venerdì 4 giugno 2021

Il ricordo di Antonio Amato... di Daniele Buonpane

Piscinola è una terra che ha dato i natali a vari personaggi illustri, che sono rimasti impressi nei nostri ricordi e nei nostri cuori. Quando mi si chiede di parlare della mia terra, non posso fare a meno, di citare alcune persone che hanno fatto la storia, portando, ognuno a loro modo, la bellezza di Piscinola nel mondo. Molte persone, che vivono nei quartieri e comuni limitrofi di Piscinola, negli anni, hanno avuto il piacere di conoscere da vicino, persone del calibro di Mario Musella, Beppe Lanzetta, Agostino Cossia, Antonello Cossia, Salvatore Nappa, Pierino Delisa, Salvatore Fioretto, Don Severino, Padre Bianco e tanti altri ancora che ora mentre scrivo mi sfuggono dalla mente, ma di sicuro voi lettori conoscete meglio di me. Di questi appena citati, alcuni, sono ancora vivi e ho avuto la fortuna di conoscerli. Ma oltre loro, io porto nel cuore tante altre persone comuni, che sono per me speciali.
La persona che oggi voglio raccontare è quella che più di tutti ha un'originalità unica. Lui aveva una prerogativa, quella di camminare tantissimo a piedi. Se dovessimo paragonarlo a un personaggio cinematografico, io lo definirei il nostro Forrest Gump, tutti conoscono il personaggio di Forest, di questo significativo film del regista Robert Zemeckis, che ha preso vita con una bellissima interpretazione di Tom Hanks. Questo è uno dei miei film preferiti, non a caso, ha vinto il Premio Oscar e tanti altri premi importanti. Orbene, io sto introducendovi alla persona di Antonio Amato, forse quasi nessuno che sente questo nome e cognome capisce subito di chi sto parlando. Ma se vi dico un suo soprannome, capirete subito di chi si tratta. Sì, sto parlando di lui, alias Antonio "'O luffaiolo". Per chi non lo sapesse, si usa definire “luffiero” una persona che cammina molto.
Dite tutto quelle che volete, ma
Antonio è per me un pezzo importante di Piscinola che non si può non ricordarlo. Io l'ho preso così a cuore, che gli ho scritto una poesia, che stesso lui lesse e gradì molto, e ricordo ancora che mi disse: questo che hai scritto sono proprio io. Vi anticipo, che in un nuovo libro che sto scrivendo, introdurrò un personaggio, che sarà proprio Antonio.
Non so se ora vi ricordate del suo incidente... Qualche anno fa, quando lui ebbe un incidente, fu costretto a camminare con una stampella, questa cosa lo rendeva impedito nelle sue lunghe camminate, ma nonostante questo non rinunciava mai a camminare. Credo che questa poesia che condivido qui non necessiti di spiegazioni, perché riesce a sintetizzare tutta la sua splendida persona e il suo pensiero.

Daniele Buonpane

 

Ad Antonio Amato                                                

Quando inizia la mattina verso le cinque

lo trovi  già in mezzo alla piazza,

cammina e parla da solo …

forse quella è solo riflessione.

Oramai la vecchiaia l’ha investito,

ora cammina con una stampella

che non è in grado nemmeno di portare,

forse perché il suo cuore non l’accetta,

perché non merita questa sofferenza.

Poverino, sai che dolore sente,

lui che ha fatto tanti chilometri a piedi

 ora si vede castigato all’ improvviso.

Per strada ti ferma e ti dice sempre qualcosa

una parola, una parolaccia, una perla di saggezza.

Si racconta che da ragazzo era assai intelligente,

a scuola era uno dei primi della classe,

ora che mi vede mi fa spesso scuola.

Io ho incontrato grandi intellettuali,

persone erudite, ma quando lo sento  parlare

 potrei prendere carta e penna e segnare tutto,

 quelle meraviglie che racconta  sono filosofia.

E’ un uomo che si informa di tutto!

Ogni tanto lo vedo leggere anche giornali vecchi,

conosce  sport, politica e cultura.

Io lo conosco da quando ero piccolo

e vi dico che è sempre lo stesso del passato,

oggi ha  qualche ruga in più e qualche dente in meno.

Chiede sempre una sigaretta ai passanti,

e se la fuma fino al filtro giallo.

Sta ore intere seduto silenzioso e buono

forse perché la solitudine gli dà pace.

Ogni tanto qualcuno del quartiere

gli chiede la gentilezza di comprare qualcosa,

in cambio non cerca mai niente, solo sigarette;

è uno che della vita ha capito veramente tutto,

non pensa al vestito firmato e pulito,

non ha nemmeno idea della tecnologia,

ma pensa solo a ridere e campare.

