sabato 25 luglio 2015

Un pittore per anime.... Alfonso da Marianella!


Ritratto di Sant'Alfonso trentenne
Lo scorso anno, nella ricorrenza di Sant'Alfonso de Liguori, abbiamo ricordato la Sua singolare opera di addottrinamento rivolta agli ultimi, sia con l'insegnamento dell'aritmetica che della grammatica. Ma non è una eccezione...
Alfonso fu davvero una personalità forte, dotata di un accentuato spirito poliedrico, grazie anche al sostenuto indirizzo formativo ricevuto dai suoi cari genitori. Egli si dedicava con dedizione e successo a tutte le arti e le discipline praticate, attività consone al suo rango di cavaliere e di nobile napoletano. Vedremo che di questo periodo e di tutti questi insegnamenti ricevuti, nulla fu vano e tutto fu utile per Lui, perché una volta abbandonato il mondo e lo stato secolare, Alfonso de Liguori da sacerdote utilizzò tutte queste conoscenze per raggiungere i suoi fini e le aspirazioni più nobili: essere un operaio del Suo Signore!
Forse non tutti sanno che Giuseppe de Liguori, padre del Santo, aveva una particolare predisposizione e passione per la pittura, probabilmente si dedicava a quest'arte durante i lunghi periodi di attesa, quando a comando della nave Capitana egli era in giro a navigare per mari e per oceani lontani. Alcuni dipinti li abbozzò timidamente, facendoli poi colorare da altri pittori; ma nel tempo egli si specializzò a dipingere delle caratteristiche miniature, passione che continuò a coltivare nella sua residenza di Marianella, dove si ritirò a trascorrere la sua vecchiaia.
Francesco Solimena, autoritratto
Giuseppe de Liguori approfondì questa sua passione iscrivendosi alla bottega di quello che fu un celebre pittore del tardo barocco napoletano, parliamo del grande Francesco Solimena.
Decise poi di iscrivervi anche il suo primogenito, Alfonso, allora poco più che giovinetto. E Alfonso, come negli altri insegnamenti che gli venivano impartiti, assoldando i migliori precettori disponibili in città, non deluse il caro genitore, ed ebbe modo di distinguersi nella bottega del gran maestro, con opere che sono tutt'oggi conservate nei luoghi e nei musei alfonsiani.
Presso la bottega del Solimena, Alfonso conobbe e divenne amico di altri giovani allievi, come il celebre Francesco De Mura, suo coetaneo e il non meno conosciuto pittore, Paolo di Maio.
In quel periodo, quando era ancora giovane cavaliere e studente di Giurisprudenza, Alfonso dipinse il celebre crocifisso piagato e diversi ritratti della Madonna.
Alfonso capì, col tempo, quando divenne sacerdote, l'importanza delle immagini, oggetti capaci di trasmettere, con immediatezza, emozioni e passioni; strumenti questi di gran lunga superiori alla musica e alla scrittura. Il dipinto era un mezzo molto utile all'epoca per raggiungere gli ultimi, i poveri, che erano in gran massa analfabeti e non sapevano né leggere e né scrivere.
Quindi, con gli anni della maturità, non smise di dipingere immaginette della Madonna, di Crocifissi, di Bambinelli e farli distribuire ai poveri.
Disegno che introduce il libro "Le glorie di Maria"
Sant'Alfonso arrivò alla gente attraverso le immagini. L’immagine per Lui aveva il precipuo scopo di richiamare l’attenzione, a smuovere gli animi ad amare Gesù e la Madonna, a spingere coloro che guardavano e ammiravano le sue opere, a commuoversi, a riconciliarsi o trovare Dio.
E i soggetti delle sue tele sono naturalmente tutti soggetti religiosi, con immagini di Gesù Crocifisso, di Gesù Bambino e della Madonna.
Quest'usanza l'adottò, ancora e con maggior frequenza, quando Egli iniziò la pubblicazione delle sue opere letterarie, e sono più di 110! 
Per ogni libro, infatti,  Alfonso dipinse e fece inserire nelle prime pagine, un'incisione, che in chiave metaforica riassumeva, con simboli, personaggi e paesaggi, il contenuto del libro e il messaggio che intendeva trasmettere al suoi lettori.
Analizziamo ora i dipinti di Sant'Alfonso de Liguori.
Crocifisso dipinto da S. Alfonso, conservato a Ciorani
Il più conosciuto, anche dal punto di vista artistico, è sicuramente il celebre Crocifisso piagato conservato a Ciorani. E un crocifisso molto sui generis, è un'immagine drammatica della morte di Cristo, che impressiona per la crudeltà delle piaghe. Tuttavia, in tutta quella sofferenza espressiva che Alfonso ha voluto dare e trasmettere con l'opera, contrasta una stupefacente immagine del volto del Cristo, che si presenta sereno e senza un graffio... Come se il Cristo stesse già contemplando la prossima Resurrezione!
Ancora oggi questa immagine non passa inosservata nemmeno agli animi più duri e insensibili...  
Ritratto di Sant'Alfonso, vescovo di Sant'Agata dei Goti
Guardando questo crocifisso riecheggia, nel pensiero dell'osservatore, la celebre frase di esortazione di Alfonso: «Anima mia, alza gli occhi e guarda quell’uomo crocifisso. Guarda l’Agnello divino già sacrificato su quell’altare di pena. Pensa che egli è il Figlio diletto dell’Eterno Padre e pensa che è morto per l’amore che ci ha portato. Vedi come tiene le braccia: sono stese per abbracciarti; il capo chino per darti il bacio di pace; il costato aperto per riceverti nel suo cuore. Che dici? Merita di essere amato un Dio così amoroso?». Alfonso fece poi riprodurre il suo crocifisso in tantissime immaginette, che regalava ai fedeli. Qualche volta lo faceva anche dipingere su tele abbastanza grandi, utilizzate sia per le comunità dei Redentoristi che Egli fondava e sia anche per i suoi missionari, che durante la predicazione lo mostravano agli ascoltatori.
