mercoledì 30 novembre 2022

I commenti dei Lettori di "Piscinolablog": 2019 - 2022 (prima parte)

Come abbiamo già fatto nel lontano 2019, pubblichiamo anche quest'anno tutti i commenti ricevuti dai lettori alle pagine del Blog, evidenziando il titolo del post a cui si riferisce il commento e riportando anche la risposta della redazione di Piscinolablog.
I commenti sono stati veramente tanti e rileggerli oggi, tutti assieme, ci hanno fatto venire letteralmente la pelle d’oca, per tutte le belle parole di incoraggiamento ed anche per i complimenti ricevuti. Ci sono stati anche dei suggerimenti e delle proposte, che ovviamente ci fanno piacere ricevere. Grazie a tutti!
Iniziamo dai commenti più recenti, viaggiando indietro nel tempo, fino a giungere al mese di settembre 2019, punto di collegamento con la precedente raccolta, pubblicata anche allora con due post, nel dicembre 2019.

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Mauro ha commentato su "Quella terra gentile e fertile, ci donava prodotti di prima classe! Frutta e primizie... (terza parte)"  28 nov 2022
Mi incanta di volta in volta leggere questi post che raccontano di un passato che appare quasi idilliaco in cui la bellezza del nostro territorio era nel suo massimo splendore e si dava il giusto peso al suo valore. Credo che il lavoro che stai svolgendo nel raccogliere e documentare tutte queste informazioni sia molto prezioso, e per questo ti ringrazio profondamente perché non c’è cosa più triste nel pensare che questi valori e questi antichi saperi, che sono un po’ la base delle nostre radici, possano un giorno essere completamente dimenticati dalle nuove generazioni, mandando in fumo secoli di esperienza e di grandi insegnamenti. È ammirevole l’attenzione posta verso la raccolta di termini antichi e di determinate pratiche agricole legate alla tradizione della nostra terra. Tutto ciò ha il potere di riportare la mente ad un tempo che fu, anche se non direttamente vissuto, suscitando grande nostalgia. Spero che questo archivio possa arricchirsi sempre di più nel tempo per poter conservare a lungo questa inestimabile eredità.

Salvatore Fioretto ha commentato su "Quella terra gentile e fertile, ci donava prodotti di prima classe! Frutta e primizie... (terza parte)"  28 nov 2022
Grazie caro lettore per le tue belle parole. L'opera di ricerca e di riscoperta storica, a cui lavoriamo dal lontano 2003, ha come obiettivo proprio quello che tu hai ricordato e apprezzato. Quello che mi sorprende da ricercatore, è constatare come un borgo così piccolo, quale è Piscinola, (ma anche Marianella, Miano, Chiaiano), ha una identità storica consistente e anche importante... Grandezza degli antichi abitanti! Noi dobbiamo partire da questi valori, da questi fondamenti storici, se vogliamo invertire la china e sperare in un futuro migliore. Saluti e grazie ancora. In risposta a un commento, di Mauro.

Carmine Cecere ha commentato su "Professore, deputato, ministro, giurista.... Pasquale Stanislao Mancini, Avvocato di Piscinola... (2^ parte)"  27 nov 2022
Caro direttore, non vorrei sbagliare ma credo che hai mancato di riportare che il Mancini fu fatto conte ed era anche marchese di Fusignano.

Salvatore Fioretto ha commentato su "Professore, deputato, ministro, giurista.... Pasquale Stanislao Mancini, Avvocato di Piscinola... (2^ parte)"  27 nov 2022
Carissimo, è giusto quel che dici, ma abbiamo fatto un sunto della biografia essenziale del personaggio. Se avessimo riportati scritto tutti i titoli, le onorificenze, ed anche altre leggi promosse, presentate e ratificate grazie all'impegno di Mancini (es. abolizione pena di morte), non bastavano dieci parti di post da pubblicare, al posto dei due... Grazie ad ogni modo del tuo sempre apprezzato intervento di commento. In risposta a un commento, di Carmine Cecere

Carmine Cecere ha commentato su "Quella terra gentile e fertile, ci donava prodotti di prima classe! Frutta e primizie... (terza parte)"  20 nov 2022
Caro direttore, credo che tu abbia dimenticato di parlare di un altro tipo di mela, legata non solo al nostro territorio, ed è la famosa mela banana. Comunque ti ringrazio per come ci trascini in un mondo ormai perso.

Salvatore Fioretto ha commentato su "Quella terra gentile e fertile, ci donava prodotti di prima classe! Frutta e primizie... (terza parte)"  21 nov 2022
Avevi ragione, mancavano le mele a banana, anche se c'erano alcuni esemplari domestici, come ci risulta. Stiamo lavorando per recuperare altre varietà di frutta, che sicuramente mancano, ci proviamo a integrare anche se l'elenco prodotto nel post è comunque ampio. Grazie per il tuo fattivo l'intervento.

Carmine Cecere ha commentato su "Quella terra gentile e fertile, ci donava prodotti di prima classe! I prodotti dell'orto (seconda parte)"  12 nov 2022
Prodotti a Km 0 e senz'altro più genuini, di cui non si buttava via niente perché quel che restava era per gli animali. Mentre oggi...

Salvatore Fioretto ha commentato su "Quella terra gentile e fertile, ci donava prodotti di prima classe! I prodotti dell'orto (seconda parte)"  13 nov 2022
Amara realtà, caro amico... Grazie per il tuo costante contributo di commento ai post.

Carmine Cecere ha commentato su "Ricordi dell'Alifana, la realizzazione di una sezione nel museo civico di S. Maria Capua Vetere, di G. Laurenza"  1 nov 2022
Caro direttore, questo ricordare con passione e amore ciò che per noi fu la Piedimonte ha suscitato in me un desiderio. Dove posso trovare un modellino del trenino dell'Alifana?

