La gara iniziava alla rotonda e finiva davanti Porta Piccola. Finestrini aperti anche d'inverno e tutti a sbeffeggiare se si era fatto il sorpasso o a essere sbeffeggiati se si era stati sorpassati. A Napoli questi innocenti passatempi erano abbastanza comuni e servivano ad accantonare preoccupazioni vere o presunte. A volte mi chiedo, riuscendo a "corrompere" due autisti dell'ATM per una gara a via Torino o sui Navigli, cosa direbbero i passeggeri milanesi".
Lo stesso destino toccò a tutte le linee che collegavano il centro con le zone collinari e le periferie. Per consentire agli utenti (migliaia nelle prime ore del mattino) di proseguire per raggiungere le scuole e i posti di lavoro furono istituite le cosiddette circolari CD, CS (destra e sinistra) che su poche fermate di via S. Teresa, via Foria e via Pessina, dovevano accogliere di persone.
Fu subito caos e, fortunatamente, si fece marcia indietro riprolungando il percorso di alcune vecchie linee e istituendo altre nuove (22, 23, 24, 25, 26, 27, 137 ecc.).
Qualcuno si chiederà: perché non fu ripristinato il 110 rosso (e simili)? Secondo me fu una furbata dell'ATAN, così si chiamava allora l'azienda municipale dei trasporti.
Infatti gli abbonamenti feriali mensili consentivano ad operai e studenti, al modico prezzo di L. 800, di usufruire di entrambe le linee (per i primi dalle 5 alle 8.30 e dalle 16 alle 20, per i secondi dalle 5 alle 20 ininterrottamente). Le nuove linee portarono al gestore un significativo aumento degli introiti. Confermo la notazione di Roberto, sull'apprezzabile frequenza del 110. Penso però che pochi ricordino che tale caratteristica fu "certificata" dalle strofe di una canzone del noto cantante melodico napoletano Mario Abate, habitue' delle feste patronali piscinolesi del tempo che fu. Abate cantava di un innamorato che aveva dato appuntamento alla sua ragazza alla fermata dell'autobus, ma lei tardava di parecchio e lui contava le ore che passavano: "... arriv' e pass' nat' 110...".
Capolinea di Piscinola (in ricordo di Raffaele, Salvatore e Giovanni) |
Giuseppe Vitale: "Quante volte l'ho preso per andare all’istituto d’arte alle spalle di piazza Municipio dal 70 al 75".