lunedì 24 dicembre 2018

Villaggi di Miano e Mianella, Sezione San Carlo All'Arena: anno 1913. "3° Rapporto di viaggio!

Dopo i due precedenti viaggi, eseguiti con successo nei Villaggi di Piscinola e di Marianella, siamo alla terza e ultima esplorazione; questa volta manderemo il nostro inviato "Vicus", alla volta dei Villaggi di Miano e di Mianella, nell'anno 1913... 
Abbiamo scelto come data, il giorno 7 agosto che, come è noto, coincide con una importante ricorrenza comunitaria, vale a dire la festa di San Gaetano Thiene, insigne santo, compatrono della Chiesa napoletana, qui patrono da almeno due secoli.

Leggiamo ora il rapporto del secondo viaggio esplorativo, ricordando ancora che le note riportate tra due parentesi tonde, precedute dall'acronimo "ndr", sono inserite dalla Redazione per chiarire alcuni toponimi:

3° Rapporto di viaggio
Data:  7 agosto 1913 (giovedì)
Inviato: Vicus
Ora inizio: 11:00
Luogo di Atterraggio: Via di Miano (lato Capodimonte)
Condizioni climatiche: Temp. 32°C, cielo limpido e sereno, assenza di vento, tasso di umidità elevato.
"Viaggio di andata, con atterraggio regolare.
Mi trovo nell'anno 1913, nella nuova via Miano (angolo con via Capodimonte), vicino all'incrocio con via Bosco di Capodimonte, dove c'è lo scambio dei "Tramwais", della società Tramvie di Capodimonte.
Procedo per questa ampia strada, dirigendomi verso il centro dell'antico villaggio di Miano. Lascio a lato destro la porta del Regio Parco di Capodimonte, detta Porta Piccola. Al civico 3 c'è la villa Laura, al civico 6 la proprietà Guarino, mentre al civico 13, la rivendita n. 307 di "Sale e Tabacchi", il cui titolare è il sig. Bosso Francesco, mentre, al numero 17, una panetteria (angolo via Lieti). Tra i civici 22-24 c'è la proprietà di Giovanni Menniti. All'incrocio con via San Rocco al Garittone, al numero 27, c'è l'ampio deposito della società "Tramvie di Capodimonte", detto "Garittone". Proseguendo, al civico 31, c'è la proprietà di Pisano Gaetano e al civico 37, la villa Ferretti, del cavaliere Nicola Ferretti. In successione trovo: al civico 38, la proprietà Baratta, al civico 43, c'è un meccanico: Santucci Raffaele, nel possedimento di Giuseppe Mastropaolo, mentre al civico 46, c'è la proprietà di Russo Giuseppe (che costeggia il ponte del Cavone). 
Al civico 46, c'è la casa di Cura Villa Russo, proprietà del cav. Russo Giuseppe (viene nel posto indicata come "Manicomio di Miano", perché qui si curano i malati di mente): il direttore della struttura è il dottore Andrea Grimaldi, mentre Gennaro Russo è consigliere provinciale. Altre proprietà che seguono sono quelle di Pagano Vincenzo (al civico 47) e del marchese di Montelungo (al civico 53). Al civico 78 della stessa strada, trovo l'esercizio di un Caffè, del signor Luciano Amalia. Qui una pausa è d'obbligo, gustando un buon caffè!
Sul lato sinistro di questo incrocio c'è una rampa, che conduce alla famosa e antica trattoria detta "'O Schiavuttiello", infatti, come indica la grande insegna esterna, la taverna esiste qui fin dalla seconda metà dell''800. Il buon odore di ragù, che arriva fin sotto la strada, dove mi trovo, lascia presagire l'ottima e genuina cucina che si può gustare ai suoi tavoli, anche all'aperto, sotto un fresco pergolato...
Entro nel villaggio, per la via a destra (di fonte alla citata proprietà Montelungo), chiamata Via Quattromani (ndr.: oggi via Vittorio Emanuele III) e procedo fino a piazza Guardia Nazionale (ndr.: oggi Piazza della Milizia). 
