Le mie lezioni di International business di post graduate master iniziano
sempre con la diapositiva che parla di amore in generale e poi per il proprio
lavoro. Solo chi ama può andare oltre il 2+2=4. Dovendo parlare dei guanti
fatti a mano, di Piscinola e del Made in Italy ho chiesto a una bella persona
di raccontarmi in breve il suo rapporto iniziale con il suo mondo del lavoro.
Con gioia il sig. Gianni Giannattasio mi ha inviato alcune foto, il suo
libretto di lavoro e una breve storia facendo un meraviglioso tuffo nel suo
passato.
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Lui mi indirizzò verso il lavoro che faceva e che amava, prima di andare in guerra. Andai a imparare il mestiere a casa di un operaio finito, Gianni Noviello, e li rimasi fino ai 16 anni, senza mai prendere una lira di paga... Un po' per i racconti nostalgici di mio padre, un po' per quelli di Noviello, ogni volta che incontravo qualcuno o vedevo un'attrice o un personaggio famoso ero sempre attirato dalle sue mani. Dalle mani riuscivo a capire il suo carattere. Le sue mani mi dicevano se era un egoista o un altruista, se era di animo nobile o un amante dell'apparire. E le mani vestite dai guanti erano un vero spettacolo per gli amanti dell'arte come me. Non c'era abito che poteva ritenersi completo se non prevedeva un bel paio di guanti. Così un giorno, smettendo di studiare, mi misi a fare i guanti con altissima professionalità e amore. Volevo vestire tantissime mani rendendole ancora più nobili. così ogni giorno partivo da Fuorigrotta per andare a scuola a Piscinola, dopo aver terminato con il mio primo maestro, anzi secondo, se considero mio padre. Il mio primo arrivo a Piscinola sembrava un sogno. Tutto mi appariva verde e ben ordinato. Le persone che incontravo furono tutte molto gentili nel darmi le indicazioni richieste. Ogni successivo viaggio da Fuorigrotta a Piscinola era sempre ricco di novità quando attraversavo piazza Dante o costeggiavo il bosco di Capodimonte” mi ha raccontato Gianni Giannattasio sulla sua intrigante gioventù da guantaio.
LA TRADIZIONE DEL GUANTO ARTIGIANALE NEL MONDO
Il guanto fatto a mano vanta una storia ricca e diversificata a livello globale. Dalle intricate lavorazioni in pelle dei paesi arabi ai robusti guanti da lavoro dell'Europa settentrionale, ogni cultura ha sviluppato le proprie tecniche e stili, anche se lo stile napoletano è stato sempre imitato, ma mai superato. La produzione artigianale di guanti è spesso legata a determinate regioni geografiche, dove la disponibilità di materie prime di qualità (come pelli pregiate) e la trasmissione generazionale di competenze hanno permesso il fiorire di vere e proprie scuole. Paesi come la Francia (in particolare la città di Millau), l'Inghilterra (con le sue tradizionali guantiere) e gli Stati Uniti (per i guanti da sport e lavoro) hanno una lunga e prestigiosa tradizione nel settore. Questi mercati sono spesso caratterizzati da un'alta attenzione alla qualità, alla durata e al design, con prodotti che si posizionano nella fascia alta del lusso o della specializzazione
L'ECCELLENZA ITALIANA, NAPOLI CAPITALE MONDIALE DEL GUANTO
LE ANTICHE FABBRICHE DI PISCINOLA: Un Distretto Storico
https://www.youtube.com/watch?v=rCouOBXjgDM...
In quest'area, anche grazie ai contributi governativi, sorsero numerose
fabbriche di guanti, vere e proprie eccellenze artigianali che davano lavoro a
centinaia di persone. Queste manifatture erano caratterizzate da
un'organizzazione del lavoro altamente specializzata, con sarti, tagliatori,
cucitori e rifinitori che collaboravano per creare prodotti di altissima
qualità. Le fabbriche di Piscinola non erano solo luoghi di produzione, ma veri
e propri centri di formazione dove le nuove generazioni apprendevano i segreti
del mestiere. La produzione, anche di bellissime calzature fatte a mano, era
spesso orientata all'export, con clienti in tutto il mondo che riconoscevano il
valore e l'unicità del "Made in Naples". Piscinola era per molti
apprendisti come Gianni una vera terra promessa. Quella straordinaria zona
sfiorata dalla Piedimonte d'Alife aveva
la Virtus Piscinola, gli Showmen di Mario Musella, James Senese, Paranza di Gennaro Silvestri, Wanted Group, Enzo Avitabile e
tanti altri. Molti dopo il lavoro vedevano un bel film all'Arena Azzurra, dopo
trasformata in Cinema Teatro Selis, o in altre sale della zona. In pochissimi
metri c'erano ben quattro cinematografi e sempre tutti pieni. Ma il terremoto
del 1980 fu un vero spartiacque per quello che era e quello che sarebbe poi
arrivato. Chiuse il Cinema Teatro Selis e chiusero molte fabbriche, non solo di
guanti artigianali.
