venerdì 22 febbraio 2019

Quei notai di Piscinola, di tanto tempo fa...!




Antico stemma della municipalità di Napoli
A volte sorprende scoprire, nel corso delle nostre ricerche, tante notizie storiche riguardanti l'antico Casale di Piscinola. Sorprende soprattutto il fatto che un centro civico periferico, alquanto limitato, sia per estensione superficiale che per numero di abitati, abbia prodotto tanta eccellenza e sia stato nel corso dei secoli il luogo di appartenenza di tanti personaggi notabili della storia di Napoli; abbiamo, infatti, narrato su queste pagine del blog tante storie di personaggi: dai patrioti agli illuministi, dagli scrittori agli scienziati, dai musicisti ai letterati, dai condottieri ai giureconsulti. E non si finisce mai di scoprire...! Continuiamo a trovare nuove notizie, sempre più importanti e preziose, che riguardano questa terra: un piccolo scrigno della cultura! Un luogo antico, seppur piccolo, ma con una storia di degno di rispetto!! E possiamo dirlo, senza riserve: il quartiere di Piscinola non è secondo a nessun quartiere di Napoli per importanza storica! Sono le notizie pubblicate fino ad oggi a darci conferma di quanto sostenuto!
Questa considerazione la possiamo estendere ugualmente anche agli altri antichi Casali del territorio a nord di Napoli, Marianella, Miano, Chiaiano, Polvica, Secondigliano, ecc.
Questa volta descriveremo un pezzo di storia del quartiere, che è forse ancora inedita, vale a dire di quando Piscinola, tra i secoli XVIII e XIX, fu una delle sedi notarili del Regno di Napoli.

