giovedì 2 giugno 2016

Don Angelo ‘o peccerillo (in ricordo di don Angelo Ferrillo, di Antonio).


La fonte di  questo racconto è un libricino scritto da Giacomo Di Maria, dal titolo "I Visconti, da Milano a Calvizzano", testo che sono riuscito a reperire solo alcuni giorni fa... Mi incuriosiva il legame di questa famosissima famiglia nobile con la vicina Calvizzano, ma ecco che, come spesso accade in questi ultimi tempi, sfogliando questo volumetto, sono emerse tante notizie storiche che interessano indirettamente anche Piscinola, Polvica di Chiaiano, Miano, San Rocco... 
Chiesa di S. Maria delle Grazie a Calvizzano (cartolina)
Lo dico sempre: la storia del nostro territorio ha lasciato moltissime tracce e testimonianze, che sono sparse dappertutto. Esse ci attendono..., bisogna solo cercarle...!
Tracceremo in questo post il profilo di un noto personaggio che è nato a Calvizzano ed è stato sacerdote coadiutore della parrocchia del SS. Salvatore in Piscinola per otto anni, assieme al cugino parroco: ci riferiamo a don Angelo Ferrillo, nato da Antonio. Quando c'erano entrambi i Ferrillo a Piscinola, gli abitanti, per distinguerli bene, usavano dire: Don Angelo 'o Gruosso e don Angelo 'o Peccerillo. Con "Gruosso" (grande), di età s'intende, era indicato il Parroco della chiesa del SS. Salvatore in Piscinola, mentre con "Peccerillo" (piccolo), il cugino più giovane. 
Riporteremo per completezza l'articolo contenuto nella fonte citata, ossia "I Visconti, da Milano a Calvizzano" di Giacomo di Maria, ed. anno 1982, nel quale emergono i pensieri e i ricordi del nostro parroco, don Angelo Ferrillo, sul caro cugino; ricordi (riportati in corsivo) che ci descrivono indirettamente anche della sua giovinezza.