Carmine Cecere ha commentato su "Quella gente di promontorio, un po' montanari e un po' marinai, ma sicuramente legati alla terra! "Il mago nel pozzo", tra cunti e tramando delle radici..."  31 ott 2022
Sei un divulgatore a tutto tondo, ed è cosa grande quella di erudire gli studenti, offrendo loro la conoscenza della storia locale. Sicuramente tutto questo gratis, solo per amore della tua terra

Salvatore Fioretto ha commentato su "Quella gente di promontorio, un po' montanari e un po' marinai, ma sicuramente legati alla terra! "Il mago nel pozzo", tra cunti e tramando delle radici..."  1 nov 2022
Grazie caro amico, devo dire che anche tu hai fatto tanto e speso tanto delle tue energie per la tua cara e affezionata Mugnano. Amore puro! In risposta a un commento, di Carmine Cecere

Carmine Cecere ha commentato su "Quel legame di affetto e di fede per il "Cuore di Gesù" di Mugnano. Una tradizione secolare...!"  15 ott 2022
Sicuramente San Biagio, pur essendo il santo patrono di Mugnano, di sicuro non si offende nel vedere la moltitudine di gente che come sempre accorre a commemorare il Sacro Cuore di Gesù. Del resto 'o Masto è sempe 'o Masto. Tuttavia: evviva San Biagio, evviva il Sacro Cuore di Gesù!

Salvatore Fioretto ha commentato su "Quel legame di affetto e di fede per il "Cuore di Gesù" di Mugnano. Una tradizione secolare...!" 16 ott 2022
Anche noi tifiamo sempre per il "Masto", soprattutto perché protegge anche PISCINOLA e noi gli vogliamo un gran bene...! San Biagio capirà...

Carmine Cecere ha commentato su "Il marchesino di Polvica, Carlo Mauri, martire del '99!"  6 ott 2022
Vorrei una precisazione sull'ubicazione del Casale di Polvica, per capire se è lo stesso in cui vi nacque il famoso matematico Domenico Amanzio.

Carmine Cecere ha commentato su "Quella volta che il tesserino dell'Associazione ci salvò dal baratro…! (parte III)"  3 ott 2022
L'Alifana è sempre nel cuore di Salvatore come nel mio. Divertente il racconto, ma stupendo il filmato, seppur di pochi secondi, del trenino in una ripresa a colori alquanto suggestiva. Grazie Sasà.

Sconosciuto ha commentato su "Ciro, Marco, Bruno e tanti altri... un concorso di tanti amici per realizzare un sogno... La stazione di Piscinola della Piedimonte in miniatura!"  30 set 2022
Io il plastico in oggetto l'ho visto diverse volte, ho tentato anche di corrompere Salvatore per averlo ma niente, non c'è stato verso. È un lavoro unico e raro, nonché stupendo, per chi come me e tanti altri hanno vissuto quei luoghi, quel momento storico. Grazie Sasà da Carmine Cecere.

Sconosciuto ha commentato su "Ciro, Marco, Bruno e tanti altri... un concorso di tanti amici per realizzare un sogno... La stazione di Piscinola della Piedimonte in miniatura!"  29 set 2022
Ho l'onore di conoscere ed essere amico di Salvatore Fioretto. Egli è un gran conoscitore ed appassionato della Ferrovia Alifana, in particolare il tratto piscinolese, del quale purtroppo sono rimaste poche vestigia e poche documentazioni. Per questo motivo, l'opera di ricostruzione della storia dell' Alifana del suo comune è stata particolarmente difficile e solo la caparbietà e la passione dell'uomo Fioretto ha fatto sì che si riuscisse nell'imprese. Salvatore Fioretto con le sue reminescenze ferroviarie ci proietta alla Piscinola di una volta, alla Piscinola dei piscinolesi, della vita rurale, della vita sana all'aria pura, che la prepotente estensione di una incontenibile metropoli ha portato via come un fiume in piena. Alessandro Lutri

Salvatore Fioretto ha commentato su "Ciro, Marco, Bruno e tanti altri... un concorso di tanti amici per realizzare un sogno... La stazione di Piscinola della Piedimonte in miniatura!"  30 set 2022
Grazie a te Carmine. Il plastico della Stazione sarà conservato nella sua sede storica che è Piscinola... In risposta a un commento, di Sconosciuto

Salvatore Fioretto ha commentato su "Ciro, Marco, Bruno e tanti altri... un concorso di tanti amici per realizzare un sogno... La stazione di Piscinola della Piedimonte in miniatura!"  30 set 2022
Grazie per le tue belle parole, ti abbraccio con la stima reciproca di sempre! In risposta a un commento, di Sconosciuto

Sconosciuto ha commentato su "Mariano, l’”indiano” della Piedimonte…!"  25 set 2022
Fiore ti ringrazio per le belle parole e x come hai descritto fedelmente quello che è stato mio fratello. Mi sono commosso. Grazie!

Carmine Cecere ha commentato su "Mariano, l’”indiano” della Piedimonte…!"  19 set 2022 
Ne abbiamo bisogno di questi ricordi commoventi. Anche questa è cultura, cultura del cuore, dell'amicizia.

Sconosciuto ha commentato su "Il brig. Antimo Graziano: Vittima del Dovere..."  14 set 2022 
Grazie per questa puntuale e precisa ricostruzione della dinamica del barbaro assassinio. Antimo era una persona straordinariamente buona ed umana,oltre ad essere un esempio massimo di etica nel lavoro e nella vita.

Carmine Cecere ha commentato su "19 settembre, solennità del martirio di San Gennaro: ma è un "Miracolo" o un "Prodigio"...?!"  11 set 2022
È una analisi sintetica ma perfetta. E in sé racchiude una preghiera rivolta al nostro amato "Faccia Gialla".

Carmine Cecere ha commentato su "La Piedimonte? Come una "Stella Polare"....!"  6 set 2022
Fantastiche queste storie. Le foto, poi, sono sensazionali. Un ambiente che non esiste più, anzi esiste ancora ma è stato stravolto. In bene?

