domenica 5 settembre 2021

"Fore 'o trentotto" e... un tram per il Casale...! Parte seconda

La nostra ricerca storica, che non presenta soste, annovera un'altra importante scoperta documentale, ed è quella che presentiamo in questo post, a compendio dell'articolo pubblicato il 23 settembre del 2013, dal titolo "Fore 'o trentotto" e ... un tram per il Casale...!". 
Si tratta del testo del Regio Decreto di autorizzazione per la costruzione della bretella tranviaria Miano-Piscinola, dell'anno 1926. La notizia è stata tratta dal "Bollettino Ufficiale del Ministero dei Lavori Pubblici".
Ecco il testo e le foto:

DECRETO REALE 2 maggio 1926, n.847, (1) che autorizza a costruire ed esercitare un tronco tranviario dal raddoppio di Miano, sulla tranvia di Napoli-Secondigliano, sino a Piscinola.

(Numero di pubblicazione della Gazzetta Ufficiale, 1160).

VITTORIO EMANUELE III

PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA’ DELLA NAZIONE

RE D’ITALIA

Visto il progetto portante il bollo dell’ufficio del registro di Napoli in data 10 febbraio 1926, presentato il 25 stesso mese dalla “Società Belga tranvie di Capodimonte” per la costruzione e l’esercizio di un tronco tranviario dal raddoppio di Miano sulla tranvia Napoli Secondigliano, sino a Piscinola;

Visto il testo unico delle disposizioni di legge per le ferrovie concesse all’industria privata, le tranvie a trazione meccanica e gli automobili, approvato con il Nostro decreto 9 maggio 1912, n. 1447;
Sentito il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici;
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per i lavori pubblici;

Abbiamo decretato e decretiamo:

Art.1.

La “Società Belga per le tranvie di Capodimonte” è autorizzata a costruire ed esercitare un tronco tranviario dal raddoppio di Miano, sulla tranvia Napoli-Secondigliano, sino a Piscinola.

Art.2.

La costruzione del tronco tranviario di cui sopra, dovrà essere eseguita in conformità al progetto dalla Società anzidetta presentato il 25 febbraio 1926, portante il bollo dell’ufficio del registro di Napoli in data 10 stesso mese e tenute presenti le osservazioni contenute nel voto n. 797 emesso sul progetto in parola, in data 16 aprile 1926, dal consiglio superiore dei Lavori Pubblici.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo di Stato sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 2 maggio 1926.

VITTORIO EMANUELE.

GIURATI.

Visto, il Guardiasigilli: Rocco

Registrato alla Corte dei conti , addì 27 maggio 1926.

Atti del Governo, registro 248, foglio 139. – COOP

   (1) Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno n.124, del 29 maggio 1926.




Per leggere il testo della prima parte, ecco il link:


Via Miano, di fronte all'ex deposito officina del Garrittone

A compendio della notizia storica, ci piace aggiungere una piccola descrizione, molto poetica: rappresentante un "ritratto" del nostro territorio, che ha visto per tanti anni questo mezzo di locomozione, ecologico per eccellenza, attraversare le sue strade e le numerose campagne... E' uno scritto di Giovanni Artieri, tratto dal libro "Italia mia".

[…] Noi napoletani siamo grandi cacciatori di fantasmi, ammalati di curiose nostalgie di luoghi o di persone “mai viste”, di scene fantastiche, di realtà leggendarie; ma ci facciamo personaggi di noi stessi, ricontemplandoci nelle prospettive del tempo, traverso i cristalli deformanti, ma così ricchi di poetici tremori, della nostalgia […]. 
Una trepida tenerezza poetica, quella mattina, mi spingeva su per la salita di Santa Teresa, verso Materdei, dove la collina riposa un breve ripiano e continua per il ponte della Sanità, che si vede in fondo alla strada grandiosa aperta da Pietro Colletta. Ma non si vede il palazzo reale; si vede soltanto ciò che una volta si chiamava il Tondo, un altro ripiano, circolare ombrato di pioppi giganteschi […] una volta un tram verde che conduceva dalla piazza Dante ai paesini di provincia verso il Nord della città: Marianella, Piscinola, Marano; ed anche questa altura, nel silenzio della campagna (ancora campagna a quell’epoca) avevano fondato una fabbrica di birra, uno stabilimento” a vapore” levando un alto camino per lo sfogo del fumo […].

Salvatore Fioretto




Deposito officina del Garrittone, a Capodimonte


Diverse foto delle Tranvie di Capodimonte sono state tratte dal sito degli amici dell'"Associazione Clamfer", che ringraziamo per la consueta e generosa disponibilità.

martedì 24 agosto 2021

L'"accattoncello" di padre Ludovico che scambio' la sua Patria...!

