venerdì 28 novembre 2014

Archi e portali, l’anima di un borgo antico….!


Complesso "a corte" in via Plebiscito a Piscinola, detto "Staviano"
E' l'elemento caratteristico di tutti i centri storici, è l'elemento base e anche nobile di ogni costruzione... parliamo dell’“arco”. Dall'arco, alla volta e al portale… il passo è molto breve...!
Nei secoli trascorsi anche l'architettura degli antichi Casali ha sperimentato l’utilizzo su vasta scala dei portali e degli archi in genere, sia come elementi strutturali e sia come elementi decorativi degli edifici. 
Iniziamo a parlare dei portali dei palazzi storici. Il portale ad arco, che racchiudeva il portone sulla facciata principale dell'edificio, era considerato un elemento di arredo che esprimeva simbolicamente la pompa della nobiltà, ma anche la ricchezza della famiglia che risiedeva nel palazzo e, pertanto, esso era la parte della facciata particolarmente curata e decorata. 
Palazzo "Don Carlos" in via Vittorio Emanuele
Il portale veniva sapientemente realizzato da ricercate mani artigiane, sia levigato che scolpito, in pietra di piperno o in marmo di varie provenienze e composizioni di colori. Il portale poteva avere anche delle decorazioni o figure muliebre scolpite al suo interno, come mascheroni, putti, animali o pesci immaginari, figura mitologiche, fiori, frutta, allegorie e festoni vari (sempre in pietra scolpita o in stucco) oppure solo semplici figure geometriche, come bugne, lesene e colonne. Tra i blocchi di pietra squadrati e levigati, che formavano il portale, erano inserite e bloccate le staffe ed i perni di ferro battuto, utilizzati per fermare il telaio o le cerniere delle ante del portone.
Portali di palazzi rurali "a corte", in via Antica Dietro la Vigna
Questi elementi architettonici erano largamente utilizzati in passato e componevano il tessuto dei centri storici dei famosi Casali di Napoli, come Piscinola, Marianella, Chiaiano, Miano, Secondigliano e tanti altri ancora, sparsi nell’hinterland di Napoli. Nel libro di Cesare de Seta, “I Casali di Napoli”, si può trovare una dettagliata trattazione tecnica e storica su questo argomento.
Purtroppo a Piscinola, della quale descriveremo in dettaglio i portali dei palazzi, molte di queste testimonianze antiche, una volta numerose nel tessuto storico, sono andate in gran parte perdute o modificate, specialmente dove l’intervento di Ricostruzione eseguito dal programma di edilizia residenziale pubblica del post-terremoto, ha fatto il suo corso. Anche se dobbiamo dire che alcuni portali, considerati tra i più importanti dal punto di vista storico e architettonico, sono stati in quel contesto restaurati. Tuttavia, a distanza di oltre 30 anni dall'intervento della "Ricostruzione", alcuni di questi portali si trovano purtroppo in un pietoso stato conservativo!
Via Del Salvatore, a sinistra il palazzo "Grammatico"
Ricordiamo i bei portali in piperno che si trovano sulle facciate dei palazzi “Don Carlos” e “De Luna” in via V. Emanuele, il palazzo “Fioretto” (appartenuto prima alla famiglia de Luna e poi ai duchi “Giordano”) in via Plebiscito, il palazzo “Grammatico”, in Via Del Salvatore e alcuni palazzi della primo tratto di via Vittorio Emanuele. Quasi tutti questi portali avevano sulla sommità dell'arco, in corrispondenza della chiave di volta, lo stemma in marmo della famiglia nobile proprietaria del palazzo. Purtroppo non è sopravvissuto nessuno di essi, a causa dell’azione distruttrice dei vandali o per i furti su commissione; tuttavia l’attento osservatore può ancora oggi notare la permanenza del gancio di acciaio che un tempo era preposto a sostenere il blocco di marmo decorato.
Disegno dello stemma nobiliare del Palazzo "Grammatico"
Molti ricordano ancora lo stemma in marmo esistente sul portale del palazzo "Grammatico", che è stato l'ultimo a scomparire, alla fine degli anni '90 del secolo scorso, sempre a causa di "mani ignote"...! Lo stemma era scolpito su blocco di marmo bianco di Carrara, sul quale era riprodotta, in bassorilievo, una scena cavalleresca, con due guerrieri vestiti di punto con corazze e altre armature che, impugnando delle lance di legno, si sfidavano su un ponticello sovrastante un ruscelletto. Il tutto era sormontato dalla classica corona del blasone, forse quella di “marchesato”. 
Portali del palazzo e della cappella "De Luna", in via V. Emanuale
Di questo stemma, purtroppo, non abbiamo trovato nessuna foto. Aiutati un po' dai ricordi, abbiamo provveduto a disegnarlo su carta e ad elaborarlo con effetti luminosi, con l’aiuto di un programma di grafica, ne è scaturita la sua grossolana ricostruzione, che riportiamo in questo post, affinché resti nella memoria collettiva, a perenne ricordo della sua bellezza...Chissà se un giorno sarà ritrovato e farà ritorno al suo storico sito...!
Particolare del rosone intarsiato all'interno del portale del Palazzo De Luna".
Il portale del palazzo "De Luna" ha un'altra particolarità, perché è sormontato da una raggiera in legno, tipo rosone minuziosamente intarsiato, e pertanto, può essere ritenuto il portale più bello e meglio conservato tra quelli esistenti nella città di Napoli e nei suoi dintorni. Purtroppo, verso gli inizi del 2000, è stato barbaramente "alleggerito" della maschera in legno raffigurante il volto di un puttino, che era inserito al centro della raggiera, sul lato della strada.
