mercoledì 14 dicembre 2022

Natale e... «La terra è arreventata Paraviso» ! Ricordando S. Alfonso M. de Liguori

A Sant'Alfonso Maria de Liguori abbiamo dedicato negli anni trascorsi diversi post in questo blog, riguardanti sia alcuni episodi della sua vita e sia le numerose opere letterarie, poetiche, ascetiche e dogmatiche da lui scritte e pubblicate; ci piace ricordare anche quest'anno, in occasione della ricorrenza del Natale, il Santo di Marianella, dando però risalto alla sua immensa spiritualità sul tema del Natale e, in particolar modo, sugli affetti riservati al Bambino Gesù, considerato la salvezza dell'Umanità. 

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S. Alfonso che scrive canzoncine sul Natale

Iniziamo con riportare una meditazione di Sant'Alfonso, che rappresenta come una sorta di richiamo rivolto agli uomini, inducendoli a ricercare, soprattutto interiormente e a vivere conformemente, il significato del mistero del Natale.
Ecco quanto scrive Alfonso:
«Molti cristiani sogliono per lungo tempo avanti preparare nelle loro case il presepe per rappresentare la nascita di Gesù Cristo; ma pochi sono quelli che pensano a preparare i loro cuori, affinché possa nascere in essi e riposarsi Gesù Cristo. Tra questi pochi però vogliamo essere ancora noi, acciocché siamo fatti degni di restare accesi di questo felice fuoco, che rende le anime contente in questa terra e beate nel cielo
».


Sant’Alfonso, oltre alle opere ascetiche e alle famosissime canzoncine  sul Natale (Tu scendi dalla Stelle, Fermarono i cieli, Quanno nascette ninno a Bettalemme, Gesù Cristo Peccerillo, ecc.), diede ampia dimostrazione del suo estro artistico anche nel campo della pittura, nella quale eccelleva soprattutto con le composizioni a carattere sacro, miranti a raggiungere, come una catechesi figurativa, anche le classi sociali più analfabete e povere della popolazione dell'epoca, soprattutto i contadini e i pastori dei casali e contadi più abbandonati.
Ricordiamo, che da giovane, Egli fu allievo del maestro Francesco Solimena. Il suo primo biografo, padre Antonio Maria Tannoia, scriveva a tal proposito, che nei comuni di Ciorani e Deliceto sant’Alfonso raffigurò «ad olio nei paliotti dell’altare maggiore una bella campagna col mistero della nascita, cioè il santo Bambino adorato dai pastori, con la Vergine e san Giuseppe» (Vita ed istituto del vener. Servo di Dio Alfonso M. Liguori, I, Napoli 1798, p. 8).

Sant’Alfonso nel corso della sua lunga vita non si stancò mai di scrivere affetti e dediche a Gesù fatto Bambino, dimostranti a riguardo una venerazione particolarissima, ne sono una testimonianza le dolci e amorevoli parole di questa preghiera, scritta di suo pugno:
Allegoria della Natività con Sant'Alfonso

“Mio Gesù, Figlio del Creatore del Cielo e della terra, Tu in una gelida grotta hai una mangiatoia come culla, un po’ di paglia come letto e poveri panni per coprirti. Gli Angeli Ti circondano e Ti lodano, ma non sminuiscono la tua povertà.
Caro Gesù, Redentore nostro, più sei povero, più Ti amiamo poiché hai abbracciato tanta miseria per meglio attirarci al tuo amore.
Se fossi nato in un palazzo, se avessi avuto una culla d’oro, se fossi stato servito dai più grandi principi della terra, ispireresti agli uomini maggior rispetto, ma meno amore; invece questa grotta dove giaci, questi rozzi panni che Ti coprono, la paglia su cui riposi, la mangiatoia che Ti serve da culla: oh! Tutto ciò attira i nostri cuori ad amarti!
Ti dirò con San Bernardo: “Più Tu diventi povero per me, più sei caro all’anima mia”. Poiché Ti sei ridotto così, lo hai fatto per arricchirci dei tuoi beni, cioè della tua grazia e della tua gloria.
O Gesù, la tua povertà ha indotto tanti Santi ad abbandonare tutto: ricchezze, onori, corone, per vivere poveri con te povero.
O mio Salvatore, stacca anche me dai beni terreni, affinché divenga degno del tuo santo amore e di possedere Te, Bene infinito.
Ti dirò dunque con Sant’Ignazio di Loyola: “Dammi il tuo amore e sarò ricco abbastanza; non cerco altro, Tu solo mi basti, o mio Gesù, mia Vita, mio Tutto! Madre cara, Maria, ottienimi la grazia di amare Gesù e di essere sempre da Lui amato”.

