sabato 5 ottobre 2013

Via Vittorio Veneto.....'A via nova...!

Tra le strade importanti del quartiere di Piscinola, via Vittorio Veneto è sicuramente una delle strade più recenti, ma non per questo priva di storia, come si noterà leggendo questa pagina...
Mappa '800, stato anteriore alla costruzione di via V. Veneto
Questo rettilineo perfetto, lungo circa un chilometro, fu in gran parte edificato intorno all'anno 1913, per collegare il centro storico di Piscinola con Miano e con  la "Strada dei Canapi Miano Agnano", oggi via V. Janfolla. Il Comune di Piscinola più volte aveva sollecitato il Consiglio Provinciale di Napoli alla costruzione di un asse di collegamento con le direttrici cittadine facenti capo a Capodimonte e alla Pigna; solleciti reiterati diverse volte a partire dalla metà dell'Ottocento, tanto che, dopo diversi anni, riuscì a ottenere un congruo finanziamento da parte di questa amministrazione, di ben mille lire dell'epoca...! Il tratto di strada compreso da via Miano fino all'incrocio della odierna via Vincenzo Janfolla, è la parte più antica dell'asse viario; è stata infatti la prima ad essere strada tracciata, come dimostrano anche le datazioni impresse sui portali dei palazzi che si ergono ai due lati del filo stradale. Forse il completamento dell'opera fu rallentato dai successivi avvenimenti infausti che afflissero la città di Napoli, vale a dire il colera del 1883, il successivo Risanamento e l'eruzione del Vesuvio del 1906. 
Via V. Veneto ripresa da aerei americani, nel bombardamento del '43.
Dobbiamo attendere, fino all'anno 1913 per vedere completare gran parte della nostra strada, che nella toponomastica cittadina ebbe la dedica alla città di Vittorio Veneto, città di confine italiano, conquistata cinque anni dopo l'inaugurazione della nostra strada, nell'ottobre del 1918, che sancì la vittoria finale contro gli Austriaci nella Grande Guerra. Non sappiamo invece quale fu il nome iniziale dato alla strada, quando essa fu completata, ma di contro sappiano che i piscinolesi, per distinguerla dalla più antica strada che collegava anch'essa Piscinola con Miano (l'attuale Via Vecchia Miano - ovvero Abbascio Miano), diedero a questa nuova strada la locuzione di "via nuova per Miano" (abbreviata in lingua napoletana in: 'a via nova).
"Casa della madre e dell'infanzia abbandonata" a Piscinola


Lungo questa strada fu poi costruito, nel 1926, il ramo di linea delle Tramvie di Capodimonte, argomento che abbiamo già trattato nell'apposito articolo sui tram.
L'intento iniziale del progetto era quello di raggiungere la piazza principale di Piscinola. Supponiamo che, con lo sviluppo del territorio, questo intento fosse diventato ormai una necessità per far giungere la linea tramviaria nell'allora piazza del Municipio. L'obiettivo fu tentato e perseguito negli anni cinquanta dello scorso secolo, sostenuto anche dall'interessamento del prof. Raffaele Chiarolanza, che in quel periodo fu anche consigliere del Comune di Napoli. 
Non sappiamo se fu un bene per Piscinola (sicuramente è stato salvato un pezzo del suo centro storico), ma fu realizzato solo il primo ramo di quello che poi fu indicato nel gergo comune con il toponimo "'o Prolungamento". Il progetto si arenò subito, a causa dell'opposizione di alcuni proprietari di case esistenti sulle aree del tracciato, che si vedevano espropriati dei loro beni. Il Prolungamento è quindi rimasto solo sulla carta e da allora la parte realizzata è solo una strada senza sbocchi, come la si vede oggi...





Caffè Ciancio, foto dell'inaugurazione, anni '50
Uno dei primissimi bar ad essere aperti sulla strada fu il "Caffè Ciancio", da molti ricordato ancora per il buon caffè che qui si poteva degustare. Via Vittorio Veneto vanta anche un primato cittadino: è l'unica strada di Napoli ad aver accolto ben tre cinema a brevissima distanza tra loro, infatti tra gli anni '60 e '80 del secolo scorso ha visto attivi i cinema "Selis" (che fu anche teatro), il cinema "Europa" e il cinema "Avvenire" (poi divenuto l'"A3").
In prossimità dell'incrocio con Via V. Janfolla, un tempo era presente un'antica Masseria, tanto che a distanza di tempo il luogo conserva ancora il toponimo di: 'ncoppa 'a masseria 'e Miano, mentre dell'antica struttura se ne sono perse le tracce.
L'imponente edificio, sito a metà della strada, fu sede della "Casa della madre e dell'infanzia abbandonata" della ONMI, acronimo di Opera Nazionale Maternità e Infanzia, istituzione benefica per le donne indigenti e sole, fondata durante il ventennio fascista (1925) e qui continuata fino agli anni '60 dello scorso secolo. Lo stabile è ancora oggi indicato con la denominazione di: 'a Maternità!
Esterno dell'XI Liceo Scientifico, anni '80
Altro edificio importante è stato la ex fabbrica di guanti, divenuta negli anni '70 sede dell'"XI Liceo Scientifico": complesso che ha accolto migliaia di studenti della zona e anche di fuori quartiere. Sono ancora impresse nella nostra mente le belle immagini colorite e festanti degli studenti liceali, quando si fermavano sui marciapiedi antistanti all'istituto, intenti a socializzare e a esternare la loro vivacità giovanile; realtà che rendevano viva e bella questa strada! Con la costruzione della nuova e moderna sede scolastica del liceo a Porta Piccola, denominata "Liceo Sbordone", l'edificio piscinolese è stato chiuso e ora versa in uno stato di profondo abbandono. 
In prossimità del cinema Selis, esiste ancora la romantica e raccolta cappellina, dedicata a Sant'Antonio di Padova, edificata dalla famiglia Selis ed inaugurata nel 1958.
Cartolina pubblicitaria della sala "Villafiorita"
 
















