giovedì 31 gennaio 2019

Il professore diventa enciclopedico....!

Pubblichiamo integralmente la biografia che la famosa enciclopedia universale italiana, "Treccani", ha inserito in uno dei suoi volumi, descrivendo la vita e le opere del nostro eminentissimo concittadino di Piscinola, il professore Raffaele Chiarolanza, medico, scienziato e deputato della Repubblica Italiana. L’articolo è stato scritto da Arnaldo Cantani.

 

CHIAROLANZA, Raffaele

di Arnaldo Cantani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 24 (1980)


CHIAROLANZA, Raffaele. - Nato a Piscinola (Napoli) il 17 sett. 1881 da Vincenzo, insegnante, e da Maria Angelina di Febbraro, compì gli studi secondari a Napoli conseguendo la licenza liceale d'onore. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Napoli, frequentò i laboratori di vari istituti: di istologia, diretto da G. Paladino; di embriologia, diretto da A. Della Valle; di batteriologia, diretto da N. Pane; di clinica pediatrica, diretto da F. Fede; di semeiotica chirurgica, diretto da G. Pascale. Vinse una borsa di studio per gli studenti del sesto anno di corso e si laureò in medicina e chirurgia a pieni voti e con la lode il 31 luglio 1905.
Dopo essere stato assistente volontario nell'ospedale di Loreto a Napoli nel 1905-1906, nel 1907 divenne assistente ordinario presso la clinica chirurgica dell'università di Napoli diretta da A. D'Antona. L'anno seguente vinse una borsa di studio di perfezionamento all'estero in ematologia; si recò dapprima a Berlino, ove frequentò il Königliches Institut für Infektionskrankheiten diretto da G.T.A. Gaffky e lavorò con A. von Wassermann e J. Koch, e il laboratorio del Charlottenburg - Westendkrankenhaus diretto da E. Grawitz; fu quindi a Londra, ove si dedicò allo studio delle opsonine con sir A.E. Wright. Tornato in Italia e ripreso il suo posto presso la clinica chirurgica napoletana, nel 1911 ottenne il titolo di aiuto, che conservò fino al 1915. Nel 1910 conseguì per titoli la libera docenza in patologia speciale chirurgica, disciplina della quale ottenne da allora corsi di insegnamento universitario pareggiato, e nel 1914 quella in clinica chirurgica: tali docenze vennero confermate con d.m. del 15 febbr. 1930. Negli anni accademici 1913-14 e 1914-15 fu incaricato dal prof. G. Pascale - divenuto nel frattempo direttore dello istituto - della supplenza degli insegnamenti ufficiali di semeiotica e clinica chirurgica.
Durante la prima guerra mondiale prestò servizio inizialmente come capitano, poi come maggiore medico e diresse sezioni ospedaliere di guerra e l'ospedale militare De Amicis di Alessandria. Di nuovo a Napoli, lasciata la clinica universitaria divenne chirurgo ordinario prima dell'ospedale di Loreto e poi di quello dei Pellegrini; nel 1933, vinto il relativo concorso, assunse la direzione di quest'ultimo ospedale, che doveva poi mantenere per dieci anni.
Il Chiarolanza fu un ottimo chirurgo, esperto e sicuro nella capacità diagnostica e abile operatore. Subito dopo la laurea, grazie agli studi compiuti all'estero, pubblicò lavori di ematologia, batteriologia e istologia. Indirizzatosi verso la chirurgia, durante la sua attività universitaria fu autore di numerosi studi su argomenti di diagnostica e di tecnica chirurgica, che costituirono oggetto di comunicazioni a varie societá scientifiche e di pubblicazioni. Si occupò delle forme chirurgiche della tubercolosi, del pneumotorace artificiale, della chirurgia plastica e delle ricostruzioni facciali; della chirurgia dell'elefantiasi, dei tumori dell'apparato respiratorio e intestinale, delle cisti, delle fistole ossee, delle artriti purulente; della chirurgia del simpatico, delle fratture della colonna vertebrale, delle cisti del pancreas, delle embolie postoperatorie; dei vantaggi e delle controindicazioni dell'anestesia locale.Nel primo dopoguerra il Chiarolanza si era impegnato anche nella vita politica a livello locale. Il 28 luglio 1920 fu tra i fondatori della sezione napoletana della Democrazia sociale, di cui fu segretario politico. In tale carica dette un contributo notevole alla formazione della coalizione costituita per fronteggiare socialisti e popolari nelle elezioni del 27 novembre del 1920, che conquistò la maggioranza al comune di Napoli. Nell'amministrazione retta dal sindaco A. V. Russo, egli fu assessore fino all'aprile 1921.
