Oggi ricordiamo il 70esimo anniversario delle Quattro Giornate
di Napoli. L'insurrezione ebbe inizio il 28 settembre del '43, con epilogo il 1
ottobre seguente, quando i tedeschi abbandonarono la città di Napoli, marciando
attraverso la via Santa Maria a Cubito.
Tante pagine luminose di storia sono state scritte in quei giorni da parte di persone appartenenti ad ogni ceto sociale, nessuno si tirò indietro e come in un patto di solidarietà, ognuno, come poteva, diede il suo contributo, alcuni fino all'estremo sacrificio della vita oppure riportando gravi ferite.
Anche il nostro quartiere ha dato esempi luminosi di dignità
civica, al Viscariello (antica via Boscariello), i tedeschi fucilarono il contadino 79enne,
Raffaele Marfella, reo di aver nascosto nei suoi campi il giovanissimo
nipote e alcuni suoi amici, solo per averli protetti dalle possibili rappresaglie
tedesche. L'anziano si stava recando sul luogo del nascondiglio, intento a portare
dei viveri ai rifugiati.
Alla villa Flagella (ex villa Paternò) furono ospitati decine di sfollati dalla città, cosi nei campi di Marianella e Chiaiano.
Nel Bosco di Capodimonte, il 30 settembre, i tedeschi fucilarono l'aviere Angelo Ciociari di Sanza (Salerno) insieme ad altre due persone. Una croce ricorda ancora oggi il posto dove avvenne l'eccidio.
Il 20 settembre di quell'anno, i genieri tedeschi fecero saltare il ponte nuovo di San Rocco e quello detto di "Bellaria", causando un grave danno alle comunicazioni dei quartieri suburbani dell'area nord. Fortunatamente il ponte vecchio di San Rocco fu risparmiato e potette assicurare i collegamenti essenziali.
Il 24 settembre nelle campagne tra San Rocco e Marianella furono fucilati, dopo varie torture subite, cinque contadini accusati di aver nascosto dei militari italiani.
Il grande cantante Sergio Bruni (Guglielmo Chianese) fu egli stesso un
partigiano combattente delle quattro giornate di Napoli, difendendo con un
gruppo di partigiani il ponte di Chiaiano, che era stato minato dai tedeschi. Fu ferito alla mandibola e alla gamba.
Il ponte fu illeso e si trova ancor oggi al suo posto, vicino la rotonda
chiamata "Titanic".
A Mugnano un gruppo di giovanissimi cattolici impegnati, tra i quali il sacerdote Rossetti e altri 3 aspiranti seminaristi e missionari, furono passati per la mitraglia, accusati di spionaggio, nel mentre si erano recati in delegazione a Giugliano, presso il comando tedesco, per implorare clemenza alla cittadina di Mugnano e ai suoi abitanti. Un monumento situato all'ingresso del cimitero di Mugnano conserva a perpetuo ricordo i resti di questi generosi ragazzi del '43.
In quei giorni di combattimenti e rappresaglie, tanti ragazzi
alcuni ancora bambini combattettero in città e nei borghi periferici una battaglia impari, fino al sacrificio
della propria vita. Ricordiamo lo scugnizzo Gennaro Capuozzo (12 anni) e altri giovani ragazzi, che per il
loro gesto e valore sono stati insigniti della medaglia d'oro al valor militare. Il ponte della Sanità fu salvato da una giovanissima partigiana, Maddalena Cerasuolo.
Altri casi di altruismo e di abnegazione per la libertà e per la dignità umana sono stati scritti anche nel quartiere di Piscinola, registrando significativi episodi di resistenza, come in Via Vittorio Veneto e in Piazza del Municipio, i quali attendono ancora una ricostruzione storica definitiva.
Anche mio nonno Salvatore, come tanti contadini della zona, riuscì a nascondere nella sua masseria di “Abbascio Miano”, per una settimana, quattro militari italiani in fuga, assicurando loro il vitto giornaliero. Diede loro anche degli abiti, per non destare sospetti lungo il loro percorso di fuga.
Un giorno ricorderemo il sacrificio di decine di bambini vittime a Piscinola dei riflessi di quella che fu una ingiusta e orribile guerra!
Salvatore Fioretto
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)
Tante pagine luminose di storia sono state scritte in quei giorni da parte di persone appartenenti ad ogni ceto sociale, nessuno si tirò indietro e come in un patto di solidarietà, ognuno, come poteva, diede il suo contributo, alcuni fino all'estremo sacrificio della vita oppure riportando gravi ferite.
Nuova targa toponomastica dedicata a Raffaele Marfella |
Alla villa Flagella (ex villa Paternò) furono ospitati decine di sfollati dalla città, cosi nei campi di Marianella e Chiaiano.
Nel Bosco di Capodimonte, il 30 settembre, i tedeschi fucilarono l'aviere Angelo Ciociari di Sanza (Salerno) insieme ad altre due persone. Una croce ricorda ancora oggi il posto dove avvenne l'eccidio.
Il 20 settembre di quell'anno, i genieri tedeschi fecero saltare il ponte nuovo di San Rocco e quello detto di "Bellaria", causando un grave danno alle comunicazioni dei quartieri suburbani dell'area nord. Fortunatamente il ponte vecchio di San Rocco fu risparmiato e potette assicurare i collegamenti essenziali.
Il 24 settembre nelle campagne tra San Rocco e Marianella furono fucilati, dopo varie torture subite, cinque contadini accusati di aver nascosto dei militari italiani.
Sergio Bruni, giovane suonatore di clarinetto |
A Mugnano un gruppo di giovanissimi cattolici impegnati, tra i quali il sacerdote Rossetti e altri 3 aspiranti seminaristi e missionari, furono passati per la mitraglia, accusati di spionaggio, nel mentre si erano recati in delegazione a Giugliano, presso il comando tedesco, per implorare clemenza alla cittadina di Mugnano e ai suoi abitanti. Un monumento situato all'ingresso del cimitero di Mugnano conserva a perpetuo ricordo i resti di questi generosi ragazzi del '43.
Medaglia d'oro Gennaro Capuozzo |
Altri casi di altruismo e di abnegazione per la libertà e per la dignità umana sono stati scritti anche nel quartiere di Piscinola, registrando significativi episodi di resistenza, come in Via Vittorio Veneto e in Piazza del Municipio, i quali attendono ancora una ricostruzione storica definitiva.
Anche mio nonno Salvatore, come tanti contadini della zona, riuscì a nascondere nella sua masseria di “Abbascio Miano”, per una settimana, quattro militari italiani in fuga, assicurando loro il vitto giornaliero. Diede loro anche degli abiti, per non destare sospetti lungo il loro percorso di fuga.
Un giorno ricorderemo il sacrificio di decine di bambini vittime a Piscinola dei riflessi di quella che fu una ingiusta e orribile guerra!
Salvatore Fioretto
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)
Barricata realizzata ribaltando un tram delle Tramvie di Capodimonte, sulla salita di Santa Teresa degli Scalzi |