venerdì 15 aprile 2016

Agatino...Un muratore a Melbourne: Piscinola entra nei cerchi olimpici...!

Melbourne Australia -1956- XVI Olimpiade. 
L’evento per motivi climatici non può essere celebrato nel tradizionale periodo estivo, che ha sempre caratterizzato questa importante manifestazione. Il periodo scelto per la disputa di tutte le altre gare è dal ventidue novembre all’otto dicembre. L'Ungheria per protesta contro l’invasione dei carri armati sovietici, sembra intenzionata a rinunciare all'Olimpiade, poi vi prende parte con una ridotta rappresentativa e ciononostante conquisterà 26 medaglie. L’Ungheria sfila durante la cerimonia di apertura dei giochi accolta da un lunghissimo applauso. L’Unione Sovietica viene accolta dal silenzio totale e surreale di tutto lo stadio Cricket Ground. 
Centotremila gli spettatori stimati, settantadue nazioni partecipanti. Tremila trecento quarantadue atleti in totale, duemila novecento cinquantotto uomini, trecento ottanta quattro donne, venti sport, cento cinquantuno competizioni. Le due Germanie sono in campo sotto la stessa bandiera. Mancano l’Olanda, la Spagna e la Svizzera, che boicottano i Giochi in segno di protesta per l’invasione sovietica. 
Cerimonia di inaugurazione delle olimpiadi in Australia, 1956
Qualche giorno per smaltire le fatiche del viaggio. Gli allenamenti riprendono intensi sul ring. Vengono annunciati gli esiti dei sorteggi per gli incontri. Al primo turno, Agatino incontrerà il temutissimo russo Safronov. Agatino il caposquadra per disciplina. Ragazzo schietto, generoso, pronto al sacrificio per un compagno, per un amico. Amato da tutta la sua squadra per queste doti. Agatino ragazzo di campagna, che faceva il muratore nella sua città. 
Il primo pugile a rappresentare la sua regione alle Olimpiadi. Agatino quell’anno, il ventuno di dicembre mille novecento cinquantasei, compie ventisei anni. Agatino si batterà con il favorito della sua categoria, al primo turno degli incontri. Il roccioso, irsuto, rude, ‘o mangiacristiani, il russo Safronov, è lo sfidante agli ottavi di finale. Al suono del primo gong, le gambe di Agatino tremano per l’emozione. Ma è subito pronto. 
Foto della squadra italiana di pugilato in partenza per l'Australia, Agostino Cossia è il terzo da sinistra, anno 1956
Allunga la destra in avanti, che incontra quella dell’avversario, per una stretta di mano appena accennata. I due avanzano rapidamente verso il centro. Il russo si scaglia in avanti selvaggiamente, sinistro – destro.  
Agatino scatta all’indietro saltellando leggero. Il russo rotola come un macigno, veloce verso di lui, su di lui, intorno a lui. Il combattimento è cominciato. Picchia come un dannato il russo, non solo picchia forte, ha anche una buona scuola il russo. Un guantone contro l’altro, un guantone contro una spalla, un guantone contro la figura, si ode il tonfo dei colpi. Agatino tiene duramente. I due si uniscono in una stretta, “corpo a corpo” - “break!”. 
Si riprende.
Agatino poggia la punta del guantone sulla bocca del russo, spinge indietro la testa di lui, balza via. Muscoli del corpo tesi, testa incassata tra le spalle, mani in posizione pronte ad attaccare o difendere ginocchia leggermente flesse, Agatino tiene duramente. Il russo è su di lui, i colpi piovono, le urla del pubblico lasciano intendere che Agatino si sta comportando molto bene. 
Picchia come un dannato il russo, non solo picchia forte, ha anche una buona scuola il russo. Nella prima ripresa, due destri, forti, di rimessa centrano Agatino. GONG! 
Il round termina in difficoltà. 
La testa ferma in avanti a guardare fisso l’avversario. Il torace si espande a recuperare il fiato, le braccia larghe appoggiate sulle corde. In faccia, sulle spalle, sul petto, l’acqua spremuta da una spugna lo rinfresca. 
Nelle orecchie i consigli dei secondi, un minuto di seduta sullo sgabello. 
Seconda ripresa. Al centro del ring, Agatino rinfrancato risponde per le rime agli attacchi. Balza in avanti, destro - sinistro, un pugno del russo gli manca per un pelo la nuca, un sinistro potente sta per abbattersi ancora, Agatino con velocità incalcolabile schiva, un destro sferrato in avanti saetta nell’aria, Agatino si lancia in una stretta, tregua, Break!
Si riprende. 
Agatino approfitta di un’ottima occasione, un sinistro potente si abbatte sulla bocca del russo, la testa di lui si piega all’indietro, il pubblico esulta, Agatino dà fondo a tutte le sue energie, lo eguaglia in velocità ed efficacia, un pugno del russo manca per il margine di un capello il mento di Agatino! GONG. 
Una foto del match olimpico
Un minuto, terza ripresa. Agatino sfrutta tutte le risorse a disposizione. Riesce a controllare gli attacchi di Safronov. Colpi veloci come fulmini piovono da una parte e dall’altra, uno, due, tre, quattro, uno/due, uno/due, uno/due, il pubblico con un grugnito segnala la sua apprensiva presenza. 
Un diretto, un gancio, schivate, pugni che passano nel vuoto, che atterrano sul collo, che si assestano nei fianchi. Agatino gli dà filo da torcere, cerca di coglierlo di sorpresa, riesce a controllare gli attacchi del macigno sovietico, inarrestabile, ribatte tutti i colpi, lo attacca, si difende. Ribatte tutti i colpi, lo attacca, si difende. Ribatte tutti i colpi, lo attacca, si difende, si difende, si difende. Si difende, si difende, ribatte tutti i colpi, si difende, si difende, si difende…. 
Suona il gong! 
Fine dell’incontro. 

