sabato 11 settembre 2021

Anno 1971. Le vicende sportive di un campione di "Casa nostra", raccontate dalla gioventù dell'epoca...



Il nostro caro amico e assiduo lettore di Piscinolablog, Donato Marano, ha voluto generosamente fornirci una copia di un giornalino parrocchiale, edito a Piscinola nel lontano, 1971, dal quale abbiamo tratto questa bella testimonianza sportiva dell'epoca, scritta da un giovanissimo cronista, Carmine Montesano. Il giornalino in parola è intitolato: “La Fiaccola”, (Anno V. Numero 7, ed. del 4 novembre 1971). La Direzione e redazione della "testata" era stata assunta dal compianto e poliedrico, Don Domenico Severino che ne fu anche fondatore (sede redazionale Piazza B. Tafuri, 65\A). Le foto sono state gentilmente messe a disposizione dalla Famiglia Cossia.

Dalla rubrica: “Fatti e figure di casa nostra”, articolo scritto da Carmine Montesano:

"Quella che scrivo è una storia già nota alla maggior parte dei Piscinolesi. La sua collocazione temporale è negli anni ruggenti non solo per il cha-cha-cha, il boogie-boogie ed altri ritmi, portati tra noi dal vento della guerra, ma soprattutto perché difficili e amari perfino nel ricordo. In quegli anni, 1948 e seguenti, nella complicata situazione socio-politico-economica italiana, veniva crescendo una generazione che proveniva da un’adolescenza che, in verità, non era stata quale oggi si concepisce. Era la generazione dei “figli della guerra”. I figli d’una esperienza atroce, della quale non portavano colpa, ma che avevano immiserito i loro anni più belli e costruttivi. La guerra ha partorito una generazione caparbia, forte, abituata al sacrificio, alla lotta.
Un esempio, a noi molto vicino e degno d’essere  ricordato, è la storia, seppur solo sportiva, d’un nostro compaesano, d’un esponente di detta generazione: AGOSTINO COSSIA.

=LA MANO DEL DESTINO=

Frontespizio del giornalino "La Fiaccola", anno 1971

E’ nato nel 1930 e nel 1948, alla svolta decisiva, ha appena diciotto anni. Soliti trascorsi sportivi in Azione Cattolica, a livello molto dilettantistico. Allora si giocava a basket con pallone di cuoio; si correva per i prato a piedi nudi; si giocava al calcio dopo aver provveduto a fare più pieghe al pantalone. A diciotto anni quindi, al termine di una delle tante passeggiate con amici, passeggiate che abitualmente portavano a Marianella e a Miano, la mano del destino afferra il nostro AGOSTINO. Lo afferra in modo molto brusco, facendolo fare a cazzotti con un comunista che l’aveva invitato a battersi. Forse, se non fosse stato un comunista, neppure per scherzo ci sarebbe stata la tenzone e la passeggiata sarebbe finita tra i sospiri e le speranze dei diciottenni. Ma il 1948 era l’anno chiave della politica italiana. Agostino era democristiano purosangue  ed una bella batosta ad un comunista, anche se per gioco, era felice di farla. E la vittoria, foriera di felici eventi, arrivò immancabile e con essa anche l’interessamento del perditore che riconobbe la supremazia del vincitore.

=PRIMI PASSI=

Dopo tre giorni, alla palestra ROJO, dove l’aveva indirizzato un pompiere di nome Malvone, primo incontro tra i novizi con VERNUTO, finito con un pareggio. Il salto psicologico dalle battaglie della vita a quella del ring è notevole, ma il nostro è combattente di razza e lo supera disinvoltamente. Dopo otto giorni, all’ILVA di Bagnoli, la prima vittoria con due sonanti knock dove dopo quindici giorni i Campionati Italiani a Roma. Perde solo in finale con un romano tale DI FRANCESCO, ma il fatto d’aver combattuto e perso con un romano è già molto. AGOSTINO parte come peso gallo, è mancino in guardia normale, con una certa potenza ed una buona dose di coraggio, doti che non l’abbandoneranno durante la carriera, ma si affineranno col passare degli anni.

=CAPOLINO SULLA SCENA NAZIONALE=


La sua partenza bruciante mette in apprensione la famiglia, che fino allora aveva considerato quell’attività come un semplice hobby. Ora è diverso: Agostino promette bene, ma la famiglia non vuole. Un buon allenamento per il Nostro che così di abitua a combattere fino alla vittoria. Negli anni 1952-52 si succedono vittorie in campo regionale ed interregionale, fino al passaggio (1952) tra i dilettanti, con passaggio di categoria (piuma). Poi il servizio militare a Vigna di Valle. Al ritorno, nell’organico della Palestra “OLIMPIA” e prima chiamata in nazionale per l’incontro ITALIA-TURCHIA a Rimini, sotto la direzione di Steve Claus.
Nel 1955 arriva la prima affermazione nazionale: COSSIA batte MAINARDI ai punti dopo averlo messo K.O. alla seconda ripresa. A Varese si organizza la squadra per gli Europei: COSSIA nelle selezioni batte sonoramente SINACORI e conquista il posto in squadra. Ma SINACORI viene preferito con la scusa che il passaporto di Agostino non è pronto. Invece l’istituto della raccomandazione aveva dato i suoi frutti. Il disgusti e la delusione non intaccano però la volontà di riscossa di COSSIA, che nel ’56 a Parma batte NOBILI e conquista, per la seconda volta il titolo italiano.

