venerdì 6 settembre 2013

La storia di 'Ntuono e Cuncetta... di Abbascio Miano...!


In ricordo dei personaggi, di un luogo e della umanità di Piscinola...

Via Vecchia Miano e la sua antica Masseria, foto aprile 2001
C'era una volta, fino a trent'anni fa.... Abbascio Miano, ossia l’antico abitato di Piscinola, attraversato dalla Via Vecchia Miano, con ai lati, la Carrara (un piccolo vicolo cieco) e una vecchia masseria, dal portale con il grande arco..., chiamata "Torre Galdieri".... Qui si svolge questa storia, bella e anche un po’ triste, che sto ora per raccontarvi: storia di uomini semplici, poveri, ma non privi di quella grande ricchezza, direi incalcolabile, che oggi tutti chiamano: "Umanità"! 
'Ntuono, ovvero Antonio (in napoletano si chiama 'Ntuono una persona che ha il nome dedicato a sant’Antonio Abate), aveva all'incirca cinquant’anni e abitava in un monolocale, situato al piano basso, nell’antica masseria di Abbascio Miano, che in lingua napoletana si dice semplicemente “'o vascio” (Basso). Il suo amore di sempre, genuino e schietto, si chiamava Cuncetta (Concetta, ovvero Immacolata). 
Concetta era una donna gracile e minuta, originaria di un paese del Salernitano, se non erro era del Comune di Buccino.
Particolare del portale ad arco, ridotto in rudere  (foto aprile 2001)
'Ntuono e Cuncetta stavano insieme da molto tempo, in quella vecchia masseria di Piscinola, erano poveri e vivevano alla giornata, ma vivevano in maniera dignitosa: non erano esigenti dalla vita e si accontentavano di quel poco che essa gli offriva…. Spesso, come si dice da noi, si arrangiavano per sbarcare il lunario… Erano sempre allegri e fiduciosi nella vita, perché la loro vita consisteva soprattutto nello stare insieme ed affrontare giorno per giorno i vari problemi che si presentavano; non si ponevano tante domande e tanti perché…. quella era lo loro vita e basta…! Per 'Ntuono e Cuncetta gli unici beni posseduti erano una carretta con un “ciucciariello” (asino) ed era già possedere molto, per una coppia indigente dell'epoca, parliamo degli anni '70... 'Ntuono si era organizzato a lavorare in proprio e vendeva sedie sdraio, sedie di paglia, girelli e tanti altri oggetti di legno, tanto in uso in quegli anni. Svolgeva il suo umile lavoro recandosi su e giù per i quartieri popolari di Napoli e tra i paesi della Provincia, soprattutto quelli confinanti con Piscinola.
La masseria  di "Abbascio Miano" vista dalla "Carrara": Nella foto i luoghi sono già trasformati come si vedono oggi
'Ntuono non si lamentava mai e spesso diceva "'a nnomme 'e Ddio!" (in nome di Dio), anche se a volte gli affari non erano proprio brillanti e a stento riusciva a rimediare per quel minimo che occorreva per poter sopravvivere. La coppia non aveva figli e la loro vita la trascorrevano in simbiosi con gli altri abitanti della masseria: allora “la masseria” era come una sola famiglia, tutti si aiutavano e si sostenevano vicendevolmente. Spesso 'Ntuono era chiamato anche dai vari contadini del posto per dare una mano nei campi o per dare un aiuto nella masseria stessa, ricevendo ricompense in natura (ortaggi, frutta, latte, vino..). Per 'Ntuono e Cuncetta la loro famiglia era composta da loro due, insieme al loro asino. Il “ciucciariello” era la loro vita, era il piccolo bene che permetteva loro di poter vivere e sostenersi e, quindi, lo trattavano come un figlio…!
Ogni mattina 'Ntuono tirava fuori l'asino dalla stalla e lo puliva accuratamente con le spazzole, dette la “brusca” e la “striglia”: l'una metallica e rettangolare, denterellata, come tante piccole seghe accostate e l'altra di legno, ovale, dalle setole molto dure. Spesso, quando l’animale era poco docile al lavoro, l’uomo sapeva come ammansire la bestia: afferrando un orecchio dell'asino con le mani, gli sussurrava alcune parole... che lui riteneva essere efficacee e così,