Iniziamo con la testimonianza più antica, risalente alla seconda metà del '700.
Autoritratto di De Mura (Galleria degli Uffizi)
Dalla storia del pittore napoletano Francesco De Mura ricaviamo la testimonianza che narra dell'esistenza e dell'operato del regio notaio Nicola Valenzia, con sede nel casale di Piscinola. Valenzia fu notaio di fiducia e soprattutto amico del famoso pittore De Mura, appartenente come è noto alla scuola napoletana di pittura del tardo barocco. Non sappiamo quasi niente della vita di questo notaio, ovvero se a Piscinola avesse solo l'ufficio o anche la sua abitazione. Forse era attaccato a questo territorio per origini familiari e forse per nascita, ma al momento, in base alle informazioni che abbiamo, non possiamo affermarlo con certezza. Altre ricerche occorreranno...
L’11 ottobre 1780 per mano del notaio Michele Valenzia di Piscinola, il pittore Francesco De Mura dettò il suo testamento, attraverso il quale, al Pio Monte di Misericordia di Napoli lasciava gran parte delle sue sostanze. Gli lasciò tutto quanto contenesse la sua casa: un capitale che raggiungeva l'impressionante cifra (in danaro contante) di 55.454 ducati, oltre i suoi 187 quadri, gli argenti, il mobilio, le carrozze, nonché altre numerose fedi di credito...!
Nell'atto scritto a Piscinola, a conclusione delle disposizioni di De Mura, si legge:“Io Francesco de Mura di questa Città ritrovandomi infermo di corpo, sano però per la Dio grazia di mente, e d’intelletto, e del mio retto parlare e memoria parimente esistente, dichiaro, che sotto il dì undici Ottobre dell’anno 17ottanta feci il mio inscriptis chiuso, e suggellato Testamento, che diedi a conservare al regio Notar D. Michele Valenzia di Napoli. Indi il 26 Febbraio dell’Anno 17ottantuno feci un Codicillo chiuso che consegnai parimenti…”.
Mappa dei luoghi a nord di Napoli, anno 1836 ca.
Allo studio notarile di Piscinola, De Mura tornò altre volte per aggiungere codicilli al suo testamento, fino al febbraio del 1781.
In uno di questi codicilli, per dimostrare la sua stima e riconoscenza per l'amicizia, si legge anche un dono offerto al notaio Michele Valenzia:
[...]“Item lascio juri Legati al suddetto Regio Notar Don Michele Valenzia, mio carissimo amico, docati cento per una sola volta, per un fiore per le tante fatighe per me fatte…”.
Nell'atto si legge, ancora: "E voglio che gli esecutori del presente mio Codicillo siano quelli stessi da me stabiliti nel citato testamento inscriptis, con le medesime facoltà, e non altrimenti. E finalmente dichiaro, che con il suddetto mio testamento, ordinai di corrispondersi al mag.co Notar Don Michele Valenzia, annui docati venticinque sua vita durante, colle leggi e condizioni indetto Testamento…”
Sotto al documento si legge chiaramente il luogo della stipula notarile: Piscinola Lì undici Ottobre millesettecento ottanta - Io Francesco di Mura ho disposto come sopra.
(notizie tratte da "Napoli Nobilissima", vol. 9, ed. Arte Tipografica, 2008). 
Nella Prammatica di Ferdinando IV del 10 luglio 1803, si apprende che il notaio di stanza a Piscinola era un certo D. Giosuè Piccirillo.
Antico stemma della municipalità di Napoli
Un'altro notaio regio, attivo nella sede di Piscinola, nella metà dell’’800, fu D. Filippo Barbati. Troviamo il suo nome riportato in un regio dispaccio, emesso nell'anno 1849. L'atto, del quale riportiamo la parte d'interesse, sancisce l’approvazione reale per l’accettazione delle donazioni offerte da alcuni fedeli in favore dell’opera della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria in Secondigliano. All’epoca era ancora vivente il suo fondatore, oggi diventato santo, ovvero San Gaetano Errico: nato e morto a Secondigliano. 
L’atto in parola recita così:
(N.874) "Decreto contenente il sovrano beneplacito accordato alla congregazione de’ PP. Missionari sotto il titolo de’ SS. Cuori di Gesù e Maria in Secondigliano nella provincia di Napoli per accettare le pie disposizioni in pro di essa fatte: 1 dal sacerdote D. Giovanni Riccardi con pubblico testamento del primo di settembre 1845 per notajo in Ponticelli Raffaele Benigno; 2 dal sacerdote D. Pasquale Occhicone per atto tra vivi de’ 25 di agosto 1840 pel notajo in Andretta Giambatista Luongo; 3 Da Maria Gaetana Russo con testamento pubblico de’ 26 di maggio 1832 pel notajo in Piscinola Filippo Barbati; 4 da Caterina Altamura per atto tra vivi de’ 23 di luglio 1828 pel notajo Michele Casolla; 5 da Orsola Alfiero con testamento pubblico de’ 12 di luglio 1837 per notajo Cosmo Miranda; 6 dal sacerdote D. Cosmo Andretta con testamento mistico de’ 5 aprile 1838 presso il riferito notajo Miranda; 7 e finalmente da Berardino Cardone con pubblico testamento de’ 17 di febbraio 1842 pel notajo Filippo Barbati; dovendo però restar salvi i diritti de’ terzi, ed eseguirsi tutte le condizioni e clausole accennate da’ suddetti pii disponenti ne’ loro atti rispettivi, de’ quali dovrà pure prendersi nota nella platea della congregazione. (Napoli, 16 maggio 1849)." (da "Collezione delle leggi e de' decreti reali del Regno delle Due Sicilie" , pp. 130-131).