Ecco quello che incontro: al civico 67, c'è un negozio di generi commestibili, al civico 65, c'è il palazzetto di proprietà dei fratelli Russo Gennaro e Pasquale; in esso trovano abitazione gli insegnanti della scuola locale, Ferrante Antonio e Gargiulo Vincenzo.  Al civico 64, c'è un salone, mentre al civico 58 (angolo con vico Parise), c'è la bottega di stagnaro, del sig. Pietro Passando. Continuando per questa strada, trovo, in sequenza: al civico 56, il Caffè Siciliano, al civico 52, l'oreficeria di Esposito Ferdinando, al civico 47, la beccheria di Manco Pasquale e, infine, al civico 44, la proprietà dello stesso Manco.
A metà strada, sulla sinistra, incontro una graziosa cappellina, dedicata al patrono San Gaetano, il cui piccolo ingresso è incastonato in un antico palazzo. Forse essa è stata la cappella privata di un palazzo nobiliare.
Sempre su questa strada, in ordine di apparizione, trovo: al civico 43, un vinaio, altro vinaio più avanti ai civici 33-34, al civico 26, c'è la rivendita di Sale e Tabacchi, n. 199, della signora Canfora Carmela, al civico 25, c'è la proprietà di Andrea Iovine, al civico 18, c'è il circolo di Unione Democratica, al civico 15, c'è un esercizio di generi commestibili, al civico 12, c'è la proprietà di Giovanni Pecoraro, mentre, al civico 11, c'è la villa Immacolata. Ancora: ai civici 8-9, c'è l'esercizio commerciale di vini e di generi commestibili, di Raffaele Musella, segue la proprietà di Ettore Cocozza e l'abitazione della levatrice condotta Carmelina Tommaselli; infine, ai civici 1-2, c'è la proprietà di Occhetto Chiarina. 
Giungo quindi in piazza Guardia Nazionale. Descrivo ora questa piazza: Al civico 1, c'è l'esercizio di un Salone, al numero 2 gli uffici delle "Regie Poste e Telecomunicazioni", al civico 3, troviamo la farmacia del dott. Luigi Farina, mentre al civico 6, all'angolo con via Pietro Colletta, c'è un affermato Caffè. Andando ancora oltre, al civico 9, c'è una beccheria e al civico 10, il Banco Lotto, n.144 (angolo di via Urbano Rattazzi). Infine, ai civici 12-14, c'è un altro Caffè, quello di proprietà di Giuseppe Russo (angolo via Quattromani).
Dopo aver ammirato questa piazza, mi oriento e procedo a sinistra, andando verso la parrocchia del villaggio, dove si venera San Gaetano. La strada prende il nome di via Pietro Colletta (ndr.: oggi via  della Liguria). Al civico 2, c'è la società San Luigi Gonzaga, al civico 9, il negozio di tessuti, di Di Maio Giuseppe, al civico 10, c'è un palazzetto di proprietà dei fratelli Bocchetti (Enrico, Giuseppe e Luigi) e dell'imprenditore Enrico Marfella. Segue al 13b la chiesa parrocchiale, sotto il titolo di: Maria Santissima Assunta in Cielo. Oggi c'è una grande calca di devoti, fin fuori all'ingresso del tempio, perché si apprestano a iniziare la solenne messa dedicata alla festa patronale di San Gaetano da Thiene.
Procedendo oltre, al civico 13e, trovo un'altra rivendita di Sale e Tabacchi, n.200, del signor Di Maria Giuseppe. Il palazzetto col civico 24 è di proprietà dei fratelli Scarola, Angela e Michele. In esso trova abitazione l'avvocato Antonio Ventolini. Infine, al civico 16, c'è l'orticoltore, signor Michele Tammaro. Incrocio anche lo stretto vico Filangieri, che dalla fine di via Colletta, conduce fino a via del Ponte.