=ALLE OLIMPIADI DI MELBOURNE=

E immancabile, a questo punto, la chiamata in nazionale, e, dopo numerose selezioni, che mettono sempre in maggior risalto il valore del pugile nostrano, il sogno delle OLIMPIADI di Melbourne diventa realtà. E’ il primo pugile napoletano a partecipare alle Olimpiadi, seguito dieci anni dopo da COTENA a Città del Messico.

A Melbourne la sfortuna lo mette subito di fronte al futuro vincitore delle stesse: il russo SOFRANOV, autentica forza della natura. Agostino perde ai punti, dopo un match la cui decisione richiede ben tre quarti d'ora d'attesa e risulterà poi l'unico avversario di SOFRANOV a non conoscere il tappeto.
Al ritorno in Italia, passaggio al professionismo con un bilancio molto lusinghiero. Quindici incontri: Quattordici vittorie ed un pareggio. Poi nel ’57 l’ultimo incontro  a Napoli COSSIA batte CIANGARELLI ed appende i guantoni al chiodo. Perché? Perché Napoli è avara con lui, mentre ROMA lo ricompensa con le più belle vittorie. Nemo profeta in patria.
Ora COSSIA AGOSTINO è un attempato maestro di boxe a Caserta; ha messo un po’ di pancetta e passa la maggior parte del tempo libero con la sua famiglia. La sua semplice storia vale a dimostrarci che con due soldi di coraggio e tanta, tanta buona volontà si può diventare veramente campioni."

Ringraziamo i nostri benefattori: Donato Marano, per averci fornito le copie del giornalino da cui abbiamo tratto l'intervista del dott. Carmine Montesano (a cui va il nostro saluto) e l'attore Antonello Cossia, per averci autorizzato alla pubblicazione delle foto di Famiglia. Sicuramente ricorreremo a loro nel prossimo futuro, per ricevere altre belle testimonianze come questa. GRAZIE!

lunedì 6 settembre 2021

San Gennaro e Padre Rocco, per il popolo e con il popolo...!

Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro, processione di San Gennaro, 1631

In occasione della principale ricorrenza annuale di San Gennaro, Patrono principale di Napoli e della Regione Campania, quella del "Dies Natalis", pubblichiamo un pezzetto della storia di Napoli, attraverso un episodio accaduto durante l'eruzione dell'anno 1779, che vede, al centro delle vicende cittadine, il popolare padre domenicano, Gregorio Rocco, assieme al patrono di Napoli, il vescovo San Gennaro. Il racconto è tratto dal libro "San Gennaro: Storia-folclore-culto", di mons. Luigi Petito, ed. LER (nota 80 pagg. 229-230 e pag. 232):

Padre Gregorio Rocco raffigurato in un stampa dell' '800

"Padre Rocco nato a Napoli il 4 ottobre 1700, entrò tra i Domenicani diventando sacerdote col nome di P. Gregorio Rocco. Si dedicò tutto alla elevazione sociale e religiosa del popolino.
Potremmo indicarlo come l'inventore della pubblica illuminazione a Napoli, perché diede luce alle strade esortando il popolo ad accendere delle lampade notturne davanti a circa trecento edicole ed immagini sacre che fece sistemare tra i vicoli e per le strade.
A protezione delle fanciulle pericolanti fondò il ritiro di S. Vincenzo Ferreri alla Sanità. Influì su re Carlo III di Borbone 
(Carlo di Borbone, ndr.)
Dipinto di Achille Gigante
per l'inizio della costruzione del grandioso edificio dell'Albergo dei Poveri, opera dell'architetto Ferdinando Fuga, con una facciata di 354 metri, destinato ad accogliere vecchi, ciechi, la gioventù povera perché apprendesse un lavoro
; combatté tenacemente il gioco d'azzardo. 
Mischiato paternamente e autorevolmente col popolo che s'era abituato a conoscere abbastanza bene per il suo bastone, anche se veniva scagliato da lontano senza che apparisse il padrone, se ne guadagnò così piena la fiducia, da ottenere col suo ascendente quanto nelle sommosse popolari non riusciva a conseguire nemmeno la forza pubblica.
Dipinto acquerellato, tratto da stampa francese dell''800
Nell'eruzione del 1779, il popolo tumultava nel Duomo minacciando di scassinare il portone del Tesoro, perché essendo sera, l'arciv. Serafino Filangieri (1775-1782) aveva negato la consegna delle reliquie di S. Gennaro per la processione. L'ancora di salvezza fu P. Rocco invocato con urgenza, che col suo classico bastone e la voce sonora, imposto il silenzio, così si rivolse al popolo terrorizzato: "Sentite, napoletani miei concittadini: prima che fossi chiamato da S. E. l'Arcivescovo, mi posi a letto, e per la stanchezza avendo preso un po' di sonno, mi venne il desiderio di andare in Paradiso: ci arrivai due ore fa all'oscuro, e bussai, ribussai; finalmente S. Pietro si affacciò, mi riconobbe e mi disse: che vai facendo P. Rocco a quest'ora importuna? Son pieno di timore risposi, vorrei parlare con S. Gennaro, Protettore di Napoli.

