sabato 28 giugno 2014

Esattamente cent'anni....il 30 giugno 1914 il treno a vapore giungeva a Piedimonte!

Ho il piacere di inserire questo componimento scritto dal mio amico matesino, il dott. Giovan Giuseppe Caracciolo, per omaggiare l'arrivo cent'anni fa, il 30 giugno 1914, della ferrovia "Napoli-Piedimonte" nella sua cara città di Piedimonte Matese. Il percorso da Napoli, attraverso Secondigliano Piscinola, Marano, Mugnano.... era stato finalmente completato!


Il 30 giugno 1914, esattamente cento anni fa, col completamento dell'ultimo tronco della Ferrovia Alifana, Caiazzo-Piedimonte, le locomotive a vapore giungevano imbandierate ed ornate di fiori alla nuovissima stazione di Piedimonte (allora d'Alife) accolte da una folla festante. Per la cronaca erano la locomotiva di costruzione inglese V Catania con un convoglio merci che trasportava gli operai artefici della costruzione e quella belga "La Meuse" trainante tre carrozze passeggeri con le Autorità a bordo. A quei tempi quando un tronco era completato, lo si inaugurava con le "Locomotive di prova". Tale inaugurazione non corrispondeva necessariamente con l'inizio del servizio commerciale. Piedimonte inizierà, infatti, ad essere collegata a Napoli dal 5 ottobre 1914. Quel giorno festante vide i discorsi dell'Onorevole Angelo Scorciarini Coppola, artefice del collegamento Piedimonte-Santa Maria Capua Vetere, del Signor Sindaco della "Perla del Matese" Carlo Grillo, di S.E. il Vescovo Felice Del Sordo e del Direttore della Compagnie Des Chemins De Fer Du Midi De l'Italie (Compagnia delle Ferrovie del Mezzogiorno d' Italia con sede a Parigi), che aveva realizzato la ferrovia, Amedeo Chauffourier. La festa si concluse con un gigantesco rinfresco. I macchinisti ed i fuochisti che avevano condotto le locomotive tra pagliette e tube lanciate al cielo furono portati in trionfo. Avere allora una Ferrovia significava uno sviluppo commerciale ed economico per le zone attraversate. La Pianura Alifana, ricca di industrie (basta citare il grandioso Cotonificio impiantato dalla Famiglia svizzera EGG nel 1812) e di una agricoltura fiorente, non poteva più essere servita da traballanti carri trainati da cavalli e dalle carrozze passeggeri dei Conti Gaetani D'Aragona che in caso di condizione meteorologiche avverse dovevano sospendere il viaggio.