l'asino, come se fosse addomesticato, capiva subito il messaggio di ‘Ntuono, ubbidiva, eseguendo quello che gli veniva comandato di fare...
‘Ntuono mi voleva molto bene e una volta ricordo volle portarmi con sé sulla carretta (carro da traino), per fare una commissione; non potrò mai descrivere con le parole la sensazione e l’emozione che provai durante quel viaggio e soprattutto nel vedere le strade di Piscinola da questo mezzo per me inconsueto... Non mi era mai capitato una cosa del genere ed avevo appena 8-9 anni!
Quell’evento, purtroppo irripetibile, lo ricordo con piacere ancora oggi e lo conservo tra i ricordi più belli della mia gioventù…! Quando c’era da caricare o scaricare la merce dalla carretta, composta da tante sedie e tavolini, spesso si formava una piccola folla di ragazzini e di bambini abitanti nella masseria e nei dintorni, che prestavano volentieri una mano, per alleggerire la fatica del povero ‘Ntuono... La coppia osservava compiacente e commossa l’aiuto de bimbi, ringraziando tutti e offrendo loro caramelle e altri dolciumi: ormai quei ragazzi erano diventati tutti come dei figli adottivi…. Un giorno, purtroppo, l'asino ebbe una brutta colica e si ammalò gravemente, ricordo che restò steso, agonizzante in mezzo alla masseria per due giorni e 'Ntuono e Concetta lo vegliarono per tutto il tempo, piangendo a dirotto, come per un loro parente: una tenerezza senza eguali... Purtroppo non ci fu verso di salvarlo…!
Rudere della masseria in fase di demolizione (foto Aprile 2001)
Gli anni passarono, venne poi il terremoto del 1980 e tanti legami esistenti in quel Abbascio Miano si spezzarono e finirono a causa dello sgombero delle case; molti abitanti furono trasferiti nelle case popolari e nei rioni di Scampia. La masseria di Abbascio Miano, cosi come mezza Piscinola, fu dichiarata terremotata e sgomberata... Seppi poco dopo che la cara Cuncetta, dopo una breve malattia, lasciò 'Ntuono solo... perchè era volata per una …“Masseria” più bella e più comoda di quella dove aveva vissuto...!
'Ntuono, ormai solo, senza lavoro e senza più la sua amata compagna, si era trasferito presso una sorella cieca, che abitava a Secondigliano.
Negli anni che seguirono, ogni tanto lo incontravo per le strade di Piscinola, alla guida di una vecchia bicicletta; mi diceva che veniva ancora nel quartiere per fare compere e per incontrare i suoi vecchi amici. Quando lo incontravo mi faceva sempre una grande festa e io ero contento, in fondo io ero uno dei suoi cari figliocci della cara masseria, uno di quelli che lo aiutava spesso e gli voleva bene... Poi, per molto tempo non lo vidi più... Un giorno seppi che era morto ed era andato a congiungersi con la sua cara Cuncetta, in Paradiso...!
 
   
La Masseria e il "Tenimento Marchesa di Rutigliano", foto aprile 2001 (trasformato in parcheggio auto nel 2008)
Questa è la bella storia, anche se il finale è un po' triste, di due personaggi piscinolesi a cui ho voluto bene e loro a me… Persone che con la loro umanità mi hanno insegnato da bambino tante cose della vita, molto più di quanto ho appreso dai libri e tra i banchi di scuola...!  Questa è anche la storia di un luogo, chiamato Abbascio Miano, che oggi appare come svuotato della sua anima...!
Ciao cari 'Ntuono e Cuncetta di Abbascio Miano, vi ho voluto un gran bene...!                                                                             
Salvatore Fioretto 
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