Padre Rocco predica al ponte della Maddalena, stampa '800

S. Pietro di aprì la porta, e mi disse: "Vattelo a trovare". Io subito mi indirizzai al coro dei SS. Martiri e lo riconobbi: mi accostai vicino e gli tirai il piviale, lo feci voltare e lo pregai ad interporsi presso dell'Altissimo Iddio a far cessare il fuoco del Vesuvio, ad avere pietà del fedele popolo napoletano.
Egli in verità non mi escluse, ma solamente mi disse: "Questo tuo popolo napoletano non la vuole finire con tanti peccati che di continuo commette in offesa di Dio che è veramente sdegnato; ma io di continuo lo prego con Maria Immacolata a placarsi, ma non è ora; domani mattina ti servirò, vattene ed assisti i tuoi napoletani".
A questo, mi svegliai, m'intesi chiamare che mi voleva S. E. l'Arcivescovo per cosa di somma importanza. Sicché, napoletani vi ripeto quello che mi ha risposto S. Gennaro, cioè, che mò, non è ora, ma fatto giorno, onde pazientate un altro poco".
Eruzione del Vesuvio, Giovanni Battista Mascolo, anno 1633
E con preghiere, parabole e canzoncine riuscì a persuadere il popolo ad organizzare la processione al mattino seguente. Alla sua morte, 2 agosto 1782, la forza pubblica non riusciva a contenere la folla che si accalcava per baciare la sua salma.
Una strada di Napoli, nel rione popolare, verso la zona di S. Anna alle Paludi è a lui intitolata."

Luigi Petito continua a scrivere nel suo libro di Padre Rocco, riferendoci altri aneddoti legati alle vicende dell'eruzione del Vesuvio del 1779 e della attiva protezione di San Gennaro verso i napoletani e la loro città: 

Dipinto di Oswald Achenbach, "Ponte di notte"
"Al ponte della Maddalena Padre Rocco intervenne ancora l'8 agosto 1779; le fiamme del Vesuvio salivano a migliaia di metri di altezza con continue esplosioni, assordanti boati e pioggia di cenere e lapilli infuocati. Il popolo in lacrime, terrorizzato raggiunse con la processione partita dal Duomo l'edicola del Santo e P. Rocco riuscì a calmare la folla ispirando fiducia nella protezione di S. Gennaro che certamente avrebbe impetrato dal Signore l'effetto sperato.
Benedetto l'igneo Vesevo
(Vesuvio) con le le reliquie del Sangue, si avvertì ancora qualche fortissimo boato del vulcano, poi subentrò la stasi e "l'allegria di tutti", come ci attesta l'epigrafe posta poi al basamento della statua."
Dipinto di Scipione Compagno, eruzione del 1631

L'aiuto chiesto a San Gennaro dal popolo napoletano, durante l'eruzione del Vesuvio, non è stato solo quello qui raccontato, ma numerose altre volta si è ripetuta la "scena", nel corso dei secoli, in concomitanza di altre eruzioni distruttive. Probabilmente già intorno al VII secolo, durante una violenta eruzione del Vulcano, molti napoletani si rifugiarono nelle catacombe di Capodimonte e si rivolsero al Santo martire lì sepolto, sperimentando la Sua protezione. Ricordiamo, poi, i fatti ritenuti miracolosi, accaduti il 16 dicembre 1631, che videro l'istituzione della festa del Patrocinio di San Gennaro (3^ festa dell'anno dedicata al Santo) e la costruzione della "Guglia", fino alla solenne processione svolta durante l'eruzione dell'anno 1906. Nel 1944, ovvero durante l'ultima eruzione del Vesuvio, non si ebbe, come ci risulta,  la processione esterna per le strade, a causa dell'occupazione anglo-americana in corso, mentre la Cattedrale risultava inagibile perché colpita da bombe scagliate durante le incursioni aeree; anche se in quella circostanza non mancarono preghiere collettive.

