giovedì 21 gennaio 2016

Quella notte di Natale del '43, a Piscinola si celebrò la prima Messa multietnica, per la Liberazione...!


Mons. Don Salvatore Nappa l'ho conoscevo di vista già da tempo, ma non avevo avuto ancora il piacere di parlargli personalmente; mi colpivano le sue interminabili omelie, tenute durante le celebrazioni a cui spesso partecipavo; omelie che ascoltavo con molto piacere, perché erano per me interessantissime e piene di novità. Ricordo quelle tenute ogni anno nella parrocchia di Piscinola, durante la festa del SS. Salvatore: solennità a cui, da buon piscinolese, Egli voleva essere a tutti i costi presente, per celebrare la Santa Messa delle ore 9:00.
Don S. Nappa ai tempi degli studi in seminario
Ed era proprio in queste occasioni che Egli, oltrepassando un po' la liturgia del giorno, raccontava tanti episodi e aneddoti della sua vita sacerdotale, ma anche aneddoti della storia di Piscinola e di Marianella: dei fascisti, dei tedeschi, del tram che si pagava mezza lira, dei soldati americani e di tanto e tanto altro ancora...!
Don Salvatore era la storia vivente di questo quartiere, Egli, con i suoi abbondanti 90 anni, era come pagine di un libro di storia viva, che non occorreva sfogliare, ma la storia di Piscinola e di Marianella era raccontata direttamente dalla voce di un suo protagonista...!
Con il tempo c'è stata per me l'occasione di conoscerlo personalmente e devo dire che conservo dei ricordi piacevoli e indelebili di quei nostri incontri e della sua straordinaria persona.
Oggi, a distanza di un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 17 dicembre 2014, mi piace qui ricordarlo e riportare questi bellissimi aneddoti, da lui spesso raccontati durante le omelie, che sono stati tratti integralmente dalle sue memorie.
Don Salvatore Nappa con il tenente Crosbei e altri militari dell'esercito americano, 1943
Ecco l'aneddoto raccontato da don Salvatore Nappa, a cui è intitolato questo post:
"Era la vigilia del Natale del 1943, dovevo andare in cattedrale, come tutte le mattine, ma era già un po' tardi rispetto alle altre volte. Per cui mi avvicinai alla caserma degli americani, un po' per il bisogno di andare in Cattedrale e un po' anche per curiosità e incontrai fortunatamente un tenente, che subito si presentò, era il tenente Crosbei, a cui io esposi il mio desiderio: essere accompagnato al centro per andare in Cattedrale.
Don S. Nappa, prima messa a Piscinola, 1942
Il tenente non fece difficoltà e diede immediatamente l'ordine. La macchina fu subito a mia disposizione (Gli americani avevano preso alloggio nell'edificio della scuola elementare). Come era mio dovere lo ringraziai e partii con una "jeep".
Al pomeriggio, lo stesso tenente volendo far festeggiare la vigilia di Natale a tutti i soldati americani, cattolici e no, si ricordò di me e andò in chiesa a cercarmi, ma non mi trovò, stava ritornando in caserma scontento e concitato e quando mi vide da lontano, perché anch'io stavo andando in chiesa mi fermò, mi aspettò, fece festa perché mi riconobbe e mi espose il suo desiderio: "La Santa Messa a Mezzanotte". 
Io non dissi subito di si, perché c'era il divieto a causa della guerra, ma mi misi d'accordo con il parroco Carandente e con i due sacerdoti, i Ferrillo, e andai a chiedere l'autorizzazione al Vicario Generale della Diocesi, mons. Giuseppe  De Nicola, che mi disse subito si. 
E così si celebrò la S. Messa a mezzanotte, dopo alcuni anni, con molta soddisfazione di tutti, americani e piscinolesi, e non vi dico la gioia che manifestò il tenente americano.
Da quel momento entrai nel cuore del tenente e di tutti i soldati americani. [...]".

