Foto di Capodimonte, primi anni del 1900 |
Tra le varie colline che coronano la sempre incantevole e quasi tre volte millenaria città di Napoli (Capodichino, Vomero, Posillipo, Capodimonte e Camaldoli), Capodimonte è forse la più ricca di storia e di monumenti antichi. La dolce collina di Capodimonte, con le sue rilevanze storiche, monumentali e paesaggistiche, ha poi sempre condizionato positivamente, nel corso dei secoli, la storia e gli eventi di tutto il contado ad esso circostante, fino ai borghi (oggi quartieri) posti a settentrione di Napoli.
Basilica dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio |
Basterebbe citare solo il fatto che, per accedere in città, si era costretti a percorrere le sue strade, un tempo strette e alquanto irte e scomode (gli anziani di un tempo usavano dire infatti: "Simme arrivate a Capemonte e nun scennimmo a Napule...!?).
Tra le rilevanze monumentali ricordiamo la splendida Reggia e il Parco annesso (che è da tutti indicato impropriamente come "Bosco"), fatti costruire dal sovrano "illuminato" che fu Carlo di Borbone, primo re della dinastia borbonica napoletana. La Reggia fu poi destinata ad accogliere la collezione Farnese (con le celebri opere di Tiziano, Correggio, Michelangelo, Raffaello, El Greco, ecc.) ereditata dallo stesso Carlo da sua madre: Elisabetta Farnese, duchessa di Parma e Piacenza.
Ricordiamo l'antica chiesa di Santa
Maria delle Grazie a Capodimonte che è stata un'importante Arcipretura, a cui era affidata la sovrintendenza di tutte le chiese parrocchiali esistenti nella zona settentrionale della Diocesi di Napoli, dopo il passaggio di
consegne avvenuta dall'altra antica Arcipretura, che era la parrocchia di S. Giacomo di
Calvizzano.
Degna di menzione è la monumentale basilica pontificia dell' Incoronata Madre Del Buon Consiglio che domina, con la sua bella cupola verderame, il cielo di Napoli, con un superbo effetto luminoso notturno; le sue forme architettoniche rappresentano una riproduzione in scala ridotta della basilica vaticana di S. Pietro in Roma (scala 3:1), infatti è anche chiamata "la Piccola S. Pietro".
La basilica napoletana, che è stata completata nella seconda metà del secolo scorso, per opera dell'Arch. Vincenzo Vecci (inaugurata nel 1960), fu commissionata da una pia donna, al secolo: Maria Landi.
La chiesa molto bella e rifinita, conserva al suo interno numerose opere d'arte, tra sculture e dipinti, provenienti da molte antiche chiese cittadine, che furono chiuse o abbandonate a causa della guerra o per le conseguenze del terremoto del 1980. Belli anche il Seminario Diocesano, di costruzione ottocentesca, con la panoramicissima terrazza sulla città e la moderna struttura della Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (anni '70).
L'Osservatorio Astronomico di Capodimonte, fu il primo edificio del genere costruito in Italia; oggi nelle sue ampie sale, oltre alle due specole di osservazione, conserva un bel museo di astronomia e di strumenti astronomici.
Numerose sono poi le ville sparse per il suo territorio, costruite da nobili e facoltosi uomini d'affari, tra il XVII e il XIX secolo, come le ville Ruffo, Petrilli, Degas, Rodinò, Meuricoffre, ecc.
Ma la collina di Capodimonte, al di là di quanto di bello fin qui descritto, è famosa soprattutto per la preziosa testimonianza archeologica-sacra che conserva e che abbiamo ereditato fino ai nostri giorni, direi con vanto cittadino..., parliamo delle famose Catacombe di San Gennaro, le quali, con la vicina basilica paleocristriana di San Gennaro Extra Moenia (V secolo), rappresentano un importantissimo complesso monumentale di epoca tarda antica, forse il più importante di tutto il meridione d'Italia.
Veduta di Capodimonte e la villa Ruffo (S. Fergola, 1826) |
Degna di menzione è la monumentale basilica pontificia dell' Incoronata Madre Del Buon Consiglio che domina, con la sua bella cupola verderame, il cielo di Napoli, con un superbo effetto luminoso notturno; le sue forme architettoniche rappresentano una riproduzione in scala ridotta della basilica vaticana di S. Pietro in Roma (scala 3:1), infatti è anche chiamata "la Piccola S. Pietro".
La basilica napoletana, che è stata completata nella seconda metà del secolo scorso, per opera dell'Arch. Vincenzo Vecci (inaugurata nel 1960), fu commissionata da una pia donna, al secolo: Maria Landi.
Panorama sulla città, con la Basilica in primo piano |
L'osservatorio astronomico di Capodimonte, in una stampa ottocentesca. |
Numerose sono poi le ville sparse per il suo territorio, costruite da nobili e facoltosi uomini d'affari, tra il XVII e il XIX secolo, come le ville Ruffo, Petrilli, Degas, Rodinò, Meuricoffre, ecc.
Pianta delle catacombe di San Gennaro, nel livello inferiore |
Interno delle Catacombe |
Interno delle Catacombe |
Alla fine de IV secolo, dopo la proclamazione dell'Editto di Tessalonica (anno 380), da parte dell'imperatore Teodosio, non solo non erano più perseguibili coloro che si professavano cristiani (la Tolleranza avvenne con l'Editto di Milano, emanato da Costantino il Grande, anno 313), ma la religione cristiana era dichiarata addirittura la religione ufficiale dell'Impero.