Ponte della Maddalena, devoti all'edicola di S. Gennaro, durante l'eruzione del 1906

La redazione di "Piscinolablog" augura "Buon San Gennaro" a tutti i lettori che si chiamano Gennaro, alla Città di Napoli, a tutta la Regione Campania e ai tanti napoletani e campani che vivono fuori Regione e all'estero

Salvatore Fioretto

Edicola di San Gennaro al Ponte della Maddalena, foto fine degli anni '60. 

Particolare del monumento, con l'immagine di San Gennaro che ferma la lava del Vesuvio

domenica 5 settembre 2021

"Fore 'o trentotto" e... un tram per il Casale...! Parte seconda

La nostra ricerca storica, che non presenta soste, annovera un'altra importante scoperta documentale, ed è quella che presentiamo in questo post, a compendio dell'articolo pubblicato il 23 settembre del 2013, dal titolo "Fore 'o trentotto" e ... un tram per il Casale...!". 
Si tratta del testo del Regio Decreto di autorizzazione per la costruzione della bretella tranviaria Miano-Piscinola, dell'anno 1926. La notizia è stata tratta dal "Bollettino Ufficiale del Ministero dei Lavori Pubblici".
Ecco il testo e le foto:

DECRETO REALE 2 maggio 1926, n.847, (1) che autorizza a costruire ed esercitare un tronco tranviario dal raddoppio di Miano, sulla tranvia di Napoli-Secondigliano, sino a Piscinola.

(Numero di pubblicazione della Gazzetta Ufficiale, 1160).

VITTORIO EMANUELE III

PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA’ DELLA NAZIONE

RE D’ITALIA

Visto il progetto portante il bollo dell’ufficio del registro di Napoli in data 10 febbraio 1926, presentato il 25 stesso mese dalla “Società Belga tranvie di Capodimonte” per la costruzione e l’esercizio di un tronco tranviario dal raddoppio di Miano sulla tranvia Napoli Secondigliano, sino a Piscinola;

Visto il testo unico delle disposizioni di legge per le ferrovie concesse all’industria privata, le tranvie a trazione meccanica e gli automobili, approvato con il Nostro decreto 9 maggio 1912, n. 1447;
Sentito il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici;
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per i lavori pubblici;

Abbiamo decretato e decretiamo:

Art.1.

La “Società Belga per le tranvie di Capodimonte” è autorizzata a costruire ed esercitare un tronco tranviario dal raddoppio di Miano, sulla tranvia Napoli-Secondigliano, sino a Piscinola.

Art.2.

La costruzione del tronco tranviario di cui sopra, dovrà essere eseguita in conformità al progetto dalla Società anzidetta presentato il 25 febbraio 1926, portante il bollo dell’ufficio del registro di Napoli in data 10 stesso mese e tenute presenti le osservazioni contenute nel voto n. 797 emesso sul progetto in parola, in data 16 aprile 1926, dal consiglio superiore dei Lavori Pubblici.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo di Stato sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 2 maggio 1926.

VITTORIO EMANUELE.

GIURATI.

Visto, il Guardiasigilli: Rocco

Registrato alla Corte dei conti , addì 27 maggio 1926.

Atti del Governo, registro 248, foglio 139. – COOP

   (1) Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno n.124, del 29 maggio 1926.




Per leggere il testo della prima parte, ecco il link:


Via Miano, di fronte all'ex deposito officina del Garrittone

A compendio della notizia storica, ci piace aggiungere una piccola descrizione, molto poetica: rappresentante un "ritratto" del nostro territorio, che ha visto per tanti anni questo mezzo di locomozione, ecologico per eccellenza, attraversare le sue strade e le numerose campagne... E' uno scritto di Giovanni Artieri, tratto dal libro "Italia mia".

[…] Noi napoletani siamo grandi cacciatori di fantasmi, ammalati di curiose nostalgie di luoghi o di persone “mai viste”, di scene fantastiche, di realtà leggendarie; ma ci facciamo personaggi di noi stessi, ricontemplandoci nelle prospettive del tempo, traverso i cristalli deformanti, ma così ricchi di poetici tremori, della nostalgia […]. 
Una trepida tenerezza poetica, quella mattina, mi spingeva su per la salita di Santa Teresa, verso Materdei, dove la collina riposa un breve ripiano e continua per il ponte della Sanità, che si vede in fondo alla strada grandiosa aperta da Pietro Colletta. Ma non si vede il palazzo reale; si vede soltanto ciò che una volta si chiamava il Tondo, un altro ripiano, circolare ombrato di pioppi giganteschi […] una volta un tram verde che conduceva dalla piazza Dante ai paesini di provincia verso il Nord della città: Marianella, Piscinola, Marano; ed anche questa altura, nel silenzio della campagna (ancora campagna a quell’epoca) avevano fondato una fabbrica di birra, uno stabilimento” a vapore” levando un alto camino per lo sfogo del fumo […].

