domenica 20 ottobre 2013

La storia di Piscinola..., un racconto per tutti...!



Quella che oggi viene indicata impropriamente come periferia della metropoli di Napoli, vanta un retaggio storico non da poco, anzi possiamo dire, senza retorica, che essa ha una storia di degno rispetto...! 
Piscinola fu infatti abitata, fin dall’antichità, dal popolo italico osco-sannita, come attestano le numerose necropoli rinvenute negli anni; fu per secoli abitata da questi ceppi indigeni, prima che diventasse una colonia romana. 
Particolare tratto da una mappa di inizio '800.
Qui, nel I sec. d.C., alcuni veterani romani erigevano le loro ville rustiche, negli appezzamenti che furono appositamente centuriati e quindi a loro concessi per meriti militari, per poi essere coltivati e difesi.  In epoca alto-medioevale (anno 536),  la Villa (o Vicus) di Piscinula si rese parte attiva, assieme ad altre realtà popolose confinanti, per volere del generale bizantino Belisario, a ripopolare la città di Napoli, dopo che questa fu barbaramente distrutta di sua stessa mano...!  
Non venne risparmiata durante le lotte tra i Longobardi e il Ducato Autonomo di Napoli, tanto da essere saccheggiata diverse volte. Ma con il Patto (Pactum) di Arechi (IX secolo), si ebbe finalmente, per questo territorio, un lungo periodo di pace e di prosperità e così fu per tutta la Liburia; nel contesto storico iniziarono a sorgere i primi insediamenti stabili. In questo periodo risalirebbe, infatti, la costruzione del primo nucleo abitativo attorno alla chiesa parrocchiale dedicata fin dalle origini al SS. Salvatore (IX secolo) e, pertanto, questa struttura risulta essere la chiesa parrocchiale extramoenia più antica della Archidiocesi di Napoli. 
Come avvenne in altri Casali, qui fu qui fondata l’Eustaurita, che fu un primordiale organismo assistenziale (presente già nell'XI secolo), di carattere laico, governato da una Maestria, ossia da un gruppo di “maestri”, eletti ogni due o tre anni, il cui compito principale era l’assistenza e il sostegno economico ai più bisognosi e agli ultimi della società dell’epoca. 
Particolare di una mappa di fine '800, da notare la presenza della "vasca" e la vasta piana di Scampia
La popolazione di Piscinola, fiera della propria dignità e delle proprie tradizioni rurali, è storicamente stata restia a qualsiasi tentativo di subordinazione ed ibridazione da parte della tendenza accentratrice cittadina. In periodo normanno Piscinola divenne “Casale”, organismo amministrativo organizzato su base territoriale in tutto il Regno. 
Il Casale di Piscinola fu sempre "Demaniale" o "Regio", ossia direttamente dipendente dal sovrano e non fu mai "infeudato" (vale a dire, non fu un "Casale Baronale"), come avvenne in alcune realtà vicine. Il Casale si considerò sempre autonomo, tanto che i suoi abitanti difesero stenuamente la propria autonomia diverse volte, come nel 1637, quando il Viceré di Napoli tentò di vendere il Casale di Piscinola al barone di Cardito: in tale situazione gli abitanti insorsero e poi si autoriscattarono (1679), pagando il tributo richiesto per la vendita, con i proventi ricavati da una colletta pubblica!
Tempo dopo divenne Università, realtà amministrativa con un proprio Sindaco eletto. 
Piscinola partecipò attivamente a tutti gli eventi storici cittadini, come alla rivolta di Masaniello, alla Congiura del Principe di Macchia e ai moti rivoluzionari del 1799.
Divenne Decurionato durante il Decennio Francese e poi Comune, dopo la restaurazione borbonica. 
Pochi anni dopo l'Unità d’Italia (1866), fu annessa al Comune di Napoli come Villaggio, nonostante avesse chiesto all’amministrazione Provinciale di Napoli di essere un Comune più grande, insieme a Miano e Marianella. Fu il primo Comune ad essere annesso a Napoli dopo l'Unità d'Italia, seguirono, anni dopo, tra gli altri, Chiaiano e Secondigliano, ma solo nel 1925-26.
Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale Piscinola pagò un pesante tributo di giovani vite, come attesta il lungo elenco di nomi sul monumento municipale.
Foto della lapide toponomastica esistente all'inzio di Via del Plebiscito a Piscinola.
Nel corso delle storiche "Quattro Giornate di Napoli", nel 1943, qui si ebbero diversi episodi di resistenza contro l'invasore germanico, con il sacrificio di alcuni giovani partigiani del luogo.
Anni più recenti Piscinola divenne una Frazione dell’ampio quartiere cittadino di San Carlo all’Arena e poi Circoscrizione, insieme a Marianella. 
Con la nascita delle Circoscrizioni una parte dal suo territorio storico fu enucleato per fondare la 20^ Circoscrizione, quella di Scampia, da pochi anni urbanizzata.
Oggi Piscinola rientra nel territorio amministrato dalla VIII Municipalità di Napoli, insieme a Marianella, Scampia e Chiaiano. 
Salvatore Fioretto

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Piazza B. Tafuri, il "cuore" dell'antico casale di Piscinola, con la chiesa parrocchiale del SS. Salvatore (rimaneggiata nel 1950), l'edificio del vecchio Comune (a sinistra) e il palazzo seicentesco della famiglia Grammatico (a destra).

3 commenti:

  1. Secondo me, il materiale pubblicato su qwuesto blog dovrebbe essere utilizzato per delle lezioni informative nelle scuole di ogni ordine e grado di Piscinola e zone limitrofe.
    Maurizio

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  2. Complimenti per l'articolo che fa giustizia a Piscinola

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