Sono giunto a Piazza Tiglio (ndr. oggi piazza Regina Elena). In piazzetta, ai civici 5 e 6, trovo i locali dell'Unione Monarchica. Al civico 8, c'è il Caffè di Domenico Mango, mentre al civico 13, un negozio di generi commestibili. Proseguo nella comunicante via senza uscita, chiamata via Tiglio. Ai civici 11 e 14, si trova il palazzetto di proprietà della famiglia Chiarolanza (Gaetanina, Anna, Ernesto e Gaetano), e ai civici 15-16, c'è il negozio di vini, di Domenico Mango. Sul lato posteriore della piazza e della Parrocchia di Miano, ci sono due vicoli senza uscita: vico I e vico II Chiesa. Al civico 8 del primo, ci sono le abitazioni della levatrice condotta, Moccia Angela e dell'impresario Sparano Pasquale; mentre, al vico II Chiesa, c'è la proprietà di Di Maio Giuseppe. Più avanti si trova anche vico Pace.
Ritorno indietro e incontro via Municipio e via cupa della Vedova. Percorro la strada che va verso il cimitero di Miano, che si chiama via del Ponte. A metà strada c'è la proprietà Di Giacomo, mentre, al civico 25, c'è l'abitazione dello stuccatore, Gaetano Bocchetti (ndr.: quasi sicuramente è il pittore Bocchetti, del quale abbiamo dedicato un post qualche tempo fa) e dell'imprenditore della redazione del Mattino, Alessandro Casavola.
La strada, circondata da giardini e da fertili tenimenti di campagna, giunge al Largo Madonna dell'Arco, dove si erge l'antica e venerata chiesa della Madonna dell'Arco, con l'annesso convento retto dai frati francescani. Mi dice un viandante che nel Lunedì in Albis di ogni anno, in questo largo ha luogo una bellissima fiera, con tante bancarelle e moltissimi devoti, che vengono a venerare la prodigiosa immagine della Madonna, qui esistente da tanti secoli.
Nel Largo, al civico 2, c'è la proprietà Chiarolanza, ai civici 4 e 5, la chiesa e il convento già menzionato, mentre al civico 6, c'è la sede delle Guardie di Città. La strada posteriore al cimitero, che parte dal Largo Madonna dell'Arco, si chiama via Secondigliano ed è tutta circondata da fertili campagne, essa conduce, come si può ben desumere, al Comune di Secondigliano. Da lontano si vedono abbassare le sbarre del passaggio a livello, perché è in transito il treno della "ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife", la ferrovia è stata inaugurata da pochi mesi.
Il cimitero municipale presenta una scala di accesso con cancello. La strada che mena a lato sinisto, si chiama via Cimitero e conduce anch'essa nel Comune di Secondigliano, attraversando il tenimento chiamato Masseria Cardone. Via del Ponte presenta tre vicoli, che prendono il suo nome: vico I; II e III del Ponte, nel vico I del Ponte, mi indicano la proprietà del signor Musella Vincenzo.
Ritorno indietro, fino a via Quattromani e mi conduco in via Parise; qui siamo nella parte più popolare e antica di Miano, la strada è un dedalo di vicoletti: ci sono ben tre grandi che prendono il nome di: vico I, II e III Parise. Nella via Parise, al numero 7, c'è la proprietà di Manco Raffaele, al 19, il posto di guardia della Società di distribuzione dell'energia elettrica e anche il negozio di vini, del signor Paladino Marco.
Nel vico II Parise, al civico 2, c'è il palazzetto di proprietà dei signori: Bocchetti Giuseppe, Mango Gaetano e Filippo Russo. Al vico III Parise, al civico 7, c'è la proprietà di Caterina Iovine, al civico 31, trovo il negozio di vinaio, mentre ai civici 32 e 33, i palazzetti di proprietà di Ricci Enrico e di Patrone Luigi.
