sabato 5 marzo 2016

Ammaliato dalle bellezze del contado a settentrione di Napoli, Re Carlo decise di costruire la Reggia...


"Questo piccolo e antico borgo di periferia è stato circondato per secoli da un “mare verde” di messi e da numerose masserie sparse nel suo interno, dove la gente che vi abitava amava la terra in maniera speciale [...] 
Il territorio di questo borgo doveva apparire un tempo bellissimo agli occhi dei visitatori, per la densità del verde delle sue selve, per le sue messi che cangiavano di colore in continuazione nel corso dell’anno, conferendo un tocco quasi divino al paesaggio..."   
Con queste parole nel 2010 dedicavo a Piscinola un ritratto poetico, nel mio libro "Piscinola la terra del Salvatore"; ma devo aggiungere che questa mia percezione poetica non era affatto azzardata, perché le cronache del passato riportano tante testimonianze di viaggiatori stranieri che, visitando il contado a Nord di Napoli, restavano affascinati per la sua bellezza e riportavano nei loro scritti queste sensazioni. La stessa sensazione fu sicuramente provata dal sovrano Carlo di Borbone, già quando, a pochi mesi dalla sua ascesa al trono del regno di Napoli e di Sicilia, organizzava in questo territorio  delle battute di caccia, assieme a tutta la corte
Il sovrano restava ammaliato dalla bellezza che offriva il paesaggio con i Casali sparsi al suo interno, ed è per questo che Egli prese la decisione di costruire un sito reale proprio sulla collina di Capodimonte...
A dimostrazione di questo assunto, ecco cosa riporta il cronista Giuseppe Senatore, nella sua cronaca Il Giornale storico di quanto avvenne ne’ due rami di Napoli, e di Sicilia l’anno 1734 e 1735..."
[…] Al I del mese di luglio del 1734 perché aveva già la M. del Rè compiute le visite de’ luoghi più principali, e ragguardevoli della Città; e delle più cospicue, e principali chiese nelle quali al suo arrivo erasi sempre il solenne Te Deum intuonato in umile ringraziamento al Sommo Motor dell’Universo, pel suo qui felicissimo arrivo, per lo suo felicissimo avvenimento al Trono di questo Regno, per le tante, già di sopra appieno descritte, riportate vittorie, e finalmente per essersi degnato concederci un Monarca sì buono, sì pio e sì amante, e pietoso de’ suoi fedeli vassalli; portossi quel giorno la Maestà Sua col solito seguito de’ Personaggi di Corte alla dilettevol caccia dei volatili della deliziosa villa di Piscinola, che si possedea dal Marchese d’Acquaviva Carmignano, nel luogo dove dicesi Capodimonte (a). […]