Salvatore Fioretto ha commentato su "La Piedimonte? Come una "Stella Polare"....!"  9 set 2022
Grazie Carmine che apprezzi e ci scrivi. A presto!  In risposta a un commento, di Carmine Cecere

Carmine Cecere ha commentato su "Per la festa del Salvatore, una cucina tradizionale semplice e festosa...!!"  31 lug 2022
Non sto qui a ripetere che Salvatore ci incanta sempre con le storie di questa meravigliosa terra piscinolese, ma aggiungo solo che stavolta mi ha messo un grande appetito. Grazie Sal.

Salvatore Fioretto ha commentato su "Per la festa del Salvatore, una cucina tradizionale semplice e festosa...!!"  2 ago 2022
Grazie, allora buon pranzo tradizionale! In risposta a un commento, di Carmine Cecere

Carmine Cecere ha commentato su "La tradizione Alfonsiana dei Liguori a Marianella: la famiglia, la vita, la casa..."  26 lug 2022
In questa estate rovente le tue ricerche rinfrescano la nostra sete di cultura. Interessante questo post. Grazie da Carmine.

Sergio De Liso ha commentato su "Un Finanziere... per muro...!!"  16 lug 2022
Che io sappia, l'edificio di Antignano ove è posta la scritta "QVI SI PAGA PER GLI REGJ CENSALI" è anch'esso una ex postazione doganale, ora abitata, al pari di quella di Bellaria e, al pari di questa, non ha colonne ioniche, ma due archi nella facciata. Ha subito varie modifiche (abusive condonate, temo), ma si è salvato da un sicuro totale perimento.

Sconosciuto ha commentato su "Quella piccola fabbrica di carità cittadina spontanea... La chiesetta della Madonna delle Grazie"  3 lug 2022
Grazie a tutti coloro che, oggi come ieri, mantengono vivo il culto per la Madonna delle Grazie. Un plauso particolare a Salvatore Fioretto che, come sempre, mixando con maestria cronaca e storia mantiene accesa la fiaccola della comunità piscinolese per chi attualmente la vive quotidianamente ed anche per chi, come me, da anni la guarda da lontano con affetto e nostalgia.

Salvatore Severino ha commentato su "Quella piccola fabbrica di carità cittadina spontanea... La chiesetta della Madonna delle Grazie"  2 lug 2022
Seguo sempre questi post con piacere e attenzione mi riportano nella mia adolescenza di piscinolese e devo dire che Salvatore Fioretto è un piscinolese speciale che con cura e amore scrive pagine che resteranno nella storia del nostro piccolo villaggio. Bravissimo e complimenti

Anna Maria Basso ha commentato su "Quella piccola fabbrica di carità cittadina spontanea... La chiesetta della Madonna delle Grazie"  2 lug 2022
Grazie per la memoria storica di questa chiesetta a me molto cara. Molto gradito questo scritto, mi ha riportato indietro negli anni e mi ha profondamente arricchita!!

Sconosciuto ha commentato su "Quella piccola fabbrica di carità cittadina spontanea... La chiesetta della Madonna delle Grazie"  1 lug 2022
Grazie mille Salvatore per questo bel Post che hai fatto a fare conoscere la storia della nostra bellissima cappellina della Madonna delle grazie..sei sempre stato molto disponibile nella ricerca storica della nostra Piscinola..sei molto prezioso per noi..😍

Sconosciuto ha commentato su "Quella piccola fabbrica di carità cittadina spontanea... La chiesetta della Madonna delle Grazie"  30 giu 2022
Grazie Salvatore per aver fatto scoprire a chi non sapeva la storia della nostra bellissima cappellina della Madonna delle grazie..sei sempre stato molto disponibile a cercare le origini della nostra Piscinola..sei unico e io ti ammiro molto 😘

Sconosciuto ha commentato su "Quella piccola fabbrica di carità cittadina spontanea... La chiesetta della Madonna delle Grazie" 30 giu 2022
Mi è sempre stata cara questa chiesetta ogni qualvolta mi trovavo a passarvi nei pressi; e mi sono sempre posto l'obiettivo di scoprirne le origini, ma grazie a l'impegno e l'amore di Salvatore, per la sua terra natia, ora ho qualche notiziola in più. Saluti da Carmine.

Salvatore Fioretto ha commentato su "Quella piccola fabbrica di carità cittadina spontanea... La chiesetta della Madonna delle Grazie"  30 giu 2022
Grazie Carmine per il tuo commento. Se vuoi approfondire la storia, le ipotesi storiche e le ricerche su questo argomento, ti consigliamo di leggere gli altri post dedicati in questo post, tra cui:
http://piscinola.blogspot.com/2014/06/un-luogo-una-chiesetta-una-devozione.html http://piscinola.blogspot.com/2016/12/quel-filo-di-amore-che-lega-piscinola.html http://piscinola.blogspot.com/2020/03/e-per-tutte-le-calamita-pubbliche.html http://piscinola.blogspot.com/2018/03/le-cinque-madonne-di-piscinola-racconto.html https://piscinola.blogspot.com/2018/07/ecco-il-testo-letto-ieri-sera-durante-i.html Ciao e grazie.

Sconosciuto ha commentato su "Palazzi ed edifici antichi (e anche moderni) di Piscinola... Un ricordo per la memoria!"  22 giu 2022
Nel Polifunzionale "Lotto 14B, giravano la fiction "La Squadra" trasmessa su Rai3 se non sbaglio.

Sconosciuto ha commentato su "Palazzi ed edifici antichi (e anche moderni) di Piscinola... Un ricordo per la memoria!"  19 giu 2022
Palazzo di via Plebiscito 26 ''Biancardi'' nel passato proprieta' dei conti Rossi e nei primi anni del '900 al primo piano scuola elementare.

Salvatore Fioretto ha commentato su "Palazzi ed edifici antichi (e anche moderni) di Piscinola... Un ricordo per la memoria!"  19 giu 2022
Il palazzo era stato già inserito con il toponimo di Palazzo d''a scola. Grazie per le nuove notizie e approfondimenti, che abbiamo provveduto ad aggiungere.