Basilica di S. Gennaro ad Antignano. Bassorilevo marmoreo riproducente la scena del primo miracolo di San Gennaro avvenuto ad Antignano |
I napoletani ricevettero i Suoi resti perché, con ogni probabilità, il Santo era riconosciuto come loro concittadino, (la tradizione vuole che sia nato a Napoli), pur essendo stato nella vita vescovo di Benevento. Tuttavia anche Benevento reclamava di avere il corpo del suo amato Vescovo..., e così si accese una disputa tra i beneventani ed i napoletani, che non si placherà per diversi secoli a seguire!
Questo luogo di Capodimonte prederà poi il nome del Santo e, ancora oggi, esso è indicato con il toponimo di "Catacombe di San Gennaro".
Particolare con i chierici che portano il corpo di San Gennaro a Capodimonte |
Particolare del bassorilievo di sopra, con la donna che mostra il sangue sciolto |
Secondo una leggenda, quando il corteo che trasportava il sacro corpo del martire si trovò nei pressi del villaggio di Antignano, si accostò una pia donna, che mostrando due ampolline con il sangue in quel momento liquefatto, riferì al vescovo Giovanni I che si trattava del Sangue di San Gennaro, che un secolo prima era stato raccolto da terra, per pietà cristiana, al momento dell'avvenuta decapitazione del Vescovo, nei pressi della Solfatara di Pozzuoli. La reliquia del sangue fu quindi donata alla chiesa napoletana ed è quella che oggi è conservata nella Cattedrale di Napoli. In vicinanza di quel luogo, nei secoli seguenti, furono edificate ben due basiliche dedicate a San Gennaro. Le ossa del martire (tranne il capo), trovarono invece sistemazione in un ipogeo all'interno dei cubicoli delle Catacombe di Capodimonte, vicino a quelle di altri santi e vescovi, già venerati in quel luogo dalla Chiesa napoletana.
Catacombe di San G., affresco con l'immagine più antica di Gennaro, in tunica e pallio (V secolo) |
Interno della basilica paleocristiana di San Gennaro extra moenia (fuori le mura) del V secolo |
Catacombe S. Gennaro. Affresco con a lato l'immagine di san Paolo, di recente scoperta |
Nei secoli successivi la figura di Sant'Agrippino andò via via affievolendosi, fino a quando, intorno al XIV-XV secolo, Agrippino fu inserito in un gruppo di sette "santi compatroni", che costituivano una specie di corte di protettori della città, posti "a latere" di San Gennaro, che rimaneva il solo Patrono principale di Napoli e della intera Archidiocesi di Napoli.
Abbazia di Montevergine, dietro l'altare maggiore fu conservato per 3 secoli il corpo di S. Gennaro |
Cattedrale di Napoli, Cappella del Succorpo, corpo di S. Gennaro trovato a Montevergine |
Ingresso Ospedale di San Gennaro dei Poveri alla Sanità |
Fu allora deciso di costruire, ai lati delle antiche catacombe un monastero dedicato a San Gennaro e a Sant'Agrippino (IX secolo).
Il complesso monumentale delle Catacombe di San Gennaro, dopo un lungo periodo di abbandono e di spoliazioni (furono in particolare sottratte quasi tutte le lastre in marmo che un tempo coprivano le nicchie parietali dei cubicoli), fu al centro degli studi e dell'interesse degli studiosi per la sua importanza storica e architettonica e già a partire dal XVIII secolo divenne una tappa obbligata dei visitatori del Grand Tour, allora tanto in voga.
Il monastero di San Gennaro e S. Agrippino, invece, fu prima trasformato in lazzaretto per curare gli appestati (XV secolo) e, poi, nel XVIII secolo adattato in ospizio per assistere i vecchi mendicanti e i poveri ('e pezziente 'e San Gennaro). Nel XIX secolo è diventato l'ospedale di San Gennaro dei Poveri. Nel complesso dell'ex monastero fu allestito anche un centro di accoglienza e di cura dei malati di mente.
Panorama di Capodimonte con le sue eccellenze architettoniche... |
E' di questi mesi la notizia del ritrovamento nelle Catacombe di S. Gennaro di un altro bell'affresco, ossia un'immagine di san Paolo, a lato di un arcosolio (foto in alto).
Basilica dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio, lato piazzale |
Un tempo San Gennaro, oltre a essere patrono della città di Napoli, era anche patrono di tutto il Regno delle Due Sicilie e per un certo periodo gli furono affidate dagli spagnoli anche le terre da essi colonizzate nell'America Latina.
Nel 1980, il papa S. Giovanni Paolo II ha proclamato San Gennaro patrono della Regione Conciliare Campania.
Auguri a Napoli, e a tutti coloro che portano il nome di Gennaro.
Salvatore Fioretto
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Museo del Tesoro di San Gennaro. "San Gennaro", olio su tela di Francesco Solimena, 1702 |
Arcosolio con immagini di una intera famiglia defunta |
Affresco con San Gennaro con altro santo |
Mosaico raffigurante un Vescovo della chiesa di Napoli |