Salvatore Fioretto




Deposito officina del Garrittone, a Capodimonte


Diverse foto delle Tranvie di Capodimonte sono state tratte dal sito degli amici dell'"Associazione Clamfer", che ringraziamo per la consueta e generosa disponibilità.

martedì 24 agosto 2021

L'"accattoncello" di padre Ludovico che scambio' la sua Patria...!

Foto di fra Ludovico da Casoria poco più che trentenne
Come è noto fra Ludovico da Casoria, al secolo Arcangelo Palmentieri (* Casoria 1814, + Napoli 1885), recentemente elevato agli onori degli altari (2014), fu in vita un uomo prodigo di numerosissime iniziative filantropiche, nel territorio napoletano, ma anche fuori regione, come ad Assisi, a Firenze e a Parigi, dedite soprattutto all'accoglienza e alla formazione dei fanciulli italiani orfani, ciechi e appartenenti a famiglie disagiate (accattoncelli), ma anche di fanciulli stranieri di diverse etnie (moretti e morette). 
Ci piace oggi narrare un simpatico aneddoto, di un incidente, diciamo "di immagine", capitato al Santo, che fu causato inconsapevolmente da un ragazzetto originario di Piscinola, durante una visita ispettiva condotta 
nel 1864, dall'allora Prefetto di Napoli. Padre Ludovico, oltre ad avere tanti amici e persone che lo stimavano, aveva anche molti avversari e nemici che cercavano di ostacolarlo...
L'episodio è descritto nel bel libro di Giuseppe Pesce, dal titolo: "
Casoria 1861. La difficile Unità. I Rocco, Proto e Padre Ludovico", dal quale prendiamo in prestito la curiosa notizia che ci interessa.
"Gli istituti – a cui si aggiungevano quelli di Casoria e Pozzuoli – contavano 300 accattoncelli, 118 moretti e 364 esterni indirizzati ai mestieri di sarto, calzolaio, falegname, ebanista, tipografo e legatore di libri. Ma i più inclinati studiavano anche musica (vari strumenti, dal pianoforte al violino ai fiati) e ovviamente a leggere e scrivere. Paolo Emilio Imbriani visitò i vari istituti in veste di delegato scolastico e fece una buona relazione, presentata anche alla Provincia di Napoli. Dove tuttavia l’apposita commissione, pur confermando il sussidio economico, invitò il Municipio a mandare degli insegnanti comunali per impartire lezioni di “catechismo sociale”, ovvero l’educazione civica.
Il grande impegno di p. Ludovico, che andava oltre Napoli – già nel maggio del 1860 aveva fondato a Firenze un “Collegio per morette” con Anna Maria Lapini – gli valse un importantissimo riconoscimento da Vittorio Emanuele II, che il 4 gennaio 1863 lo nominò addirittura Cavaliere dell’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Alla fine di luglio del 1864, tuttavia, una visita del Prefetto di Napoli Rodolfo d’Afflitto scatenò un grave incidente. Un ragazzino giunto da pochi giorni in collegio, interrogato dal prefetto, rispose che il suo re era Francesco II, (era un errore di ignoranza familiare, tant’è vero che sosteneva anche che la sua “nazione" fosse Piscinola).
D’Afflitto sollevò un putiferio, ma p. Ludovico lo prese in contropiede, andando a protestare dal questore Nicola Amore e minacciando di lasciare Napoli per trasferirsi in Francia o in Germania dove lo invitavano ad aprire i suoi istituti."


Appena possibile dedicheremo un post biografico a questo grande personaggio, che fu insegnante nella piccola scuola pubblica esistente all'epoca a Piscinola e fondatore di una casa di accoglienza e formazione degli "accattoncelli" anche in questo quartiere.

Salvatore Fioretto

Dipinto allegorico con le opere filantropiche e gli Ordini religiosi fondati da San Ludovico

giovedì 5 agosto 2021

Tutti gli scritti e gli eventi (2004-2021) per ricordare la festa del SS. Salvatore a Piscinola. In memoriam... !


Oggi, 6 agosto 2021: possiamo affermare che, dopo anni di ricerche (2004-2021), è stato trascritto e pubblicato quasi tutto quanto riguarda la festa del SS. Salvatore a Piscinola: storia, aneddoti, personaggi. Nel seguito sono elencati tutti i lavori e le collaborazioni svolte negli anni,  sia su "Piscinolablog" che sulle pagine Facebook di "Amici di Piscinolablog" e anche su Youtube
Si ringraziano tutti gli amici (in particolare quelli citati nei titoli: Pasquale di Fenzo, Anna Maria Montesano, Giulia Biancardi, Maurizio de Gennaro Dario de Simone, Luigi Sica, Teresa Ciancio, Ass. Centro Arcobaleno e tanti altri); il loro aiuto è stato prezioso affinché tutto questo si realizzasse e con successo. 