Sconosciuto ha commentato su "Palazzi ed edifici antichi (e anche moderni) di Piscinola... Un ricordo per la memoria!"  18 giu 2022
Leggere le ricerche di Salvatore è come passeggiare nel tempo, è un treno che ci trasporta alla riscoperta delle nostre radici. Grazie da Carmine Cecere.

Sconosciuto ha commentato su ""55"... e la musica divenne il "Concerto Musicale Speranza"..! dai ricordi di Gerardo Ciccarelli"  4 giu 2022
Noi ringraziamo te, per le vetuste vicende di cui narri, affinché i giovani sappiano quali sono le loro radici.

Salvatore Fioretto ha commentato su ""55"... e la musica divenne il "Concerto Musicale Speranza"..! dai ricordi di Gerardo Ciccarelli"  5 giu 2022
Grazie per l'intervento.

Sconosciuto ha commentato su "'O Cap'e Coppa e le sue figure indimenticabili! Di AnnaMaria Montesano"  21 mag 2022
GRAZIE PER QUESTO BEL RACCONTO,MI HAI FATTO RIVIVERE LA MIA INFANZIA.IO ABITAVO NEL PALAZZO DO PRINCIPIN O CAPECOPP. GRAZIE

Martina Paradiso ha commentato su "Le "aziende agricole" del passato: Le Masserie (prima parte)"  27 apr 2022
Salve sig. Salvatore. Ho letto il messaggio precedente e considerando che ho alcune domande da farle in merito alla localizzazione delle masserie napoletane le ho scritto su facebook, potrebbe controllare tra le richieste di messaggio e rispondermi per piacere? Buona giornata :)  

Salvatore Fioretto ha commentato su "Le "aziende agricole" del passato: Le Masserie (prima parte)"  29 apr 2022
Salve, non trovo questo messaggio, puo' scrivere a: fiore.salv@libero.it. saluti

Sconosciuto ha commentato su "Luigi Signore, un generoso artista dei presepi!"  19 mar 2022
Ho due dipinti di Luigi Signore mi piacerebbe sapere quanto valgono

Salvatore Fioretto ha commentato su "Luigi Signore, un generoso artista dei presepi!" 22 mar 2022
Siamo spiacenti ma non siamo in grado di eseguire valutazioni artistiche di opere d'arte. Saluti

Sconosciuto ha commentato su "Quei ragazzi venuti dall'Oceano... In memoria dei caduti del cimitero Inglese di Miano."  15 gen 2022
Stamattina preso dal mio lavoro ci sono passato accanto. Non sapevo di cosa si trattasse, ma ho intuito subito, mi sono tolto il cappello e ho fatto il segno della croce. Lo visiterò al più presto. Sento che è giusto così.

Sconosciuto ha commentato su "C'era una volta il Natale..., quello di casa nostra...!" 8 gen 2022
Grazie per questo blog.

Drengot ha commentato su "C'era una volta il Natale..., quello di casa nostra...!"  6 gen 2022
Un augurio di buona Epifania e feste passate (anche se in ritardo).

Pasquale Forte ha commentato su "Quel "Capo" popolare di Piscinola... 'o Capo 'a Chianca...!"  5 gen 2022
Ho scoperto questo blog per puro caso ed è veramente importante tutto quello che fate! E' fondamentale mantenere una memoria storica affinché tutto ciò non vada perduto nel corso del tempo. Da bambino abitavo al Palazzo Fioretto, poi a 9 anni, alla fine degli anni 90 sono andato via, ma i miei ricordi sono indelebili soprattutto ricordo la signora Ubaldina (non so il cognome) che era sempre gentile con tutti. Se non sbaglio era la sorella del maresciallo che era il proprietario della casa in cui abitavo. Avete qualche informazione in merito? Grazie per il bellissimo lavoro che fate.

Salvatore Fioretto ha commentato su "Quel "Capo" popolare di Piscinola... 'o Capo 'a Chianca...!"  7 gen 2022
Grazie caro lettore per l'apprezzamento e le belle parole di incoraggiamento. La memoria di una comunità è importante per non far spegnere l'attaccamento alle radici comunitarie ed è indispensabile per trasmettere alle giovani generazioni e quelle future i valori necessari per la propria cultura. In merito alla richiesta non sono in grado di risponderti. Buona serata e grazie.

Sconosciuto ha commentato su "Bike and passion...! La bella storia del ciclismo a Piscinola e nell'Area Nord di Napoli!"  28 dic 2021
E un piacere rivedere la storia del ciclismo giovanile Campano con gli organizzatore.

Sconosciuto ha commentato su "Luigi Signore, un generoso artista dei presepi!"  19 nov 2021
Ho ho il dipinto di una madonna con il bambino e due angeli alle spalle,lo conosce?

Salvatore Fioretto ha commentato su "Luigi Signore, un generoso artista dei presepi!"  20 nov 2021
Credo di non averlo mai visto. Se mi manda una foto l'allego a questo post in ricordo. Se vuole puo' scrivere un post di altri aneddoti legati alla vita del maestro. (salvafiore4@gmail.com). La pagina è aperta agli interventi. Grazie.

Drengot ha commentato su "Il grano e le noci... la ricchezza del nostro popolo...!"  7 nov 2021
Ricordo come in sogno le acrobatiche manovre degli “scugnatori” sugli alberi che mi capitava di vedere da piccolo nel finire degli anni ottanta. Noi bambini in autunno andavamo a cercare le ultime noci cadute raccogliendole in una cassettina di legno che tiravamo con uno spago divertendoci un mondo. I noci rendevano fresche e meno polverose le strade, si sfuggiva alla calura e si riposava e mangiava alla loro ombra, nonostante la di ritenga insalubre(noci-va). Ricordo pure in particolare un noce enorme al confine del nostro frutteto che nostro padre per spaventarci chiamava “ il noce di Benevento”. Fu poi tagliato come tanti altri, le colture cambiano come le mode, forse un giorno si scriverà con nostalgia delle waschingtonia o di filari di cycas scomparsi...spero di no. Grazie per il post.