Alcuni anziani ricordano ancora la bella sala per sponsali, che si trovava verso il lato di Miano, locale per ricevimenti che si chiamava "Villafiorita": un esercizio che aveva un accogliente e verdeggiante spazio all'aperto, dove si celebravano le "promesse" e i matrimoni di molte coppie originarie del quartiere, superando l'antica usanza locale dei festini celebrati in casa.
Ancora piu bello è il ricordo dell'apparato decorativo dato a questa strada in occasione dei passati festeggiamenti che si tenevano in onore del Santissimo Salvatore, protettore storico di Piscinola, quando, di sera, assumeva la scenografia di un lunghissimo e fantasmagorico tunnel, tutto realizzato da migliaia e migliaia di luci coloratissime..., una sensazione difficile da descrivere!
La via Vittorio Veneto un tempo aveva diverse traverse, indicate con "vico I", "vico II", ecc., una di questa, detta 'a Cuparella (oggi ridenominata via Giorgio Amendola), è una antica cupa di Piscinola, nota agli anziani anche come Cuparella Nardi, per un episodio cruento accaduto nell'antichità in questo luogo. 
A metà strada si affacciano le palazzine del "Rione San Gaetano", realizzato pochi anni dopo la Guerra, con gli aiuti economici del Patto Marshall.
Nella parte terminale della strada, lato Miano, troviamo un largo importante, con due ville signorili, un convento di suore e l'artistico monumento ai caduti della prima Guerra Mondiale, ai quali dedicheremo dei prossimi articoli. 
                                                                         
Salvatore Fioretto


Dedica a un figlio della nostra terra: Antonio Buonomo



Antonio è uno dei figli più poliedrici della nostra terra piscinolese. Non ha mai tagliato il cordone ombelicale che lo tiene legato alle sue radici. Straordinario interprete della canzone classica napoletana e non solo. Chi non ricorda le sue performance artistiche che svariano dalla macchietta alle canzoni di Buscaglione e Carosone, vincendo nel 2008 appunto il premio intitolato a questo grande della musica mondiale che è stato Renato Carosone? Indimenticabile la sua interpretazione del cammorrista nel magnifico “Fortapache” di Claudio Risi, film di denuncia imperniato sulla tragica morte di Giancarlo Siani. Ha partecipato a numerosi Festival di Napoli, sempre con ottimi risultati, ed anche, nel 1976, al Festival di Sanremo, dove presentò una canzone che oggi definiremmo “all'avanguardia”, dal titolo “la femminista”. Inutile citare gli innumerevoli successi delle sue canzoni, fra tutte vorremmo ricordare una personalissima interpretazione di “Totonno 'e Quagliarella”, secondo noi, una delle più riuscite di tutti i tempi. Molto apprezzato da quel monumento alla napoletanità che era Mario Merola, il quale lo volle in numerose sceneggiate, seppe distinguersi in tanti altri lavori teatrali. Ma, oltre all'artista, ci sentiamo contigui al piscinolese Tonino, e vorremmo stupirlo con alcuni ricordi, perchè se è vero che non rammentiamo il nome d'arte col quale esordì (e ce ne scusiamo...Toni...qualcosa?), ci ricordiamo perfettamente con quale canzone vinse il festival delle voci nuove durante i festeggiamenti per il SS. Salvatore nell'anno 1959, ad appena 9 anni. Era un successo del grande Nunzio Gallo: “Sti mmane” (queste mani). Stupito? Guarda che ci ricordiamo pure di quando facevi il garzone di barbiere nel negozio-abitazione nel palazzo dello Staviano, ed il “Tuo Masto”(prima dell'altro che portasti al successo), Don Mimì 'o barbiere, figura storica della vecchia Piscinola. 
Caro Antonio, da figlio verace di questa terra, aiutaci a portare fuori da Piscinola quanto di meglio può offrire la nostra gente, e sii sempre orgoglioso della tua Piscinola.
Lettera scritta da Pasquale di Fenzo 
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giovedì 3 ottobre 2013

Angolo poetico del venerdi: i colori della musica...!