Foto di fra Ludovico da Casoria poco più che trentenne
Come è noto fra Ludovico da Casoria, al secolo Arcangelo Palmentieri (* Casoria 1814, + Napoli 1885), recentemente elevato agli onori degli altari (2014), fu in vita un uomo prodigo di numerosissime iniziative filantropiche, nel territorio napoletano, ma anche fuori regione, come ad Assisi, a Firenze e a Parigi, dedite soprattutto all'accoglienza e alla formazione dei fanciulli italiani orfani, ciechi e appartenenti a famiglie disagiate (accattoncelli), ma anche di fanciulli stranieri di diverse etnie (moretti e morette). 
Ci piace oggi narrare un simpatico aneddoto, di un incidente, diciamo "di immagine", capitato al Santo, che fu causato inconsapevolmente da un ragazzetto originario di Piscinola, durante una visita ispettiva condotta 
nel 1864, dall'allora Prefetto di Napoli. Padre Ludovico, oltre ad avere tanti amici e persone che lo stimavano, aveva anche molti avversari e nemici che cercavano di ostacolarlo...
L'episodio è descritto nel bel libro di Giuseppe Pesce, dal titolo: "
Casoria 1861. La difficile Unità. I Rocco, Proto e Padre Ludovico", dal quale prendiamo in prestito la curiosa notizia che ci interessa.
"Gli istituti – a cui si aggiungevano quelli di Casoria e Pozzuoli – contavano 300 accattoncelli, 118 moretti e 364 esterni indirizzati ai mestieri di sarto, calzolaio, falegname, ebanista, tipografo e legatore di libri. Ma i più inclinati studiavano anche musica (vari strumenti, dal pianoforte al violino ai fiati) e ovviamente a leggere e scrivere. Paolo Emilio Imbriani visitò i vari istituti in veste di delegato scolastico e fece una buona relazione, presentata anche alla Provincia di Napoli. Dove tuttavia l’apposita commissione, pur confermando il sussidio economico, invitò il Municipio a mandare degli insegnanti comunali per impartire lezioni di “catechismo sociale”, ovvero l’educazione civica.
Il grande impegno di p. Ludovico, che andava oltre Napoli – già nel maggio del 1860 aveva fondato a Firenze un “Collegio per morette” con Anna Maria Lapini – gli valse un importantissimo riconoscimento da Vittorio Emanuele II, che il 4 gennaio 1863 lo nominò addirittura Cavaliere dell’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Alla fine di luglio del 1864, tuttavia, una visita del Prefetto di Napoli Rodolfo d’Afflitto scatenò un grave incidente. Un ragazzino giunto da pochi giorni in collegio, interrogato dal prefetto, rispose che il suo re era Francesco II, (era un errore di ignoranza familiare, tant’è vero che sosteneva anche che la sua “nazione" fosse Piscinola).
D’Afflitto sollevò un putiferio, ma p. Ludovico lo prese in contropiede, andando a protestare dal questore Nicola Amore e minacciando di lasciare Napoli per trasferirsi in Francia o in Germania dove lo invitavano ad aprire i suoi istituti."


Appena possibile dedicheremo un post biografico a questo grande personaggio, che fu insegnante nella piccola scuola pubblica esistente all'epoca a Piscinola e fondatore di una casa di accoglienza e formazione degli "accattoncelli" anche in questo quartiere.

Salvatore Fioretto

Dipinto allegorico con le opere filantropiche e gli Ordini religiosi fondati da San Ludovico

giovedì 5 agosto 2021

Tutti gli scritti e gli eventi (2004-2021) per ricordare la festa del SS. Salvatore a Piscinola. In memoriam... !


Oggi, 6 agosto 2021: possiamo affermare che, dopo anni di ricerche (2004-2021), è stato trascritto e pubblicato quasi tutto quanto riguarda la festa del SS. Salvatore a Piscinola: storia, aneddoti, personaggi. Nel seguito sono elencati tutti i lavori e le collaborazioni svolte negli anni,  sia su "Piscinolablog" che sulle pagine Facebook di "Amici di Piscinolablog" e anche su Youtube
Si ringraziano tutti gli amici (in particolare quelli citati nei titoli: Pasquale di Fenzo, Anna Maria Montesano, Giulia Biancardi, Maurizio de Gennaro Dario de Simone, Luigi Sica, Teresa Ciancio, Ass. Centro Arcobaleno e tanti altri); il loro aiuto è stato prezioso affinché tutto questo si realizzasse e con successo. 