Salvatore Fioretto ha commentato su "Il grano e le noci... la ricchezza del nostro popolo...!"  8 nov 2021
Grazie caro lettore Drengot, dal tuo scritto si percepisce la sensibilità e la bellezza dell'animo contadino, che rimagono incancellabili, a vita.

Sconosciuto ha commentato su "Quei ragazzi venuti dall'Oceano... In memoria dei caduti del cimitero Inglese di Miano."  31 ott 2021
Che il Signore vi tenga nella Sua luce insieme ai tanti soldati di tutte le nazionalità che hanno dato la vita per la loro Patria

Carmine Cecere ha commentato su "Giovanna Altamura, l'insegnante-poetessa della scuola "Tasso" di Piscinola...!" 15 ott 2021
Di storie che non avranno mai voce ce ne saranno a milioni, fortunatamente questo stralcio di vita, di una donna a dir poco temeraria, ci riempie l'animo. Salvatore, mette in risalto una donna che ha vissuto nella sua terra, ma soprattutto una donna che ama, che costruisce con amore e dedizione il domani di tanti. Io non l'ho conosciuta, ma le porgo i miei più sentiti grazie per aver contribuito a rendere l'umanità un tantino migliore. Carmine Cecere

Salvatore Fioretto ha commentato su "Giovanna Altamura, l'insegnante-poetessa della scuola "Tasso" di Piscinola...!" 15 ott 2021

Grazie Carmine per il tuo intervento.                                                                                     

(segue nella seconda parte) 

Salvatore Fioretto


 

sabato 26 novembre 2022

Professore, deputato, ministro, giurista.... Pasquale Stanislao Mancini, Avvocato di Piscinola... (2^ parte)