In questa strada abita uno dei poeti più autentici e popolari della melodia partenopea: Capaldo Giuseppe, autore della celebre "'A tazza 'e cafè", musicata da V. Fassone e, ancora, delle canzoni: "Ll'arte d''o sole" e "Comme facette mammete", musicate da S. Gambardella, di "Hanna turnà",  musicata dal cav. Feola, di "'E lampadine" (sua anche la musica) e di tante altre melodie (ndr.: morirà in questa strada, il 26 agosto 1919). Sono riuscito a incontrarlo e a stringergli la mano.
Ritorno indietro, fino a piazza della Guardia Nazionale, e imbocco Via Urbano Rattazzi (ndr.: oggi via Principe Umberto), strada che conduce al Cavone di Mianella .
Al civico 31, c'è un esercizio di pompe funebri, al civico 35, la rivendita n. 201, di Sale e Tabacchi, del signor Di Maio Luigi, al civico 48 il negozio di vini di Giuseppe Tammaro e, infine, al civico 49, un negozio di pasta alimentare. Dal termine di via Urbano Rattazzi proseguo e la strada si chiama via Mianella
Al civico 4 di via Mianella, c'è la Villa Ricci, del signor Stazio Achille, al civico 7, la proprietà di Maione & Sepe, nella quale si trova il negozio di Pasquale Gallo e l'abitazione di proprietà del signor Giovanni Mirabella (angolo via Capodichino). Al civico 8 (angolo con via Mianella), trovo il negozio di Vinaio, al civico 13, c'è il negozio di Parrucchiere di Orgillo Aniello. Proseguendo, al civico 20 della strada, c'è il palazzo Curati, che è sede della Brigata RR. della Guardia di Finanza.  Al civico 25, c'è la villa Triola e al civico 26, c'è il negozio dell'ebanista Gaetano Muratore. Proseguendo ancora, al civico 27, trovo la proprietà Curati, al 34, la proprietà Monaco, con abitazione del tenente di riserva Addone Filippo, al civico 37, la proprietà di Monaco Gaetano, capitano a riposo e, infine, al civico 40, la proprietà Sacco. Lungo la strada trovo il vico senza uscita, detto vico Cotugno: al civico 2 del quale c'è il palazzetto di proprietà di Filomena Campa e di Giovanni Ippolito. Più avanti, un altro vico senza uscita si chiama vico Cirillo.
Sulla strada c'è la stradina (cupa) che conduce al Cavone, dove trova sede l'antica e venerata chiesetta della Madonna degli Angeli al Cavone. Da qui è possibile raggiungere, da un lato, i Ponti Rossi e Capodichino e, dall'altro lato, Capodimonte, costeggiando l'alveo del Vallone di San Rocco. Dal lato di Capodimonte, la stradina termina con delle scale costeggianti il muro del bosco di Capodimonte, ovvero, via e scale Croce al Bellocchio. In questa strada si trova, al civico 2, la villa Risoli, sede delle Guardie Municipali (del municipio di Napoli, sezione San Carlo all'Arena) e, ancora, sede della scuola Municipale. Più avanti c'è la discesa del Bellaria che, prima della via Miano, conduce alla proprietà Menniti.
Nella strada che conduce verso Capodichino, che si chiama via Cupa del Cavone, s'incontrano le proprietà: Fleurent, Bellucci e la già menzionata cappella del Cavone.
Ritorno con passo veloce all'incrocio di via Quattomani con via Miano, trovo giusto il tempo di ritagliarmi una pausa pranzo, alla trattoria "'O Schiavuttiello", prima della partenza. Sono accolto molto cordialmente dai proprietari... Non vi dico come è stato il pranzo..., altrimenti piangereste per la "cucina del Terzo Millennio"...! Dico solo che ho mangiato divinamente e bevuto un buon vinello di Perepalummo (Piedirosso), prodotto nelle campagne della vicina Piscinola. Ah! dimenticavo, il "re" nel menù è stato il piatto tipico di Miano, preparato appositamente per la festa di San Gaetano, ovvero: "'o ruoto 'e stocco"...!
Un buon caffè chiude la mia permanenza in questo bel Villaggio, che non ha nulla di meno degli altri che ho già visitato.