Post pubblicati in Piscinolablog:

 

-Lunedì 5 Agosto 2013

Piscinola e il "suo" Salvatore: Una comunità civile che ricorda...!

http://piscinola.blogspot.com/2013_08_04_archive.html

 

-Giovedì 24 ottobre 2013

"Angolo poetico del venerdì: Un ricordo della festa del SS. Salvatore a Piscinola, post scritta da Anna Maria Montesano."
https://piscinola.blogspot.com/2013/10/angolo-poetico-del-venerdi-un-ricordo.html


-Sabato 30 Novembre 2013

"Edizione Straordinaria: Ricordando la Festa del SS. Salvatore a Piscinola!"
http://piscinola.blogspot.com/2013/11/edizione-straordinaria-ricordando-la.html


-Domenica 3 agosto 2014: “Dalla letteratura e da Internet...Un ricordo della festa del Salvatore...“
http://piscinola.blogspot.com/2014/08/dalla-letteratura-e-da-internetun.html


-Venerdì 10 Aprile 2015

"Il Salvatore va in India...! "Come Francesco" 2^ parte"
http://piscinola.blogspot.com/2015/04/il-salvatore-va-in-india-come-francesco_10.html

 

-Lunedì  6 agosto 2018 “Festa del SS. Salvatore 2018 - "Componimento dedicato alla memoria dei musicisti della banda musicale di Piscinola”
http://piscinola.blogspot.com/2018/08/festa-del-ss-salvatore-2018.html


Sabato 3 agosto 2019 “I festeggiamenti a Piscinola in onore del SS. Salvatore“
http://piscinola.blogspot.com/2019/08/l-ricorrenza-del-ss-salvatore-per.html


-Sabato 18 Aprile 2020

"Signori e Signore benvenuti alla festa del SS. Salvatore!! E iniziava così la bella festa a Piscinola!! Post scritto da Pasquale di Fenzo"

https://piscinola.blogspot.com/2020/04/signori-e-signore-benevenuti-alla-festa.html?m=1

 

- Martedì 4 Agosto 2020

"Piscinola è "La Terra del Salvatore": un'indagine storica su uno straordinario legame millenario!!"
https://piscinola.blogspot.com/2020_08_02_archive.html

 

-Poesia dedicata al Salvatore, anno 2020

https://www.facebook.com/vicus.pissinula.2013/posts/d41d8cd9/2197922400498513/





- Mercoledì 4 agosto 2021: "La festa del SS. Salvatore: ricordi di umanità e di tante vite vissute!" Post scritto da Pasquale di Fenzo.

 

Video e foto pubblicati su Youtube o Facebook:

 

-Museo del Ricordo Piscinola-Marianella, sezione fotografica dedicata alla festa del Salvatore, marzo 2004, atrio della stazione metropolitana di Piscinola, realizzazione grafica mostra e video a cura S. Fioretto.

https://www.facebook.com/1415961335361294/videos/1428606554096772


- 5 agosto 2012: Videoclip con foto d'epoca nella pagina di facebook per ricordare la processione del SS. Salvatore 

-“Piscinola e il "SUO" Salvatore

Documentario sulla storia della festa del Salvatore a Piscinola, anno 2013, regia Dario de Simone, ideazione e conduzione di S. Fioretto.

https://www.youtube.com/watch?v=eqv3fnBOpl8&t=1204s


-“Piscinola 1978 - 2013  - Don Salvato’ ”, regia di Dario De Simone, dicembre 2013. Collaborazione S. Fioretto

https://www.youtube.com/watch?v=BGYD1gEIU8g


-“Ricordando una festa”. Spettacolo alla Madonna delle Grazie, dicembre 2013, a cura "Cooperativa Mazra" e "NoiePiscinola", ideazione di S. Fioretto, conducono Maurizio di Gennaro e Giulia Biancardi.

https://www.youtube.com/watch?v=96HtpSp0pzY

 

-Videoclip realizzato da S. Fioretto, 4 agosto 2015

Festeggiamenti del SS. Salvatore in Italia e a Piscinola (Napoli)

https://www.youtube.com/watch?v=BZSnybBnbYc&t=2s


-Mostra fotografica sulla festa del Salvatore, organizzata presso i locali dell'Ass. Centro Arcobaleno di Piscinola, 6 agosto 2016, a cura di S. Fioretto (alcune foto della mostra)


-Video Fuochi pirotecnici a Piscinola per il SS. Salvatore, 6 agosto 2016

https://www.youtube.com/watch?v=snqlAis54BA

 

-Mostra fotografica a Piscinola, 6 agosto 2017 “Piscinola in festa 2017”, allestita da S. Fioretto nei locali dell'Ass. Centro Arcobaleno  di Piscinola (videoclip foto della mostra)

https://www.youtube.com/watch?v=WtInMII2zZw&t=30s

 

-Video sfilata della banda di Casandrino a Piscinola, per la festa del Salvatore, 6 agosto 2018 (in rappresentanza dei vari video pubblicati)

https://www.youtube.com/watch?v=xz6etacV5OU


-Mostra fotografica per la festa del Salvatore, 6 agosto 2018, “Tra cartografia storica e vedutismo, Piscinola e il suo Salvatore” - Locandina della mostra.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10216403593873159&set=a.1614271367412


-Mostra fotografica per la festa del Salvatore, 6 agosto 2018, “Tra cartografia storica e vedutismo, Piscinola e il suo Salvatore”, mostra allestita da S. Fioretto nei locali dell'Ass. Centro Arcobaleno di Piscinola (videoclip foto della mostra)

https://www.facebook.com/salvatore.fioretto1/videos/10216519627973939


Libri:

"Piscinola, la terra del Salvatore. Una terra, la sua gente, le sue tradizioni". Di S. Fioretto, anno 2010, ed. The Boopen.
Interi capitoli dedicati alla storia della chiesa e alla festa del SS. Salvatore a Piscinola.

