sabato 9 aprile 2016

A Capodimonte, tra chimica e matematica, una storia di eccellenza napoletana! Parte seconda: Renato Caccioppoli

(Segue dalla prima parte)

La seconda figlia di Michail Aleksandrovic Bakunin, nata dal matrimonio con Antonia, si chiamava Giulia Sofia e, come gli altri fratelli, intraprese gli studi universitari, riuscendo a conseguire la laurea in Medicina e Chirurgia all'Università di Napoli.
Giulia conobbe il noto chirurgo napoletano, Giuseppe Caccioppoli, con il quale convolò a nozze, nell'anno 1903. La coppia che aveva una differenza di età consistente (lei 34 anni e lui 51 anni), si stabilì in una villa situata a Capodimonte, che tutt'oggi si chiama Villa Caccioppoli.
Dalla loro felice unione nacquero, tra il 1904 e il 1910, ben cinque figli, ma solo due sopravvissero: Renato e Ugo. Renato era il primogenito, nacque a Capodimonte, il 20 gennaio 1904.
Nella villa di Capodimonte, Renato e Ugo trascorsero tutta la loro infanzia e giovinezza, frequentando ambienti raffinati dell'epoca e diversi circoli culturali cittadini.
Da studente Renato Caccioppoli s'iscrisse all'istituto per geometri, seguendo la volontà paterna, ma poi conseguì la licenza liceale, sostenendo gli esami da privatista. Si iscrisse all'Università di Napoli, dapprima al corso di Ingegneria, sempre a causa dell'influenza dell'intransigente genitore, tuttavia, successivamente, riuscì a cambiare facoltà, iscrivendosi al corso di Matematica. Si dice che la nuova scelta accademica fosse stata consigliata e sostenuta dall'amico di famiglia, il celebre filosofo Benedetto Croce. 
Si laureò finalmente in matematica, nell'anno 1925 e fu uno dei primi allievi del professore Mauro Picone, del quale divenne poi stimato assistente. Fu il prof. Picone a spronarlo nell'intraprendere la ricerca scientifica.
Nel 1928 conseguì la libera docenza in matematica e nel 1931 vinse la cattedra di Analisi Algebrica presso l'università di Padova. Nel 1934 tornò a Napoli, dopo aver rinunciato alla cattedra presso l'università di Roma.
A Napoli coprì la cattedra di Teoria dei gruppi; in seguito passò alla cattedra di Analisi superiore e, dal 1943, a quella di Analisi matematica.
Gli anni trascorrevano e lo spirito anticonformista e ribelle prendeva il sopravvento nel suo carattere, spesso era trascurato anche nel vestire, Renato non badava ai formalismi e alle regole consolidate nella "Napoli bene", alla quale egli apparteneva.
La sua produzione scientifica segnò importanti traguardi in quel periodo, e ben presto giunsero i primi risultati importanti: come nel 1932, quando la storica Accademia Nazionale dei Lincei gli conferì il premio nazionale per le scienze fisiche.
Grande mente scientifica, Caccioppoli è stato anche un valente musicista, suonava abilmente il pianoforte, tanto da esibirsi con successo in diversi concerti pubblici. Parlava correntemente quattro lingue oltre l'italiano, l'inglese, il francese, il tedesco e il russo.
A Napoli, grazie a un amico di famiglia, l'avvocato Mario Palermo, con cui instaurerà una profonda amicizia, incominciò a frequentare e a conoscere esponenti antifascisti; spesso partecipava a incontri segreti con adepti del nascente partito comunista.
Nel 1935 incontrò la bella sedicenne Maria Mancuso, Renato aveva 36 anni e, dopo averla frequentata, la sposò nel 1939.
Nel 1938, il giorno prima della visita di Hitler a Napoli, i due all'epoca fidanzati, entrarono in una locanda affollata, e rispondendo a una provocazione di alcuni militari tedeschi, che cantavano un noto inno di regime, intonarono la Marsigliese: Renato la suonava al piano e Maria la cantava in francese. La coppia fu arrestata e Renato Caccioppoli fu trattenuto per essere giudicato dal Tribunale Speciale. 
Grazie all'intercessione di alcuni amici influenti, la zia Maria Bakunin riuscì a salvare l'amato nipote dalla condanna al confino, facendolo credere pazzo. Si aprirono per Renato Caccioppoli le porte del manicomio giudiziario...
Presto però passò in una casa di cura privata, potendo ricevere anche la visita di amici e suonare il pianoforte. Dopo poco tempo riuscì a ritornare libero, anche se ogni volta che in città veniva programmato un comizio fascista, doveva scontare un periodo di internamento forzato nel manicomio; la stessa sorte che veniva riservata a molti dissidenti del regime.
Caccioppoli fu molto attivo in politica, anche se non ebbe mai nessuna tessera di partito; si fece parte attiva nell’organizzazione unitaria che si batteva per il disarmo, dal nome “Partigiani per la Pace”.
