martedì 30 dicembre 2014

La boxe nel sangue... Pasquale De Stasio


Un quartiere, un paese o un borgo, è considerato "vivo" quando gli abitanti coltivano, tra i tanti interessi nella vita quotidiana, anche le nobili arti e lo sport e risulta essere lontano dall'attribuzione di "luogo dormitorio"; un posto insomma dove la sua gioventù si dedica, nel tempo libero, a tutte le manifestazioni umane che arricchiscono l'animo e il fisico, come la letteratura, la pittura, la scultura, il modellismo, la musica..., e frequenta le specialità sportive e agonistiche sane, come il basket, la corsa, il pugilato, il ciclismo, il calcio...ecc. ecc. 
Un tempo si diceva: Mens sana in corpore sano, in realtà la massima si dovrebbe coniugare anche all'incontrario,  ossia Corpo sano quando la mente è sana..., questo per considerare anche le passioni dell'intelletto...! Tutto questo ci aiuterà a comprendere la storia che sto per raccontare...

Pasquale De Stasio nei primi tornei di pugilato
Quella che racconterò in questo post è la bella esperienza vissuta da un personaggio che è nato a Piscinola e qui ha trascorso la sua vita, dedicando la sua gioventù alla grande passione sportiva, che è stata la "nobile boxe". Mi riferisco a Pasquale De Stasio, che oggi da pensionato ricorda ancora con dolce nostalgia la sua esperienza sportiva giovanile, nel periodo a cavallo tra gli anni 50' e 60'. 
Pasquale, che è anche mio amico, lo incontro spesso, durante il mio giro pomeridiano nel centro storico di Piscinola e ogni volta per me è motivo di piacere e d'interesse parlargli, perché è una persona semplice, loquace, sempre cortese e di una prorompente simpatia... Mi ha anche ospitato qualche volta nella sua bella casa, che sfoggia, su di un lato, una superba e antichissima cineseria, a forma di grande colombaia, che un tempo era nella villa appartenuta ai nobili signori di Piscinola. 
Sono passati già alcuni anni da quella calda sera d'estate, quando fui suo ospite, insieme all'amico Enzo, sorbendo un bel caffè nel suo ameno giardino e lì ci raccontò, non senza emozioni, i ricordi della sua carriera sportiva, vissuta con passione nel periodo della sua gioventù.
Ecco in sintesi la sua storia sportiva e l'esperienza con la boxe...
Pasquale De Stasio, che è originario del vecchio e popolare vico Operai di Piscinola (detto vico Appagliaro), iniziò a militare in campo sportivo dilettantistico intorno ai 13-14 anni, partecipando ai tornei di corsa podistica, nella disciplina dei 10 km. Si iscrisse, frequentando per diversi anni, presso il circolo sportivo "Amato" di Secondigliano. Lì ebbe modo di allenarsi costantemente, modellando i suoi muscoli e il suo estro sportivo. 
Torneo di pugilato presso la palestra Ginnasium ai Cavalli di Bronzo a Napoli
Aveva già nel quartiere la fama di buon corridore (verso la metà degli anni '50), quando in occasione della prima gara di corsa inter-quartiere, organizzata dalla Virtus Piscinola e sponsorizzata dalla Gazzetta dello Sport, fu chiamato ad allenare i giovanissimi corridori, originari proprio del vico Operai (da non trascurare il fatto che questi giovani atleti nutrivano un'accesa rivalità verso i coetanei residenti in via Vittorio Veneto, perchè a loro dire si davano sempre delle "arie" per la frequentazione alle scuole del centro di Napoli e poi gli stessi organizzatori del Vico Operai non volevano ovviamente sfigurare nella contesa). Constatando la "mollezza" degli atleti della compagine da lui allenata, che già dopo i primi allenamenti lamentavano fiacchezza, dolori e malesseri muscolari, proprio per non sfigurare nella importante gara, Pasquale decise di partecipare personalmente alla corsa, ben sapendo che non aveva i titoli per accedere, perché era un atleta iscritto ad un Circolo "fuori quartiere". Inutile dire che vinse quella competizione, anticipando di ben oltre un minuto il corridore secondo arrivato alla corsa. Si aggiudicò il primo premio in palio di ben 5.000 lire e una serie di regali in natura, donati dai vari negozianti piscinolesi: regali che erano assegnati come premi nelle gare "a tappa", stabilite lungo il tracciato della corsa (i premi consistevano in regali in natura, come pasta, dolci, profumi, ecc.), anche il bar Ciancio mise in palio una squisita cassata siciliana...! 
Pasquale se li aggiudicò tutti...!! 
Dopo la corsa, ovviamente, fu scoperta l'irregolarità del vincitore e sul giornale della Gazzetta dello Sport fu riportata la notizia della squalifica di De Stasio, perché considerato non regolarmente iscritto alla corsa. Di fatto, però, nessuno potette smentire che era stato lui il più forte del quartiere...!!
La sua avventura con la boxe ebbe inizio proprio nel Circolo sportivo Amato, a Secondigliano. Una sera, dopo l'allenamento, negli spogliatoi della palestra, un amico approfittando della presenza di due guantoni lasciati appesi a un sostegno, invitò il nostro sportivo a fare "quattro cazzotti" per semplice divertimento. L'incontro fu favorevole per Pasquale De Stasio e l'amico ebbe la men peggio... lasciò il ring e non volle più ripetere l'esperienza...! Il fratello maggiore di Pasquale, di nome Giuseppe, che già militava nel pugilato, avendo osservato tutta la scena, soprattutto come egli si muoveva e schivava i colpi, lo convinse a iscriversi presso la sua palestra di pugilato. La palestra si chiamava Gruppo Orientale e apparteneva al "CUS", ossia Centro Universitario Sportivo. Il gruppo aveva sede nella Facoltà Orientale dell'Università di Napoli, situata nei pressi di via Mezzocannone. 