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Quando si lavora per una giusta causa, quando si dedica il proprio tempo per una passione, niente è sprecato, nessuno sforzo risulterà mai vano. Tutto ritorna, come benefici culturali, cento, mille volte di più...!
Passerà il tempo, passeranno gli anni, ma considero questa esperienza estremamente edificante per la mia persona, che ha arricchito il mio bagaglio culturale e il mio animo ed ha contribuito a conoscere tante belle persone. Grazie!
Ad maiora semper!
Salvatore Fioretto

NB: per leggere un post o visionare un video è necessario cliccare col tasto sinistro del mouse sopra al link (carattere sottolineato), riportato al margine sottostante.

martedì 3 agosto 2021

La festa del SS. Salvatore: ricordi di umanità e di tante vite vissute! di Pasquale di Fenzo

All'approssimarsi della festa del SS. Salvatore, protettore di Piscinola, sono tanti i ricordi che affiorano nella mia mente dal passato, quando i festeggiamenti duravano una settimana e per noi bambini era il periodo più bello dell'anno. Le luminarie, montate sui pali di legno di colore azzurro, venivano poste in tutte le strade del quartiere, davanti alla chiesa veniva allestita “la porta”, che consisteva in una scena sacra interamente fatta di lampadine colorate, e nel centro della piazza veniva montato il palco per il “concertino” che vedeva esibirsi cantanti anche di livello nazionale. Spesso veniva fatta anche una gara di “voci nuove”. In una di queste, credo intorno al 1960, vinse un ragazzino piscinolese che faceva il giovane di barbiere da don Mimì, che aveva il suo salone/abitazione nel palazzo “dello Staviano” (palazzo in via Plebiscito a Piscinola). Il bambino aveva una decina di anni, si chiamava Antonio Buonomo e vinse interpretando magnificamente un successo dell'epoca di Nunzio Gallo, dal titolo “ 'Sti 'mmane”. Antonio, col quale quando mi incontro rievochiamo i vecchi tempi, in particolare quando ci scambiavamo i giornaletti, di cui eravamo entrambi gran divoratori, è rimasto molto legato alle sue origini piscinolesi. Ha avuto una buona carriera sia canora che teatrale, partecipando anche ad alcuni film e sceneggiati televisivi.

Ma tornando alla festa, il culmine era la serata finale, quando si effettuava la cosiddetta “'a venneta” che altro non era che un'asta svolta in piazza, dove venivano messi in vendita i prodotti che venivano offerti dai contadini e dai commercianti locali. Ad ogni rilancio il battitore lanciava una sigaretta con una precisione estrema a chi aveva rilanciato il prezzo. Spesso il costo superava di gran lunga il valore dell'oggetto in palio, la qual cosa accadeva quando a sfidarsi erano due contendenti che non intendevano darla vinta al rivale. Ma la buona riuscita della “venneta” era dovuta soprattutto al "battitore d'asta" che era il mitico “Eugenio cu 'e lente”, al secolo Don Eugenio Pragliola da Giugliano. Oggi si chiamerebbe “one-man-show”: i suoi lazzi, le sue battute, le sue filastrocche, completamente improvvisate, riuscivano a divertire il pubblico per diverse ore.