DAI FASTI DEL PASSATO ALLA REALTA' ATTUALE: Sfide e Opportunità
Oggi, il settore del guanto fatto a mano, sia a livello globale che in Italia, affronta nuove sfide e opportunità. La globalizzazione, la concorrenza dei prodotti a basso costo e i cambiamenti nelle abitudini di consumo hanno ridotto il numero delle aziende e degli artigiani. Molte delle antiche fabbriche di Piscinola non esistono più, e la trasmissione delle competenze è diventata più complessa. Tuttavia, il settore sta vivendo una fase di rinascita, spinta dalla crescente domanda di prodotti di lusso, personalizzati e sostenibili. I guanti fatti a mano, con la loro intrinseca unicità e durata, rispondono perfettamente a queste nuove esigenze.
DATI ECONOMICI E OCCUPAZIONE DEL GUANTO FATTO A MANO:
È difficile fornire dati economici precisi e aggiornati esclusivamente sul
settore dei guanti fatti a mano a livello mondiale, in quanto spesso rientra in
categorie più ampie come "abbigliamento e accessori in pelle" o
"artigianato di lusso". Il nostro caro Gianni Giannattasio, vero protagonista
di questo breve articolo, ci racconta: “I prezzi del 1960? So solo che all’eta
di venti anni l’articolo di mia produzione lo vendevo a 700 lire, a causa della
eccessiva offerta, invece di 800 lire”.
Tuttavia, si stima che il mercato
globale dei beni di lusso, in cui i guanti di alta qualità si inseriscono,
continui a crescere, trainato dai consumi asiatici e dalla ricerca di
esclusività. In Italia, il settore dell'artigianato della pelle, che include la
guanteria, contribuisce in modo significativo all'economia nazionale. Sebbene
il numero di addetti diretti alla produzione di guanti sia diminuito rispetto
al passato, le aziende rimanenti sono spesso realtà di nicchia, con un'alta
specializzazione e un forte orientamento all'export. L'occupazione nel settore,
seppur ridotta, è caratterizzata da una manodopera altamente qualificata, che
detiene competenze uniche e difficilmente replicabili. Molte piccole e medie
imprese, spesso a conduzione familiare, continuano a operare, mantenendo viva
la tradizione e cercando di innovare per adattarsi alle esigenze del mercato.
La formazione di nuove generazioni di artigiani è una sfida cruciale per il
futuro del settore. Ci saranno altri Gianni innamorati delle mani elegantemente
vestite?
C'ERA UNA VOLTA LA PRODUZIONE ARTIGIANALE DEL GUANTO
E' ancora Gianni Giannattasio che, facendo un tuffo nel passato, ci dona
alcuni dettagli: "Cosi, dopo la fine dell’ultima guerra, gli abitanti del
quartiere piano piano misero in atto le loro conoscenze in materia, e in quel
momento la voglia e la necessità di ricominciare, fecero in modo che in ogni
casa ci fosse almeno una persona dedita a questa attività che dava la
possibilità di sopravvivere. I pellami vengono comprati grezzi, poi conciati
prevalentemente al cromo e raffinati. In ultimo tinti secondo le richieste. La
lavorazione inizia con il taglio dei pellami e per la migliore resa, viene
effettuata da lavoranti più esperti. I vari pezzi ricavati dal taglio, vengono
lavorati e portati alle varie misure delle mani, 8-7 ecc…. Ed è qui che
cominciava il mio lavoro di smussatura e tiratura, consistente nel dare forma e
giusta misura al pezzo di pelle che iniziava ad avere una sua forma di guanto.
Questi pezzi venivano raggruppati insieme e chiamati partite di 60 paia. Per
guadagnare bisognava lavorarne almeno una partita al giorno, il lavoro era
svolto per otto ore sempre in piedi. Dopo i controlli del capo reparto, le
partite venivano fustellate ed avviate al ricamo e cucitura, apparecchiatura e
scatolate. Per fare tutto ciò il guanto passava per una decina di mani
femminili. Questa era la lavorazione nello stabilimento di Piscinola, mentre
alla Sanità tutto il lavoro si faceva casa per casa e il sabato si andava a
consegnare alla fabbrica e si veniva pagati per il lavoro effettuato. Non
esistevano ne inquadramento ne paghe fisse. E dalla realtà della Sanità quando
il comparto cominciava a crescere, i piccoli imprenditori del quartiere,
aiutati da alcune leggi create per chi dava lavoro, vennero incentivati a
presentare progetti tutti finanziati dallo Stato. Cosi in via Vittorio Veneto
148 a Piscinola nasce l’Excelsior di Murolo, in via Miano Agnano attuale via
Ianfolla nasce lo stabilimento di Tortora, etc.
IL FUTURO DEL GUANTO FATTO A MANO: tra Tradizione e Innovazione
Riuscirà Napoli a incunearsi di nuovo da protagonista ritagliandosi una fetta dell'International business dei guanti, sia industriali che fatti a mano, ridando lavoro a migliaia di giovani di nuovo anche a Piscinola?
Vittorio Selis
Ringraziamo l'amico Vittorio Selis per averci condiviso questo interessante post di storia piscinolese, dedicato alla manifattura dei guanti, che un tempi era molto fiorente nel territorio ed era vanto e lustro della Piscinola imprenditoriale e lavoratrice.
S.F.
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