La storia di Scampia è intimamente legata alla sua campagna, un tempo lussureggiante e fertilissima, disseminata da numerose masseria. Prima della riorganizzazione amministrativa, operata alla fine degli anni '80 del secolo scorso, con la quale divenne la 21^ Circoscrizione di Napoli, apparteneva per circa due terzi della sua estensione a Piscinola, fin dai tempi dell'antichissimo Casale di Piscinola, mentre, per le restanti parti, a Secondigliano e a Miano. Il suo toponimo è stato riportato nelle mappe antiche, tra le quali quelle redatte dal regio topografo Antonio Rizzi Zannoni, alla fine del XVIII secolo. In molte di esse, specie quelle ottocentesche, viene indicata come "Regione dello Scampia".
Il termine di "Scampia", deriverebbe dal napoletano antico, di "Scampagnato", che significherebbe una estensione ampia di territorio pianeggiante, intensamente coltivato e privo di abitazioni.
Fu abitato fin dai tempi antichi, con insediamenti sparsi di tipo rurale, inizialmente con accampamenti mobili, poi con strutture di legno, specie quando il territorio a nord di Napoli è stato campo di battaglie e soggetto alle numerose incursioni e ai saccheggi compiute dai vari eserciti conquistatori stranieri.
Gli Osci sono stati i primitivi abitanti accertati di questo territorio, dei quali ci è giunta traccia attraverso alcuni reperti archeologici rinvenuti nei decenni scorsi, come le tombe in lastre di tufo emerse nel corso della costruzione del carcere di Secondigliano. Dei primi insediamenti degli Osci risultano identificate le primitive vie di comunicazioni, che resero praticabile il nascente commercio.
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I romani procedettero anche in questo luogo alla divisione in "Centuriazioni", con l'assegnazione delle centurie ai veterani romani, che avevano servito Roma delle varie campagne di conquista. Lo dimostrano i ruderi della struttura di villa agricola romana conservati in via T. Galimberti. Questi reperti per l'aspetto insolito delle mura e per la loro straordinarietà, sono rimasti impressi nell'immaginario collettivo, lasciando una traccia attraverso leggente e cunti, tramandati dalle generazioni passate.
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Purtroppo delle altre strutture archeologiche che furono rinvenute nel territorio, come tombe, strade (e forse di altri ruderi di edifici importanti), ma anche di oggetti di arredo e preziosi, sono stati razziati dai tombaroli o demoliti furtivamente durante la costruzione di quello che all'epoca fu chiamato il rione "167 di Secondigliano".
Il territorio di Scampia, che in periodo medioevale segnava l'inizio della regione che veniva chiamata "Liburia", è stato apprezzato per la bellezza del suo paesaggio, infatti, a tal riguardo, diverse testimonianze scritte sono pervenute ai nostri giorni, come la dedica del Poeta Giacomino Pugliese (XIII sec.), attivo
presso la corte di Federico II, dove descrive la
“Liburia”: “Niun luogo al
mondo, era più giocondo, di quel tratto della Liburia, pieno di ricchezza, utile,
ameno, abbondante di seminati, di frutti, di prati di albereti. Quivi su l’uno
e l’altro fianco della Via che da Napoli correva quasi diritta all’Anfiteatro
dell’antica Capua, tagliando a mezzo quella distesa verdeggiante di campi,
spargevansi numerosi villaggi e Casali, assai più che non siano oggi. Perché nei
documenti del tempo, coi nomi tuttora vivi di Casolla, S’Adiutori, Teberola,
Saviano, Piro, Pascariola ed altri, ricorrono quelli, oggi periti di casa
Aurea, Raviosa, Pastorano, Decazano e altri”.
Il Summonte, citando i Casali esistenti nel
XIV secolo intorno alla città di Napoli, tra cui quello di Piscinola e quindi Scampia, così
scrive:
“[…] Questi Casali sono
abbondantissimi di frutta di ogni sorta e qualità[…]. Sono anco fertilissimi di
vini preziosi e delicati, di frumento, di lino finissimo e canapo di grande
qualità, di bellissime sete, vittovaglie di ogni sorte, selve, nocellami,
polli, uccelli, et animali quadrupedi, così da fatica come da taglio: gli
abitatori di questi Casali, quasi ogni giorno vengono a Napoli a vendere le
loro cose” .
Altre testimonianze sono riportate in questo post pubblicato del 2013:
Scampia nelle narrazioni storiche...
(16 settembre 2013)
Il territorio di Scampia in antico tempo era suddiviso in varie località che erano indicate con particolari toponimi, i quali venivano usati soprattutto dai Curiali (ossia i notai dell'epoca), per definire i confini dei terreni o delle masserie in vendita, durante gli atti di transazioni. Di essi abbiamo redatto un post nel 2015:









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