lunedì 6 settembre 2021

San Gennaro e Padre Rocco, per il popolo e con il popolo...!

Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro, processione di San Gennaro, 1631

In occasione della principale ricorrenza annuale di San Gennaro, Patrono principale di Napoli e della Regione Campania, quella del "Dies Natalis", pubblichiamo un pezzetto della storia di Napoli, attraverso un episodio accaduto durante l'eruzione dell'anno 1779, che vede, al centro delle vicende cittadine, il popolare padre domenicano, Gregorio Rocco, assieme al patrono di Napoli, il vescovo San Gennaro. Il racconto è tratto dal libro "San Gennaro: Storia-folclore-culto", di mons. Luigi Petito, ed. LER (nota 80 pagg. 229-230 e pag. 232):

Padre Gregorio Rocco raffigurato in un stampa dell' '800

"Padre Rocco nato a Napoli il 4 ottobre 1700, entrò tra i Domenicani diventando sacerdote col nome di P. Gregorio Rocco. Si dedicò tutto alla elevazione sociale e religiosa del popolino.
Potremmo indicarlo come l'inventore della pubblica illuminazione a Napoli, perché diede luce alle strade esortando il popolo ad accendere delle lampade notturne davanti a circa trecento edicole ed immagini sacre che fece sistemare tra i vicoli e per le strade.
A protezione delle fanciulle pericolanti fondò il ritiro di S. Vincenzo Ferreri alla Sanità. Influì su re Carlo III di Borbone 
(Carlo di Borbone, ndr.)
Dipinto di Achille Gigante
per l'inizio della costruzione del grandioso edificio dell'Albergo dei Poveri, opera dell'architetto Ferdinando Fuga, con una facciata di 354 metri, destinato ad accogliere vecchi, ciechi, la gioventù povera perché apprendesse un lavoro
; combatté tenacemente il gioco d'azzardo. 
Mischiato paternamente e autorevolmente col popolo che s'era abituato a conoscere abbastanza bene per il suo bastone, anche se veniva scagliato da lontano senza che apparisse il padrone, se ne guadagnò così piena la fiducia, da ottenere col suo ascendente quanto nelle sommosse popolari non riusciva a conseguire nemmeno la forza pubblica.
Dipinto acquerellato, tratto da stampa francese dell''800
Nell'eruzione del 1779, il popolo tumultava nel Duomo minacciando di scassinare il portone del Tesoro, perché essendo sera, l'arciv. Serafino Filangieri (1775-1782) aveva negato la consegna delle reliquie di S. Gennaro per la processione. L'ancora di salvezza fu P. Rocco invocato con urgenza, che col suo classico bastone e la voce sonora, imposto il silenzio, così si rivolse al popolo terrorizzato: "Sentite, napoletani miei concittadini: prima che fossi chiamato da S. E. l'Arcivescovo, mi posi a letto, e per la stanchezza avendo preso un po' di sonno, mi venne il desiderio di andare in Paradiso: ci arrivai due ore fa all'oscuro, e bussai, ribussai; finalmente S. Pietro si affacciò, mi riconobbe e mi disse: che vai facendo P. Rocco a quest'ora importuna? Son pieno di timore risposi, vorrei parlare con S. Gennaro, Protettore di Napoli.

Padre Rocco predica al ponte della Maddalena, stampa '800

S. Pietro di aprì la porta, e mi disse: "Vattelo a trovare". Io subito mi indirizzai al coro dei SS. Martiri e lo riconobbi: mi accostai vicino e gli tirai il piviale, lo feci voltare e lo pregai ad interporsi presso dell'Altissimo Iddio a far cessare il fuoco del Vesuvio, ad avere pietà del fedele popolo napoletano.
Egli in verità non mi escluse, ma solamente mi disse: "Questo tuo popolo napoletano non la vuole finire con tanti peccati che di continuo commette in offesa di Dio che è veramente sdegnato; ma io di continuo lo prego con Maria Immacolata a placarsi, ma non è ora; domani mattina ti servirò, vattene ed assisti i tuoi napoletani".
A questo, mi svegliai, m'intesi chiamare che mi voleva S. E. l'Arcivescovo per cosa di somma importanza. Sicché, napoletani vi ripeto quello che mi ha risposto S. Gennaro, cioè, che mò, non è ora, ma fatto giorno, onde pazientate un altro poco".
Eruzione del Vesuvio, Giovanni Battista Mascolo, anno 1633
E con preghiere, parabole e canzoncine riuscì a persuadere il popolo ad organizzare la processione al mattino seguente. Alla sua morte, 2 agosto 1782, la forza pubblica non riusciva a contenere la folla che si accalcava per baciare la sua salma.
Una strada di Napoli, nel rione popolare, verso la zona di S. Anna alle Paludi è a lui intitolata."

Luigi Petito continua a scrivere nel suo libro di Padre Rocco, riferendoci altri aneddoti legati alle vicende dell'eruzione del Vesuvio del 1779 e della attiva protezione di San Gennaro verso i napoletani e la loro città: 

Dipinto di Oswald Achenbach, "Ponte di notte"
"Al ponte della Maddalena Padre Rocco intervenne ancora l'8 agosto 1779; le fiamme del Vesuvio salivano a migliaia di metri di altezza con continue esplosioni, assordanti boati e pioggia di cenere e lapilli infuocati. Il popolo in lacrime, terrorizzato raggiunse con la processione partita dal Duomo l'edicola del Santo e P. Rocco riuscì a calmare la folla ispirando fiducia nella protezione di S. Gennaro che certamente avrebbe impetrato dal Signore l'effetto sperato.
Benedetto l'igneo Vesevo
(Vesuvio) con le le reliquie del Sangue, si avvertì ancora qualche fortissimo boato del vulcano, poi subentrò la stasi e "l'allegria di tutti", come ci attesta l'epigrafe posta poi al basamento della statua."
Dipinto di Scipione Compagno, eruzione del 1631

L'aiuto chiesto a San Gennaro dal popolo napoletano, durante l'eruzione del Vesuvio, non è stato solo quello qui raccontato, ma numerose altre volta si è ripetuta la "scena", nel corso dei secoli, in concomitanza di altre eruzioni distruttive. Probabilmente già intorno al VII secolo, durante una violenta eruzione del Vulcano, molti napoletani si rifugiarono nelle catacombe di Capodimonte e si rivolsero al Santo martire lì sepolto, sperimentando la Sua protezione. Ricordiamo, poi, i fatti ritenuti miracolosi, accaduti il 16 dicembre 1631, che videro l'istituzione della festa del Patrocinio di San Gennaro (3^ festa dell'anno dedicata al Santo) e la costruzione della "Guglia", fino alla solenne processione svolta durante l'eruzione dell'anno 1906. Nel 1944, ovvero durante l'ultima eruzione del Vesuvio, non si ebbe, come ci risulta,  la processione esterna per le strade, a causa dell'occupazione anglo-americana in corso, mentre la Cattedrale risultava inagibile perché colpita da bombe scagliate durante le incursioni aeree; anche se in quella circostanza non mancarono preghiere collettive.

Ponte della Maddalena, devoti all'edicola di S. Gennaro, durante l'eruzione del 1906

La redazione di "Piscinolablog" augura "Buon San Gennaro" a tutti i lettori che si chiamano Gennaro, alla Città di Napoli, a tutta la Regione Campania e ai tanti napoletani e campani che vivono fuori Regione e all'estero

Salvatore Fioretto

Edicola di San Gennaro al Ponte della Maddalena, foto fine degli anni '60. 

Particolare del monumento, con l'immagine di San Gennaro che ferma la lava del Vesuvio

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