nei primi anni '80, il tetto della chiesetta, che era realizzato con travi di legno e tegole, forse reso pericolante dopo l'evento del terremoto del 1980, fu demolito e al suo posto fu realizzato un solaio in latero-cemento.  Anche in quella circostanza fu organizzato un comitato di restauro coordinato dal Sig. Pasquale Palladino come recita un'altra targa sempre presente all'interno della chiesa. Poi, grazie all'attivismo delle signore devote della chiesetta, coordinate dalla signora Ninì Basso e la solerte generosità dell'imprenditore piscinolese Gennaro Andreozzi, fu ancora eseguito il restauro del tempietto: Andreozzi volle realizzare a sue spese il nuovo tetto con capriata metallica, che sormontava il lastrico solaio preesistente; la capriata ridiede un aspetto alquanto romantico e bello alla chiesetta, diventata tanto cara ai piscinolesi. Quest'opera è sopravvissuta fino a pochi mesi fa.
Fu realizzato anche il mosaico in piastrelle di ceramica con l'immagine della Madonna, collocato sulla facciata, opera che porta la firma del maestro Angelo ... (purtroppo il cognome risulta essere indecifrabile da lontano). Nella parte inferiore dell'opera è riportata la scritta: "Dono di Palladino
Pasquale, 1990".
C'è da dire che in tutte queste iniziative ed opere bisogna sempre aggiungere l'aiuto costante e gratuito offerto dai soci dell'Associazione Madonna delle Grazie, ad essa iscritti in ogni tempo (l'Associazione fu fondata nell'anno 1933).
Quando il quadro della Madonna fu purtroppo rubato, il signor Della Corte Salvatore fece realizzare a sue spese l'odierno dipinto, da un anziano sacerdote, di nome G. Arturo, che risiedeva a Napoli, nei pressi di Piazza Garibaldi.
Il compianto don Francesco Bianco provvide poi a trasferire in chiesetta i banchi per i fedeli, che un tempo erano presenti  nella chiesa del SS. Salvatore.
L'altare con i marmi fu restaurato e integrato con altre decorazioni, ad iniziativa di alcuni devoti che avevano deciso di celebrare in questo tempietto le loro nozze.
Nell'anno 2014, grazie sempre alla signora Ninì Basso, al compianto Padre Bianco e al contributo gratuito di tutta l'associazione "NoiePiscinola", la chiesetta è stata radicalmente restaurata ed ammodernata. E' stato eseguito ex novo tutto l'intonaco sulle pareti laterali esterne all'edificio, con la relativa tinteggiatura, sono state sistemate le pluviali ed è stato ridipinto tutto il suo interno. Furono sistemati i finestroni e l'impianto elettrico. La piccola sagrestia, che era lesionata, è stata consolidata e restaurata. Fu realizzata anche la grande icona della Madonna per essere esposta nelle cerimonie tenute all'esterno.
Durante l'ammodernamento del 2014 furono donati da alcuni devoti anche i nuovi candelabri e la Croce d'altare, tutti cesellati in ottone dorato, due artistici presepi e il Bambinello della natività.
In quella circostanza si segnalarono altri benefattori, tra i quali il sig. Antonio Manna, che diede un aiuto non secondario per le opere da realizzarsi e l'Arciconfraternita del SS. Sacramento, che pure ha dato un contribuito per il restauro. Ma l'elenco con i nomi di tutti i benefattori potrebbe essere interminabile, perchè tutti gli abitanti della comunità hanno offerto, nel tempo, quanto essi potevano.
Ritornando ai nostri giorni, ricordiamo la signora Gina Esposito che da molti anni provvede a pagare l'energia elettrica necessaria per tenere accesa la lampada votiva alla chiesa, le luci interne e le luci dell'altare.
Altro generoso benefattore, il sig. Erminio Marano, provvede ogni anno ad allestire delle sobrie ma romantiche luminarie sul sagrato della chiesetta, in occasione della festa della Madonna.
Il gruppo folk "Mammamà", coordinati da Teresa Ciancio, ha  partecipato diverse volte e gratuitamente alla cerimonia del 2 luglio,  rappresentando il celebre canto popolare "Madonna delle Grazie" e altri canti della tradizione folcloristica campana.
Infine, l'attuale gruppo di devote e devoti della chiesetta della Madonna delle Grazie, coordinati dalla sig.ra Imma Cuozzo, continuano ogni anno a organizzare la festa del 2 luglio, con la celebrazione della messa pomeridiana sul sagrato esterno alla chiesetta ed i canti. Il Gruppo si adopera a curare la pulizia, nonché la manutenzione ordinaria e straordinaria della chiesetta. Sono da essi organizzati ogni settimana momenti di preghiera e il Rosario.

