venerdì 12 febbraio 2016

"Echi di cronaca... gli avvenimenti dimenticati"

Foto di un brigante
Tanti eventi accaduti nel nostro territorio sono rimasti nei fogli ingialliti di antiche pubblicazioni o, spesso, sono stati attribuiti genericamente al territorio della città di Napoli, senza fornire una precisa collocazione che citasse il nostro territorio, specialmente dopo il processo d'accorpamento dei tanti Comuni dell'Area Nord, al vasto territorio della "Grande Napoli", come essa sarà identificata negli anni '20 del secolo scorso.  
Nei primi anni che seguono l'Unità d'Italia le cronache si concentrano su un'intensa attività di gruppi armati, che saranno identificati dai graduati militari con il termine dispregiativo di "briganti". Si registrano tanti scontri armati tra questi gruppi con alcuni reparti dell'esercito, arresti e incursioni nel territorio, ma si evidenziano anche alcune defezioni tra i sottufficiali dei presidi della Guardia Nazionale.
E' evidente che molte notizie all'epoca non sono state diffuse oppure è stato enfatizzato il carattere sovversivo del movimento, per una questione di censura imposta dal nascente ordinamento, ancora a carattere militare, ma registriamo anche una carenza degli organi di stampa locale. 
Come è stato già riportato in un precedente post di questo blog, molti di questi briganti erano ex soldati del disciolto esercito borbonico, che non vollero arrendersi e consegnare le armi al nuovo ordinamento statale; riuniti in gruppi, lottavano sperando in un ritorno al potere del loro sovrano. I saccheggi, di cui venivano accusati, erano compiuti solo per assicurare del cibo necessario al loro sostentamento oppure per demolire i simboli del nascente Stato.
Foto di soldato dell'esercito piemontese
Le notizie qui riportate sono state tratte dai dispacci conservati nell'Archivio di Stato di Napoli, che sono stati raccolti nel volume: Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Guida alle fonti per la storia del Brigantaggio post-unitario conservate negli archivi di Stato. Pubblicazione a cura del Ministero per i beni e le attività culturali - Ufficio centrale per i beni archivistici. Stampato da Arti Grafiche Boccia, Fuorni-Salerno. Giugno 1999.
Essi rappresentano una sintesi degli scritti trasmessi dai vari organi di vigilanza spiegati sul territorio, alla Prefettura, alle Sottoprefetture o alle Luogotenenze  dell'epoca.
Precisiamo che l'elenco della nostra fonte è nutritissimo di eventi di brigantaggio, ma abbiamo estrapolato solo gli avvenimenti riferiti esplicitamente al territorio dell'Area Nord di Napoli e dintorni. 

Anno 1861
- febbraio 1861. Assalto di una comitiva armata alla casa di Michele Zappulla, in contrada Grotta del Sole, tenimento di Marano.
Soldato della Guardia nazionale. Collez. privata
- Attacco di una banda armata al posto di Guardia Nazionale di Chiaiano.  Proposta di scioglimento e disarmo della Guardia Nazionale di Pianura. Pianura e Chiaiano per sospetta connivenza con le bande dei dintorni.
- Attività di comitiva capitanata da Alfonso Cerullo nel tenimento di Marano.
- Arresto del brigadiere Domenico di Vaio, del villaggio di Nazaret, presso Chiaiano.
- Arresto del brigadiere Raffaele Esposito, detto Chianese, appartenente alla banda di Alfonso Cerullo.
- Sui fratelli Rigagnaniello di Pianura, presunte spie dei briganti della montagna dei Camaldoli.
-Salvatore Rippa, capobanda, si costituisce alla Guardia Nazionale mobile di Chiaiano.
-luglio 1861. Rapporti giornalieri del Governatore della provincia di Napoli, tra l'altro sulla comparsa di comitive armate in S. Pietro a Patierno, Giugliano, Qualiano, Afragola e Marano. 
- luglio1861. Marano banda di centoventi briganti. Napoli comitiva di briganti comparsa in S. Croce. Rapporto giornaliero del 28 luglio 1861. 
Raduno segreto di briganti (da una stampa d'epoca)
- Aggressione di masnadieri armati ad una casa colonica di Marano.
- Napoli. Banda di sessanta briganti comparsi ai Cangiani.
- Arresto di un brigante della banda di Marano.
Foto di gruppo di briganti
- Su una banda armata capitanata da Alfonso Cerullo operante nel circondario di Pozzuoli, in particolare nella zona di Giugliano; conflitto a fuoco nella Casina Poerio in tenimento di Cuma e annientamento della banda.
- Marano. Comparsa di banda di venti soldati sbandati.
- Napoli. Banda di sessanta briganti assale un possidente ai Cangiani.
-Napoli. Banda aggredisce ai Camaldolilli, Salvatore Conte ai Cangiani.
- Arresto briganti comparsi in contrada S. Croce: Gaetano Graziani, Giuseppe Angelillo, Gennaro di Francesco, Giovanni Davide, Tommaso De Angelo, Gabriele Rajano, Giovanni Solla, Gaetano Vajo, Ferdinando Rusciano, Francesco Rippa, Gabriele Rusciano.
- Segnalazione di una banda armata nelle campagne di Capodimonte. 
- Pianura-Pozzuoli. Banda guidata da Alfonso Cerullo e Raffaele D'Amore. Delazione del carcerato Arcangelo D'Amalfi.
- Bosco dei Camaldoli banda di briganti.
- Bosco dei Camaldoli, comitiva di briganti commettono aggressione e furti.