Al suo personaggio si ispirò il grande Antonio Casagrande, attore Eduardiano, papà di Maurizio, col suo “Don Liborio Occhialoni”. Alla fine della “venneta” c'era lo spettacolo pirotecnico, che rappresentava la chiusura dei festeggiamenti. Io ricordo che assieme a mio padre, tornavamo a casa per goderci lo spettacolo dal lastrico dell'abitazione di un nostro vicino, che ci ospitava con grande apprensione di mia madre, che diceva “statte accorto 'o criaturo”, perché bisognava arrampicarsi su un altissimo e stretto scalino di legno, il cosiddetto “scalillo”, quello che i contadini usavano per raccogliere l'uva sulle alte vigne nelle nostre campagne. Generalmente si esibivano vari “fuochisti”, con la gente che faceva il tifo di volta in volta per l'uno o per l'altro.
I migliori fuochisti venivano da Mugnano, ma noi piscinolesi facevamo il tifo per un nostro compaesano, il Cav. Piccolo, di cui purtroppo non ricordo il nome di battesimo, ma mi ricordo benissimo dei suoi fratelli e di tutta la sua famiglia, perché abitava proprio nel vico Primo Plebiscito, dove abitavo io. La sua purtroppo non fu una storia a lieto fine. Sua madre, Donna Livietta, era una signora austera, che incuteva rispetto solo a guardarla.
Spesso redarguiva noi ragazzi che facevamo chiasso davanti alla sua abitazione, dove c'era un cartello di una qualche autorità sanitaria o comunale, che vietava di fare chiasso, perché in quella abitazione viveva un grande invalido. Don Gennaro, il capofamiglia, era un vecchietto dai capelli bianchissimi, sempre vestito in giacca e cravatta, che spesso si intratteneva a parlare con Don Vicienzo 'o Popolo; quest'ultimo una specie di ciabattino filosofo, cui questo blog ha già dedicato qualche pagina. Don Gennaro era un grande invalido, probabilmente della prima Guerra Mondiale; “Uagliù, ca nun putimmmo pazzià, chi la sente a Donna Livietta!”, ci dicevamo tra di noi e ci spostavamo in altri spazi...
Il Cav. Piccolo aveva una sorella più piccola, di nome Assuntina e due fratelli, Enzuccio e Giruzzo, che erano esattamente l'opposto l'uno dell'altro. Per quanto Giruzzo fosse introverso e solitario, così tanto era estroverso e giocherellone Enzuccio. Un vero “sfuttitore” che non lasciava in pace nessuno. Aveva un cane inseparabile dal pelo nero e lucidissimo, che lui aveva chiamato “Blak”.
Enzuccio era un vero capobanda per noi scugnizzi dell'epoca, anche perché ci permetteva di giocare col suo cagnolone che lui diceva essere talmente furbo da essere sfuggito, con un suo comando, al cappio dei “cangiarioti” (cosi chiamati gli accalappiacani comunali). Una famiglia modesta, ma perfetta, come ce ne erano tante a Piscinola. Ma il triste destino era purtroppo in agguato. Un giorno si diffuse la notizia che la fabbrica di fuochi (che non si trovava a Piscinola), dove lavoravano sia il Cav. Piccolo che il fratello Enzuccio, era andata a fuoco e che due dei tre fratelli erano morti nell'incidente!
Forse anche il povero Blak seguì la sorte del suo padroncino, perché noi ragazzi lo cercammo a lungo, ma non riuscimmo mai a trovarlo. La povera mamma non si riprese mai più da quel dolore, perse tutta la sua autorevolezza di colpo
, e il povero Don Gennaro, credo di non averlo visto mai più intrattenersi a parlare piacevolmente con Don Vicienzo 'o Popolo. La sorella Assuntina, nei miei ricordi è rimasta per sempre vestita di nero. Il fratello sopravvissuto, Giruzzo, si chiuse ancora di più nel suo mutismo, tanto che credo di non averne mai più sentito la sua voce.
Forse qualche persona anziana che leggerà queste righe si ricorderà di questo tragico episodio accaduto verso la metà degli anni '60, che non tutti i piscinolesi oggi ricordano. Anche perché mi farebbe piacere che qualcuno mi ricordasse e si ricordasse il nome di battesimo del Cav. Piccolo. Purtroppo questo episodio rappresenta un velo che ha un po' ingrigito i miei bei ricordi d'infanzia dei fuochi e della festa per il SS. Salvatore a Piscinola.

Pasquale Di Fenzo

Ringraziamo il carissimo amico Pasquale di Fenzo per averci deliziato con quest'altro bellissimo racconto pieno di ricordi della festa per il SS. Salvatore, celebrati a Piscinola, negli "anni d'oro". La parte struggente di racconto, riguardante i fratelli Piccolo, ci ha profondamente commossi per la sua umanità... Storia che purtroppo non conoscevamo.

venerdì 30 luglio 2021

6 agosto 2021: Ricordando le origini della festa della Trasfigurazione ...