Ritorno alla "navicella" per il rientro alla base. Devo attendere qualche minuto per il decollo, perché è “uscito” San Gaetano in processione e i mianesi lo stanno omaggiando con dei bellissimi fuochi pirotecnici... potrebbero disturbare la manovra...
Rientro alla base nell'anno 2018, 24 dicembre, senza alcun problema. Qui è Natale...!
Buona Natale a tutti!!
Fine dei viaggi esplorativi. 
Firmato Vicus
                                                           Salvatore Fioretto 
        










    







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sabato 27 ottobre 2018

Villaggio di Marianella, Sezione San Carlo All'Arena: anno 1913. "2° Rapporto di viaggio!


Dopo il primo viaggio, eseguito con successo nel Villaggio di Piscinola, siamo alla seconda esplorazione, questa volta manderemo il nostro inviato "Vicus", alla volta di Marianella, nell'anno 1913... 
Abbiamo scelto come data, il giorno 27 settembre che, come è noto, coincide con un'importante ricorrenza comunitaria, vale a dire  con la nascita di Alfonso Maria dei Liguori, insigne santo della Chiesa, qui nato, quando Marianella era ancora un Casale di Napoli.
Leggiamo ora il rapporto del secondo viaggio esplorativo, ricordando che le note riportate tra due parentesi tonde, precedute dall'acronimo "ndr", sono inserite dalla Redazione per chiarire alcuni toponimi:


2° Rapporto di viaggio
Data:  27 settembre 1913 (martedì)
Inviato: Vicus
Ora inizio: 11:00
Luogo di Atterraggio: Piazza Umberto I, a Marianella
Condizioni climatiche: Temp. 27°C, cielo limpido e sereno, leggero vento di scirocco.

Viaggio di andata a Marianella, con atterraggio regolare.
Mi trovo nell'anno 1913, al centro di una piazzetta che si chiama piazza Chiesa; infatti predomina la bella chiesa parrocchiale del Villaggio, dedicata a San Giovanni Battista.
La chiesa ha dei semplici lineamenti architettonici, con un grande finestrone ad arcosolio e lesene laterali; presenta un portale di accesso, quasi a livello della strada, con un due soli gradini.  
Sul lato sinistra si erge l'alto campanile con un orologio. Sempre sul lato sinistro è presente un'Arciconfraternita del Settecento, dedicata alla Madonna della Pietà. La pavimentazione della piazzetta, come la gran parte delle strade del Villaggio, è interamente composta da pietre di basalto vesuviano, nere e ben squadrate. Non sono presenti altre emergenze architettoniche nei restanti edifici circostanti la piazzetta, che risultano quasi tutte a due piani, in semplice stile rurale; tipologie queste spesso ricorrenti negli altri antichi Casali del circondario napoletano. 
Mi incammino verso piazza Umberto I, la piazza centrale del villaggio, percorrendo la strada che si chiama via Chiesa. Al civico 13, c'è un Salone (barbiere), mentre al civico 15, nel palazzo del sig. Di Maro T., c'è la scuola municipale maschile. 
Sulla via Indipendenza (una strada che collega via Marianella con via Ramaglia), al civico 1, c'è un esercizio di generi commestibili. 
Ritorno in piazza Umberto. Questa piazza, di forma quadrangolare, è delimitata da alcuni alti palazzotti, tuttavia non c'è nessun monumento nel suo punto centrale. I locali che incontro qui sono i seguenti: al civico 1 c'è la farmacia del dott. D'Angelo Andrea, nell'adiacente civico 2, trovo la società cattolica di Mutuo Soccorso, mentre ai civici 10-11, si trova l'esercizio di un "Caffè e Coloniali". Al civico 22, si affaccia un negozio di Sale e Tabacchi, il cui titolare è il sig. De Felice Andrea. Al civico 23, c'è la sede dell'Associazione Pia Unione del SS. Sacramento e Maria SS. del Carmine.