Un’altra immagine che è stata dipinta intorno al 1719, cioè quando S. Alfonso era un benestante avvocato, ma non ancora sacerdote, è un piccolo dipinto, posto in una cornice ovale dorata, che riproduce l’immagine della Madonna dal volto dolcissimo, il cui capo è contornato delle simboliche dodici stelle dell’Apocalisse.
Questo dipinto è stato inserito anche nell'introduzione delle opere: le Glorie di Maria e le Massime Eterne.
Singolare e bello è il quadro della Madonna che viene detto "Della Divina Pastora". Rappresenta una bella signora seduta, col cappello in testa, con il bambino seduto sulle braccia  e intorno delle pecorelle, alle quali Ella distribuisce rose. Anche questo è un dipinto metaforico: le pecorelle simboleggiano i fedeli, mentre le rose rappresentano le "grazie" e le benedizioni dispensate dalla Vergine ai fedeli che La invocano.
Altra opera significativa e abbastanza insolita, è la Madonna dello Spirito Santo. Questo dipinto fu disegnato da Alfonso e completato dal suo amico Francesco De Mura.
Bozzetto della "Madonna della Spirito Santo"
La Madonna presenta le braccia aperte e guarda alla sua sinistra, dove si può immaginare la presenza, l'angelo Gabriele. La cosa singolare è che questa singolare Annunciazione è rappresentata per la prima volta con la riproduzione simbolica di una colomba sul petto della Vergine, simbolo dell'affermazione dello Spirito Santo. Di questa opera, purtroppo, si conserva solo il bozzetto, perché il dipinto originale è andato perduto nel corso del tempo.
Ritornando ora alle incisioni che Alfonso faceva inserire nell'antiporta dei suoi libri, c'è da sapere che Egli stesso preparava questi disegni oppure li suggeriva agli incisori che poi li riportavano su lastre di rame per la stampa. Queste illustrazioni, come abbiamo detto, sono oltre 100... Ci piace ricordare qui nel seguito alcune opere, quelle che riteniamo più significative.
"Visite al SS. Sacramento e a Maria SS."
Nella prima edizione delle Visite al Santissimo Sacramento e a Maria Santissima (1745) si trova l’immagine che è divisa in due parti: nella parte superiore c'è l’ostensorio in gloria, attorniato da nimbi e da angeli in adorazione; dall’ostensorio si vedono partire poi delle frecce d’amore che arrivano nella parte bassa, colpendo dei cuori e dove ci sono dei monti e le tre croci che ricordano il Calvario. Il significato è eloquente: l’amore di Cristo espresso nella Sua passione, indicata dalle Croci, continua a rivelarsi all’umanità attraverso l’Eucaristia la quale non è altro che un richiamo per gli uomini alla sua presenza.
Dal libro: "Riflessioni utili ai vescovi..."
Nel 1745, Alfonso pubblica Riflessioni utili ai Vescovi per la pratica di ben governare le loro Chiese; l’immagine utilizzata per questo libro è molto significativa: un pastore seguito da un gregge che cammina faticosamente verso l’alto, verso una croce, dietro alla quale c’è una luce intensa, segno della presenza di Dio. Dall’altra parte si vede, invece, un altro pastore, che è seguito anche lui da pecore, ma scende verso un dirupo. La metafora significa che se c’è un pastore buono che porta i fedeli alla salvezza, ma ci sono anche dei non bravi pastori che invece portano le anime alla rovina. Questo scendere verso il precipizio richiama dunque molto la responsabilità del clero, ma anche la responsabilità dei fedeli...
Incisione del libro "Novena di Natale"
Nel 1758, Sant'Alfonso diede alle stampe la prima edizione del libretto della Novena di Natale. Nell'introduzione di questo libretto c'è il disegno con un Gesù Bambino seduto sugli scogli, in atto di pescare i cuori umani. Sotto di essa sono riportati due versetti a rima baciata, che così recitano: «Dunque il desio dei cuori, o mio Signore, Bambin ti fece e pescator d’amore».
Forse questa è l’incisione più ricca di particolari coreografici, anche perché qui lo scrittore Alfonso presenta Gesù Bambino che pesca i cuori in un mare molto aperto, che sicuramente vuole rappresentare il golfo di Napoli.
Introduzione al libro: "Apparecchio alla morte"
La seconda edizione del libro "Apparecchio alla morte", stampato del 1762, contiene un’incisione veramente drammatica, composta da due parti: nella parte bassa c’è il cadavere di una persona, mente in quella superiore contiene un moribondo attorniato da un prete, da un angelo e da un demonio, i quali sono nell'atto di contendersi l'anima del poveretto. Davanti al letto, poi, c'è una inutile clessidra, che rappresenta lo scadere del tempo...

Anche quest'anno, come ormai da due anni a questa parte, ricordando il grande concittadino Alfonso Maria de Liguori, vescovo, fondatore, santo e dottore della Chiesa, auguriamo, per sabato prossimo, una felice giornata a tutti i lettori che portano il Suo nome e  alla comunità di Marianella, Sua patria natale
Auguri!
Salvatore Fioretto


Sfera armillare posseduta da Alfonso de Liguori
Incisione dell'opera "Il trionfo della Chiesa", 1772

Nessun commento:

Posta un commento