Trasfigurazione, di Raffaello Sanzio, Pinacoteca Musei Vaticani

L’episodio della Trasfigurazione di Gesù, da cui trae origine la festa dedicata al SS. Salvatore, che si celebra ogni anno il 6 agosto, è raccontato nei tre Vangeli, chiamati "Vangeli Sinottici", precisamente in quello di Matteo, 17,1-8; di Marco, 9,2-8 e di Luca, 9,28-36. In essi, in maniera pressoché corrispondente, si racconta che Gesù scelse di prendere con sé alcuni discepoli e di salire su un Monte a pregare. Sei giorni prima aveva detto ai suoi discepoli: «Vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno» (Mt 16, 28) ed ecco che gli apostoli prediletti, Pietro, Giacomo e Giovanni, furono scelti per assistere all’evento straordinario: Cristo apparve loro radioso di luce (da cui il termine "Trasfigurazione"). Infatti, mentre pregava, «il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante» (Lc 9, 29) e due uomini, anch’essi apparsi nella scena di gloria, parlavano con Lui del compimento in Gerusalemme del suo sacrificio: erano Mosè ed Elia, che rappresentavano la Legge e i Profeti. “A questo punto, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè, una per Elia». Non aveva ancora terminato di parlare, quando una nube luminosa li avvolse e fu udita una Voce che diceva: «Questi è il Figlio mio amato. Ascoltatelo!».
Fu il papa Callisto III, nel 1457, a estendere la festa della Trasfigurazione alla Chiesa dell'epoca, inserendola nel Calendario Universale. 
Per quanto riguarda la località che vide lo svolgersi dell'evento, sebbene nel corso dei secoli siano state avanzate diverse interpretazioni, è quasi certo che la montagna su cui Gesù condusse gli Apostoli sia stata quella del Tabor.
Anche se il Tabor è assimilabile più a una collina che ad una montagna, visto che misura pressappoco 600 metri di altezza, tuttavia quello che è interessante comprendere è il significato di questo simbolo evangelico del "monte": l’altura 
infatti nelle Sacre Scritture simboleggia la vicinanza a Dio, il luogo in cui si può incontrare Dio. Lo stesso si verificò 

sul monte 
Sinai, dove Dio consegnò a Mosé le Tavole della Legge
.
Come è immaginabile pensare, considerata l’antichità dell’evento, non ci sono prove certe di questa identificazione storica; il luogo evangelico apparirebbe più come una tradizione attestata già nel IV secolo. In tale periodo, infatti, furono Cirillo di Gerusalemme e San Girolamo ad identificare per primi il Tabor, come il luogo della Galilea dove sarebbe avvenuta la Trasfigurazione di Gesù (il termine Tabor, in arabo: Gebel et-Tur, sta a significare "la montagna").

Secondo una leggenda, poi, la prima basilica costruita sul Tabor, dedicata alla Trasfigurazione, fu voluta da Elena, madre dell’Imperatore Costantino il Grande, nel IV secolo, ed è molto probabile anche che la primitiva festa fosse stata fissata per celebrare la dedicazione di questa basilica costruita in quel luogo, a ricordo della Trasfigurazione.
Sul luogo del Tabor, nei secoli successivi, i Bizantini costruirono tre chiese, delle quali parla 
il Pellegrino Anonimo di Piacenza, che vi farà visita nell’anno 570.