Dalla piazza Umberto I percorro ora via Dei Liguori, fino alla via cupa Ponte di Marianella. A destra della via, al civico 12, trovo la chiesetta della casa natale di Sant'Alfonso Maria de Liguori. Attaccato alla chiesa, al numero 12a, c'è l'ingresso del convento dei Redentoristi, che allo stato attuale risulta di proprietà del tedesco mons. Reuss, che lo ha rilevato dai privati.
Busso al portone del convento e mi apre il rettore dei Redentoristi, certo mons. Vetulli, il quale con generosa ospitalità mi accompagna a visitare la bella residenza dei Liguori o meglio di quello che si è riuscito a salvare dalla frammentazione patrimoniale dei beni della casata.  
E' palpabile in questo luogo un fermento di gioia, specie tra i conventuali, perché oggi è la seconda festa annuale, quella dedicata alla riscorrenza della nascita del loro Santo fondatore, Alfonso dei Liguori, che proprio qui vide la luce, il 27 settembre dell'anno 1696; tra poco nella chiesetta sarà celebrata una Messa solenne in Suo onore. Al termine della visita al convento, saluto il monsignore e riprendo il mio itinerario, lasciandomi alle spalle questo insigne monumento di storia patria napoletana, la cui fama raggiunge ogni angolo del mondo, grazie alla divulgazione operata dagli adepti della Congregazione del Santissimo Redentore, nelle loro terre di missione.
Lungo la strada dei Liguori, al civico 14, ci sono i locali delle RR. Poste e Telegrafi
.... E pensare che stiamo nel XX secolo e gli abitanti di Piscinola devono ancora venire fin qui per spedire le loro cartoline postali o le raccomandate..., dato che a Piscinola non hanno ancora realizzato un analogo ufficio postale...! Penso che sia giunto il momento di allestirlo!
Continuando a percorrere la via dei Liguori, al civico 16 c'è la villa Caputi, al civico 5 c'è un esercizio di generi commestibili, poi, al civico 21, ci sono i locali della scuola municipale femminile, al civico 23, trovo un rivenditore di pane, infine, al civico 31, c'è la proprietà della sig.ra Ricci Fiorina. 
Da questa strada si diramano due vicoli: il vico I e il vico II dei Liguori. Al vico I dei Liguori, presso il civico 1, c'è la proprietà Bosco. Più avanti si dirama anche vico Torre, che è una stradina non comunicante.
In fondo alla strada, una volta terminata la schiera delle semplici abitazioni, ha inizio una lussureggiante piana agricola, piantumata con alberi di ciliegi. Scorgo la presenza di alcune masserie al suo interno: dapprima la masseria Jodice, il cui nome i popolani storpiano in "Case Durece"... e, più avanti, la bella masseria del Carduino (ndr. detta anche Cardovito). 
Questo antico tenimento del Carduino era un tempo di proprietà della famiglia dei Liguori; in particolare esso fu una dote che Sant'Alfonso conservò per se', anche quando rinunciò alla primogenitura della casata, in favore del fratello Ercole, perché la rendita di questo fondo gli permetteva di assicurarsi la dote richiesta dalla Curia, per iscriversi e frequentare il Seminario Diocesano.
Ritorno indietro e percorro il corso principale del Villaggio, che si chiama via Napoli. La strada parte da piazza Umberto I e termina al cosiddetto "Ponte di Marianella", che trovo all'incrocio con la strada di Santa Maria a Cubito. Al civico 5 della via c'è la proprietà Parisi, mentre al civico 9 trovo una trattoria casareccia. Da questo locale provengono inebrianti profumi di carne arrostita sulla brace e aromi di altre pietanze: sono odori molto accattivanti per il mio olfatto e, considerando l'orario, anche per il mio stomaco...! 