Questo episodio della messa "comunitaria" di Natale, con i soldati delle truppe angloamericane uniti ai fedeli piscinolesi, è sicuramente un unicum nella storia della Seconda Guerra Mondiale, a Napoli e in Campania e, credo che, oltre a essere stata la prima celebrazione liturgica pubblica tenuta con la guerra ancora in corso, sia stata una delle prime celebrazioni religiose, multietniche e interconfessionali, svoltasi in una chiesa cattolica, ancor prima del Concilio Vaticano II...! 
Un'altra celebrazione di questo tipo credo che sia avvenuta proprio nella Cattedrale di Napoli, ma qualche mese dopo.
L'amicizia di Don Salvatore con i soldati americani si consolidò dopo l'episodio della Messa, tanto che egli divenne un ospite sempre gradito nella loro caserma di Piscinola; era spesso invitato a pranzo dagli ufficiali e dai sottufficiali, che ricordiamo appartenevano a un reparto di paracadutisti. Fu chiamato per il commiato alla loro partenza, quando essi furono destinati a partecipare a quello che fu ricordato come lo Sbarco di Anzio. I soldati vollero essere tutti confessati da don Salvatore. Dagli americani il nostro sacerdote ricevette anche un gradito dono, in segno della loro riconoscenza.

Ecco un'altra testimonianza di quell'amicizia con i soldati americani di stanza a Piscinola, nell'edificio della scuola Torquato Tasso.
"L'amicizia con i soldati americani continuò anche con gli altri che presero il posto dei primi paracadutisti. Tra di essi ci fu un tenente medico, molto cattolico ed ecclesiastico, che non solo veniva alla messa al mattino, ma si prestava ben volentieri a venire a visitare chi era ammalato e a dare anche le medicine.
Don Salvatore Nappa e Don Domenico Severino, anni '70
A lui devo se alla partenza da Piscinola, io potetti avere non solo il tavolo regolamentare di ping pong, che poi portai sempre con me nelle varie destinazioni sacerdotali, ma anche tutti gli attrezzi sportivi che avevano nella caserma e furono questi alcuni motivi per i quali tantissimi giovani in quel periodo convulso, politico e sociale, si avvicinarono all'Azione Cattolica, che aveva la sua sede a Via Vittorio Emanuele ('o Cape 'e Coppe). Gli altri motivi: la mia continua presenza in mezzo a loro, la filodrammatica, la recita del Rosario alla chiesetta della Madonna delle Grazie. [...]."

Don Salvatore Nappa raccontava spesso che, anni dopo la partenza dei soldati americani da Napoli, il tenente americano (quello con cui aveva stretto amicizia), era ritornato a Piscinola e, recandosi nella chiesa del SS. Salvatore, l'aveva cercato per poterlo salutare, ma purtroppo non lo trovò, perché egli ormai si trovava a Poggioreale, a fare il parroco della chiesa di via Traccia. Di quel mancato incontro Don Salvatore era rimasto molto dispiaciuto e, a distanza di tanto tempo, lo ricordava ancora con triste nostalgia.
Bozzetto della facciata della chiesa del SS. Salvatore, eseguito per i lavori di rifacimento degli anni '50

A don Salvatore Nappa ho dedicato il mio libro "C'era una volta la Piedimonte", ed. 2014.

Dedicheremo in futuro altri post a Mons. Nappa, con altri suoi aneddoti e, ancora, un completo suo ritratto biografico.
Salvatore Fioretto

Ringrazio l'amico Salvatore Nappa, per la sua generosa collaborazione a Piscinolablog, per avermi fornito le notizie utili per questo post e per avermi dato la possibilità di pubblicare alcune foto della vita di suo zio, mons. don Salvatore Nappa.

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Mons. don Salvatore Nappa saluta il papa Giovanni Paolo II, in visita pastorale a Scampia, novembre 1990