L'angolo di questa settimana è dedicato ai ragazzi di Piscinola, che con il loro entusiamo hanno colorato questo fine settimana le strade del quartiere. Hanno realizzato 15 dipinti a tema musicale, esposti nelle vetrine di altrettanti esercizi di artigianato e del commercio del quartiere, da piazza Tafuri a Via Plebiscito. La kermesse rientra nelle due giornate dell'evento cittadino "PianoCity", che si svolgerà il 5 e il 6 ottobre prossimo, a partire dalle ore 17:00, in piazza B. Tafuri a Piscinola, a cura dell'Ass. Noi e Piscinola. Organizz. maestro Giulia Biancardi. Saranno organizzate visite guidate alle opere artistiche.
                                                                                                                                  Salvatore Fioretto



lunedì 30 settembre 2013

Una stazione per convento....al Frullone!

Il convento di carrozze ferroviarie dei Frati Minori Riformati del "Frullone"


Il convento dei frati è raggiungibile tramite una stradina di campagna e sorge nella zona denominata Viscariello (dalla vecchia strada che un tempo era detta del "Boscariello"), situata nella località omonima appartenente al quartiere di Piscinola. La zona è molto vicina al bosco di Capodimonte. Circondato da una verdeggiante pineta, il convento sorge in un luogo così tranquillo da far dimenticare al visitatore di trovarsi a due passi dalla caotica città, presentandosi accogliente a chi vuole pregare e meditare... Appena fuori dal cancello, riportante in rilievo la sigla FMR - Francescani Minori Riformati, gli sguardi vengono rapiti da una bella carrozza “Centoporte” a tre assi, che fa bella mostra di sé in un piccolo cortile prospiciente l'ingresso. 
Il convento ospita una comunità di francescani appartenenti al ramo dei "Minori Rinnovati". Questi fraticelli vivono in piena povertà, seguendo rigidamente la regola redatta da San Francesco d'Assisi, alloggiati in fredde e nude carrozze ferroviare, in inverno appena riscaldate da qualche stufetta a legna. Tra i frati ci sono molti giovani, provenienti da diverse parti d'Italia. Spesso alcuni di essi si incontrano anche per strada, quando si recano a officiare messa o a cantare e suonare nelle chiese vicine del territorio; quello che colpisce di loro è la costante allegria, la loro semplicità e poi anche il loro abito essenziale: camminano spesso scalzi, senza sandali!
Per risalire alla storia di questo singolare convento e di come esso fu costruito, dobbiamo risalire alla metà degli anni '70, quando un vecchio possidente della zona acquistò dalle Ferrovie dello Stato una decina di carrozze ferroviarie, chiamate "Centoporte", che erano destinate alla rottamazione e così decise di donarle ai frati. Nel contempo, un altro benefattore, sempre della zona, concesse l’uso del suolo e, così facendo, intorno al 1975, nacque il convento come lo vediamo oggi.
Forse è l'unico esempio di architettura sacra del suo genere esistente in Italia, realizzata utilizzando dei vecchi carrozzoni ferroviari. E' anche un bel esempio di riutilizzo/riciclo di componenti destinati alla rottamazione, risolvendo anche diversi problemi di carattere ecologico e ambientale.
All'ingresso del convento si può osservare una  “Centoporte”, ben conservata, sistemata su un breve tronco di rotaie, come se fosse in procinto di partire per un bel viaggio...!! La carrozza, trasformata in parlatoio, si presenta ben tenuta, dipinta in livrea tutta castana nell'esterno e un bianco avorio negli interni. Gli ambienti sono arredati in stile sobrio, con riutilizzo di alcune panche preesistenti. Nello scompartimento, diviso con pareti in legno o in blocchi lapidei, sono state ricavate tre stanzette: una destinata alle confessioni, una come sala di attesa e una sala più grande sistemata con un lungo tavolo e sedie. Un corridoio laterale in legno e una scaletta, permette l’agevole accesso alla struttura. 
Una piccola curiosità è la presenza sulla livrea della vettura di un vecchio tubicino di servizio (forse dell’aria compressa) che è stato riutilizzato per alimentare gli ambienti con l’acqua potabile.
Su una bacheca posta all'esterno della carrozza sono esposte delle vecchie e sbiadite foto che riprendono il resto del convento, con altre vetture “centoporte”. Il convento non è interamente visitabile al pubblico, poiché i frati vivono in piena clausura.
Molto suggestiva e semplice è la cappella del convento, dedicata al Santissimo Sacramento, realizzata a forma di un capanno, come se fosse una parte di un presepe... Sull’altare sono riportate alcune frasi di San Francesco, che invitano all’adorazione del Sacramento.
Pace e… treni!
Salvatore Fioretto 
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)

La foto inserite in questo post sono state scattate da Massimiliano Verde, in agosto 2009.

 

La cappella del convento