Altrettanto belle e profonde sono le strofe di questa poesia, che ancor di più ci fanno scoprire un Alfonso profondamente innamorato del Bambinello...

"Bambino mio dolcissimo,
Tu m’hai rubato il cuore!
Bambino mio dolcissimo,
per te ardo d’amore.

Bambino mio innocentissimo,

tu già mi hai innamorato
E questo cor durissimo

per te già è piagato.

Ben mio, ti veggo piangere
E per freddo tremare.
Il cor mi sento stuggere
Né so quello che fare.

Vieni  Gesù, nelle mie viscere.
Vieni mio dolce amore,
e se hai voglia di suggere
suggimi questo mio core.”


Dalle prime strofe della canzoncina scritta da S. Alfonso, "Giesù Cristo peccerillo":

Disegno di S. Alfonso: Gesù bambino che cattura cuori


Giesù Cristo peccerillo,
Mariuolo, acchiappa core,
Vuoi lo mio? Te teccatillo,
Tutto tuojo,  eccolo cchà…!

Si i core de ll’autre gente
Po vulisse, Ninno bello
Fatte sulo tenì mente,
ca li ffaje, spantecà.

rit.: Bello ninno mio d’amore,
Sulo a Te io voglio amà.

 
Il tema della nascita di Gesù viene poi asceticamente trattato dal Santo nell’opera “Novena del Santo Natale”, dalla quale ci piace estrarre due considerazioni apologetiche molto belle, sia dal primo che dal secondo "discorso" della “decina”, come risulta suddivisa l'opera:
Dal "primo discorso":
“L’uomo disprezzando Dio, dice S. Fulgenzio, si partì da Dio; ma Iddio amando l'uomo, venne dal cielo a ritrovare l'uomo. E perché venne? Venne affinché l'uomo conoscesse quanto Dio l'amava e così almeno per gratitudine l'amasse. Anche le bestie che ci vengono appresso si fanno amare; e noi perché siamo così ingrati con un Dio che scende dal cielo in terra per farsi da noi amare? Un giorno, dicendosi da un sacerdote quelle parole della Messa "E il Verbo si fece carne ", un uomo ivi presente, non fece alcun atto di riverenza; allora il demonio gli diede un grande schiaffo, dicendogli: Ah ingrato! Se Dio avesse fatto tanto per me quanto ha fatto per te, io starei sempre colla faccia per terra a ringraziarlo.”
Dal "secondo discorso": “Poteva il Figlio di Dio nel farsi uomo per nostro amore comparire al mondo in età d'uomo perfetto, come comparve Adamo quando fu creato; ma poiché i bambini sogliono maggiormente tirarsi l'amore di chi li guarda, perciò egli volle comparire in terra da bambino, e da bambino il più povero e spregiato che mai tra bambini sia nato, Scrisse S. Pier Crisologo: "Così volle nascere il nostro Dio, perché così voll'essere amato, Avendo già predetto il profeta Isaia che il Figlio di Dio doveva nascer bambino e così darsi tutto a noi per l'amore che ci portava: Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio " (Is. 9, 5)” […]

Bambinello regalato ad Alfonso dalla madre. Museo Casa Redentoristi di Pagani

Con questa breve raccolta di meditazioni spirituali di Sant'Alfonso sulla nascita di Gesù, uno dei misteri più grandi della vita cristiana, porgiamo ai cari lettori l’augurio sincero di tanta PACE e serenità, unitamente alle loro famiglie ed amici, che possano aver inizio da questo Natale 2022...!
Buon Natale a tutti!

Salvatore Fioretto

 

I links dei post natalizi degli anni scorsi, dedicati a S. Alfonso:

http://piscinola.blogspot.com/2013/12/marianella-capitale-della-musica.html

http://piscinola.blogspot.com/2014_12_14_archive.html 

 

http://piscinola.blogspot.com/2020/12/il-grande-santo-di-marianella-alfonso.html

 

Presepe realizzato dall'amico Carmine Cecere

1 commento:

  1. Mio padre, buonanima, nell'aspetto somigliava tanto a Eduardo. E come Luca Cupiello anche lui amava in modo smodato fare il presepe. A differenza che il suo Tommasino, nel caso specifico io, guardava con attenzione e ammirazione, passo passo, la realizzazione della struttura natalizia. A completamento dell'opera totalmente artigianale, con un sorriso mi chiedeva: te piace 'o presepe? E io rispondevo puntualmente, sorridendo, si papà mi piace!

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