Un secolo dopo, Arculfo, visitando il luogo, vi troverà raccolti un gran numero di monaci; il Commemoratorium de Casis Dei (secolo IX), menzionerà il vescovado di
Chiesa parrocchiale di Piscinola, particolare della statua del SS. Salvatore
Tabor, con diciotto monaci, al servizio di quattro chiese.
Successivamente, 
 nell'XI secolo, dei monaci Benedettini costruiranno sul Tabor una loro abbazia, con due cappelle, una dedicata ad Elia e una a Mosè e tutto il complesso monastico, assieme ad abitazioni, furono circondati da una cinta fortificata, che tuttavia non impedì al sultano Al-Adil di distruggerla, intorno all'anno 1212 e di costruire al loro posto una sua fortezza.
Un successivo santuario cristiano, che vi fu edificato nel 1255, dall'Ordine ospedaliero di San Giovanni, fu anch'esso distrutto dal sultano Baibars, nell'anno 1263. L'efferata azione degli infedeli ridusse quindi il monte del Tabor all'abbandono totale, stato che durò per diversi secoli.
L'arrivo dei monaci Francescani sul luogo del Tabor viene datato nell’anno 1631, quando Francesco da Verrazzano, console  del Granduca di Toscana a Saida, ottenne dall'Emiro Fakhr-ad-dìn l'autorizzazione al loro insediamento nella regione; ma solo nel 1873 i frati presero sede stabile nel luogo. 
Da quel momento i frati cominciarono a progettare una degna basilica, ma che riuscirono ad ultimarla soltanto nel 1924. Il tempio fu realizzato in stile antico siro-romano, su disegno dell'architetto romano Antonio Berluzzi. Nella cripta, posta al centro della basilica, sono stati conservati i resti archeologici riconducibili ad una delle precedenti antiche basiliche.
Da quel periodo i luoghi del Tabor  hanno conservato il loro aspetto, pressoché immodificati, fino ai nostri giorni.
Tabor, basilica francescana dedicata alla Trasfigurazione
Passando ora a parlare dell'origine della festa della Trasfigurazione, possiamo affermare, con sufficiente determinazione, che essa era diffusa in Oriente già a partire dei primi decenni del V secolo. Alla fine del V secolo la festa era celebrata anche dalla Chiesa Nestoriana, mentre nel VII secolo, invece, è documentata nella Siria Occidentale. 
Tuttavia, secondo alcuni studiosi, la festa della Trasfigurazione fu probabilmente introdotta in Armenia, già all'inizio del IV secolo, per cristianizzare una festa pagana in uso in quella regione, dedicata alla dea Afrodite. Dall'Oriente la festa della Trasfigurazione passò presto a celebrarsi anche nella chiesa Bizantina, dove prese il nome di «Metamorfosi del Salvatore». 
In Occidente la festa probabilmente fu conosciuta dapprima in Spagna, quindi a Napoli e in alcuni paesi germanici, pressappoco intorno alla metà del IX secolo.
Monte Tabor (Galilea)
Successivamente, nel X secolo, la festa venne diffusa in Francia e, nei secoli XI e XII anche a Roma (Basilica Vaticana). Notevole fu il contributo di Pietro il Venerabile, che la introdusse nella liturgia cluniacense (nel convento di Cluny). Da Cluny, dove fu profondamente valorizzata si diffuse attraverso il monachesimo, fino a trovare una collocazione stabile nella liturgia della chiesa occidentale, ma soltanto con l'edizione del Messale Romano, del 1570.
Per quanto concerne le fonti storiche che fanno riferimento alla terra napoletana, sia per il culto del Cristo Trasfigurato che per l'edificazione di monasteri e chiese dedicate (ne abbiamo diffuso i dettagli nel post pubblicato lo scorso anno su questo blog), oltre alla basilica S. Restituta (IV-V sec.)ubicata all’interno del complesso dell’antica Cattedrale di Napoli e al Monastero del Salvatore (VI-VII sec.), sorto sull'isolotto di Megaride, c’è anche la nostra chiesa di 
Piscinola, con la già mentovata: “Terra del Salvatore” (almeno ai primi decenni del X secolo)…!
Per quanto concerne il giorno fissato per celebrare la solennità della Trasfigurazione nell'ambito dei calendari delle varie chiese cristiane, diverse sono le possibili ipotesi messe in campo dagli storici, per capire le motivazioni che hanno portato a scegliere, quasi per tutte, il "6 agosto".
In primis, ed è l'ipotesi più condivisa, essa deriverebbe da una antica tradizione cristiana, in quanto l'episodio narrato dai Vangeli sarebbe avvenuto quaranta giorni prima della crocifissione di Gesù, la cui festa, era già celebrata nella Chiesa d'Oriente e poi anche in quella d'Occidente, il 14 settembre, con la ricorrenza dell'"Esaltazione della Santa Croce".
La festa della Trasfigurazione divenne una delle dodici grandi feste del calendario Bizantino, e si celebrava a partire dalla vigilia, il 5 agosto, fino a tutta l’ottava successiva al 6 agosto (14 agosto).
Tuttavia nelle chiese ortodosse, che continuarono a seguire il Calendario Giuliano, la ricorrenza veniva celebrata il 19 agosto.
Secondo altri storici, invece, le motivazioni secondo le quali papa Callisto III inserì nel calendario Romano, nel 1457, la ricorrenza della Trasfigurazione, con data 6 agosto, deriverebbe da un atto simbolico, di ringraziamento, per l'avvenuta vittoria dell’esercito cristiano sui Turchi, a Belgrado, nel 1456; mentre, per altri, ancora, le origini della festa potrebbero derivare dal ricordo della "Dedicazione" di una delle primitive basiliche sul monte Tabor.
E' da sottolineare che la liturgia romana declamava il brano evangelico riferito all’episodio della Trasfigurazione, il sabato delle Quattro Tempora in tempo di Quaresima, mettendo così in relazione questo mistero evangelico con quello della Passione di Gesù.
In merito alla scelta di papa Callisto III, di collocare la festa nel calendario liturgico romano il 6 agosto, a ricordo della Vittoria di Belgrado sui Turchi, bisogna cercare di calarsi nella realtà di quel tempo per comprendere le motivazioni che indussero a quella scelta. 

