mercoledì 8 maggio 2024

Dolci occhi di ragazze...! di Domenico de Luca

Domenico de Luca, insigne scrittore di Chiaiano, studioso e ricercatore della storia degli Osci Campani, ha scritto anche diversi componimenti poetici, come l'Ode intitolata "I ragazzi del Turriciello", nel quale, con eleganza di stile, ha immortalato scorci di vita dei tempi passati. Così pure ricordiamo tra gli altri componimenti scritti, quello che s'intitola "Dolci occhi di ragazze", nel quale il poeta, oltre a descrivere un territorio, quello di Mugnano e delle zone circostanti  ad esso (Chiaiano, Marano, Scampia, Piscinola, Calvizzano, Villaricca...), pregno di storia millenaria, ricorda gli abitanti, i ragazzi e, soprattutto, le dolci e belle ragazze di un'epoca ormai scomparsa...
La "Munianum" citata, è l'antico toponimo di Mugnano di Napoli, "Cannito" è una località stituata a confine tra Mugnano e Piscinola antica, "Torricelli" e "Paparelle" sono delle località corrispondenti alle omonime masserie o tenimenti agricoli siti a Mugnano, mentre "Scampagnìa", un tempo piana agricola di Piscinola,
è l'odierna Scampia.

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La libertà



[…] C’è chi ricorda quei lunghi tortuosi
cunicoli di terra, quella volta
che dirupò un muro riarso di spine
nella viarella vivaio di canapa,
e uscito subito un teschio osco di guardia
insigne come preistorica roccia

contro l’opinione del pur celebre
Lombroso che non amava il Sud d’Italia,
dove i racconti dei seri ragazzi
apparivano foschi e per timore,
sotto il cielo di tutti tra gli alberi


per i frammenti di creta cruda e grigia,
apparsi intorno ai relitti di vita.
Ricordano pianure in fiamme, a notte,
per puro gioco dei grandi a disfare
memorie arcane, legittime e mute,
acuto fischio del treno campano
lunghissimo e forte, che portava
negli occhi dei ragazzi e sulle case
leggende e viaggi lontani: stavano

con mani  e gli occhi fissi per sentire
a frotte, e fermi, alle siepi di fiori
come spauriti angeli della terra.
La strada della libertà dischiusa
più dei cieli illimitati e profondi
lungo quel fischio penetrante e teso
che ognuno stringe come viatico.

In mezzo ai loro poderi i ragazzi
del Turriciello fuori dai palazzi,
amano la libertà, nella vita,
difficile arte e rara. I fischi acuti


della Piedimonte anch’essa scomparsa,
i loro sensi raffina la mente
di più dell’ansia d’essere ragazzi
di vani inganni di nuvole grigie.
Tanti di loro, ragazzi cresciuti
per forza della piccola celeste
patria di terra, un isola, bell’isola,
ma or stanno per il mondo sempre soli
col loro segno rurale nel cuore:
patria di terra e di sangue e di pietra.
piccola patria, nei loro occhi torna,
pura terra solitaria  a sentirla
nella leggenda di viaggi e di voli.  […]

 

"Dolci occhi di ragazze"
[...] Al Crocevia, a Cannito, oggi assolato,
allora pieno di lota e polvere,
distrussero romane tombe, larghe,
a camera: a Scampagnìa, nelle terre
del nonno osco di due metri, i tuoi fiori,
di storia uccisi come rossa rosa
che si spetala, uno per uno, a forza,
senza lasciare un seme vivo e forte.
Così tu, Munianum, non hai dato più semi
di terra di canapa, lino e grano.
Oggi Munianum anche tu sei scomparsa
di muri antichi, per un pugno di soldi,
e pietre, quando, se non ne cadeva
una, non si metteva l'altra, a taglio.
Perciò le tue ragazze non corrono
più per campi di grano, canapa e lino
e archi di tela, e per sogni e libertà,

ma anche per bar e profumi e porti e piazze.
Non sanno oggi la storia degli Osci
alle Paparelle, letto di tombe,
immenso, né quelle al Turriciello
né quelle a Senzafegato ai Quarto,
né la Baseleca dei Castagneto,
oltre il Bosco, scomparse sotto case.
La terra intera del popolo è chiusa
tra Chiaiano, Villaricca, Melito,
tra Napoli e Marano, Calvizzano
e Giugliano, in cui bravi quei Cirino
a tessere canapa in casa, soli,
e Giugliano a nord, distratta al sole.
 
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Quando la Santa Maria Accubito
non aveva ancora solcato le falde 
delle pendici sacre alle ciliege
dei Camaldoli e quindi, non ne aveva
la terra dei Caracciolo spezzata,
né il predium Scondito, né la cupa
dei Cani, antichi tratturi locali,
che la legavano a Napoli, a Capua,
ad Atella urbs Oscorsum con la via Antica 
di Chiaiano, tratturo millenario,
con le Cupe Cannito per Melito,
noi non eravamo ancora nati in città.
Su queste sono state rinvenute,
sempre, saccheggiate, tombe romane,
osche e umane, a centinaia, ora distrutte.
Tra rare  grandi masserie che già
nel Catasto Ottocento, si perdono.
Ragazzi del Turriciello più svegli
delle api, si svegliavano col fischio

della Piedimonte, pregni di terra
negli occhi, fino ai piedi la camicia
lunga dei padri, fino ai piedi, come
un saio francescano che gli serviva.
Ma laggiù i dolci occhi delle ragazze,
di domenica, lente si svegliavano
nei Luoghi, nelle masserie, nei bassi,
scappavano a san Biagio, in frotte, svelte,
per ritrovarsi, contro, altri occhi dolci,
che oggi, pur essendo più vivaci e vispe
li ignorano voluttuosi nel tempo.
Mugnano non ha più la sua memoria
e identità, perciò il senso di vuoto
di tutti e dei giovani del paese.


Domenico de Luca


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