In questo mese ricorre il decennale della presentazione del libro sulla Piedimonte, tenutasi presso la Biblioteca "Domenico Severino" di Piscinola. Fu una bella serata di inizio autunno, a conclusione di una giornata calda e assolata, che registrò la partecipazione di tanti appassionati ed estimatori della ferrovia. Fui accompagnato da tanti amici, che mi aiutarono nella presentazione del testo, alternando momenti di lettura di brani, con videoclip fotografici e scorci di filmati storici. I presentatori e conduttori della serata furono i bravissimi amici: Giulia Biancardi e Maurizio de Gennaro. Oggi ricordo questo evento con particolare commozione, pubblicando la prefazione e l'introduzione del libro nella prima versione stampata, che ebbe il titolo di "Comm'era bella 'a Piedimonte", seguì poi, a breve distanza, la seconda stesura: "C'era una volta la Piedimonte". La prefazione della prima stesura è stata scritta dalla prof. Rosa Bianco, mentre l'introduzione dall'autore del libro.
------------------------------- o O o -------------------------------
Prefazione:
Il liber "Comm'era bella 'a Piedimonte!" di Salvatore Fioretto
vuol essere un viaggio della memoria, attraverso i colori della nostra terra a
nord di Napoli e le tonalità di quella che fu la "Terra del Lavoro" della piana casertana, attraversata da questo
trenino, con testi che raccontano un "ieri", rapportato all'oggi,
della linea ferrata dismessa, che segnò l'inizio della trasformazione del
nostro territorio, da prettamente rurale a area metropolitana.
"L'autore lo fa con
una passione, senza precedenti, donando al lettore un testo di rara bellezza
espositiva e con immagini che descrivono, "sentono" le peculiarità
delle zone trattate. L'appendice,
inserita nel libro, é una sorta di raccolta di racconti dal binario, di altri
autori, che contribuisce a ricreare nella mente del lettore quella atmosfera,
pregna di humanitas, che caratterizzava gli antichi viaggi con la Piedimonte e
che regnava sovrana nella società contadina di allora, oggi scomparsa!
Il tutto con un
unico obiettivo: il vivo augurio che ciò possa trasmettere memoria, orgoglio e
motivazioni a Comunità e Paesaggi, che non vorremmo perdere del tutto. Buon viaggio!"
Introduzione:
"Gli anni passano, si cresce, si fanno
esperienze e si matura… Quando si raggiungono gli anni della maturità e si
perdono per la strada alcune persone care, la mente tende a ridare luce, come in
un magico caleidoscopio, tutti gli episodi della fanciullezza: periodo
spensierato, che ha regalato momenti magici, spesso indelebili nella memoria di
ciascuno di noi.
Ho voluto rievocare in questi racconti i
bei ricordi della mia fanciullezza, legati alla ferrovia “Napoli-Piedimonte
d’Alife”, la cui presenza ha condizionato in maniera positiva la nostra vita e,
credo, quello di interi quartieri: di Piscinola, di Secondigliano, di Miano e
non solo...
Si osserverà, leggendo i capitoli del
libro, che la “Piedimonte” è stata veramente parte integrante del territorio e,
nel contempo, una testimonianza tangibile di un periodo non florido, con
ristrettezze economiche, ma vissuto in modo dignitoso e sereno dai suoi
abitanti. Con la semplicità dei suoi impianti, questo trenino rappresentava, in
un certo senso, il mondo ereditato dai nostri avi, che senza troppe metamorfosi
e sconvolgimenti, aveva superato l’ultimo conflitto mondiale e si era adeguato
ai tempi della ricostruzione del Dopoguerra e, poi, ancor oltre, fino al
cosiddetto “boom economico” del paese.
Lo sconvolgimento urbanistico subito dalla Metropoli,
a partire dagli inizi degli anni ’70, purtroppo, ha determinato, anche nel
nostro territorio, la rottura con i modelli del passato, legati ai valori
umani, alle tradizioni contadine, alla città a misura d’uomo, alla vita vissuta
con ritmi pacati, determinando la perdita dell’identità antropologica e, con
essa, una generale crisi dei valori; e così, gli espropri delle campagne,
l’urbanizzazione selvaggia e senza regole, l’improvvisazione nella gestione
delle varie emergenze (terremoti, carenze di alloggi ed epidemie varie) e la
corsa al benessere, legato ai nuovi modelli economici di sviluppo, hanno messo
in crisi la società di allora e con essa, purtroppo, anche la fine dell’unico
mezzo di trasporto su ferro, sopravvissuto fino a quel momento nell’area a nord
di Napoli.
Tutto questo è avvenuto rapidamente e in maniera irrefrenabile, con
la complicità della classe politica e dirigente dell’epoca, la quale ha
esercitato il proprio ruolo con approssimazione e superficialità; pensando solo
a fornire promesse politiche, più o meno convincenti, parlando di progresso, di
sviluppo, ristrutturazioni, e… di nuove vie su ferro... naturalmente tutte parole,
sparse al vento…!
La “Piedimonte” oggi è diventata come una
bella favola per bambini, perché quando si racconta della sua storia, dei
personaggi che la utilizzavano, della bellezza dei paesaggi attraversati, chi
non l’ha conosciuta quasi crede che appartenga a un racconto per ragazzi, tante
e tali sono state le metamorfosi avvenute…!
Questo libro viene pubblicato anche con
l’intento di omaggiare la Ferrovia “Napoli-Piedimonte d’Alife”, che quest’anno
festeggia il Centenario della sua inaugurazione, avvenuta il 30 marzo dell’anno
1913. Un tributo dovuto, perché gli abitanti di Piscinola e quelli degli altri
quartieri attraversati dal treno, conservano ancora oggi dei ricordi bellissimi
legati al suo servizio e, soprattutto, ricordano l’umanità e la gentilezza dei
suoi dipendenti.
Spero che questi racconti siano letti con
interesse e che destino nel lettore appassionato anche un pizzico di
nostalgia...
Auspico che questi possano fare da “veicolo”
ai giovani di oggi ed anche ai meno giovani, che non hanno conosciuto
direttamente la “Piedimonte”, di riscoprire quei luoghi, per loro “muti” di
storia e con essi tutte quelle tradizioni appartenenti al nostro territorio,
ormai del tutto scomparse o dimenticate, con la speranza che queste possano
essere da loro riprese e coltivate, per tramandarle alle prossime generazioni.
Spero, infine, che questi racconti
contribuiscano in qualche modo a favorire la rinascita della coscienza civica
ed il senso di appartenenza ad un territorio, così tanto devastato e martoriato."
------------------------------- o O o -------------------------------
Con questo post commemorativo, scritto per ricordare il decennale della presentazione del libro a Piscinola, desidero ringraziare pubblicamente la cara amica prof.ssa Rosa Bianco, che mi ha esortato e aiutato durante i lavori preliminari di stesura del libro. Ringrazio tutti gli amici che mi hanno accompagnato durante la presentazione presso la biblioteca comunale di Piscinola "D. Severino", in particolare: Giulia Biancardi, Anna Cascella, Loredana Basso, Maurizio Di Gennaro, Enzo Tomo, Giovanni Caracciolo e Biagio Palumbo.
Grazie a tutti voi, a maiora semper!
Salvatore Fioretto
Nessun commento:
Posta un commento