|
Parco di Capodimonte - Eremo dei Cappuccini |
Esiste un lato del parco di Capodimonte, che guarda a Miano, che risulta per molti concittadini ancora tutto da scoprire, perché impervio e di difficile accesso. Parliamo di quella zona del "Bosco", nel suo confine settentrionale, che si affaccia sul Vallone di San Rocco e sull'antico casale di Miano. Infatti proprio qui, dove il bosco si fa selvaggio e fitto di vegetazione, si può scoprire, in fondo a un sentiero, il complesso denominato Eremo dei Cappuccini, detto anche Ritiro di San Clemente.
|
Parco di Capodimonte - Eremo dei Cappuccini |
L’Eremo fu chiuso nel 1865, in seguito al decreto di soppressione degli ordini religiosi, quando i pochi frati furono definitivamente allontanati dal sito (erano rimasti solo in otto). L'edificio si presenta ben fortificato, mostrando una bella linea architettonica, in stile neogotico fiorito. Attualmente è occupato dalla “Opera per la salute del fanciullo”, che svolge l'assistenza agli alunni.
Il complesso comprende anche una chiesa, dedicata alla Vergine Assunta e a S. Clemente e l'ex camposanto dei frati.
|
Parco di Capodimonte, Ponte dell'Eremo |
Percorrendo un sentiero si raggiunge il ponte in tufo, chiamato "Ponte dell'Eremo" (o ponte della Fagianeria), che scavalca il vallone denominato Vallone di San Gennaro. Dal ponte si riesce ancora oggi a godere di un paesaggio superbo e impareggiabile, che guarda sull'ameno Vallone di San Rocco e sullo storico abitato di Miano. Purtroppo anche qui la mano dell'uomo sta causando episodi di degrado e di abbandono...
|
Parco di Capodimonte -Statua romana, detta "del Gigante" |
Non molto distante da questo sito, in fondo al vialone progettato dall'eclettico architetto Sanfelice, si erge, su un alto basamento, la maestosa statua romana detta "del gigante": La statua, che rappresenta forse una sfinge (secondo alcuni Ercole), apparteneva alla collezione Farnense, fu collocata in questo punto del parco alcuni decenni fa. Di essa, solo alcuni pezzi risultano essere di epoca romana, mentre la restante parte è frutto di un sapiente restauro di ricostruzione, eseguito durante la dinastia borbonica.
Poco distante da questo territorio esiste un anfratto percorso dall'alveo di San Rocco, e più a est, si erge un caseggiato, abitato da secoli, che rappresenta quello che fu l'antico Casale di Mianella.
|
Chiesa della Madonna degli Angeli al Cavone. Foto anni '70 |
In prossimità del centro abitato in parola si erge la piccola e bellissima chiesetta dedicata alla Madonna del Cavone. Alla chiesa si accede imboccando una stradina che parte dal "cuore" di Miano vecchia, percorrendo una serie di irte e tortuose rampe.
L'immagine della "Madonna del Cavone" era un tempo molto venerata dalla popolazione locale ed era celebrata da tutta la comunità circostante, fino a Piscinola e Marianella e ancora oltre.
|
Medaglione con l'immagine della Madonna |
Il titolo esatto della chiesa è però di Santa Maria degli Angeli al Cavone. Si racconta, secondo una antica leggenda popolare, tramandata, che la madonna apparve in quel luogo a un pastorello mentre era intento a far pascolare le sue pecore; a seguito dell'evento alcuni fedeli decisero di autotassarsi e di costruire in quel luogo una cappella, che consentisse di venerare il quel luogo impervio un'immagine della Madonna. Una prassi un po' consueta, come è avvenuto per altre immagine sacre, sparse per l'Italia.
La chiesetta conserva nel suo interno, appesa a una parete, un'elica di una aereo militare inglese.
|
Dipinto del XVIII sec, con veduta di Capodimonte, dei Casali
e della pianura fino al Matese |
Secondo alcune testimonianze attendibili, durante la seconda guerra mondiale l'aereo precipitò in zona, perché colpito dalla contraerea nemica, ma il pilota ebbe salva la vita, perché riuscì a lanciarsi in tempo con il suo paracadute. Per alcuni fedeli fu l'intervento prodigioso della Madonna a rendere salva la vita del milite e a conservare integro il tempietto a Lei dedicato...
La facciata della chiesa si presentava fino a pochi anni fa molto ricca e decorata con stucchi e lesene, opera sicuramente realizzata dalle sapienti mani dei bravi maestri stuccatori di Miano, celebri in tutto il sud d'Italia e anche oltre, per la loro pregevole arte di decorazione a stucco. Per tale bravura erano infatti chiamati semplicemente: "mastri capetielli", ossia maestri specializzati per la realizzazione di capitelli di colonne. Tali maestranze furono impiegate per la decorazione di molte fabbriche barocche cittadine.
|
Bosco di Capodimonte, in una mappa dell'800 |
Ai lati del piazzale della chiesa scorre ancora oggi l'alveo canale di San Rocco, ormai diventato una cloaca puzzolente a cielo aperto, anche se ci risulta in questi ultimi anni finalmente in gran parte tombato.
Un tempo, nel mese di luglio di ogni anno, in questo luogo si celebravano i solenni festeggiamenti in onore della Madonna del Cavone, con la realizzazione di artistiche e festose luminarie; festa che richiamava molte persone da tutte le zone circonvicine, sia per la dovizia della sagra popolare e sia per le tante attrattive di folclore, come gli spettacoli musicali e quelli pirotecnici.