(segue dalla prima parte)
Nel nuovo Consiglio, presieduto da Liborio Romano, creato nel 1861, il Mancini ebbe il ruolo di consigliere, con la responsabilità degli Affari ecclesiastici e, il 6 febbraio, anche la presidenza della Commissione per gli studi legislativi, istituita dal luogotenente Eugenio di Savoia Carignano, per decidere le modifiche da apportare alle normative giuridiche esistenti. Furono varati, quindi, una serie di decreti che estendevano anche al meridione d'Italia le normative di attuazione della transizione legislativa, con l'intento di armonizzare la materia in linea unitaria.
Il compito più gravoso del Mancini fu, in particolare, la modifica della legislazione ecclesiastica delle province meridionali, per renderla compatibile con lo statuto. A tale fine Mancini elaborò alcuni decreti, emanati anch'essi il 17 febbraio, che, tra l'altro, dichiaravano decaduto il concordato del 1818, sopprimevano le commissioni diocesane, con il ripristino del Regio Economato per l'amministrazione dei benefici vacanti, affidavano all'autorità civile la nomina degli amministratori delle opere pie laicali ed estendevano al Mezzogiorno la legge sarda del 29 maggio 1855, che prevedeva la soppressione della maggior parte degli ordini religiosi, incamerandone i beni.
Questi provvedimenti, diretti a eliminare privilegi inaccettabili, caddero tuttavia in un momento poco opportuno, nuocendo all'azione diplomatica di Cavour, il quale proprio in quei giorni cercava di aprire trattative con il papa. Inoltre, se l'alto clero meridionale era rimasto legato alla dinastia borbonica e sarebbe stato in ogni caso ostile al nuovo governo, il basso clero, per la maggior parte su posizioni liberaleggianti, era turbato da leggi giudicate anticlericali e tali da incidere negativamente sulle sue condizioni di vita: solo la soppressione degli ordini religiosi riguardò circa 20.000 frati e monache, mettendo in difficoltà molte famiglie.
Proprio a tal proposito, abbiamo trovato due interessanti testimonianze tratte da pubblicazioni del periodo, che sono delle critiche politiche rivolte all'azione del Mancini, da cui si deduce chiaramente la sua presenza a Piscinola, probabilmente con il suo studio legale, ma forse anche con l'abitazione, permanenza attestata sicuramente prima del 1848. Ecco i frammenti
di nostro interesse, tratti dai due testi:
- Da: "Storia del Regno delle due Sicilie, dal 1847 al 1861, vol V, di Giacinto de' Sivo, anno 1867": [...] "Ed ecco che per ordine suo in Napoli a copiare il Pepoli, un Pasquale Mancini, Leguleio (sin. "avvocato di poca fama") di Piscinola, stato editore del Machiavelli, ignorante e presuntuoso, allora consigliere al Culto, esce a rifare il diritto canonico" [...].
- Da: "Un anno di luogotenenza piemontese a Napoli,
1861, S.N.: "[...] "La persecuzione del clero si accrebbe dal momento che si perdette la speranza di soggiocarlo. Sei decreti di un avvocato di Piscinola, di Pasquale Stanislao Mancini abolirono con un trar di penna i concordati colla corte di Roma, abolirono le commissioni diocesane, aboliron gli ordini monastici, le comunità religiose, le congregazioni, i capitoli delle chiese collegiate, i benefici semplici, le cappellanie e le abbazie e nel momento stesso che si pubblicava tanta distruzione, il governo temeva lo scontento del popolo e ne dichiarava prorogata l'attuazione" [...].
Dopo poco tempo, sempre per contrasti con personaggi di spicco locali, si dimise dagli incarichi e fece ritorno a Torino.
Nel parlamento del nuovo Regno, Marcini tenne numerosi interventi, spesso molto critici verso la Destra e i suoi governi, responsabili, a suo dire, di una politica sorda alle specificità del Mezzogiorno e al suo passato amministrativo e giuridico, che poi non era tutto da demolire...
Nell'anno 1862 fece parte al governo Rattazzi, come ministro dell'Istruzione, ma sempre per contrasti sulla linea del governo, giudicata troppo filo francese, si dimise ancora.
Passato all'opposizione, si occupò in Parlamento soprattutto di problemi giuridici. In particolare seguì e sollecitò la stesura del nuovo codice civile, con la redazione di un testo radicalmente rinnovato rispetto a quello albertino. Notevoli furono i suoi contributi al nuovo codice per il Commercio.
Altri suoi discorsi e interventi parlamentari riguardarono: il brigantaggio, l'imposta del registro e del bollo, l'amministrazione finanziaria, l'abolizione della pena di morte.
Un altro tema su cui il Mancini intervenne autorevolmente in Parlamento fu quello dell'ordinamento giudiziario.
Scrisse un saggio sulla Questione romana dal titolo: Sulle relazioni della Chiesa con lo Stato in Italia e sulla Questione romana, Firenze 1867.
Dopo Porta Pia, nel 1870, Mancini partecipò da protagonista alla discussione sul disegno di legge delle guarentigie (Garanzie della indipendenza del Sommo Pontefice e del libero esercizio dell'autorità spirituale della Santa Sede).
In aperto contrasto con i testi legislativi in corso di valutazione, il Mancini presentò un proprio progetto in 24 articoli, che non fu preso in considerazione. Per il testo definitivo, che fu poi approvato nel 1871, Mancini riuscì a far approvare vari suoi emendamenti, ma si dichiarò sostanzialmente contrario.
Nel 1872, fu chiamato ad insegnare alla Sapienza di Roma, nella facoltà di giurisprudenza.
Nel settembre 1873, prese parte a Gand al Congresso dei Giuristi Internazionalisti, nel quale fu decisa la creazione dell'"Institut de droit international" e il Mancini ne fu eletto presidente.
Col l'affermazione della sinistra alle elezioni del 1876, il Mancini entrò come guardasigilli nel primo governo Depretis. Uno dei primi provvedimenti intrapresi da Mancini, fu il trasferimento di una ventina di alti magistrati e per questo fu ampiamente criticato, perchè l'adempimento fu visto come una rivalsa personale. Egli, non solo respinse le accuse ma, durante il suo dicastero, non eseguì nessuna variazione alla legge Rattazzi sull'ordinamento della magistratura, tanto criticata nel passato.
In questo periodo fu degno di rilievo la riforma del codice di commercio, che fu promulgato nel 1882, e chiamato col suo nome: "Codice Mancini".
Altre sue iniziative, come ministro, furono l'abolizione della carcerazione per debiti e nuove disposizione sulla legislazione in materia ecclesiastica.
Nel 1880 fu nominato presidente della "Commissione dei Quindici", incaricata di preparare la nuova legge elettorale, poi varata nel 1882. Nel 1881 assunse la direzione dell'Enciclopedia giuridica italiana.
Nel 1881, fu nominato ministro degli Esteri nel nuovo governo A. Depretis. Momento saliente della sua esperienza in questo dicastero, fu la stipulazione della Triplice Alleanza.
Nel 1882
, fu tra i protagonisti della firma del trattato a Vienna, con l'inclusione in un'appendice della clausola voluta dal Mancini, dove si definiva che: l'Alleanza, di natura difensiva, non potesse avere efficacia contro l'Inghilterra.
Si passò quindi alla politica di espansione coloniale dell'Italia, a cui Mancini partecipò attivamente nel suo ruolo, nel ministero affidatogli.  Il primo passaggio fu nel 1882, con l'acquisto da parte della compagnia Rubattino, della baia d'Assab; l'operazione fu da lui giustificata a fronte delle critiche ricevute, con la motivazione che i popoli civili hanno la legittimità di esercitare anche fuori del territorio nazionale "una missione di pacifico incivilimento"; quindi oppose un rifiuto alla proposta britannica di intervenire insieme in Egitto e contrastò le aspirazioni francesi sul Marocco.
Nel 1885, giustificò la spedizione a Massaua, sostenendo in Parlamento che nel Mar Rosso c'era la "chiave" del Mediterraneo, senza però giustificare pienamente un impegno così gravoso per l'Italia. Fu attaccato in parlamento dagli esponenti anticolonialisti  e anche da Francesco Crispi; questa fu una delle cause che portarono alle sue dimissioni, che furono rassegnate nel giugno 1885.
Gli ultimi momenti della sua lunga, intensa e proficua vita li trascorse in solitudine a Napoli.
Era rimasto vedovo dal 1869.
Pasquale Stanislao Mancini morì il 26 dicembre 1888, nella Reggia di Capodimonte, messa a disposizione come residenza personale dal re Umberto I.
I suoi funerali furono solenni in città, a cui parteciparono
tutte le cariche civili, militari e dello Stato.
Le sue spoglie riposano
, assieme a quelle della moglie, nel cimitero Monumentale di Poggioreale, nel "Recinto" dedicato agli uomini illustri.

Il ritrovamento di questa traccia storica, che inserisce il quartiere di Piscinola nella biografia del grande statista, giurista e letterato italiano: Pasquale Stanislao Mancini, ci rende ovviamente orgogliosi come cittadini di questo quartiere, tuttavia speriamo vivamente di trovare, con ulteriori indagini e prossime ricerche, altre notizie che approfondiscano i particolari di questa permanenza piscinolese, con l'individuazione del palazzo che fu sede del suo studio e/o della sua residenza, e con aneddoti legati alla sua personalità. 

Salvatore Fioretto

Fonte: Oltre ai testi citati nel post, gran parte delle notizie biografiche e storiche sono state tratte e riassunte, dal sito "on line" della enciclopedia Treccani.