Accadde allora che, dopo la conquista di Costantinopoli (1453) e la caduta dell'Impero Romano d'Oriente, il sultano Mehmed II (Maometto II), spingeva a salire con le sue truppe verso nord, alla conquista dell'Ungheria; ma per poterlo fare era obbligato ad espugnare la fortezza di Belgrado, posta sul confine dell'epoca. La fortezza fu quindi stretta d'assedio dal suo esercito nell'anno 1456. In quel momento in molti temettero che i Turchi-ottomani, risalendo la valle del Danubio, dilagassero in tutta Europa; anche il papa Callisto III era visibilmente molto preoccupato e paventava addirittura la fine di tutta la Cristianità...! Il principale obiettivo del suo breve pontificato fu, quindi, proprio quello di indire una sorta di crociata per arrestare quell'avanzata turca in Europa. Il "suo uomo" scelto per il campo di battaglia, fu Giovanni da Capestrano (poi divenuto Santo e protettore dei Cappellani), un umile frate francescano che, con un gruppetto di confratelli, riuscì a mettere insieme una fattispecie di esercito, formato essenzialmente da contadini e da braccianti, raccolti nelle zone interessate e armati in gran parte di soli forchettoni e falci. Tuttavia le forze militari cristiane furono coadiuvate anche da una flotta navale, guidata dal nobile ungherese János Hunyadi (soprannominato il Cavaliere Bianco) che, lasciato solo nell'impresa dagli altri cortigiani, mise mano alla propria tasca per finanziare la difficile impresa, quella di respingere le forze del Sultano; ma l'aiuto ricevuto da Giovanni da Capestrano, che era anche il suo consigliere, si rilevò strategicamente importante e molto decisivo per le sorti della causa, perché Giovanni seppe spronare con veemenza il morale delle truppe verso la storica impresa: riuscì con un racimolato esercito di pressappoco 5.000 persone a far fronte e mettere in fuga, via terra, il numeroso esercito Turco-ottomano, mentre Hunyadi colse la vittoria anche sul campo navale.

San Giovanni da Capestrano
Durante lo svolgersi battaglia, il Papa aveva ordinato di suonare in tutti i luoghi la "campana di mezzogiorno", perché il suono chiamasse i credenti a pregare per la vittoria; in molti posti però le istruzioni del Papa arrivarono tardi, a battaglia ormai conclusa, e allora "la campana di mezzogiorno" fu invece suonata  come simbolo della festa e per celebrare l'avvenuta vittoria.
A Roma, la notizia della vittoria sui Musulmani arrivò il 6 agosto, e papa Callisto III pensò bene di ricordare lo scampato pericolo, istituendo la festa della Trasfigurazione, simboleggiante "la letizia che trasfigura l'Europa". A partire dal 1457, la festa fu ufficializzata e celebrata ogni anno, in tutto il mondo. Il caso ha voluto che il papa Callisto III morì proprio nel giorno 6 agosto, del successivo anno 1458. Mentre i due condottieri, Giovanni da CapestranoHunyadi morirono entrambi di peste, contratta nel campo di battaglia, nello stesso anno 1456.  

Considerato come andarono gli eventi storici, c'è da dire che le preoccupazioni del papa Callisto III non furono esagerate, infatti i Turchi, pochi decenni dopo, tornarono alla carica non solo per sottomettere Belgrado (nel 1521, col sultano Solimano il Magnifico), ma anche per occupare tutta l'Ungheria. Fortunatamente, anche questa volta, il rischio di un'invasione dell'Europa fu arginato,  grazie all'intervento dell'esercito cristiano (Lega Santa), promosso dal papa Innocenzo XI
Attualmente tutte le chiese d'Oriente e d'Occidente celebrano la festa della Trasfigurazione del Signore, il 6 agosto, anche se la ricorrenza viene celebrata localmente in altri periodi del calendario cristiano, in aggiunta alla festa titolare del 6 agosto, come, già ricordato, avviene nel secondo sabato di Quaresima.
Nel Lezionario Comune Riveduto, seguito da alcuni adepti delle chiese protestanti (luterani, metodisti uniti, anglicani e altri confessionisti), la domenica immediatamente precedente il Mercoledì delle Ceneri è dedicata al ricordo della Trasfigurazione.

Statua del Salvatore - Cappella Sant'Alfonso a Marianella
Infine, in alcune chiese cattoliche dell'Europa settentrionale, la festa viene celebrata nell'ottava domenica dopo la Pentecoste.
Questo evento Forte della cristianità è stato immortalato nel tempo in pregevoli opere in ogni periodo della storia dell'arte: dal periodo romanico e medioevale, fino ai grandi artisti del periodo rinascimentale e barocco; ricordiamo Giotto, Giovanni Bellini, Beato Angelico, Perugino, Paolo Veronese, Raffaello Sanzio, Tintoretto, Luca Giordano, e tanti altri.
Ritornando ai nostri tempi, a partire dall'anno 2000, su proposta del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartholomeos I, la festa della Trasfigurazione è diventata una ricorrenza liturgica nel calendario delle chiese, da celebrarsi per invocare una particolare intercessione per l'unità dei cristiani.
Nella festa del 2019, Papa Francesco ha ricordato la festa della Trasfigurazione con questo Twitter: “Nella Trasfigurazione Gesù ci mostra la gloria della Risurrezione: uno squarcio di cielo sulla terra“!

In occasione della ricorrenza del 6 agosto, la redazione di "Piscinolablog" porge gli auguri di buon onomastico a tutti i lettori e ai simpatizzanti che si chiamano Salvatore, e all'antico borgo di Piscinola: "La terra del Salvatore"...!
Auguri e buona festa a tutti!

Salvatore Fioretto