Dopo sei mesi di allenamento, superando tante difficoltà, compresa l'avversione del padre, Pasquale disputò il suo primo girone a eliminazione diretta, nel campionato regionale nella categoria dei Pesi Piuma
Allenamento presso Ancona per un torneo di pugilato

Il torneo si disputò a Napoli, nella palestra del Ginnasium ai Cavalli di Bronzo, nei pressi di Piazza Municipio. Tutti gli incontri finirono per "KO" o per abbandono dell'avversario. De Stasio si classificò primo in ognuna delle sei serate ad eliminazione diretta e, così, si aggiudicò il primo posto assoluto e il titolo Campano dei Pesi Piuma.  
Da questa vittoria ebbe iniziò la sua carriera nella boxe, come atleta non professionista ed aveva appena 15 anni (era l'anno 1956). 
Il padre di De Stasio, che come detto era inizialmente contrario alla frequentazione del figlio agli allenamenti di pugilato, partecipò di nascosto al torneo regionale nel Ginnasium e, constatando la bravura del figlio e la sua prima vittoria conseguita, acconsentì da quel momento alla sua militanza nel pugilato. 
Gli allenamenti divennero per Pasquale sempre più duri e faticosi, ma nonostante tutte le difficoltà e la lontananza da casa, egli si mostrò sempre costante e preciso nel frequentare la palestra, i cui allenamenti si tenevano quasi tutte le sere, con inizio intorno alle ore venti. Spesso era accompagnato da diversi amici piscinolesi, suoi simpatizzanti, che però non potevano pagare le 20 lire del tram n.38. Così, per non metterli a disagio, Pasquale era solito rinunciare al tram e raggiungere assieme a loro la palestra, percorrendo a piedi il lungo tragitto, attraverso il bosco di Capodimonte e la salita del Moiariello. 
Negli anni seguenti Pasquale De Stasio vinse diverse edizioni del Campionato Regionale, nei Pesi Piuma, prima e poi quello nei Pesi Leggeri, partecipando numerose volte ai gironi di qualificazione dei campionati nazionali di categoria. 
Purtroppo, vuoi per sfortuna e vuoi per l'organizzazione dei tornei e per la scelta dei promotori (che spesso non favorivano i pugili provenienti dal sud), il nostro pugile piscinolese non riuscì a raccogliere l'alloro nazionale!
Dopo l'esperienza con il CUS, intorno al 1959, De Stasio passò alla Palestra Fulgor, situata in piazza Dante e fu affidato all'allenatore che si chiamava Geppino Silvestri. Di Silvestri, Pasquale conserva ancora un ottimo ricordo, sia per l'umanità della persona e sia per la bravura dell'allenatore. 
Gli allenamenti a casa erano da lui organizzati alla buona. Racconta, non senza sarcasmo, che spesso si allenava nel podere che gli metteva a disposizione l'amico Ippolito, sito presso la località detta 'o Cancello, utilizzando come attezzi ginnici un rudimentale tronco di albero che colpiva ripetutamente con una pesante ascia d'acciaio...!
In quegli anni passò quindi tra i professionisti del pugilato, nella categoria dei Pesi Leggeri.
Nella nuova categoria disputò molti incontri, organizzati in varie regioni d'Italia, come in Sicilia, in Sardegna, in Toscana, nelle Marche; questi incontri finirono tutti per “KO” o per “abbandono” dell'avversario. 
Torneo di pugilato presso la palestra Ginnasium ai Cavalli di Bronzo a Napoli