(a) Questo luogo egli è non guari lontano dalla Capitale di Napoli, e comunemente è stato ei sempre tenuto, come al presente si tiene che sia e lo più nobile, e lo più preggiovole di tutta essa capitale, e suo ampio distretto, non solo per l’elevatezza del poggio, e per l’amenità delle sue piacevoli, e fruttifere ville, e benanche per la temperatezza, e la salubrità dell’aere; ed egli tanto vero, che eziandio nei tempi dell’antica Napoli era per tale in istima tenuta, conciosiacosacchè  in contesto monte, e proprio dove dicesi in Ara Veteri (#), come in luogo più degno, e cospicuo si ha per tradizione, che i napoletani sacrificavano a lor falsi numi, pria che il Principe degli Apostoli con la sua venuta, gli avesse mediante la sua Vangelica verità, sgomberate le caligine dello gentilesimo. 
A gran ragione addunque il nostro invitto Sovrano, per essere il vasto territorio di Capodimonte lo più vago, e lo più delizioso sito, c’abbi la nostra bella Partenope, e per conseguente di molto alle Sue magnanime, e Regali idee appropriato, Vi sta al presente con molto dispendio facendo edificare, sotto la direzione e, disegno del sovraddetto Brigadiere, Ingegner maggiore Medrano, un Regal casino di campagna per suo diporto de’ tempi estivi; che in vero ne lo più bello, ne lo più nobile, e magnifico, nettampoco lo più ben ideato giammai formar con esorbitante spesa potrebbesi. 
E la disopra mentovata villa del Marchese Carmignano, con altre contigue ville e territori, anche di presente scorgonsi bellamente convertite in una Regale, e gran villa, o sia amenissimo bosco di nuovo piantato, e tutto a suo dintorno murato, venendo egli di continuo, per ingionti Regali comandi, e da milizie e da Cacciatori custodito: scorgendosi nel mezzo di esso, oltre all’altre rimarchevoli cose, e superbi abbellimenti, per lo Regal ricovero, un altro picciol sì, ma nobile abituro in piano, ed una cisterna di mirabile struttura, per servirsi delle sue acque ad innaffiar le piante e fiori, e ad abbeverar la infinita copia de’ selvaggi quadrupedi, e volatili di ogni spezie, in essa Villa e in bella posta introdotti. 
Colà giornalmente si degna il nostro Re portarsi, qual’ora è in cotesta sua Reggia intrattiensi, e non conducensi a fare il bel soggiorno nell’altra sua Regal villa di Portici, situata nella riviera d’Ercolano, oggi Torre del Greco. […] Oltremodo per tanto invaghita la Maestà del nostro Monarca della piacevolezza e amenità di quest’altra pregiabile Villa, per esser ella eziandio di molto al gradito diporto della caccia de’ volatili (per altro naturalmente di ciò ubertosa)accomodata, non che per la salubrità dell’aere, non solo sommamente confacevole alla sua tanto importante salute, ma benanche di molto profittevole a quella della sua magnanima, e gloriosa Regal Consorte Maria Amalia Walburga, Augustissima Regal Principessa di Polonia, e di Sassonia, nostra tanto venerata, e pia Regnante; di suo Regal ordine al presente la soprallodata Villa scorgersi bellamente fornita di tutti que’ pregi e di tutti que’ superbi adornamenti che seco porta la stanza, e la grandezza di amenduni sì incomparabili Regnanti, e che mai la industriosa arte, e l’umano ingegno conceder poteali; e tra le altre magnificenze vi si osserva formato, col disegno, e direzione dello stesso Brigadiere Medrano un bellissimo, ed ampio bosco con delizioso giardino di ben ideati lavori di parterra, di bussi, mirti, fiori, agrumi ed altro e un sontuoso teatro per uso delle commedie ed altri pubblici spettacoli, che attacca, anzi comunica colla ben’adorna, e capace Regal abitazione, che una col comodo casino di contro, che anch’egli per mezzo di un porte comunica colla mentovata Regal abitazione, si possedean già dal principe di Caramanica e dal conte di Falena, secondogeniti della casa de’ Duchi di Casoli Aquino (*).

Salvatore Fioretto

Al Bosco di Capodimonte abbiamo già dedicato in passato i seguenti post:  
http://piscinola.blogspot.it/2014/03/quel-ramo-del-bosco-che-guarda.html 
http://piscinola.blogspot.it/2015/03/piscinola-secondigliano-miano-e.html 



NOTE:
(*) Testimonianza tratta dal libro “Il Giornale storico di quanto avvenne ne’ due rami di Napoli, e di Sicilia l’anno 1734 e 1735 nella conquista che ne fecero le invitti Armi di Spagna sotto la condotta del glorioso nostro Re Carlo Borbone in qualità di generalissimo del gran monarca cattolico”, opera di Giuseppe Senatore giureconsulto napoletano. Divisa in due parti. In Napoli nella stamperia Blasiana - MDCCXLII (1742).
(#) [...] Nell'anno 1656 questo Regno travagliato dal Contagio, i Napoletani in questo medesimo Monte si ritiraron come in Regione più salubre, e meno esposta all'infezion pestilente, colla quale occasione furon ivi ritrovate moltissime medaglie coll'impronto dell' lmperador Diocleziano: leggesi ciò presso il canonico Francesco de Magistris, che così scrive: "Hoc nostro tempore 1656 quo causa Pestis per aliquot dies mense Julii moram habimus in Montanea Capitis montis,et proprie ubi dicitus Sanctus Nicolaus  de Ara Veteri in summitate ejusdem montis fuere reperta aliqua numismata aenea cum impressa figura, et iscriptione nominis Diocletiani Imperatoris".




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