venerdì 9 agosto 2013

Navi in collina!

Curioso a dirsi, ma è proprio così, le tre navi di epoca romana rinvenute durante gli scavi in piazza Municipio, per la costruenda stazione della metropolitana di Napoli, si trovano oggi ricoverate (da oltre 8 anni) nel deposito del metrò di Piscinola-Marianella, in via G. A. Campano, in appositi ambienti climatizzati, insieme a molti altri reperti archeologici rinvenuti durante le campagne di scavo, condotte nei vari cantieri del metrò cittadino.  Le navi, di epoca imperiale, vennnero sollevate da una potente gru con un braccio di 14 metri e portate qui con appositi pianali di trasporto. Uno degli scafi è lungo 12 metri e pesante 21 tonnellate!


 




L'area di cantiere, ove furono rinvenute, coincide con l'antico porto imperiale di Neapolis. Le tre imbarcazioni sono state restaurate dalla Sovrintendenza di Napoli e Caserta e attendono il completamento della stazione Municipio, per poter adornare il grande sottopasso che collegherà le due stazioni ferroviarie (Metropolitane "linea 1" e "linea 6") con la stazione Marittima, opera progettata dall'architetto iberico Siza.
Piu' volte è stato lanciato l'auspicio, qui su internet, che almeno una di queste tre imbarcazioni romane, assieme ad altri reperti archeologici trovati nei cantieri e nelle nostre zone, rimanessero in questo quartiere per poter allestire una piccola sezione archeologica locale, magari proprio nella costruenda stazione della metropolitana di Scampia. 

Chissà forse i potenti mezzi del web consentiranno di poter far leggere questa semplice richiesta a chi di dovere e quindi consentire di realizzare questo sogno, che aiuterebbe sicuramente a migliorare la vivibilità dei quartieri interessati e poter donare ai cittadini la consapevolezza di un miglioramento sociale, attraverso l'aiuto della cultura. 
Salvatore Fioretto
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)

(Vista dall'alto del deposito-officina di Piscinola-Marianella)

mercoledì 7 agosto 2013

Le colline di Napoli, e il mare: il paradiso decantato da Matilde Serao...

Leggevo stamattina questa bella introduzione alla leggenda "Il Mare" che è contenuta nel libro scritto da Matilde Serao, dal titolo "Leggende Napoletane", nella quale si elogia la natura di Napoli, il mare e le sue colline... Ve la propongo stasera ...!
Salvatore Fioretto 
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)
"Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con un occhio di predilizione, la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. Le ha dato il cielo ridente ed aperto, raramente turbato da quei funesti pensieri scioglientisi in lagrime, che sono le nubi; l'aria leggiera, benefica e vivificante, che mai non diventa troppo tagliente;  le colline verdi, macchiate di case bianche e gialle, divise dai giardini sempre fioriti; il vulcano fiammeggiante ed appassionato; gli uomini belli, buoni, indolenti, artisti ed innamorati; le donne piacenti, brune, amabili e virtuose; i fanciulli ricciuti, dai grandi occhi neri ed intelligenti. Poi, per suggellare tanta grazia, le ha dato il mare. Ma si soggiunse  che il Signore Iddio, dandole il mare, ha saputo quel che si faceva. Quello che sarebbero i napoletani, quello che vorrebbero, egli conosceva bene, e nel dar loro la felicità del mare, ha pensato alla felicità di ognuno. Questo immenso dono è saggio, è profondo, è caratteristico. Ogni bisogno, ogni inclinazione, ogni pensiero, ogni fibra, ogni fantasia, trova il suo cantuccio dove s'appaga: il suo piccolo mare nel grande mare".


Piscinola dall'alto, ripresa da un aereo americano, nel 1943.


Vista aerea del quartiere di Marianella e di Piscinola, anno 1943









lunedì 5 agosto 2013

Piscinola e il "suo" Salvatore: Una comunità civile che ricorda...!