Post pubblicati in Piscinolablog:

 

-Lunedì 5 Agosto 2013

Piscinola e il "suo" Salvatore: Una comunità civile che ricorda...!

http://piscinola.blogspot.com/2013_08_04_archive.html

 

-Giovedì 24 ottobre 2013

"Angolo poetico del venerdì: Un ricordo della festa del SS. Salvatore a Piscinola, post scritta da Anna Maria Montesano."
https://piscinola.blogspot.com/2013/10/angolo-poetico-del-venerdi-un-ricordo.html


-Sabato 30 Novembre 2013

"Edizione Straordinaria: Ricordando la Festa del SS. Salvatore a Piscinola!"
http://piscinola.blogspot.com/2013/11/edizione-straordinaria-ricordando-la.html


-Domenica 3 agosto 2014: “Dalla letteratura e da Internet...Un ricordo della festa del Salvatore...“
http://piscinola.blogspot.com/2014/08/dalla-letteratura-e-da-internetun.html


-Venerdì 10 Aprile 2015

"Il Salvatore va in India...! "Come Francesco" 2^ parte"
http://piscinola.blogspot.com/2015/04/il-salvatore-va-in-india-come-francesco_10.html

 

-Lunedì  6 agosto 2018 “Festa del SS. Salvatore 2018 - "Componimento dedicato alla memoria dei musicisti della banda musicale di Piscinola”
http://piscinola.blogspot.com/2018/08/festa-del-ss-salvatore-2018.html


Sabato 3 agosto 2019 “I festeggiamenti a Piscinola in onore del SS. Salvatore“
http://piscinola.blogspot.com/2019/08/l-ricorrenza-del-ss-salvatore-per.html


-Sabato 18 Aprile 2020

"Signori e Signore benvenuti alla festa del SS. Salvatore!! E iniziava così la bella festa a Piscinola!! Post scritto da Pasquale di Fenzo"

https://piscinola.blogspot.com/2020/04/signori-e-signore-benevenuti-alla-festa.html?m=1

 

- Martedì 4 Agosto 2020

"Piscinola è "La Terra del Salvatore": un'indagine storica su uno straordinario legame millenario!!"
https://piscinola.blogspot.com/2020_08_02_archive.html

 

-Poesia dedicata al Salvatore, anno 2020

https://www.facebook.com/vicus.pissinula.2013/posts/d41d8cd9/2197922400498513/





- Mercoledì 4 agosto 2021: "La festa del SS. Salvatore: ricordi di umanità e di tante vite vissute!" Post scritto da Pasquale di Fenzo.

 

Video e foto pubblicati su Youtube o Facebook:

 

-Museo del Ricordo Piscinola-Marianella, sezione fotografica dedicata alla festa del Salvatore, marzo 2004, atrio della stazione metropolitana di Piscinola, realizzazione grafica mostra e video a cura S. Fioretto.

https://www.facebook.com/1415961335361294/videos/1428606554096772


- 5 agosto 2012: Videoclip con foto d'epoca nella pagina di facebook per ricordare la processione del SS. Salvatore 

-“Piscinola e il "SUO" Salvatore

Documentario sulla storia della festa del Salvatore a Piscinola, anno 2013, regia Dario de Simone, ideazione e conduzione di S. Fioretto.

https://www.youtube.com/watch?v=eqv3fnBOpl8&t=1204s


-“Piscinola 1978 - 2013  - Don Salvato’ ”, regia di Dario De Simone, dicembre 2013. Collaborazione S. Fioretto

https://www.youtube.com/watch?v=BGYD1gEIU8g


-“Ricordando una festa”. Spettacolo alla Madonna delle Grazie, dicembre 2013, a cura "Cooperativa Mazra" e "NoiePiscinola", ideazione di S. Fioretto, conducono Maurizio di Gennaro e Giulia Biancardi.

https://www.youtube.com/watch?v=96HtpSp0pzY

 

-Videoclip realizzato da S. Fioretto, 4 agosto 2015

Festeggiamenti del SS. Salvatore in Italia e a Piscinola (Napoli)

https://www.youtube.com/watch?v=BZSnybBnbYc&t=2s


-Mostra fotografica sulla festa del Salvatore, organizzata presso i locali dell'Ass. Centro Arcobaleno di Piscinola, 6 agosto 2016, a cura di S. Fioretto (alcune foto della mostra)