Continuando ancora per via Napoli, al civico 25, c'è la villa Campanile e al civico 43 la proprietà del sig. Migliaccio Michele. Più avanti, al civico 57, trovo la proprietà del sig. Ruggiano Raffaele. Al civico 71, incontro la proprietà di Luigi Pezza, celebre scultore, cesellatore di busti e di altre opere artistiche in bronzo, il quale ideò anche una apprezzata fonderia a conduzione familiare; in essa trova abitazione anche l'ing. Federico Bosco. Al civico 6 c'è un esercizio di Salone, mentre, al civico 10, la proprietà della famiglia Scarpa Carlo. 
Da via Chiesa si dirama via Piscinola; strada che collega il Villaggio di Marianella con quello di Piscinola. Da notare che curiosamente questa strada prende due nomi diversi: il tratto che si sviluppa in terra di Piscinola, si chiama via Marianella, mentre quella che attraversa Marianella, si chiama via Piscinola.
In via Ramaglia, al civico 10, c'è la proprietà dell'avvocato Antonio Campanile, poi, al civico 13, c'è l'esercizio di un vinaio. La strada prosegue attraversando una lussureggiante campagna, lungo la quale si incontra la masseria Croce e poi, a seguire, nei pressi del confine con il Villaggio di Piscinola, la masseria San Giovanni, chiamata così perché un tempo era un tenimento della chiesa di San Giovanni a Carbonara di Napoli. Per la masseria San Giovanni passa un viottolo sterrato di campagna, attraverso esso, da un lato si giunge al largo prospiciente al palazzo De Luna di Piscinola, mentre, dall'altro lato meridionale, la masseria di Sant'Agostino; quest'ultima era un antico possedimento della chiesa napoletana di Sant'Agostino alla Zecca.
Dalla via Dei Liguori posso immettermi nell'antica strada osco sannita e poi romana, collegante i villaggi di Marianella e di Chiaiano, con il Comune di Mugnano. La strada si chiama via Antica Chiaiano Mugnano. Anche questa è una stradina sterrata, che si sviluppa sotto quota di campagna, a causa dell'erosione esercitata nei secoli dallo scorrere dell'acqua meteorica; la stessa strada è ombreggiata, ai due lati, da una fitta vegetazione di alberi di noci e di nocciole, e per tale motivo viene chiamata dagli abitanti "Cupa". Un viandante che incontro mi riferisce che tale stradina viene da loro chiamata Cupa Spinelli. La via attraversa ampi e lussureggianti campi, dove predomina la coltivazione delle ciliege e di altri alberi da frutta. Sulla strada, al termine di un viottolo, incontro l'antica e romantica masseria Renza Vascio. Per alcune stradine collaterali si possono raggiungere le altre masserie caratteristiche del luogo, come le masserie: 'A Coppa, Conte di Lucina, Torricelli, ciononostante debbo considerare che sono ormai giunto ai confini con il villaggio di Chiaiano e con il Comune di Mugnano. 
A metà percorso, trovo un ampio sterrato (ndr. diventerà Via G. A. Campano) che collega anche diversi fondi agricoli; mi riferisce un viandante che esso viene utilizzato saltuariamente dagli abitanti per svolgere alcune corse di cavalli, specie in coincidenza di ricorrenze festive, come la festa di Sant'Antonio Abate e l'Ascensione (ndr.: forse in questa strada doveva disputarsi, intorno agli anni '30, un importante torneo di trotto, intitolato "Premio Piscinola", ma di questo evento, pur avendone accertata la sua storicità, non abbiamo trovato ancora nessun indizio circa la localizzazione del campo di gara). 
La strada sterrata è attraversata dallo scorrere di due ruscelletti che, durante le abbondanti piogge delle stagioni autunnali e primaverili, si trasformano in torrenti impetuosi, e per tale motivo vengono chiamati "canali" o "alvei". Il primo incontrato si chiama Canale Vigna, mentre, il secondo, Alveo dei Camaldoli; entrambi i corsi d'acqua si riversano nelle retrostanti campagne, tra Marianella, Chiaiano e Mugnano. I letti di questi corsi, anche'essi delimitati da filari di pini, durante la stagione secca vengono utilizzati dai contadini del posto come strade interpoderali.