1692, Campagna Felice, Bulifon-de Silva

Il terzo regio notaio di Piscinola, qui narrato in ordine di tempo, è stato D. Domenico Liccardi. Ecco i documenti che testimoniano sulla sua esistenza e sul suo operato:
(N. 9985) Decreto che autorizza la chiesa parrocchiale di S. Biase di Mugnano in provincia di Napoli ad accettare il legato rimasole dal sacerdote D. Sabatino Chianese con testamento pubblico de’ 9 aprile 1844 per lo notajo in Piscinola Domenico Liccardi; salvo i diritti de’ terzi, e dovendo eseguirsi i pesi imposti, e notarsi nella platea della chiesa (Napoli, 14 febbrajo 1846).
Stemmi dei Sedili di Napoli
(N. 10168) Decreto che permette alla chiesa parrocchjale di Piscinola in provincia di Napoli ad accettare la donazione fattale da D. Teresa Ippolito con istrumento de’ 18 di ottobre 1845 per lo notajo Domenico Liccardi; salvo i diritti de’ terzi e l’esecuzione de’ pesi imposti da notarsi nella platea della chiesa parrocchiale. (Napoli, 12 giugno 1846)."
Sempre riferendoci a documenti che menzionano il notaio Domenico Liccardi, interessante, a parer nostro, è questo decreto che abbiamo trovato e che riportiamo per intero: esso descrive una controversia sorta per problemi di eredità. La cosa interessante è quella che esso ci consente di leggere, a distanza di oltre 170 anni, un documento ufficiale del tempo, quando Napoli era capitale di un Regno e quando gli atti ufficiali riportavano, oltre le disposizioni del re regnante, con tanto firma e di sigillo reale, anche la sottoscrizione di una serie di ministri in carica.
(N. 11274) Decreto autorizzante la chiesa parrocchiale di S. Biase in Mugnano ad accettare la disposizione fatta in suo favore da D. Sebastiano Tafuri.
Napoli, 11 Gennajo 1848.
FERDINANDO II. PER GRAZIA DI DIO RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME EC. DUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO EC. EC. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA EC. EC. EC.
Veduto il testamento per atto pubblico de’ 6 di ottobre 1845 per lo notajo in Piscinola Domenico Liccardi, col quale D. Sebastiano Tafuri, tolti due legati di ducati cento l’uno, chiamava a se erede della proprietà de’ suoi beni la chiesa parrocchiale di S. Biase in Mugnano, e nell’usufrutto D.a Cristina Liccardi e D.a Benedetta e D.a Teresa Tafuri, madre e sorelle di lui rispettivamente, col peso dell’istituzione di una cappellania e della elemosina di annui ducati cinquanta a’ poveri di Mugnano;
Veduta la domanda della chiesa anzidetta, chiedente il nostro beneplacito per l’accettazione della enunciata disposizione;
Veduti i reclami da parte di D. Cristina Liccardi, e delle sorelle Tafuri, pe’ quali si attaccava il testamento per nullità, e per lesione di legittima della madre del testatore, e della proprietà delle sorelle;
Veduto l’istrumento di transazione de’ 14 di agosto 1846 per lo notajo in questa capitale Giovanni Mango, approvato con rescritto pontificio de’ 16 aprile 1847, per lo quale è stabilito che, fermo rimanendo l’usufrutto come sopra disposto, dovesse la proprietà dividersi in due parti eguali, l’una a favore della chiesa parrocchiale, l’altra delle signore Liccardi e Tafuri, con che però dovesse rimanere a carico della chiesa stessa il pagamento di due legati su riferiti di ducati cento l’uno, e degli altri pesi imposti;
Veduto l’articolo 826 della prima parte del Codice per lo Regno delle Due Sicilie;
Veduto il parere della Consulta de’ nostri dominii di qua del Faro;
Sulla proposizione del nostro Ministro Segretario di Stato di grazia e giustizia;
Abbiamo risoluto di decretare e decretiamo quanto segue.
Art.1 Accordiamo il nostro beneplacito perché la chiesa parrocchiale di S. Biase in Mugnano, provincia di Napoli, possa accettare con beneficio dell’inventario la disposizione come sopra in favor suo da D. Sebastiano Tafuri, ne’ termini però dell’istrumento di transazione de’ 14 di agosto 1847, che rimane approvata, salvo rimanendo i diritti di terzi.
2. Di tale disposizione e de’ pesi annessivi, che dovranno esattamente eseguirsi, sarà presa nota nella platea della chiesa medesima.
3. I nostri Ministri Segretarii di Stato di grazia e giustizia, degli affari ecclesiastici, e dell’interno, ciascuno per la parte che lo riguarda, sono incaricati della esecuzione del presente decreto.
                                               Firmato FERDINANDO.


Il Ministro Segretario di Stato
di grazia e giustizia
Firmato, Nicola Parisio
Il Consigliere Ministro di Stato
Presidente internino del Consiglio de’ Ministri
Firmato, Marchese di Pietracatella.




Altre indagini e ricerche ci attendono, per cercare i dettagli della storia e della vita dei personaggi qui narrati, ma ci vorrà ancora del tempo...; intanto il post pubblicato ha saputo rendere un altro meritato elogio alla terra che li ha accolti: a Piscinola, terra di santi, di poeti, di musicisti, di scrittori, di giureconsulti e... di notai!
Salvatore Fioretto