-Video Fuochi pirotecnici a Piscinola per il SS. Salvatore, 6 agosto 2016

https://www.youtube.com/watch?v=snqlAis54BA

 

-Mostra fotografica a Piscinola, 6 agosto 2017 “Piscinola in festa 2017”, allestita da S. Fioretto nei locali dell'Ass. Centro Arcobaleno  di Piscinola (videoclip foto della mostra)

https://www.youtube.com/watch?v=WtInMII2zZw&t=30s

 

-Video sfilata della banda di Casandrino a Piscinola, per la festa del Salvatore, 6 agosto 2018 (in rappresentanza dei vari video pubblicati)

https://www.youtube.com/watch?v=xz6etacV5OU


-Mostra fotografica per la festa del Salvatore, 6 agosto 2018, “Tra cartografia storica e vedutismo, Piscinola e il suo Salvatore” - Locandina della mostra.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10216403593873159&set=a.1614271367412


-Mostra fotografica per la festa del Salvatore, 6 agosto 2018, “Tra cartografia storica e vedutismo, Piscinola e il suo Salvatore”, mostra allestita da S. Fioretto nei locali dell'Ass. Centro Arcobaleno di Piscinola (videoclip foto della mostra)

https://www.facebook.com/salvatore.fioretto1/videos/10216519627973939


Libri:

"Piscinola, la terra del Salvatore. Una terra, la sua gente, le sue tradizioni". Di S. Fioretto, anno 2010, ed. The Boopen.
Interi capitoli dedicati alla storia della chiesa e alla festa del SS. Salvatore a Piscinola.

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Quando si lavora per una giusta causa, quando si dedica il proprio tempo per una passione, niente è sprecato, nessuno sforzo risulterà mai vano. Tutto ritorna, come benefici culturali, cento, mille volte di più...!
Passerà il tempo, passeranno gli anni, ma considero questa esperienza estremamente edificante per la mia persona, che ha arricchito il mio bagaglio culturale e il mio animo ed ha contribuito a conoscere tante belle persone. Grazie!
Ad maiora semper!
Salvatore Fioretto

NB: per leggere un post o visionare un video è necessario cliccare col tasto sinistro del mouse sopra al link (carattere sottolineato), riportato al margine sottostante.

martedì 3 agosto 2021

La festa del SS. Salvatore: ricordi di umanità e di tante vite vissute! di Pasquale di Fenzo

All'approssimarsi della festa del SS. Salvatore, protettore di Piscinola, sono tanti i ricordi che affiorano nella mia mente dal passato, quando i festeggiamenti duravano una settimana e per noi bambini era il periodo più bello dell'anno. Le luminarie, montate sui pali di legno di colore azzurro, venivano poste in tutte le strade del quartiere, davanti alla chiesa veniva allestita “la porta”, che consisteva in una scena sacra interamente fatta di lampadine colorate, e nel centro della piazza veniva montato il palco per il “concertino” che vedeva esibirsi cantanti anche di livello nazionale. Spesso veniva fatta anche una gara di “voci nuove”. In una di queste, credo intorno al 1960, vinse un ragazzino piscinolese che faceva il giovane di barbiere da don Mimì, che aveva il suo salone/abitazione nel palazzo “dello Staviano” (palazzo in via Plebiscito a Piscinola). Il bambino aveva una decina di anni, si chiamava Antonio Buonomo e vinse interpretando magnificamente un successo dell'epoca di Nunzio Gallo, dal titolo “ 'Sti 'mmane”. Antonio, col quale quando mi incontro rievochiamo i vecchi tempi, in particolare quando ci scambiavamo i giornaletti, di cui eravamo entrambi gran divoratori, è rimasto molto legato alle sue origini piscinolesi. Ha avuto una buona carriera sia canora che teatrale, partecipando anche ad alcuni film e sceneggiati televisivi.

Ma tornando alla festa, il culmine era la serata finale, quando si effettuava la cosiddetta “'a venneta” che altro non era che un'asta svolta in piazza, dove venivano messi in vendita i prodotti che venivano offerti dai contadini e dai commercianti locali. Ad ogni rilancio il battitore lanciava una sigaretta con una precisione estrema a chi aveva rilanciato il prezzo. Spesso il costo superava di gran lunga il valore dell'oggetto in palio, la qual cosa accadeva quando a sfidarsi erano due contendenti che non intendevano darla vinta al rivale. Ma la buona riuscita della “venneta” era dovuta soprattutto al "battitore d'asta" che era il mitico “Eugenio cu 'e lente”, al secolo Don Eugenio Pragliola da Giugliano. Oggi si chiamerebbe “one-man-show”: i suoi lazzi, le sue battute, le sue filastrocche, completamente improvvisate, riuscivano a divertire il pubblico per diverse ore.

