La rete tramviaria a nord di Napoli, in tratteggio le Tramvie Provinciali |
La linea, attraverso
Capodichino, poteva raggiungere la cittadina di Caivano, interessando i già
popolosi centri di Casoria ed Afragola. A Capodichino aveva sede la rimessa
principale e l’officina dei tram. La linea “Napoli Capodichino Caivano” fu inaugurata
nel 1881, anche se per un primo limitato tronco. Al compleamento, i tram percorrevano, con un solo binario, un tracciato relegato in una “sede
propria”; salendo dapprima la "Doganella", fino a raggiungere piazza Capodichino e di qui,
voltando a destra e proseguendo per l’attuale via De Pinedo, si raggiungevano in progressione:
S. Pietro a Patierno, Casoria, Afragola e, infine, Caivano. I curiosi tram furono subito soprannominati dai napoletani col termine scherzoso di "'E papuncielli"...
Convoglio di un tram a vapore |
Qualche anno dopo si
passò alla realizzazione della linea, che riguardava più da vicino il nostro
territorio, parliamo della “Capodichino, Giugliano, Aversa”, che percorreva in
rettilineo la strada provinciale per Roma (Oggi via Roma Verso Scampia),
toccando, in progressione, Secondigliano, Scampia (allora piana agricola di Piscinola e Secondigliano), Melito
e la località “Colonne di Giugliano” (dove fu realizzata anche una bretella per raggiungere il centro di Giugliano). Alle “Colonne di Giugliano” la linea deviava sulla
destra, attraversando il Comune di Sant’Antimo, per ricongiungersi, poi, di
nuovo alla strada provinciale per Roma, fino a raggiungere il capolinea di
Aversa, situato in piazza Magenta.
Corso Secondigliano, in prossimità di piazza Capoodichino, con vista di un tram |
Al terminale aversano fu costruito anche l’edifico
della stazione. Al centro di Napoli, le tramvie ebbe la loro stazione
terminale nei pressi di "Porta Capuana", oggi Piazza G. Leone, nel largo prospiciente l’edificio
della Pretura (il palazzo della Pretura in antichità era il “carcere di San Francesco”). La
stazione terminale napoletana fu inaugurata nel 1886. Intanto, già nel 1884, gli Otlet
avevano ceduto il pacchetto azionario alla neocostituita società belga “Societé
Anonyme de Tramways Provinciaux” (denominata con la sigla S.A.T.P.).
Piazza Capodichinio e l'edificio daziario. |
Nei primi
anni del ‘900 le linee delle tramvie S.A.T.P. furono progressivamente tutte elettrificate,
per prima toccò alla “Napoli-Aversa”, inaugurata il 5 maggio 1901, per le altre
avvenne qualche anno dopo. Nel frattempo, la S.A.T.P. realizzò, oltre la linea già
elettrificata “Napoli Frattamaggiore” (1904), un’ulteriore diramazione da Grumo
a Casandrino (1910); e, per ultimo, nel 1912, il prolungamento “Aversa-Frignano-Albanova”.
Con la Prima Guerra Mondiale non si ebbero danni significativi alle strutture.
Fu invece il secondo conflitto mondiale a causare notevoli distruzioni e danni all’armamento
delle linee ed ai convogli dei tram; in particolar modo da parte dei soldati
teutonici in ritirata, a fine settembre del 1943. Dopo la guerra la
società S.A.T.P. si trovò a dover
ripristinare una situazione disastrosa, soprattutto per aver perso oltre la
metà del parco vetture. Intanto, nell’anno 1956, alla Società belga S.A.T.P. subentrò
la T.P.N. (Tranvie Provinciali di Napoli), avente per azionisti il Comune e la
Provincia di Napoli.
Convoglio su Calata Capodichino |
La nuova Società iniziò progressivamente a dismettere le linee tramviarie,
sostituendole con autolinee di autobus noleggiati.
L’ultima linea tranviaria ad essere dismessa fu la “Napoli Frattamaggiore”, nel 23 aprile 1961.
Nell’anno 1964, lungo l'ex percorso tramviario “Napoli Giugliano Aversa”, fu realizzata una filolinea (filobus) che da Secondigliano raggiungeva Aversa, fino a prolungarsi al Comune di Teverola. Nel 1970 la linea filoviaria fu prolungata fino al centro di Napoli.
Nel periodo di massima espansione della trazione a vapore, le Tramvie S.A.T.P. ebbero in dotazione in tutto 17 locomotive, tutte di costruzione “Krauss”, e circa 48 vetture rimorchiate, in buona parte costruite dalla società “Grondona”. Nella successiva fase, con la trazione elettrica, la dotazione complessiva delle elettromotrici della S.A.T.P. fu di 56 vetture.
L’ultima linea tranviaria ad essere dismessa fu la “Napoli Frattamaggiore”, nel 23 aprile 1961.
Nell’anno 1964, lungo l'ex percorso tramviario “Napoli Giugliano Aversa”, fu realizzata una filolinea (filobus) che da Secondigliano raggiungeva Aversa, fino a prolungarsi al Comune di Teverola. Nel 1970 la linea filoviaria fu prolungata fino al centro di Napoli.
Nel periodo di massima espansione della trazione a vapore, le Tramvie S.A.T.P. ebbero in dotazione in tutto 17 locomotive, tutte di costruzione “Krauss”, e circa 48 vetture rimorchiate, in buona parte costruite dalla società “Grondona”. Nella successiva fase, con la trazione elettrica, la dotazione complessiva delle elettromotrici della S.A.T.P. fu di 56 vetture.
Salita Doganella (oggi via D. D'Ambra), angolo Salesiani |
Proprio per evitare l’eccesso di traffico nella
tortuosa linea della Doganella, fu costruito dalla S.A.T.P. il nuovo ramo lungo la
strada Calata Capodichino, realizzando una sorta di anello di accesso cittadino.
Oggi la società che gestisce il servizio di trasporto publico provinciale su gomma, compreso la linea filoviaria "Napoli Aversa Teverola", è la "Compagnia Trasporti Pubblici di Napoli" (C.T.P.).
Già da alcuni anni un nuovo collegamento del filobus (a servizio "bimodale"), diretto a Teverola, è stato realizzato fino alla stazione di Piscinola, della metropolitana cittadina "Linea1", in via Zuccarini.
Salvatore Fioretto
Già da alcuni anni un nuovo collegamento del filobus (a servizio "bimodale"), diretto a Teverola, è stato realizzato fino alla stazione di Piscinola, della metropolitana cittadina "Linea1", in via Zuccarini.
Salvatore Fioretto
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Stazionamento terminale presso Porta Capuana, anni '50 |
Stazionamento dei filobus a Napoli, nei pressi di Porta Capuana, anno 1983 (foto collezione E. Bevere) |
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