Un primo progetto risalente ai Borboni del 1858 prevedeva di servire Piedimonte con una diramazione dotata di  binario a scartamento normale da Amorosi, sulla già costruita ferrovia Napoli-Foggia. L'ingegnere Paolo Dovara nel 1878 proponeva il compianto allacciamento a Presenzano o Caianello, con proseguimento verso Alife, Piedimonte, Gioia Sannitica, indi Telese, ove ci sarebbe stato l'innesto sulla Napoli-Foggia: Piedimonte sarebbe stata collegata a Roma. Ma anche Alvignano e Caiazzo chiedevano a gran voce il loro collegamento ferroviario.
Ecco quindi le proposte di una ferrovia economica con binario a sezione ridotta del Consigliere Provinciale di Piedimonte Nicola Ventriglia , dell'Ingegnere Pasquale Sasso nel 1880, che collegasse la Pianura Alifana con Caiazzo (allora si scriveva Cajazzo) e Santa Maria Capua Vetere.
Alla fine la Compagnie des Chemins de Fer du Midi de l'Italie adottò il progetto degli Ingegneri Tessitore e D'Aniello ed i lavori di costruzione e gli espropri iniziarono nel 1905. La dotazione della Ferrovia all'apertura era di due locomotive a vapore di costruzione Breda di Milano, tre locomotive a vapore belghe "La Meuse" (un esemplare è monumentato alla stazione di Catania Borgo della ferrovia Circumetnea, ad Essa ceduto nel 1923), la già citata locomotiva a vapore V Catania, presa usata da una miniera di zolfo in Sicilia presso Dittaino, cinque elettromotrici a carrelli Breda per la Ferrovia elettrica, undici carrozze rimorchiate e 140 carri merci di vario tipo costruiti a Napoli dalle Officine Meridionali, due locomotive elettriche Breda  per treni merci. La vecchia Alifana aveva un tracciato completamente diverso dall'attuale: partendo con la vaporiera da Piedimonte, dopo la stazione di Alife, il fiume Volturno era superato con lo stesso ponte  stradale costruito nel 1868, dedicato agli allora Principi Umberto e Margherita di Savoia. Dopo Sant'Angelo in Formis alla stazione di Biforcazione Capua il binario proveniente da Piedimonte si innestava sulla ferrovia Alifana Elettrica Capua-Napoli Piazza Carlo III. La Vaporiera era scartata, il vagone con gli utenti da Piedimonte agganciato alla elettromotrice proveniente da Capua. I passeggeri diretti a Capua, scendevano e trovavano pronto il treno elettrico da Napoli.
Il viaggio proseguiva attraversando Santa Maria Capua Vetere (ben quattro stazioni), l'Agro Aversano e l'allora "Campania Felix", le rigogliose campagne di Giugliano, Mugnano, Marano, Piscinola a nord di Napoli (oggi chi ci crederebbe), ricche delle celebri "percoche" e vigneti la cui uva per la vicinanza al binario dell'Alifana era chiamata "L'Uva della Piedimonte". Il treno elettrico, simile ad un tram, con il binario a scartamento ridotto di 950 mm impegnava infine via Don Bosco, sede di uno Scalo Merci, e terminava la sua corsa sotto l'elegante stazione di Napoli Piazza Carlo III, ora Hotel di lusso. Ricordando questa romantica ferrovia non possiamo esimerci dal citare la difficoltà con cui il treno a vapore superava la tratta Piana di Caiazzo-Caiazzo.
Poco prima della casa cantoniera "Truli", tutt'ora visibile sulle Colline Caiatine anche se allo stato di relitto, per la forte acclività spesso in condizioni sfavorevoli (Treno troppo pesante, binari umidi, scarsa qualità del carbone), la locomotiva a vapore tra forti rumori dello scappamento e volute di vapore iniziava a slittare ed a perdere potenza fino a bloccarsi. I musi neri (macchinista e fuochista) invitavano spesso i passeggeri a scendere per diminuire il peso, se non addirittura a spingere. In genere il convoglio arretrava di nuovo verso Piana, faceva pressione, immetteva nuova sabbia da spargere sulle rotaie ed a tutto vapore prendeva la rincorsa. I malcapitati passeggeri, lasciati sulle alture di Caiazzo a fare asparagi e frutti di stagione, a volo, risalivano sull'ansimante convoglio. Quando il treno era molto pesante si faceva la doppia trazione, con l'aggiunta a Piana di una seconda locomotiva di spinta che veniva agganciata in coda (uno spettacolo!).
Il tronco Piedimonte-Biforcazione Capua andrà distrutto completamente nel 1943 a causa degli eventi bellici, mentre la Ferrovia Alifana Elettrica sospenderà l'esercizio il 20 febbraio 1976, decretando la fine di un piccolo mondo antico.
Come sapete, la linea che si usa attualmente è stata attivata il 4 aprile 1963 con allaccio a Santa Maria Capua Vetere FS. 
Non ci resta che fare gli auguri alla nostra Ferrovia, che fra tantissime difficoltà in cento anni, ha superato avversità di tutti i tipi e proprio per lunedì 30 giugno abbiamo una buona notizia per festeggiare: tutte le automotrici della Ferrovia Alifana sono state riparate, sarà quindi sospeso il servizio automobilistico con gli autobus e le corse verso Napoli saranno assicurate esclusivamente dai treni.

Giovanni Caracciolo
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1 commento:

  1. Gran bell'articolo. Complimenti! E soprattutto viva la "Piedimonte"!!

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