Lo stilista Livio De Simone nacque nel 1920, nella
bella campagna napoletana, in una antica masseria di Chiaiano (In quel tempo Chiaiano
era ancora un Comune autonomo e indipendente da Napoli, chiamato “Chiaiano e
Riuniti”). Rivelatosi fin dai primi anni della giovinezza un ragazzo intraprendente
e studioso, De Simone frequentò con profitto gli studi, si iscrisse all’Università di
Napoli, dove si laureò in Giurisprudenza. Ma le sue ambizioni si rivelarono ben
presto diverse dal titolo conseguito e, giovanissimo, abbandonò di lì a poco l’avviata
carriera forense, per perseguire nel suo innato talento, che si rivelò essere
quello della moda e della creazione stilistica.
Passò, quindi, a sperimentare e
studiare nuove forme di tessuti e tipi di abbigliamento, che lo avrebbero portato a
rivelare il suo grande e originale talento creativo, divenendo in poco tempo un
promettente protagonista del prêt-à-porter italiano.
Già nel lontano 1956 fondò l’azienda e il marchio di moda che prese le iniziali del nome
“LDS” (Livio De Simone), iniziando a farsi conoscere nei salotti cittadini e soprattutto
al di fuori dei confini della città, fino a sfondare nel campo, partecipando, già nel 1957, alle celebri sfilate di moda organizzate nel tempio sacro della
moda, nello storico Palazzo Pitti di Firenze. Tuttavia il baricentro del suo campo d’azione
restò Napoli e il suo circondario, diventando un punto di riferimento indiscusso
della borghesia cittadina dell'epoca e una icona celebre e apprezzata dai vip e dai frequentatori
abituali delle isole di Capri e di Ischia, nella fine degli anni ’50 e per
tutto il periodo del cosiddetto "Boom economico".
Partecipando alle sfilate di moda svolte a Capri, "Mare, Moda, Capri", fu tra i primi stilisti a introdurre l'uso del pantalone corto "alla marinara", che fu chiamato, appunto, "Pantalone Capri".
Oltre agli abiti, con i tessuti, le inconfondibili forme di disegno e i colori scelti, si dedicò con successo anche al
design e all’arredamento, creando uno stile originale, unico e particolare, che
contraddistinse i caratteri delle creazioni stilistiche prodotte
dall’azienda che dopo la sua morte, avvenuta nell’anno 1995,
è stata continuata dai suoi familiari.
La particolarità del suo stile è una tecnica di stampa eseguita a mano libera, con tratti a guisa di pennellate e
forme geometriche libere e variegate, con colori ad acqua stesi sui tessuti mediante una
tecnica di stampa artigianale, tecnica che rende i colori vivaci e brillanti,
mantenendo
fede allo slogan coniato da Livio: “Tutti i colori possibili!” (oppure "Pennelli di gioia in ogni colore possibile!"), con una continua
sperimentazione cromatica, sempre a cavallo tra tradizione e modernità.
Livio De Simone riuscì a coniugare con successo due realtà fino allora tenute
separate e distinte: il tessile e il design, ossia abiti e abitazioni, con
allestimenti degli interni delle lussuose dimore. La sua intuizione
semplice e geniale portò ad avere una clientela scelta ed esigente, sia per gli
abiti e sia per gli allestimenti degli interni delle loro abitazioni. Le sue
creazioni furono realizzate per le eleganti e famose donne della società dell’epoca,
che si rivolgevano a lui con fiducia, per scegliere gli abiti indossati: da Elsa Martinelli
a Audrey Hepburn, passando per Jacqueline Onassis. Diverse dimore e ville di Capri e di Napoli furono
arredate e abbellite con la sua inconfondibile arte e design.
Le prime creazioni stilistiche nella dimora di Chiaiano |
Anche il settore dell'abbigliamento sportivo dell'epoca ebbe una significativa innovazione con l'introduzione del suo stile ai capi firmati. Con il tempo le creazioni furono estese anche nel campo della ceramica e della produzione di componenti ed oggettistica di ornamento e di decorazione.
Il baricentro della maison Livio De Simone restarono tuttavia i tessuti dipinti
a mano, pennellate di tutti i colori che spaziano in un campo libero, realizzati secondo lo stile inconfondibile; ogni tessuto poteva realizzare e far rivivere un sogno…
Salvatore Fioretto
Le prime sperimentazioni giovanili tenute nel cortile della masseria di Chiaiano |
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