All'Università di Napoli, foto di gruppo con l'assistente, don Savino Coronato e i suoi allievi studenti di corso
E' ricordato dai tanti che lo conobbero in vita, soprattutto da quelli che furono i suoi studenti, per la particolare severità nei giudizi espressi agli esami, ma anche per saper encomiare quelle "matricole" che dimostravano, nel ragionamento matematico, dei particolati slanci di fantasia e autonomia di analisi. Aveva un fisico sempre asciutto, volto scarno, occhi arguti e sguardo profondo, con un ricorrente sorriso, pronto ad accompagnare delle battute di spirito... Si può affermare che Caccioppoli sia stato uno dei più prestigiosi matematici del novecento, conosciuto non solo tra i confini italiani, ma a livello europeo; egli ha contribuito a tenere alto il vessillo della nostra ricerca scientifica, quando l'Italia pagava un duro isolamento culturale e morale.
Per comprendere il suo carattere anticonformista, riportiamo due aneddoti: il primo, riguarda un episodio avvenuto durante la dittatura fascista: il regime aveva emesso un dispositivo che vietava agli uomini di portare a guinzaglio cani di piccola taglia, questo per conservare la "virilità italica", ed egli, quasi per sfida, si fece notare per strada, mentre passeggiava con una gallina al guinzaglio...
Il secondo aneddoto è l'episodio del comizio tenuto a un teatro di Bari, nel quale Caccioppoli fu invitato a parlare. Sul palcoscenico di quel teatro c'era casualmente un pianoforte e così, fuori da ogni schema e programma, egli si sedette al piano ed eseguì, davanti alla sala gremita di persone, diversi brani di opere classiche: Debussy, Strauss e Beethoven. Suonò in maniera impeccabile, come sapeva fare e, ovviamente, ricevette l'ovazione del pubblico... In risposta agli applausi ebbe a dire che per esprimere il significato della pace non c’era mezzo migliore della musica...
Le sue pubblicazioni scientifiche continuarono negli anni del dopoguerra, e altri riconoscimenti arrivarono dall'Accademia Nazionale dei Lincei, come negli anni 1952 e 1953, sempre per le scienze fisiche e matematiche. Fu socio e corrispondente di diverse accademie, tra le quali: l'Accademia Nazionale dei Lincei, l'Accademia Pontaniana, l'Accademia Patavina di scienza, lettere e arte...
Notevole anche il suo contributo alle pubblicazioni editoriali: tra gli anni 1947 e 1951 diresse, con Carlo Miranda, la rivista Giornale di Matematiche. Nel 1948 entrò come membro nel comitato di redazione degli Annali di Matematica. Dal 1952 fu membro del comitato di redazione di Ricerche di Matematica.
Foto di gruppo di docenti universitari
Gli ultimi anni della vita di Renato Caccioppoli furono a dir poco drammatici, deluso dalla politica e con il fallimento della sua relazione coniugale, finì per togliersi la vita, nel suo appartamento nel Palazzo Cellamare, in via Chiaia. Era l'8 maggio del 1959. 
Ci ha lasciato una ottantina di lavori di grande importanza, in gran parte sparsi, ma grazie al prof. Mauro Picone, sono stati raccolti in due volumi e pubblicati nel 1963, dall’Unione Matematica Italiana. Essi concernono l'Analisi funzionale, la quadratura delle superfici, il calcolo delle variazioni, la moderna teoria dell'integrazione, il calcolo differenziale, ecc.
Il prof. Renato Caccioppoli negli ultimi anni della sua vita
Nel 1931 estese il teorema del punto fisso di Brouwer.
Sulla vita di Renato Caccioppoli è stato prodotto anche un film, nel 1992, intitolato: Morte di un matematico napoletano, con la regia di Mario Martone.
A Renato Caccioppoli è stato dedicato il nuovo Dipartimento di Matematica e Applicazioni dell’Università Federico II di Napoli. Mentre il "Premio Caccioppoli" è assegnato dall'Unione Matematica Italiana.
Due grandi matematici  hanno così scritto sul suo conto:
- "Non amava il lavoro di lima e di rifinitura, ma preferiva affrontare costantemente problemi nuovi e con l’intuito geniale di cui era dotato sapeva spesso precorrere i tempi aprendo nuove vie al progresso della scienza” (Carlo Miranda);
Villa  Caccioppoli in una cartolina d'epoca
- "Sapeva muoversi in… spazi a dimensione infinita con estrema sicurezza intuitiva, comprendendo a prima vista dove l’analogia col finito funziona e dove l’analogia con gli spazi di dimensione finita cessa di funzionare” (Ennio De Giorgi).
Il fratello di Renato, Ugo Caccioppoli, che era nato nel 1905, divenne giudice del tribunale di Napoli e morì nella clinica Hermitage di Piscinola, il 18 agosto del 1992.
Salvatore Fioretto

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