sabato 31 ottobre 2020

Mugnano e Piscinola, due centri urbani accomunati dalle vicende storiche e antropologico-ambientali

Erano due antichissimi Casali, e sono ancora oggi due abitati storici, confinanti e molto vicini tra loro, soprattutto dal punto di vista storico-antropologico. Il primo centro è rimasto Comune autonomo, mentre l'altro è diventato uno dei tanti quartieri sparsi nella sterminata periferia nord della metropoli napoletana. Parliamo di Mugnano e di Piscinola. Due centri urbani e territoriali, questi, sempre legati storicamente tra loro, che hanno tante cose in comune.
I cari lettori, che seguono costantemente queste pagine del blog, hanno potuto verificare quanti sono stati gli eventi e i personaggi  storici che sono stati descritti fino ad oggi nei vari post pubblicati, che risultano collegati sia alla storia di Piscinola e sia a quella di Mugnano, come ad esempio: il patriota Aniello Migliaccio, il mons. Salvatore Cavallo, il padre missionario Nicola Frascogna, e poi i personaggi del popolo: Giuseppina Bianco, Luisella, ...
Dal punto di vista storico-amministrativo, le due realtà territoriali: Mugnano e Piscinola, sono state unite tra loro fin dal periodo del "Decennio Francese", quando, con la suddivisione amministrativa messa in atto dagli occupanti transalpini, si videro creare i Distretti e i
Circondari, che insieme, nella vasta area territoriale napoletana, costituirono lo scheletro della nascente "Provincia di Napoli"; siamo nell'anno 1806.
Mugnano amministrava uno dei nove "Circondari" con i quali era stato suddiviso il Distretto di Casoria, (gli altri erano:  Casoria, Giugliano, Arzano, Caivano, Afragola, Pomigliano d'Arco, S. Antimo, Frattamaggiore).

Il Circondario di Mugnano amministrava, a sua volta, i Comuni di Melito, di Calvizzano e di Piscinola, oltre allo stesso Comune di Mugnano. Questa suddivisione amministrativa fu mantenuta anche dopo la restaurazione borbonica, e durò fino all'Unità d'Italia, quando il territorio di Piscinola fu annesso al Comune di Napoli, come Villaggio, mentre Mugnano, Calvizzano e Melito mantennero lo status comunale autonomo.
Dopo l'Unità, i Circondari furono aboliti, così pure i Distretti, mentre restava in auge l'istituzione della Provincia di Napoli.
Proprio in questo momento storico furono modificate le lapidi toponomastiche: a Piscinola, quella che specificava l'appartenenza del Comune al Circondario di Mugnano, fu sostituita con quella che definiva il nascente "Villaggio di Piscinola", nell'ambito del quartiere di San Carlo All'Arena di Napoli. Una di questa lapide è sopravvissuta fino ai nostri tempi e si trova all'inizio di Via del Plebiscito a Piscinola. Mentre a Mugnano è sopravvissuta, invece, la lapide che definiva lo status di capoluogo di Circondario nel distretto di Casoria (come si può vedere nella foto qui sopra).
Tra la fine dell''800  e l'inizio del '900, i due centri furono collegati con i nascenti mezzi di comunicazione a motore, prima a vapore e poi elettrici. A fine dell''800, la società delle tramvie di Capodimonte (nacque con la denominazione di Tramvie del Nord), istituì la linea tramviaria che collegava il centro di Napoli con Giugliano, passando per il Frullone, San Rocco, Marianella, Mugnano e Marano.  Ma con  l'arrivo del secolo '900, fu la costruzione della ferrovia "Napoli Piedimonte d'Alife", ad essere l'arteria vitale che permetteva il commercio e la comunicazione più intensa e diretta tra le popolazioni di questi due antichi centri: Mugnano e Piscinola.
Il territorio agricolo, di un tempo, che non aveva soluzione di continuità, perché si estendeva omogeneamente aldilà dei confini amministrativi dei due centri, era particolare e univoco, sia per possedere delle spiccate caratteristiche botaniche di fertilità e sia per avere un'elevata feracità nella produzione agricola. Questo territorio era ricco di masserie inserite in un contesto agricolo uniforme, costituito da immensi e lussureggianti campi "scampagnati", coltivati a grano, orzo, canapa, ortaggi, frutta, viti; inoltre, con la presenza di canneti, si evidenziava anche delle forme di fauna selvatica abbastanza variegata, che ha caratterizzato il territorio anche dal punto di vista faunistico.
Per descrivere il territorio utilizzeremo due testimonianze storiche e una terza un po' poetica.  Le due testimonianze storiche sono quelle del poeta Giacomimo Pugliese, che fu attivo nel XIII secolo, e quella dello storico Summonte. Eccole in ordine: Il Poeta Giacomino Pugliese (XIII sec.), attivo presso la corte di Federico II, così descrive la “Liburia”, “Niun luogo al mondo, era più giocondo, di quel tratto della Liburia, pieno di ricchezza, utile, ameno, abbondante di seminati, di frutti, di prati di albereti. Quivi su l’uno e l’altro fianco della Via che da Napoli correva quasi diritta all’Anfiteatro dell’antica Capua, tagliando a mezzo quella distesa verdeggiante di campi, spargevansi numerosi villaggi e Casali, assai più che non siano oggi. Perché nei documenti del tempo, coi nomi tuttora vivi di Casolla, S’Adiutori, Teberola, Saviano, Piro, Pascariola ed altri, ricorrono quelli, oggi periti di casa Aurea, Raviosa, Pastorano, Decazano e altri”.

Meleto: maturazione delle mele annurche su letto di paglia

La Liburia era la denominazione data nel Medioevo per indicare l'intera estensione territoriale, che in origine comprendeva l'area geografica posta tra il ducato di Napoli e il principato di Capua.
Lo storico Summonte, citando i Casali esistenti nel XIV secolo intorno alla città di Napoli, tra cui quelli di Piscinola, Marianella e Mugnano, così scrive “[…] Questi Casali sono abbondantissimi di frutta di ogni sorta e qualità[…]. Sono anco fertilissimi di vini preziosi e delicati, di frumento, di lino finissimo e canapo di grande qualità, di bellissime sete, vittovaglie di ogni sorte, selve, nocellami, polli, uccelli, et animali quadrupedi, così da fatica come da taglio: gli abitatori di questi Casali, quasi ogni giorno vengono a Napoli a vendere le loro cose”.
La terza e ultima testimonianza, che è sicuramente più poetica, è quella da me declamata nello scorso mese di settembre, nella storica villa Vulpes di Mugnano, nel corso del "Salotto Letterario", organizzato dagli amici Vittorio Calabrese e Salvatore Salatiello, dal titolo: "Artieri e Artisti, in salotto al chiaro di luna", seconda edizione, 2020". Ecco il video della registrazione del mio intervento con le due poesie dedicate alla ferrovia Piedimonte e alla Masseria di Piscinola.

Link: Intervento presso Villa Vulpes di Mugnano per ricordare i legami tra i due territori (premere con il mouse su questa scritta)

Salvatore Fioretto

Questo post è dedicato all'amico, storico, poeta e scrittore, Carmine Cecere, il quale in questi anni ha dedicato tante delle sue energie per la ricerca storica su Mugnano, pubblicando molti testi di storia patria.