Il russo Safronov “wins no easily on strong italian Agatino”. 
Alla premiazione di campione italiano di "Pesi Piuma"
Agatino perde ai punti, con scarto minimo. 
Safronov, il russo Vladimir Safronov, vola verso la medaglia d’oro. Vince per knoch out tutti gli incontri successivi. 
Dopo la trionfale vittoria, in una intervista, Safronov affermò che un solo incontro lo aveva infastidito, preoccupato. Un solo sfidante non finì al tappeto. Un solo, ostinato, generoso combattente terminò l’incontro non cadendo. Uno solo quando suonò l’ultima e definitiva campana, aveva la fronte alta nei confronti del vincitore. Uno solo era pronto a combattere ancora. 
Ventisei anni, cinquantasette chili di peso. Peso piuma, combattente indomabile, ragazzo di campagna, che faceva il muratore nella sua città. 
Il primo pugile della Storia a rappresentare la sua regione alle Olimpiadi.  
Agatino, non deluse. 
Agatino, aveva mantenuto la promessa. 
Agatino, mio padre. Aveva mantenuto la promessa.

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Villa M. Musella - Piscinola - Antonello Cossia recita "A fronte alta", durante la kermesse di "O_Maggio a Piscinola 2014"

"Ho scritto questo testo procedendo per accumulo di suggestioni, ricordi personali, resoconti di persone a me care. In un secondo momento si è delineata una forma più definita, si è chiarito dentro di me il senso di tale tensione e l’obiettivo che intendevo raggiungere. 
Ho cominciato una ricerca che man mano si espandeva e di cui rischiavo di perdere il controllo, sembrava ad un dato momento che tutto fosse accaduto in un solo anno dalla fine della II guerra mondiale in poi, il mille novecento cinquantasei.
Era periodo di blocchi mondiali contrapposti, di braccianti che affrontavano dure lotte per la propria autodeterminazione, di uomini che per guadagnarsi da vivere scendevano nel ventre delle montagne a metri e metri di profondità, di uomini che ricostruivano case distrutte dalla guerra, di uomini che sfidavano altri uomini con le mani coperte da guantoni per cercare di trasformare la propria condizione. Non si rifugiavano nei sogni, li inseguivano, se ne appropriavano, li rendevano spesso realtà.
"A fronte alta", opera rappresentata in teatro
E’ grazie a ciò che il paese si è trasformato, uscendo, almeno in apparenza dal disastro della seconda guerra. Uomini che probabilmente in maniera inconsapevole, davano corpo ad un’idea di utopia come qualcosa che non si è ancora realizzata, piuttosto che come qualcosa che non si realizzerà mai. 
Una cosa di cui fortemente si sente la mancanza. In questi tempi di Età della Grande Paura, una passione, un sogno, un ideale sono concetti pressappoco inesistenti, se non inquadrati nell’ottica e nel riconoscimento di un successo o una popolarità televisiva che dà diritto all’esistenza in questa nostra società. [...]”

Antonello Cossia


Il pugile piscinolese Agostino Cossia è stato campione d’Italia nella categoria dei ”Pesi Piuma”, per ben due volte, negli anni 1955 e 1956.
Ringrazio l'attore e mio caro amico, Antonello Cossia, per questa bellissimo post di ricordi e passioni che ha voluto dedicare su questa pagina di "Piscinolablog" al suo caro papà, Agostino Cossia.
Il racconto è contenuto nel libro "A fronte Alta", scritto da Antonello, da cui è stato anche tratto un lavoro teatrale, con debutto in scena nell'anno 2007.
Antonello mi ha poi spiegato che il nome di Agatino derivò da una errata interpretazione dei cronisti australiani, deformando il nome "Agostino", in "Agatino", senza mai correggerlo durante il torneo olimpico.


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Antonello e Agostino Cossia, foto di famiglia
Agostino Cossia premia sul ring il pugile piscinolese Pasquale De Stasio