martedì 19 agosto 2014

Scampia e Secondigliano, tra tram a vapore, tram elettrici e filobus...!



La rete tramviaria a nord di Napoli, in tratteggio le Tramvie Provinciali
Era l’ultimo ventennio del 1800, precisamente il giorno 11 giugno 1881 quando gli industriali belgi: Alfonso ed Eduardo Otlet fondarono la Societé Anonyme des Tramways à Vapeur de Naples. La società assumeva l'onere, in virtù della concessione rilasciata dalla Provincia di Napoli, di costruire e esercire una prima linea tramviaria a vapore, che poi costituirà il primo ramo di quelle che furono denominate: “Tramvie Provinciali di Napoli”. 
La linea, attraverso Capodichino, poteva raggiungere la cittadina di Caivano, interessando i già popolosi centri di Casoria ed Afragola. A Capodichino aveva sede la rimessa principale e l’officina dei tram. La linea “Napoli Capodichino Caivano” fu inaugurata nel 1881, anche se per un primo limitato tronco. Al compleamento, i tram percorrevano, con un solo binario, un tracciato relegato in una “sede propria”; salendo dapprima la "Doganella", fino a raggiungere piazza Capodichino e di qui, voltando a destra e proseguendo per l’attuale via De Pinedo, si raggiungevano in progressione: S. Pietro a Patierno, Casoria, Afragola e, infine, Caivano. I curiosi tram furono subito soprannominati dai napoletani col termine scherzoso di "'E papuncielli"...
Convoglio di un tram a vapore
Qualche anno dopo si passò alla realizzazione della linea, che riguardava più da vicino il nostro territorio, parliamo della “Capodichino, Giugliano, Aversa”, che percorreva in rettilineo la strada provinciale per Roma (Oggi via Roma Verso Scampia), toccando, in progressione, Secondigliano, Scampia (allora piana agricola di Piscinola e Secondigliano), Melito e la località “Colonne di Giugliano” (dove fu realizzata anche una bretella per raggiungere il centro di Giugliano). Alle “Colonne di Giugliano” la linea deviava sulla destra, attraversando il Comune di Sant’Antimo, per ricongiungersi, poi, di nuovo alla strada provinciale per Roma, fino a raggiungere il capolinea di Aversa, situato in piazza Magenta. 
Corso Secondigliano, in prossimità di piazza Capoodichino, con vista di un tram
Al terminale aversano fu costruito anche l’edifico della stazione. Al centro di Napoli, le tramvie ebbe la loro stazione terminale nei pressi di "Porta Capuana", oggi Piazza G. Leone, nel largo prospiciente l’edificio della Pretura (il palazzo della Pretura in antichità era il “carcere di San Francesco”). La stazione terminale napoletana fu inaugurata nel 1886. Intanto, già nel 1884, gli Otlet avevano ceduto il pacchetto azionario alla neocostituita società belga “Societé Anonyme de Tramways Provinciaux” (denominata con la sigla S.A.T.P.). 
Piazza Capodichinio e l'edificio daziario.
Nei primi anni del ‘900 le linee delle tramvie S.A.T.P. furono progressivamente tutte elettrificate, per prima toccò alla “Napoli-Aversa”, inaugurata il 5 maggio 1901, per le altre avvenne qualche anno dopo. Nel frattempo, la S.A.T.P. realizzò, oltre la linea già elettrificata “Napoli Frattamaggiore” (1904), un’ulteriore diramazione da Grumo a Casandrino (1910); e, per ultimo, nel 1912, il prolungamento “Aversa-Frignano-Albanova”. 
Con la Prima Guerra Mondiale non si ebbero danni significativi alle strutture. Fu invece il secondo conflitto mondiale a causare notevoli distruzioni e danni all’armamento delle linee ed ai convogli dei tram; in particolar modo da parte dei soldati teutonici in ritirata, a fine settembre del 1943. Dopo la guerra la società  S.A.T.P. si trovò a dover ripristinare una situazione disastrosa, soprattutto per aver perso oltre la metà del parco vetture. Intanto, nell’anno 1956, alla Società belga S.A.T.P. subentrò la T.P.N. (Tranvie Provinciali di Napoli), avente per azionisti il Comune e la Provincia di Napoli. 
Convoglio su Calata Capodichino
La nuova Società iniziò progressivamente a dismettere le linee tramviarie, sostituendole con autolinee di autobus noleggiati.  
L’ultima linea tranviaria ad essere dismessa fu la “Napoli Frattamaggiore”, nel 23 aprile 1961.  
Nell’anno 1964, lungo l'ex percorso tramviario “Napoli Giugliano Aversa”, fu realizzata una filolinea (filobus) che da Secondigliano raggiungeva Aversa, fino a prolungarsi al Comune di Teverola. Nel 1970 la linea filoviaria fu prolungata fino al centro di Napoli. 
Nel periodo di massima espansione della trazione a vapore, le Tramvie S.A.T.P. ebbero in dotazione in tutto 17 locomotive, tutte di costruzione “Krauss”, e circa 48 vetture rimorchiate, in buona parte costruite dalla società “Grondona”. Nella successiva fase, con la trazione elettrica, la dotazione complessiva delle elettromotrici della S.A.T.P. fu di 56 vetture. 
Salita Doganella (oggi via D. D'Ambra), angolo Salesiani
L’esercizio nel tempo di queste linee ha segnato, purtroppo, anche eventi infausti, in particolare nei primi anni del secolo scorso, quando un convoglio tranviario diretto al capoluogo deragliò nei tornanti di via Nuova del Campo (Doganella), causando non pochi morti e feriti, mentre nel 4 aprile del 1943, a S. Pietro a Patierno, un convoglio fu preso di mira  da alcuni aerei angloamericani, le cosiddette “Fortezze Volanti”, nel corso dei raid di bombardamento della zona aeroportuale, causando, tra i viaggiatori, 13 morti e moltissimi feriti. Oggi la strada, dove si verificò l'eccidio, si chiama "Viale IV Aprile".
Proprio per evitare l’eccesso di traffico nella tortuosa linea della Doganella, fu costruito dalla S.A.T.P. il nuovo ramo lungo la strada Calata Capodichino, realizzando una sorta di anello di accesso cittadino.
Oggi la società che gestisce il servizio di trasporto publico provinciale su gomma, compreso la linea filoviaria "Napoli Aversa Teverola", è la "Compagnia Trasporti Pubblici di Napoli" (C.T.P.)
Già da alcuni anni un nuovo collegamento del filobus (a servizio "bimodale"), diretto a Teverola, è stato realizzato fino alla stazione di Piscinola, della metropolitana cittadina "Linea1", in via Zuccarini.
Salvatore Fioretto
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Stazionamento terminale presso Porta Capuana, anni '50

Stazionamento dei filobus a Napoli, nei pressi di Porta Capuana, anno 1983 (foto collezione E. Bevere)
NB: Le foto riportate in questo post sono state liberamente ricavate da alcuni siti web, ove erano pubblicate. Esse sono state inserite in questa pagina di storia della città, unicamente per la libera divulgazione della cultura, senza alcun secondo fine o scopo di lucro.