Nel lato meridionale di Marianella ho trovato diverse residenze nobili, in particolare l'antico tenimento di proprietà del Principe di Belvedere, qui detta semplicemente '"ncoppe 'o Principe"...
Trovandomi nelle vicinanze, esploro anche le due località che oggi appartengono al Villaggio di Piscinola, anche se un tempo erano sotto la giurisdizione del Casale di Marianella, ovvero le località di Frullone e di San Rocco
La località del Frullone viene attraversata dalla via Santa Maria a Cubito. Nel punto di intersezione di questa importante via di comunicazione con la strada Dei Canapi Miano Agnano, c'è la chiesetta del Sacro Cuore di Gesù.
La località  di San Rocco, invece, è attraversata da via Boscariello e comprende l'antico ponte di San Rocco: opera strategica che ha collegato e collega ancora oggi l'Area Nord di Napoli con il centro cittadino. All'incrocio di questa strada con via Santa Maria a Cubito, c'è la seicentesca chiesetta di San Rocco, mentre, poco dopo, verso il ponte di San Rocco nuovo, c'è la nuova chiesa ottocentesca dedicato al Santo di Montpellier. Più avanti, sempre prima del ponte di San Rocco, a sinistra, si percorre via Cupa delle Tozzole, dove si incontrano diversi corpi di fabbrica e, poi, la villa settecentesca che fu dimora della nobile famiglia siciliana dei marchesi di Paternò.
Dopo il ponte nuovo di San Rocco, si erge l'ampio deposito delle tramvie di Capodimonte (ndr. chiamate anche "Tramvie del Nord"), detto Garittone, forse per la presenza di un posto di controllo, con garitta, del corpo della Guardia Nazionale. Sulla destra della strada c'è l'altra villa settecentesca. Ma qui abbiamo già sconfinato nel villaggio di Capodimonte...
Per ritornare al centro del Villaggio di Marianella, percorro via Boscariello, dove incontro sulla destra la cappella della Madonna delle Grazie (ndr: è l'altra chiesetta del territorio con questo titolo, situata nella località Frullone) e anche un'antica masseria, chiamata masseria Sarnataro. La strada, fiancheggiata da sostenuti terrapieni, è costeggiata di alti pini. Percorro un altro breve tratto di strada e incrocio ancora via Miano Agnano. Poco prima trovo un ponte stradale, chiamato Ponte Piscinola, che consente di oltrepassare l'alveo del Boscariello (ndr: l'odierno Vallone San Rocco). 
Ripercorro via Madonna delle Grazie e, a seguire, via Ramaglia, per far ritorno, finalmente, a Marianella, in piazza Umberto.
Mi faccio ammaliare... dal profumo di sfogliatelle  provieniente dal Caffe coloniali che si affaccia sulla centrale piazza. Mi fermo alcuni minuti per assaporare questa squisitezza tipica della cucina partenopea. Sorseggio anche un prelibato limongello, "alle quattro stagioni", fatto in maniera artigianale da sapienti mani marianellesi, come da antica ricetta locale. Per la preparazione del liquore vergono utilizzate le essenze di quattro diversi agrumi ancora verdi, provenienti dai giardini locali, tra cui le profumatissime Limme (ndr. Lime). Non faccio in tempo a pagare il conto, quando il cassiere mi informa che quanto da me consumato è stato offerto dal proprietario dell'esercizio. Ringrazio commosso il "titolare" per la sua generosità e, congedandomi, saluto tutti i presenti.
Mi appresto a prepararmi per il viaggio di rientro alla base, che avviene regolarmente secondo la tabella di volo, senza note di rilievo, con inizio alle ore 14:00.
Atterraggio in sede, nell'anno 2018 e termine del viaggio.
Firmato Vicus.

ps.: il viaggio è stato piacevole, per la dolcezza del clima autunnale e per la simpatica accoglienza ricevuta dalla popolazione del posto...
Non nascondo che provo un po' di nostalgia...
Salvatore Fioretto 

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