Portale "de Luna", con particolare della maschera rubata
Alla base di questo portale sono conservate, poi, due colonne “paracarri” con gli stemmi della famiglia proprietaria e le iniziali D. L. (che stanno per “De” “Luna”). Non si conservano più le ante di legno dell'antico portone, andato distrutto nel tempo, che è stato sostituito da un brutto cancello di ferro. Bello è anche il portale di piperno della cappella di famiglia, situata a lato del palazzo, dedicata alla Madonna del Soccorso. Di questa cappella e del palazzo “De Luna” ritorneremo a parlare in futuro con un altro post.
Contrafforti all'ingresso della ex proprietà "del Forno"
Oltre ai portali dei palazzi storici, a Piscinola troviamo anche una serie di archi e contrafforti a sesto ribassato, realizzati in pietre di tufo, e posti in alcuni punti dell’antico Casale, come, ad esempio, all’inizio dei passi carrai, nell’accesso dei fondi, all’inizio delle strade interpoderali o negli atri delle classiche “venelle”, che erano dei vicoli senza uscita. Un bellissimo esempio di contrafforti con doppio arco, è ancora conservato in via del Plebiscito, essi costituivano anche l'accesso al fondo agricolo di proprietà della famiglia Del Forno
Portale della "Venella" in via vecchia Miano
Un altro esempio è quello che si trova all’ingresso della “venella” di Via Vecchia Miano, adiacente alla ex proprietà della famiglia Chiarolanza.
Esistevano un tempo anche dei portali semplici, che introducevano agli androni sottostanti al corpo di fabbrica centrale del palazzo. Il soffitto di questi androni era realizzato con un’ampia volta “a botte” oppure con un solaio con travi e doghe di legno (chiamate in gergo chiancarelle). Spesso sotto questi androni si realizzavano degli impalcati sempre di legno, sopra ai quali si custodivano, durante l’inverno, scale e altri ingombranti attrezzi agricoli di legno.
Portale del complesso "a corte" in via Del Salvatore
Ricordiamo ancora il palazzo detto "Staviano", quelli in via del Plebiscito, in Via Antica Dietro La Vigna, quello in via del Salvatore e altri ancora in via V. Emanuele e Via Napoli. 
Diversi altri portali purtroppo furono abbattuti, insieme agli edifici, verso la metà degli anni ‘80, come, ad esempio, quelli che un tempo erano presenti in via Vecchia Miano, chiamati palazzo “Di Febbraro” e palazzo “Altamura”.
Tipo di maschera, come quella scomparsa a Piscinola
Il primo era particolarmente bello, perché era sormontato da uno splendido mascherone in terracotta, ad imitazione di quelle maschere usate nel teatro greco-romano. Qualcuno addirittura azzarda a ritenere che si trattasse di un vero e proprio reperto archeologico…! Anche questa testimonianza è andata purtroppo perduta con l'abbattimento del palazzo.
Palazzo "Altamura" in via Vecchia Miano, poco prima dell'abbattimento
Bello risultava essere anche il portale del palazzo “Altamura”, sempre in via Vecchia Miano, molto ampio e alto, realizzato in mattoni rossi e pietre di tufo giallo ben levigate e squadrate, con ai lati dei grossi contrafforti; ad esso si accedeva attraverso una dolce rampa lastricata con pietre di basalto. La rampa era delimitata da un lungo parapetto in tufo, degradante verso la strada con ampie gradinate, che erano usate dagli abitanti anche come dei sedili.
Palazzo "Fioretto" in via del Plebiscito a Piscinola
C’erano, poi, altri portali più piccoli, che costituivano gli usci delle abitazioni più povere, ma architettonicamente interessanti, come quello ancora esistente in via Del Salvatore, che lascia intravedere al suo interno gli archetti di una sobria ed elegante scala in muratura a più rampe. 
Sempre in via Del Salvatore troviamo, ancora sopravvissuta, una bella struttura con un ampio arco, che fa da introduzione a un antico locale con un forno.
Cappella S. Maria della Pietà, vista dal portale "Staviano"
In via Napoli, in corrispondenza del vico Operai, gli anziani ricordano ancora quello che veniva chiamato “il passetto”, ossia una specie di ponticello in muratura ad arco ribassato, che consentiva al proprietario di un giardino di poter raggiungere direttamente la propria abitazione, senza dover attraversare la strada pubblica. Questa struttura fu abbattuta dopo la seconda guerra mondiale, per realizzare l'ampliamento del tratto di via Napoli.
Gli archi e le volte sono stati utilizzati in maniera intensiva nell’architettura dei Casali anche per realizzare porticati e scale; ma di questo argomento ritorneremo a parlare in futuro, con un apposito post.
Concludendo questo articolo sui portali ad arco, ci preme sottolineare che dovrebbe essere premura e interessamento degli abitanti che hanno a cuore la storia dei Casali e, in particolar modo quelli del quartiere di Piscinola, del quale abbiamo trattato in dettaglio l’argomento, sollecitare e mettere in campo azioni di restauro, conservazione e salvaguardia di questi ultimi capolavori della loro storia, che costituiscono gli elementi urbani imprescindibili dell’identità comunitaria, affinché se ne possa godere a lungo le bellezze e trasmettere i loro valori alle future generazioni.
Salvatore Fioretto
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Portale in tufo interpoderale, adiacente al Palazzo Chiarolanza