Professore, deputato, ministro, giurista.... Pasquale Stanislao Mancini, Avvocato di Piscinola... (1^ parte)

La storia di Piscinola è piena di personaggi storici famosi, che qui sono nati o hanno trascorso parte della loro vita oppure hanno esercitato la loro professione. Già in passato abbiamo raccontato la vita dei notai Valenzia e Liccardi, del procuratore regio Ferdinando Lestingi, del soprintendente Gallotti, di San Ludovico da Casoria, del card. Celestino Cocle, tanto per citarne alcuni...
Questa volta racconteremo la biografia di un altro personaggio importante e famoso, passato alla storia d'Italia, nel periodo a cavallo tra la Restaurazione Borbonica e l'unificazione italiana dei Savoia, e che ha trascorso parte della sua vita nel Comune di Piscinola, parliamo dell'avv. Pasquale Stanislao Mancini.
Considerando la proficua e intensa attività di questo statista, cercheremo di contenere al massimo la lunghezza della trattazione, racchiusa in due post.

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Pasquale Stanislao Mancini nacque in provincia di Avellino, nel piccolissimo comune chiamato Castel Baronia, il 17 marzo 1817, da una famiglia di estrazione borghese e benestante; i suoi genitori furono Francesco Saverio e Maria Grazia Riola. Un ruolo decisivo per la formazione pedagogica di Mancini l'ebbe la madre, che fu donna di elevata cultura e di profonda sensibilità. Pasquale Mancini compì i suoi primi studi al seminario di Ariano Irpino e, successivamente, si trasferì a Napoli, per frequentare il liceo del SS. Salvatore, dove era seguito da uno zio materno, Giambattista Riola, che fu anch'egli avvocato. Dotato di ingegno, perspicacia e entusiasmo, al fuori dal comune nell'apprendere ogni disciplina,  durante la sua formazione giovanile spaziò dal diritto, alla fisica, alle scienze naturali, alla letteratura e, addirittura, finanche alla geologia e allo studio dei terremoti. Non mancò di coltivare la sua principale passione che fu il giornalismo, ma anche la musica e la poesia. A Napoli in quel periodo si respirava una coinvolgente aria di rinnovamento culturale e scientifico.  Dopo la licenza liceale, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza e conseguì il titolo accademico, nell'anno 1835. Notevole fu anche l'impegno nel campo letterario in cui si cimentò con successo. Si ricordano, tra i suoi lavori e opere: Impressioni di un viaggio campestre (1836) la traduzione di P.J. Bèranger (1837), e il Saggio di una versione poetica di Giobbe (1838). Fu anche poeta, sue furono le poesie che saranno edite raccolte solo dopo la sua morte (1904), quali: "Incerti voli. Nuove poesie del giovanetto Pasquale Stanislao Mancini", e "Senza amore".  
Nell'anno 1840
convolò a nozze con donna Laura Beatrice Oliva, anche lei appassionata della poesia.
Poco dopo il tirocinio, si avviò alla professione di avvocato e, a partire dal 1840, si dedicò anche all'insegnamento di diritto privato.
Nel campo dell'editoria, acquistò la proprietà del periodico Le Ore Solitarie, nel 1838, coprendo il ruolo di direttore. Il giornale, inizialmente a tiratura quindicinale, passò ad essere semestrale, col nuovo nome di "Giornale delle Scienze morali, legislative ed economiche": una rivista dedita alla trattazione di temi giuridici e amministrativi, con sezioni informative sui vari aspetti della cultura napoletana, sulla filosofia, e sull'attività accademica italiana e straniera.
Successivamente, dal 1844 al 1847, il periodico fu trasformato, cambiando anche il titolo in Biblioteca di scienze morali, legislative ed economiche. Queste iniziative editoriali gli consentirono di farsi conoscere nell'ampio panorama italiano dell'epoca, anche al di fuori delle Alpi, soprattutto da coloro che erano dediti agli approfondimenti e agli studi in materie giuridiche, estese ai campi delle attività umane, quali l'istruzione, l'agricoltura, l'economia, e i sistemi assistenziali, per le quali si registravano già all'epoca delle profonde carenze normative e soprattutto di carattere moderno.
Mancini fu autore di molte opere di Diritto, ricordiamo: Intorno alla proprietà letteraria e ad un opuscolo di Raffaele Carbone. Ragionamento, Napoli 1841, Intorno alla libertà dell'industria ed a' privilegi. Considerazioni, 1842. Pubblicò anche dei saggi legati alla vita sociale di quel periodo (Sul colera e delle cagioni che han preservato finora le provincie del Principato Ulteriore dal colera, Napoli 1836; Nuove idee sulle elettricità applicate all'invenzione di un paratremuoto, 1837 e 1884; Intorno alla libertà dell'industria e ai privilegi, Bologna 1842; Dell'utilità di ordinare i nuovi asili di mendicità nel Regno di Napoli sotto forma di colonie agricole. Discorso, 1843).
In quel periodo intraprese numerosi viaggi, allacciando relazioni amichevoli, anche e soprattutto durante la sua partecipazione a numerosi congressi. Tutte queste situazioni contribuirono alla conoscenza di numerosi personaggi e anche delle realtà italiane vocate al liberalismo.
Per le sue idee liberali e di sinistra, man mano si avvicinò alla politica partenopea.
E' in questo periodo, coincidente con i primi esercizi della sua professione di avvocato, che le fonti registrano la permanenza di Pasquale Mancini nel Comune di Piscinola, tanto da venire indicato, come vedremo nel seguito della trattazione, con l'appellativo di "Avvocato di Piscinola".
Dopo la costituzione, concessa dai Borboni, nel 1848, fondò il trisettimanale "Riscatto italiano", avente come obiettivo il sostegno dell'iniziale cambiamento liberale dello Stato.  Continuò, l'esperienza editoriale con un'altra testata, sempre da lui fondata, chiamata "La Libertà italiana". Fu quindi eletto deputato del parlamento napoletano, nel distretto di Ariano Irpino. Tuttavia il momento liberale concesso dal sovrano durò pochissimo e, chiusa definitivamente la Camera del Parlamento, si misero in moto le corti speciali.
Mancini divenne quindi manifastamente contrario alla politica della monarchia Borbonica e, avvertendo molto prossimo il suo arresto, si trasferì esule nel Regno di Sardegna, stabilendosi a Torino, ove giunse il 5 ottobre 1849.
A Torino, diede alle stampe il libro dove denunciava il clima instaurato a Napoli dai Borboni, dal titolo: le Relazioni di magistrati e pubblicisti italiani sopra le quistioni legali e costituzionali della causa per gli avvenimenti del 15 maggio 1848 a Napoli.
Nel 1850, il governo sardo gli assegnò una cattedra di "Diritto pubblico esterno e internazionale", nell'Università di Torino. Nell'anno 1851, Mancini introdusse il proprio corso universitario con una prolusione dal titolo "Della nazionalità come fondamento del diritto delle genti" (Torino 1851; poi inserita dal Mancini in Diritto internazionale. Prelezioni con un saggio sul Machiavelli, Napoli 1873.
La sua attività culturale e letteraria non si arrestò e pubblicò anche la riedizione del
Saggio storico di Vincenzo Cuoco.
Insieme all'insegnamento e al lavoro intellettuale, il Mancini portò avanti anche l'attività professionale di avvocato, sia quella forense che quella del suo studio legale. Divenne nel Foro di Torino un avvocato di fama e di successi, e di posizione agiatissima!
Stimato giurista e esperto di diritto, fu chiamato a collaborare dai vari governi succeduti nel Regno di Piemonte e Sardegna.
Già nel 1850, il
guardasigilli Siccardi inserì Mancini in una commissione creata per rivedere le leggi civili e criminali; poco dopo, fu eletto membro della Commissione per la statistica giudiziaria.
Nel 1852, in collaborazione con G. Pisanelli e con A. Scialoja, portò a termine, il Commentario del Codice di procedura civile per gli Stati sardi, con la comparazione degli altri codici italiani e delle principali legislazioni straniere.
Intanto, già nel 1851, gli  fu concessa la cittadinanza sarda, che gli consentiva di poter
esercitare la professione legale, sia nei tribunali e sia in Cassazione.
Nel novembre 1850, fu incaricato, sempre dal ministro Siccardi, di preparare, insieme al Pescatore, il disegno di legge sull'introduzione del matrimonio civile.
La collaborazione del Mancini continuò con il governo Rattazzi nella preparazione della legge sulla soppressione delle corporazioni ecclesiastiche, promulgata, poi, nel 1855, in tutto il Regno sardo.
Fu eletto deputato nel parlamento dello Stato Piemontese, dell'aprile 1860 (VII legislatura), nel collegio di Sassari. Seguirono, da allora, altre conferme, infatti, Mancini fu sempre eletto in tutte le elezioni successive: dalla VII, alla XVI legislatura, in continuità fino alla morte, anche nel parlamento italiano.
Fu uomo di ispirazione politica di sinistra, ma tale orientamento non implicava nessun irrigidimento ideologico, né lo poneva in antitesi con le idee politiche della Destra cavouriana; anzi con Cavour, collaborò nella fase dell'unificazione legislativa postunitaria.
Ormai considerato a Torino il giurista più esperto sulle questioni dell'organizzazione statale e nei problemi di diritto internazionale, il Mancini nel periodo delle annessioni dei vari stati e staterelli dell'Italia centrale e meridionale, fu inviato dal Cavour nelle varie città annesse, per studiare i problemi legislativi in essere e organizzare l'unificazione legislativa del nuovo Stato unitario.
Nell'ex Regno delle Due Sicilie, dopo la l'annessione avvenuta nel 1860, Mancini fu inserito all'interno del Consiglio di luogotenenza, presieduto dal Farini, nel ruolo di consigliere senza portafoglio. Entrò subito in contrasto con la politica di Farini, ritenuta troppo sbilanciata a favore degli autonomisti, e rassegnò le dimissioni il 27 novembre 1881. Seguì nell'informare il Cavour, della situazione pericolosa che si stava creando, con la trasmissione del suo Memorandum, con cui faceva un resoconto degli errori commessi e fornendo consigli su come riorganizzare la luogotenenza, ma soprattutto consigliava la rapida unificazione legislativa.
A valle di questi contrasti, il Farini fu sostituito nell'incarico di luogotenente con il principe Eugenio di Savoia Carignano.
                                     (segue nella seconda parte)
Salvatore Fioretto