Dopo la seconda guerra mondiale il Chiarolanza rivolse sempre più i propri interessi ai problemi della classe medica e iniziò quella infaticabile e appassionata attività politica e sindacale che doveva proseguire per tutta la vita. Primo commissario del disciolto sindacato dei medici di Napoli, egli, antifascista e firmatario a suo tempo del manifesto Croce, si adoperò affinché colleghi che avevano ricoperto cariche politiche sotto il regime fascista non subissero discriminazioni. Presidente poi del ricostituito Ordine dei medici di Napoli fino al 1966 (con una interruzione di tre anni), fece parte del comitato centrale della Federazione nazionale degli Ordini dei medici dal 1946 al 1967, ne fu segretario dal 1950 e ne divenne presidente nel 1952: mantenne tale carica fino al 1964, rimanendo poi presidente onorario a vita. Se si pone mente al fatto che l'Istituto nazionale di assicurazioni contro le malattie, derivante dalla fusione delle preesistenti casse mutue, venne istituito nel 1947 e che durante i primi anni di vita dedicò la propria attività prevalentemente alla riorganizzazione del settore, risulta evidente che il Chiarolanza si trovò ai suoi vertici nel periodo più difficile dell'attuazione della "assicurazione contro le malattie": allora, infatti, la classe medica, sindacalmente impreparata, divisa nei suoi interessi pratici in una miriade di componenti, turbata da inaspettate trasformazioni del servizio professionale, dovette stabilire nuovi rapporti tra medico e paziente e inserirsi anche nella burocrazia amministrativa. Le difficoltà crescenti, le polemiche che sempre più investirono la classe medica, trovarono il Chiarolanza fermo nella difesa a tutti i livelli della dignità e della libertà professionale, potendosi egli valere del suo prestigio per conciliare gli interessi dei medici con le esigenze della mutualità e i nuovi rapporti sociali; analoga azione mediatrice egli svolse fra le varie categorie mediche, perché acquistassero una comune coscienza ordinistico-sindacale e morale, più aderente alle trasformazioni della società. Può essere interessante ricordare che fin dal 1954 il Chiarolanza propugnò l'unificazione di tutti i servizi assistenziali e l'"abbandono di quel mosaico di assistenza oggi fornito dai vari istituti".
Più volte consigliere comunale di Napoli, nel giugno 1953 fu eletto deputato al Parlamento per la seconda legislatura repubblicana nel collegio di Napoli-Caserta per il Partito nazionale monarchico. Presentatosi candidato alle elezioni politiche del maggio 1958 nelle liste del Partito monarchico popolare non venne rieletto, ma nel luglio dell'anno successivo subentrò a R. Cafiero, allora deceduto. Nella IV legislatura (1963-68) venne confermato deputato per il Partito democratico italiano di unità monarchica. In Parlamento dette un qualificato contributo nel campo della legislazione ospedaliera e sanitaria e svolse un'intensa azione per la costituzione di un fondo di previdenza e assistenza per i medici, l'E.N.P.A.M., di cui fu il primo presidente e in seguito membro del comitato direttivo: l'ente, istituito nel 1957, dal 1º genn. 1958 cominciò a erogare la pensione agli anziani e ai superstiti. Il Chiarolanza contribuì inoltre a far modificare la legislazione sull'ordinamento dell'Opera nazionale assistenza per gli orfani dei sanitari italiani, di cui fu membro del comitato direttivo, e fece approvare una legge per i radiolesi che reca il suo nome.
Il Chiarolanza svolse anche intensa attività giornalistica: nel 1951 costituì l'Associazione stampa medica italiana (A.S.M.I.) aderente alla Federazione italiana della stampa, fondò e diresse per circa venti anni il periodico Risveglio sanitario e ridette vita al Bollettino ufficiale dell'Ordine dei medici di Napoli, in cui apparvero molti suoi articoli; fondò nel 1964 il settimanale Il Medico d'Italia, organo ufficiale della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, e potenziò la rivista Federazione medica.
Appartenne a numerose società scientifiche, fra cui l'International College of Surgeons, la Société internationale de chirurgie, l'Association française de chirurgie et d'orthopédie, la Società italiana di chirurgia e la Società nazionale di scienze e arti: fu membro del Consiglio superiore di sanità dal 1952 al 1964.
Morì nella sua casa di Napoli, la sera dell'11 marzo 1969.

Fonti e Bibl.: oltre a R. Chiarolanza, Curriculum vitae, Napoli 1941, cfr. D. Giordano, Chirurgia, Milano 1938, ad Indicem; Necrol., in Bollettino uff. d. Ord. d. med. di Napoli, 30 settembre 1969, pp. 1, s.; in Il Medico d'Italia, VI (1969), 10, p. 4; E. R. Papa, Storia di due manifesti. Il fascismo e la cultura ital., Milano 1958, p. 100; R. Colapietra, Napoli tra dopoguerra e fascismo, Milano 1962, ad Indicem; A. Scirocco, Dall'Unità alla prima guerra mondiale, in Storia di Napoli, X, Napoli 1971, p. 123; I deputati al Parlamento dal 1848, Roma 1978, p. 110.
Arnaldo Cantani



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