Percepisce una pensione gestita dalla sorella,

a lui non arriva mai niente di denaro…

solo qualche vestito e un taglio di capelli,

sono le cose che a quest’uomo spettano.

Per me potrebbe recitare sermoni,

perché quando ti arriva ricchezza da una persona

che non ha soldi, passioni e cattiveria,

allora capisci il senso della vita e dell’amore.

Data e luogo del componimento poetico Piscinola -Napoli 08/07/2012

In Fede Daniele Buonpane

Tempo fa, il caro amico e scrittore Luigi Sica, incontrandolo per strada un giorno, mi chiese di ricordare tra i personaggi di Piscinola, Antonio Amato, uomo saggio, abbastanza incompreso dalla comunità. E' trascorso un po' di tempo da allora, fin quando ho letto per caso questa poesia dedicata ad Amato e composta da Daniele. Ho quindi pensato che dovesse essere un giovane della Piscinola di oggi, a celebrare la figura del caro personaggio, scomparso alcuni anni fa.
Daniele è poeta e scrittore, ragazzo molto preparato culturalmente e laureato in Filosofia.
Ringrazio Daniele Buonpane per questo suo primo intervento a "Piscinolablog", lo ringrazio anche per aver inserito tra i nomi dei piscinolesi illustri, indegnamente anche la mia persona, e lo invito a scrivere in futuro altri post per "Piscinolablog". 

S. Fioretto

domenica 30 maggio 2021

Carissimi amici...., di Vincenzo Capuozzo

Carissimi amici della redazione di "Piscinolablog", riprendendo l'argomento dedicato alla "Masseria Splendore" e ai suoi personaggi, vi racconto altri particolari dei personaggi.
Del suonatore di tromba che abitava nella masseria con la sua famiglia, e che fu allievo del maestro Santoro, purtroppo non ho più notizie, da quando sono state distrutte le masserie di Piscinola. L'unica notizia datami da mia madre, quando era ancora in vita, è quella che alcuni membri della famiglia de "ll'Aglio", si erano trasferiti a Miano.

R
itornando ai miei ricordi di Piscinola di un tempo, in questi giorni mi sono venuti alla mente alcuni personaggi che hanno in qualche modo attraversato la mia adolescenza e questo mi ha fatto pensare alla vostra raccolta di personaggi locali.

Il primo era un uomo da noi conosciuto con il soprannome di "Picchiriniello". Picchiriniello attraversava via del Plebiscito in direzione Perillo (non so se provenisse da Via Vittorio Emanuele o da altra zona di Piscinola.

Lo ricordo sempre vestito in pantaloni corti, con ai piedi un paio di gambali e con al fianco una roncola.

Arrivato all'altezza dei nostri cortili era sempre fatto oggetto del cattivo scherzo da parte di qualcuno che ad alta voce lo chiamava per soprannome e faceva seguire una pernacchia... A quel punto tutti noi scappavamo a nasconderci, perchè Picchiriniello era solito brandire la roncola e agitarsi alla ricerca del responsabile.
Questa persona, ora lo so, era additata ingiustamente come una persona "strana" di cui farsi scherno, oggi diremmo che era fatta oggetto di bullismo, ma forse aveva solo bisogno di un po' di aiuto da tutti.

La seconda è una donna da me conosciuta come "Teresina 'e lluoglio".

Teresina arrivava a piedi dalle parti di Melito portando sulla testa una stagnera di 20 litri di olio che rivendeva al minuto. Teresina, faceva sosta presso persone amiche, casa mia era fra queste, dove avveniva il suo piccolo commercio. Se finiva tutto l'olio ritornava sempre a piedi e con la stagnera vuota che altrimenti lasciava in gestione per eventuali clienti fossero venuti in sua assenza. Evidentemente aveva tutto un suo "calendario" e "ordinativi" per evitare viaggi inutili.

Un altro personaggio noto nel circondario era "Giuvanno 'o parulano". Veniva con un carretto trainato dal cavallo, proveniente forse dalle parti di Afragola.

Era a quei tempi il fruttivendolo di via del Plebis
cito, perchè ricordo che quasi ogni giorno si aspettava il suo passaggio. Una volta ho fatto un viaggio sul suo carretto, da Marano fino a casa mia.
Ero ragazzino, avevo intorno a dieci o dodici anni ed era andato al mercato di Marano per vendere alcune cassette di pesche. All'andata ero con mio zio, il quale poi ricordo che mi affidò a Giovanni, che sarebbe passato fuori al mio cortile. Altri tempi di fiducia e responsabilità.

Vincenzo Capuozzo


Ringraziamo ancora l'amico Vincenzo Capuozzo per quest'altra "perla" di racconti che ci ha voluto donare, appartenente ai ricordi della sua infanzia a Piscinola. Invitiamo Vincenzo a non fermarsi qui e a raccontarci altri aneddoti e storie belle come queste

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