Purtroppo non sempre si trovava uno sfidante all’altezza del nostro pugile piscinolese, non solo per la sua bravura, ma soprattutto per l'organizzazione dei tornei. E' da sapere che i procuratori sportivi dell'epoca s'informavano in anticipo sulle caratteristiche del pugile sfidante e quando conoscevano i risultati dei precedenti incontri e dei successi da questi accumulati, declinavano l'invito, accampando delle scuse, come un malore del pugile o un'indisposizione dell’organizzatore... Questo perchè i procuratori tenevano molto all'immagine dei pugili da essi rappresentati, in particolare al sostegno dei tanti fans e del pubblico che li seguivano nei tornei; infatti ad ogni incontro partecipavano non meno di 300-400 sostenitori dell'uno o dell'altro sfidante e rischiare di perdere una disputa, significava dover bruciare anni di sacrifici e di speranze (e anche di soldi) riposti dalle società verso i propri pugili iscritti.
Giunse il giorno della sfida tanto attesa, il pugile abbinato a De Stasio era un "nazionale" che gli fu trovato dal suo procuratore di Roma; purtroppo non si ha memoria del nome del pugile...
Questo pugile aveva già una brutta fama, infatti era considerato un "tipo" temibile nell'ambiente pugilistico, tanto che era noto anche all'olimpionico Agostino Cossia; il quale subito informò il suo conterraneo De Stasio, attraverso suo fratello, facendogli sapere che non doveva sottovalutare l'avversario, avendo avuto modo egli di conoscerlo in precedenza, per il suo cinismo. 
Pasquale ricorda ancora con sofferenza e con rabbia quell'incontro, durante il quale fu colpito due volte con dei potenti tiri mancini alla nuca, senza che l'arbitro e la giuria ammonissero disciplinarmente l'avversario; purtroppo, ricevendo il secondo colpo alla nuca, De Stasio cadde svenuto a terra e la vittoria fu data all'avversario per “KO”. 
Fu quello il primo match della sua carriera perso per "KO", aveva allora 23 anni e militava nel pugilato già da quasi 10 anni...!
L'arbitro, che era un "arbitro nazionale", non volle minimamente dar ascolto alle proteste dell'allenatore di De Stasio, dichiarando che non aveva visto nulla di anomalo nel match e quindi confermò la vittoria data per "KO". 
Da quell'episodio negativo, il morale di De Stasio e la sua fiducia nello sport furono seriamente compromessi, anche se egli nei mesi seguenti cercò di reagire, cambiando compagine e passando con la palestra diretta da Pironti, padre del noto editore Tullio Pironti, anch'egli pugile. Purtroppo il nostro pugile non riuscì più a riprendersi da quello shock subito e abbandonò poco dopo definitivamente la sua carriera sportiva nel pugilato. 
Tra i suoi allenatori e maestri, Pasquale ricorda ancora con sommo orgoglio e rispetto, il pugile olimpionico Agostino Cossia, anch'egli piscinolese. Più volte ripete che a Piscinola i pionieri della boxe sono stati in tre: Agostino Cossia, Pasquale De Stasio e Renato Grossolino, quest'ultimo morto prematuramente in Svizzera. Di questi tre il più grande in assoluto, continua, è stato Agostino Cossia!!
Pasquale de Stasio, a distanza di tanti anni, rimpiange ancora l'aver abbandonato troppo presto la disciplina del pugilato, arrendendosi alla prima delusione, anche perchè l'ambiente del pugilato all'epoca forniva una grande opportunità di guadagno, potendo contare su provvigioni che arrivavano a superare di ben tre volte lo stipendio di un dipendente con un "posto fisso" e per un giovane di quel tempo era tantissimo...!
Nel periodo della maturità ha svolto l'attività di negoziante e qualche volta, nel tempo libero, è stato chiamato ad allenare le giovani promesse del pugilato, in diverse palestre situate nel territorio tra Piscinola e Marianella. E' stato tra gli allenatori del pugile Salvatore Carrozza, anch'egli originario di Piscinola, che alcuni anni fa vinse il titolo di campione internazionale Wbf dei Pesi Welter, da studente universitario.
Foto al momento di una premiazione, con il pugile olimpionico Agostino Cossia

Il rammarico che mi sovviene, a conclusione di questa bella storia di vita sportiva vissuta da questo personaggio originario del quartiere di Piscinola, è quello di constatare che questi professionisti, che hanno alle spalle una consolidata esperienza nelle discipline sportive, oggi non trovano un'adeguata e meritevole collocazione sociale, mentre potrebbero travasare le loro preziose conoscenze (oltre a far da guida e da deterrente) a tantissimi giovani del territorio, specie a quelli che hanno talento da vendere, ma constato, purtroppo, l'assenza di volontà collettiva nel recuperare e conservare queste belle tradizioni che rendevano un tempo "vivo" il nostro territorio, sia perché c'è una carenza di imprenditorialità e di investimenti e sia perché manca il giusto sostegno e l'incentivazione da parte delle federazioni sportive e delle istituzioni preposte.

Salvatore Fioretto
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Le foto pubblicate in questa pagina sono di proprietà di Pasquale De Stasio, che ha voluto gentilmente fornircele in copia per questo post a lui dedicato.