In occasione della ricorrenza della festa della Madonna delle Grazie, che capita il 2 luglio, auguriamo buon onomastico alle persone che si chiamano Maria Grazia; gli auguri sono estesi a tutti i devoti e all'intera comunità di Piscinola, che festeggia la sua storica protettrice. Auguri!

Speriamo, vivamente, che nel prossimo futuro si possa anche ripristinare l'aspetto originario del tetto della chiesetta, con l'elegante capriata spiovente, come era presente in passato.

Salvatore Fioretto

Si ringrazia Giovanni Battista Mele per la sua preziosa testimonianza, che abbiamo provveduto  a inserire in questo post.
Dedichiamo questo post alla memoria dei sacerdoti: Don Salvatore Nappa e Don Francesco Bianco, che tanto ebbero a cuore il luogo e il culto della Madonna delle Grazie. E' dedicato infine alla memoria della Signora Ninì Basso, indimenticabile e attiva devota della chiesetta della Madonna.

7 commenti:

  1. Mi è sempre stata cara questa chiesetta ogni qualvolta mi trovavo a passarvi nei pressi; e mi sono sempre posto l'obiettivo di scoprirne le origini, ma grazie a l'impegno e l'amore di Salvatore, per la sua terra natia, ora ho qualche notiziola in più. Saluti da Carmine.

    RispondiElimina
  2. Grazie Carmine per il tuo commento. Se vuoi approfondire la storia, le ipotesi storiche e le ricerche su questo argomento, ti consigliamo di leggere gli altri post dedicati in questo post, tra cui:
    http://piscinola.blogspot.com/2014/06/un-luogo-una-chiesetta-una-devozione.html -
    http://piscinola.blogspot.com/2016/12/quel-filo-di-amore-che-lega-piscinola.html - http://piscinola.blogspot.com/2020/03/e-per-tutte-le-calamita-pubbliche.html -
    http://piscinola.blogspot.com/2018/03/le-cinque-madonne-di-piscinola-racconto.html -
    https://piscinola.blogspot.com/2018/07/ecco-il-testo-letto-ieri-sera-durante-i.html
    Ciao e grazie.

    RispondiElimina
  3. Grazie Salvatore per aver fatto scoprire a chi non sapeva la storia della nostra bellissima cappellina della Madonna delle grazie..sei sempre stato molto disponibile a cercare le origini della nostra Piscinola..sei unico e io ti ammiro molto 😘😍

    RispondiElimina
  4. Grazie mille Salvatore per questo bel Post che hai fatto a fare conoscere la storia della nostra bellissima cappellina della Madonna delle grazie..sei sempre stato molto disponibile nella ricerca storica della nostra Piscinola..sei molto prezioso per noi..😍

    RispondiElimina
  5. Grazie per la memoria storica di questa chiesetta a me molto cara. Molto gradito questo scritto, mi ha riportato indietro negli anni e mi ha profondamente
    arricchita!!

    RispondiElimina
  6. Seguo sempre questi post con piacere e attenzione mi riportano nella mia adolescenza di piscinolese e devo dire che Salvatore Fioretto è un piscinolese speciale che con cura e amore scrive pagine che resteranno nella storia del nostro piccolo villaggio. Bravissimo e complimenti

    RispondiElimina
  7. Grazie a tutti coloro che, oggi come ieri, mantengono vivo il culto per la Madonna delle Grazie. Un plauso particolare a Salvatore Fioretto che, come sempre, mixando con maestria cronaca e storia mantiene accesa la fiaccola della comunità piscinolese per chi attualmente la vive quotidianamente ed anche per chi, come me, da anni la guarda da lontano con affetto e nostalgia.

    RispondiElimina