Alle pendici della collina che delimita il bosco di Capodimonte esiste ancora oggi il vecchio muraglione della cinta daziaria di Napoli, progettato dall'architetto Stefano Gasse e realizzato tra il 1826 e il 1830 (alla fine la cortina misurava poco più di 20 km).
|
Storie e leggende di Miano-Opera degli alunni della scuola "Salvo d'Acquisto" |
Questo tratto di muro si sviluppa partendo dal presidio di Capodichino, fino a raggiungere, costeggiando il parco di Capodimonte, il presidio daziario del Bellaria. Un breve tratto di questo muro si vede ancora su via Miano, in corrispondenza della curva, laddove esiste l'accesso alla pedamentina che consente di raggiungere il vallone San Rocco. Sempre su via Miano, in prossimità della "porta di Miano" del Bosco, esiste ancora oggi quello che fu il presidio del dazio. L'edificio, che oggi è sede di abitazioni private, è stato rivalorizzato nell'ultimo restauro, realizzando delle merlature di decorazione, proprio per dare un carattere architettonico che ne ricordasse l'antica funzione.
Poco avanti, nel lato che mena a Miano, si trova la bella villa Ferretti, in stile Liberty, con il suo curato giardino.
|
Opera degli alunni della scuola "Salvo d'Acquisto" di Miano |
Mentre, ancora più a nord, troviamo il ponte del Bellaria, che fu bombardato dai Tedeschi in ritirata, nel settembre del 1943. Da questo punto è possibile ammirare da lontano la lussureggiante vegetazione del Bosco e del Vallone di San Rocco, con il Vesuvio che fa da sfondo scenografico. Sul lato sinistro del ciglio stradale si trova una cappella realizzata in acciaio e vetro colorato, con all'interno una grande croce in legno, contornata dai simboli della passione di Gesù. La cappella forse è stata edificata in ricordo di un fatto luttuoso che si è verificato in questo posto nei primi decenni del secolo scorso. Un carro (forse quello per funerali, che un tempo era chiamato "tiro a otto"), di notte, durante un forte temporale, percorrendo a gran velocità le curve che compongono la strada di Miano, perse l'aderenza al manto stradale, sbandò, precipitando nel vallone. Ovviamente morirono tutti i cavalli assieme al povero cocchiere conducente... Su questo episodio è nata una leggenda, secondo la quale, durante i temporali notturni, si odono ancora lo stridore delle ruote del carro e lo scalpitio dei cavalli. Sul ponte del Bellaria esiste anche un'altra leggenda chiamata "del velo di sposa" e narra di una giovane donna lanciatasi dal ponte del Bellaria appena dopo il matrimonio, il cui velo rimase impigliato nei cespugli a perenne ricordo.
Da questo punto della strada di Miano si può ammirare il grande complesso della Villa Russo, purtroppo, in stato di abbandono, al quale dedicheremo un prossimo post.
Salvatore Fioretto
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)
|
"Il Casale di Miano" - Formelle di ceramica realizzate dagli alunni della scuola media "Salvo d'Acquisto" di Miano
(Opere sistemate sulla parete esterna della chiesa "S. Alfonso e S. Gerardo", in Via Janfolla a Miano)
NB: Le foto riportate in questo post sono state liberamente ricavate da alcuni siti web, ove erano pubblicate. Esse sono state inserite in questa pagina di storia della città, unicamente per la libera divulgazione della cultura, senza alcun secondo fine o scopo di lucro.
|
Non mi è ben chiaro come si arrivi al ponte di Miano. E'necessario entrare nell'Eremo (leggi: è impossibile accedervi)?
RispondiEliminaGrazie
Il ponte sta nella parte fuori dell'Eremo, si trova sulla stradina che costeggia il Vallone San Rocco, lato Miano, da esso si vede la valle e le abitazioni di Miano vecchia. prova a percorrere i sentieri verso il confine e fammi sapere. ciao
RispondiEliminaCiao, quando andavo a scuola media a Portagrande nel parco Villa Teresa e facevo filone, mi addendravo all interno del bosco attraverso i vialoni e viali fitti di vegetazione fino ad arrivare su un ponte. su questo ponte c eranopiccoli ruderi di pietra penso della guerra , un casotto tipo x un soldato e un casotto-tomba con nicchie dentro. per scendere giu' al ponte c era una discesa di terreno e io mi mettevo seduta e scivolavo fin giu'. so stata molto irresponsabile xke' molto pericolosa . arrivata giu' c era una buca quadrata larga e profonda e molto fortunata se nn ci so finita dentro. Parlo del 1964-65-66. C era un torrente e io ci camminavo dentro, avanti e indietro. Ne facevo parecchi di filoni e sempre andavo la'. Ogni anno il ruscello si affievoliva. risalivo da dove ero scesa e tornavo indietro
RispondiEliminax l orario di uscita da scuola ,giu' al ponte c era una chiesetta penso abbandonata, di fianco, delle scale che nn so dove portavano. Mi e' rimasto nel cuore con tanta nostalgia.Ciao e bn domenica.
mi sapete dire perché l’eremo dei cappuccini ha una forma tipo ad “L” grazie
RispondiElimina