"Angelo Ferrillo di Antonio. Nacque a Calvizzano il 10 maggio 1911, rinacque al «sacro fonte›› alla vita della Grazia il 16 dello stesso mese.
Chiesa di S. Maria delle Grazie a Calvizzano
Fin dall'«età infantile... ebbe colloqui sacerdotali...›› col cuginetto Angelo, poi sacerdote e zelante parroco anche lui (della parrocchia del SS. Salvatore in Piscinola  ndr).
«Passammo insieme la nostra infanzia, insieme decidemmo di entrare in Seminario. Eravamo ancora ragazzi - così disse l’amato cugino Don Angelo - ci trovavamo insieme nella campagna dei nostri genitori. Più volte vedemmo passare per la strada adiacente un seminarista, con sottana e fascia rossa, che da Qualiano si recava a piedi al trenino della «Piedimonte d’Alife›› per andare al Seminario di Aversa... In noi due sorse vivo questo desiderio: vogliamo diventare come lui. Passarono degli anni: il proposito si maturò con la frequenza alla Chiesa a fianco dei sacerdoti. Il nostro «Angiolillo›› fremeva.
«E venne il giorno desiderato, dirà l'anzidetto cugino, in cui diventammo seminaristi come quel seminarista, nostro parente. Il 1° novembre 1924 nella Chiesa parrocchiale di Calvizzano si fece la funzione della nostra vestizione››. Per il nostro levita «la vita del Seminario fu Vita di gioiosa formazione. La sua anima non soffriva angustia alcuna. Di anno in anno si sviluppava la sua fisionomia di giovane svelto, aperto, sensibile all'amore per Cristo ed alle anime››.
Ferrovia Napoli Piedimonte - Stazione di Mugnano, dal sito www.clamfer.it
Chi scrive (Giacomo di Maria ndr) il quale fu colpito dalla decisione spontanea del caro compagno di entrare in Seminario e lo seguì circa un anno dopo – ha ancora vivo il ricordo di seminarista vivace, studioso, intelligente, generoso, di carattere forte, costante; di rara sensibilità, operoso, instancabile, aperto al bene, al bello: «nelle vacanze, con quale amore egli si dedicava all’insegnamento del Catechismo ai piccoli, che gli correvano dietro a frotte!››. (Oh! cari, nostalgici ricordi di tempi, nei quali ci dedicavamo a «fare la dottrina cristiana›› a tanti numerosi fanciulli, e «nei giovedì ci si recava all’Ospedale degli Incurabili per visitare gli ammalati, portare loro una parola di conforto, insieme alla frutta della nostra campagna, e le cioccolattine comprate con pochi soldi ricevuti dai genitori».
Chiesa SS. Salvatore-campanile (foto Fioretto)
Non per vana gloria ma per debito di gratitudine, ricordiamo delle «Opere›› fatte da seminaristi. Seguivamo «l'esempio e l'insegnamento di due sacerdoti venerandi compaesani e superiori del Seminario: Don Salvatore Cavallo e Don Carlo Visconti».
Angelo era studente di Liceo, quando perdette la sua cara mamma, Maria Saveria Mauriello. Affrontò la prova troppo dura «con coraggio superiore alla sua età...: si preoccupava dei numerosi fratelli, tutti più piccoli di lui, e arrivava ad avere per essi le cure di una madre. Nel dolore, nella preghiera, nello studio ed in piccole opere di apostolato egli completava la sua formazione sacerdotale e consumava la irrevocabile donazione della sua vita a Cristo, sacerdote eterno››. 
Arrivò il giorno della sua ordinazione sacerdotale. Era il 30 novembre 1935. Per otto anni fu vicario cooperatore nella Parrocchia del SS. Salvatore in Piscinola, mettendo «a disposizione di tutti le sue singolari doti e la sua ferrea fibra fisica. Non conosceva stanchezza e passava da un ministero all'altro con energie sempre più fresche; di brillanti qualità umane, amabile nella conversazione, di parola facile ed incisiva, conquistava la benevolenza e l'amicizia di quanti l’avvicinavano››.
Chiesa di S. Nicola di Bari a Polvica (google maps)
Non si dimenticherà il suo apostolato della gioventù nei vari «Circoli di Azione Cattolica›› a Napoli (vi fu incaricato da Mons. A. Marena), a Calvizzano, a S. Rocco di Marano, a Miano e poi a Polvica; il suo scrupoloso insegnamento di religione nelle Scuole, la sua predicazione avvincente e persuasiva, nella quale si scorgeva la soda formazione spirituale e culturale. 
«Ricco di esperienza pastorale››, il 18 Febbraio 1948 prendeva possesso della Parrocchia di S. Nicola di Bari in Polvica - Chiaiano. E' qui che il dinamico Don Angelo «per oltre vent’anni ha speso le sue migliori energie sacerdotali, ha preso mille iniziative affrontando senza esitazione ogni difficoltà... per il bene delle anime››, così leggiamo nell'Allocuzione. 
«Fruttuosi sono stati i suoi vent'anni di permanenza qui tra noi - scrisse il Prof. Gennaro Sarnataro - l'ampliamento e le modifiche delle infrastrutture della Chiesa, fino a quest'ultima definitiva, in cui l'elegante struttura seicentesca veniva rivalutata ed impreziosita dall'altare rivolto al popolo; l'aver voluto e portato qui tra noi la Scuola Media, accolta nei capaci saloni dell'ex Congrega, rifatta e razionalmente divisa in aule››
Copertina del libro, fonte del racconto, anno 1982
(Mi si perdoni un inciso: Quanto Don Angelo ha costruito o ricostruito è tutto proprietà della Parrocchia di S. Nicola. Egli amava veramente il grande Patrono della «sua» chiesa). «La sua preziosa presenza unica e continua - è ancora l'anzidetto Sarnataro a dircelo - destava ammirazione. Don Ferrillo ha eretto il monumento più importante nelle nostre coscienze, dove ognuno conserva geloso il proprio ricordo personale... Il nostro parroco, pur nella sua dinamicità, era un uomo semplice e di una sensibilità unica, dotato d'una eloquenza incisiva e personale››.
Questa scheletrica rievocazione della poliedrica «figura›› del nostro caro Don Angelo non è, né vuole essere un panegirico. Il suo esempio, il suo fervore, il suo spirito «missionario›› - preghiere ed «azioni›› per gli infedeli in India» _ rimangano tra noi per illuminare la nostra vita. La sua «memoria in benedizione›› sarà ricordata più facilmente da noi, suoi concittadini: il 25 luglio (del 1968) - giorno dedicato al martirio dell'Apostolo S. Giacomo, nostro amato Patrono - sulla Statale 19, presso Polla (Salerno), «verso le ore 4 del pomeriggio, vicino all’orario in cui morì Gesù sul Calvario, ferito come Lui, in ogni parte del corpo›› (per un fulmineo incidente), Don Angelo terminò la sua giornata terrena."

Salvatore Fioretto


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Ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife - Stazione di Mugnano, tratta dal sito "Archivio Mugnano Storia" di Carmine Cecere.

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