Briganti catturati da soldati piemontesi (foto)
Anno 1862
- Aggressioni e rapine sulla consolare di Roma in prossimità di Aversa. Perlustrazioni ed arresti in Giugliano, presunto covo di grassatori.

Anno 1863
- Banda armata in Marano capitanata da Raffaele Luccio. Grassazione compiuta da costui in danno di Paolo Magliola a Giugliano.
- 27 novembre 1863. Arresto a Marano del capo brigadiere Alfonso Cerruti.
- Presunta comparsa di una banda di Briganti nei dintorni dei Camaldoli presso Napoli.
Brigante Alfonso Cerullo (da una stampa d'epoca)
- Rapina a opera di un gruppo di malviventi in casa di un oste sulla strada dei Camaldoli; inseguimento e cattura degli autori ad opera del delegato di P.S. di Pozzuoli.
Comparsa di briganti ai Camaldoli. Esito negativo nelle ricerche. Relazione del questore all'autorità giudiziaria sul brigantaggio nelle campagne di Orsolona e Camaldoli.
- La sottoprefettura di Casoria fa presente la necessità di istituire in Piscinola una stazione dei Carabinieri contro il pericolo rappresentato da una banda di Briganti in via di organizzazione.

Anni 1864-65

- Banda di Marano, operante nel 1861-62 nelle campagne di Pozzuoli e Casoria. Arresto del capo banda Alfonso Cerullo e di altri briganti, tra cui Giuseppe Vallefuoco, Macedonio di Maria. Indagini e interrogatori. 
Brigante (da una stampa d'epoca)
Anno 1868 
- 13 agosto 1868. Arcangelo d'Amalfi di Marano, Domenico Musetta di Miano, Nicola Santoro di Pianura, Alfonso Cipolletta e Biase Chianese di Mugnano ed altri: organizzazione di banda armata con il fine di cambiare e distruggere la forma del governo e suscitare la guerra civile tra gli abitanti dello stato e portare la devastazione e la strage contro una classe di persone, grassazione. 

Anno 1869

- 15 giugno 1869. Alfonso Cerullo vari reati in banda armata ad oggetto di cambiare e distruggere la forma del governo. 
- 25 agosto 1869. Nicola e  Vincenzo Russo di Piscinola: ribellione commessa in riunione armata di persone in numero maggiore di dieci."

I questi anni si verificò anche un grave episodio per l'incolumità pubblica degli abitanti del "villaggio" di Piscinola: apprendiamo la notizia dalle cronache contenute nel giornale "Il Ferruccio - Giornale del popolo", Anno I,  Numero 26, del 18 agosto 1864, giornale stampato a Firenze.
Nella rubrica "Notizie", a pagina 3, infatti si legge:
Testata del giornale "Il Ferruccio - Giornale del popolo" anno 1864
"14 (agosto) - Undici case rurali furono ieri divorate dal fuoco nel villaggio di Piscinola, Vi accorsero i pompieri di Napoli, i carabinieri di villaggi vicini, e molti soldati della 8 fanteria. Senza questi aiuti quel villaggio sarebbe stato quasi interamente distrutto, essendo le case per lo più formate e ripiene di materie accensibili. Una donna e tre bimbi correvano pericolo di rimaner vittime delle fiamme; ma mercé sforzi generosi furono salvati."
Soldati della Guardia Nazionale (da una stampa d'epoca)
Purtroppo non sappiamo dove si sviluppò l'incendio, se nel centro storico, oppure in qualche masseria lontana dal centro del "villaggio"; a quell'epoca Piscinola godeva  ancora di autonomia comunale. Dal numero di abitazioni coinvolte, ben undici, e per la cospicua presenza di materiali infiammabili descritti, propendiamo per una masseria piscinolese. Non sappiamo l'esito delle indagini, se le cause furono accidentali o dolose. Per nostra fortuna tutto si risolse senza danni alle persone, pur con significativi danni agli edifici. Da notare il solerte e salvifico intervento del corpo dei Pompieri, dei Carabinieri e dell'Esercito, già ben distribuiti sul territorio.
Una cosa interessante che si legge in questa cronaca è quella che il presidio dei Carabinieri tanto auspicato dalla sottoprefettura di Casoria, nel dispaccio di cui sopra, non era stato ancora realizzato...  Anche allora la burocrazia aveva i tempi di oggi...!
Della storia del brigante Alfonso Cerullo e dei briganti in genere, abbiamo già dedicato un post tempo fa, a cui rimandiamo il lettore interessato.
"Il brigante partigiano: Alfonso Cerullo" 

Ringraziamo gli autori della pubblicazione "Guida alle fonti per la storia del Brigantaggio post-unitario conservate negli Archivi di Stato" e anche il gruppo di lavoro archivistico che fu organizzato per questo progetto di catalogazione. Gruppo che ha operato per oltre due lustri, rendendo un grandissimo contributo al mondo della ricerca e della cultura, con questa monumentale opera del libro che ha permesso la divulgazione monografica di uno spaccato di storia del nostro territorio.
Salvatore Fioretto
 
Banditi catturati a Frosinone (da una stampa d'epoca)

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