Il dilemma se persiste ancora una realtà comunitaria nel nostro quartiere non è recente, infatti, dibattiti, studi di sociologia e di antropologia si sono sprecati nei decenni scorsi, possiamo dire anche oltre misura. Per chiarire questo dubbio, soprattutto dopo gli scellerati interventi di decostruzione e ricostruzione del secolo scorso, che seguirono quello infausto sisma del 1980, dobbiamo ricorrere all'osservazione della realtà e constatiamo, infatti, che gran parte degli interventi perpetuati su larga scala al tessuto urbanistico di Piscinola, in maniera diremo forzata, non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati, che erano di sviluppo e di crescita sociale di questa parte di periferia, facendo prevalere l'anonimia, la disaggregazione, il degrado urbano, la perdita dei legami umani, la perdita delle tradizioni e il dissolvimento dell'aggregato comunitario. Ma non proprio tutto è andato perso...
Piscinola, 6 agosto.... come ogni anno a questa parte...a qualsiasi piscinolese, verace che si rispetti, la data non può passare inosservata, ma sta a significare "la festa di Piscinola", la rievocazione annuale del suo Protettore...
Decenni sono trascorsi, tante generazioni si sono succedute... ma qui resiste per fortuna questo "baricentro" inossidabile, che non si dissolve, perché millenario, perché il Santissimo Salvatore, oltre che Dio, è per Piscinola anche un emblema, un simbolo nel quale si identifica l'intera comunità Piscinolese... è il Suo Protettore storico!
Non sappiano esattamente da quanti secoli questa antica comunità ha assunto Gesù Trasfigurato quale proprio Patronus; forse, come attestano le fonti storiche, già a partire dal X secolo, ma probabilmente ancora prima... Qui le tracce storiche si perdono nella notte dei tempi, quello che però sappiamo è che, allora come oggi, da secoli e secoli lontani, il Salvatore è stato considerato l'essenza civica di questa comunità, la sua Anima, il suo Vindice, il suo Nume Tutelare... il Patrono... Un Protettore secolare a cui intere generazioni, in pace e in guerra, con invasioni e con devastazioni, con peste e con carestie, nelle vicissitudini varie della vita, lieti e tristi, hanno riposto in Lui le proprie speranze, le proprie aspettative. Un Santo civico, pur essendo la Divinità, è soprattutto un "simbolo" di aggregazione sociale, che da secoli, se non da millenni, viene considerato come un “Padre anziano”, a cui confidare le proprie amarezze e le proprie speranze.
Tanto è radicata la Sua figura storica e la Sua valenza civica, che in antico tempo, fuori alla chiesa del Salvatore si soleva far adunare l’Università di Piscinola (Comune), per discutere dei problemi urgenti, perché era un luogo sacro e caro a tutti i piscinolesi, richiamando i cittadini con il suono delle campane, a distesa… In una carta celebrata nel 1323 si legge: "I paesani di questo villaggio avuto avessero un culto speciale verso il Santissimo Salvatore....!".
Quando anni fa iniziai a raccogliere le testimonianze su Piscinola e progettai i primi rudimenti del mio Libro, non ebbi esitazioni nell'intitolarlo al Salvatore, richiamando l'antico toponimo di Piscinola: la "Terra del Salvatore", proprio per rivitalizzare questo antico legame del Salvatore con Piscinola, infatti nelle pagine introduttive del libro, così scrissi: "Questo culto particolarissimo verso il Santissimo Salvatore, oltre al toponimo, ha sempre contraddistinto e accompagnato, per oltre mille anni le vicende civili e religiose, sia liete che tristi, della intera comunità piscinolese e per tale motivo questo libro ne ha assunto il titolo, con l'intento di rendere omaggio a Piscinola, "la Terra del Salvatore".
Il Salvatore, quindi, oltre al significato sacro, è anche un simbolo civico, che aggrega, unisce una comunità intera, che ogni anno si ritrova insieme, unita al Suo cospetto, nella sua festa delle feste... quella del 6 agosto... Viva il Salvatore!!
Salvatore Fioretto 
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)