martedì 23 luglio 2013

Le ballerine di Degas a San Rocco...

Chissà quante volte l'abbiamo ammirata tutti, passando sul ponte di San Rocco, a volte anche in maniera curiosa..., e quante volte ci siamo detti cosa sarà mai questa villa in stile vantitelliano, che si erge maestosa, quasi a dominare il Vallone San Rocco...? 
Eppure molti non sanno che questa villa, che si trova nel quartiere di Piscinola, fu acquistata nel 1793 da Renè De Gas, dal celebre banchiere parigino Renè Hilaire De Gas, vale a dire colui che ha dato i natali al padre del grande pittore Edgar Degas. Renè De Gas (perchè questo era il cognome vero), fu un famoso banchiere francese, fuggito da Parigi all'epoca della rivoluzione, perchè si era schierato a sostegno dei reali e così, fortunosamente, riuscì a riparare nel Regno di Napoli, dove fondò una propria banca. 
Renè sposò una bella nobildonna napoletana ed ebbe molti figli, tra cui Pierre August, che migrò maggiorenne a Parigi, fondando in quel luogo una filiale della banca paterna; dalla sua unione con una parigina nacque il celebre pittore impressionista Edgar De Gas, che fu molte volte ospite nella villa di campagna del nonno a San Rocco (la  residenza cittadina di famiglia si trovava però a Calata Trinità Maggiore a Napoli, dove oggi è esposta una lapide in ricordo).
A Capodimonte Degas fu molte volte ospite del nonno, soprattutto per studiare i capolavori del palazzo Reale di Capodimonte e gli affreschi delle catacombe di san Gennaro. L'artista francese aveva appreso, inoltre, le prime nozioni di pittura e disegno proprio a Napoli, presso il Reale Istituto di Belle Arti, sotto la guida di Giuseppe Mancinelli, Camillo Guerra e Gabriele Smargiassi, subentrato al Pitloo nella cattedra di paesaggio. 
Nella villa di Campagna di San Rocco, Edgar ritrasse il nonno nel celebre dipinto qui inserito, e poi dipinse una celebre veduta del vallone San Rocco, con il castel Sant'Elmo sullo sfondo, esposta nel museo Fitzwilliam di Cambridge.




    
Storia della Villa Flaggella




La Villa Faggella (un tempo chiamata Villa Paternò) si erge maestosa su uno sperone del vallone di San Rocco, con accesso dalla via Cupa delle Tozzole, una stradina secondaria di campagna, che si stacca da via nuova San Rocco, al termine del ponte omonimo. Fu proprietà della famiglia Paternò, un ramo della nobile famiglia siciliana, che si era trasferita a Napoli per affari. La villa è una delle più belle espressioni dell'architettura partenopea del Settecento, per le sue linee estremamente essenziali, poco pompose, ma ispirate allo stile austero del Palladio. La villa, oltre ai Degas, ha ospitato molti uomini illustri, che in questo luogo trovarono conforto alle loro imprese cittadine, quali il maresciallo Lanusse che fu al fianco di Napoleone nelle difficili battaglie di Abu-quir e Auerstadt, e lo stesso Gioacchino Murat che qui fissò la sua dimora napoletana. Alla sua realizzazione lavorarono valenti architetti, che furono i protagonisti dell’arte napoletana nel passaggio dal Roccocò al Classicismo (come Ignazio Cuomo, Gaetano Barba e Giovan Battista Nauclerio). A quest’ultimo si deve la ristrutturazione e la trasformazione della fabbrica come si presenta oggi all’osservatore.                                                                                                                             Salvatore Fioretto
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domenica 21 luglio 2013

"Rhythm and blues" di casa nostra..! Mario Musella e gli Showmen...

A Piscinola, terra di storia millenaria, di tradizioni rurali e di meriti sportivi, occorre riconoscerle anche il contributo dato alla musica leggera italiana. Infatti non tutti sanno che essa ha dato i natali a Mario Musella, vale a dire a colui che fondò il complesso musicale degli “Showmen” e ne fu la “voce” principale o meglio il “vocione”, a considerare la potenza del suo timbro vocale.
Mario Musella nacque a Piscinola l’1 aprile del 1945, da padre americano, sbarcato a Napoli, durante l’occupazione dell’esercito di liberazione anglo-americano. Fin dalla tenera età mostrò un interesse singolare per la musica; la batteria e poi la chitarra e il basso erano i suoi strumenti preferiti.
Nel 1961 insieme a James Senese ed ad altri amici, fondò a Terzigno il complesso, “Gigi e i suoi Aster”. Mentre ad Aversa, sempre insieme a Senese, continuò l’esperienza musicale giovanile con i “Vito Russo e i 4 Conny”. Dal 1966 al 1970 fu il leader indiscusso del gruppo napoletano degli “Showmen”, composto da James Senese, Franco Del Prete, Elio D’Anna, Luciano Maglioccola e Giuseppe Botta. Al primitivo gruppo ha partecipato anche il cantante Nicola Mormone.
Nel 1968, con la canzone “Un’ora sola ti vorrei”, gli “Showmen” vinsero l’edizione del "Cantagiro”. La canzone era stata scritta negli anni trenta, ma rifatta in chiave moderna in “rhythm and blues”. Con questo brano gli Showmen furono conosciuti dal grande pubblico e dalla critica, giungendo a vendere oltre cinquecentomila copie di dischi: un record...!!! 
Bella la versione di "Marzo", di Salvatore di Giacomo, rivisitata da Senese in chiave moderna.
Gli “Showmen” parteciparono nel 1969 al Festival di Sanremo, con il brano: “Tu sei bella come sei”. Il brano si classificò al sesto posto della manifestazione canora, riscuotendo un ottimo apprezzamento da parte della critica. Inaspettatamente, nel 1970, gli “Showmen” si sciolsero, proprio quando erano al culmine della loro carriera.
Mario Musella tentò, poi, di intraprendere la carriera da “solista” e nel 1975 partecipò al “Disco per l’estate”, con la canzone “Innamorata mai”: un bel successo che lo porterà ai primi posti in classifica. Seguiranno altri suoi successi, che lo faranno affermare come cantante “solista”, quali: “Io l’amo di più”, “Primavera”, “Storia d’amore”, “Verso le nove di sera”, “Domani tra un anno chissà”,“La notte sogno ancora te”, nonché “Come pioveva” 
Morì prematuramente, a soli trentaquattro anni, il 6 ottobre del 1979, nella cittadina di Marano di Napoli.
Nel 1980 Pino Daniele dedicherà all’amico e maestro Mario Musella, l’album “Nero a metà”, un omaggio alle sue origini “pellerossa”. 
Nel 2012 è stata pubblicata la canzone inedita di Mario Musella "Arrivederci".
                                                                                                           Salvatore Fioretto
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