Al suo personaggio si ispirò il grande Antonio Casagrande, attore Eduardiano, papà di Maurizio, col suo “Don Liborio Occhialoni”. Alla fine della “venneta” c'era lo spettacolo pirotecnico, che rappresentava la chiusura dei festeggiamenti. Io ricordo che assieme a mio padre, tornavamo a casa per goderci lo spettacolo dal lastrico dell'abitazione di un nostro vicino, che ci ospitava con grande apprensione di mia madre, che diceva “statte accorto 'o criaturo”, perché bisognava arrampicarsi su un altissimo e stretto scalino di legno, il cosiddetto “scalillo”, quello che i contadini usavano per raccogliere l'uva sulle alte vigne nelle nostre campagne. Generalmente si esibivano vari “fuochisti”, con la gente che faceva il tifo di volta in volta per l'uno o per l'altro.
I migliori fuochisti venivano da Mugnano, ma noi piscinolesi facevamo il tifo per un nostro compaesano, il Cav. Piccolo, di cui purtroppo non ricordo il nome di battesimo, ma mi ricordo benissimo dei suoi fratelli e di tutta la sua famiglia, perché abitava proprio nel vico Primo Plebiscito, dove abitavo io. La sua purtroppo non fu una storia a lieto fine. Sua madre, Donna Livietta, era una signora austera, che incuteva rispetto solo a guardarla.
Spesso redarguiva noi ragazzi che facevamo chiasso davanti alla sua abitazione, dove c'era un cartello di una qualche autorità sanitaria o comunale, che vietava di fare chiasso, perché in quella abitazione viveva un grande invalido. Don Gennaro, il capofamiglia, era un vecchietto dai capelli bianchissimi, sempre vestito in giacca e cravatta, che spesso si intratteneva a parlare con Don Vicienzo 'o Popolo; quest'ultimo una specie di ciabattino filosofo, cui questo blog ha già dedicato qualche pagina. Don Gennaro era un grande invalido, probabilmente della prima Guerra Mondiale; “Uagliù, ca nun putimmmo pazzià, chi la sente a Donna Livietta!”, ci dicevamo tra di noi e ci spostavamo in altri spazi...
Il Cav. Piccolo aveva una sorella più piccola, di nome Assuntina e due fratelli, Enzuccio e Giruzzo, che erano esattamente l'opposto l'uno dell'altro. Per quanto Giruzzo fosse introverso e solitario, così tanto era estroverso e giocherellone Enzuccio. Un vero “sfuttitore” che non lasciava in pace nessuno. Aveva un cane inseparabile dal pelo nero e lucidissimo, che lui aveva chiamato “Blak”.
Enzuccio era un vero capobanda per noi scugnizzi dell'epoca, anche perché ci permetteva di giocare col suo cagnolone che lui diceva essere talmente furbo da essere sfuggito, con un suo comando, al cappio dei “cangiarioti” (cosi chiamati gli accalappiacani comunali). Una famiglia modesta, ma perfetta, come ce ne erano tante a Piscinola. Ma il triste destino era purtroppo in agguato. Un giorno si diffuse la notizia che la fabbrica di fuochi (che non si trovava a Piscinola), dove lavoravano sia il Cav. Piccolo che il fratello Enzuccio, era andata a fuoco e che due dei tre fratelli erano morti nell'incidente!
Forse anche il povero Blak seguì la sorte del suo padroncino, perché noi ragazzi lo cercammo a lungo, ma non riuscimmo mai a trovarlo. La povera mamma non si riprese mai più da quel dolore, perse tutta la sua autorevolezza di colpo
, e il povero Don Gennaro, credo di non averlo visto mai più intrattenersi a parlare piacevolmente con Don Vicienzo 'o Popolo. La sorella Assuntina, nei miei ricordi è rimasta per sempre vestita di nero. Il fratello sopravvissuto, Giruzzo, si chiuse ancora di più nel suo mutismo, tanto che credo di non averne mai più sentito la sua voce.
Forse qualche persona anziana che leggerà queste righe si ricorderà di questo tragico episodio accaduto verso la metà degli anni '60, che non tutti i piscinolesi oggi ricordano. Anche perché mi farebbe piacere che qualcuno mi ricordasse e si ricordasse il nome di battesimo del Cav. Piccolo. Purtroppo questo episodio rappresenta un velo che ha un po' ingrigito i miei bei ricordi d'infanzia dei fuochi e della festa per il SS. Salvatore a Piscinola.

Pasquale Di Fenzo

Ringraziamo il carissimo amico Pasquale di Fenzo per averci deliziato con quest'altro bellissimo racconto pieno di ricordi della festa per il SS. Salvatore, celebrati a Piscinola, negli "anni d'oro". La parte struggente di racconto, riguardante i fratelli Piccolo, ci ha profondamente commossi per la sua umanità... Storia che purtroppo non conoscevamo.