 

venerdì 18 novembre 2022

Quella terra gentile e fertile, ci donava prodotti di prima classe! Frutta e primizie... (terza parte)

(segue dalla seconda parte)
Abbiamo fin qui descritto le colture orticole della nostra bella campagna che fu, ma come tutti sapranno le eccellenze della nostra terra furono i suoi prodotti frutticoli, che un tempo erano apprezzati e ricercati per la loro "squisitezza" e prelibatezza, soprattutto sulle tavole degli abitanti cittadini.
Raccoglieremo in questo post le varietà di frutta più antiche e diffuse, fermo restando che l'elenco, come è logico pensare, non è esaustivo perché, considerando la vasta estensione del territorio dell'Area Nord in esame, sicuramente ci saranno state altre varietà di frutta non registrate nei nostri taccuini, per l'assenza di testimonianze dirette. Provvederemo, come facciamo sempre, ad aggiornare nel tempo l'elenco, con altre varietà che via via scopriremo.
Prima di iniziare la trattazione, ricordiamo che la tipologia di agricoltura praticata in questo territorio era di tipo "intensiva e mista", infatti, contestualmente alle colture
di frutta e delle viti, nella parte sottostante ad esse si praticavano anche le colture di cereali (grano e orzo), la canapa e anche gli ortaggi (granoturco, fave, ecc.). A tal proposito le distanze tra gli alberi e delle viti erano determinate in base all'esperienza maturata nei secoli, conseguente a questa particolare pratica agricola adottata.

Pesca "Bellella di Melito"

Il genere di frutta più apprezzato e diffuso, prodotto nella piana di Napoli Nord, compresa tra Piscinola, Miano e Scampia, è stato quello della pesca, sia a pasta bianca che a pasta gialla (percoche). Già in passato in un altro post di questo blog abbiamo narrato l'attività di ricerca di nuove varietà di pesche condotta dall'avv. Domenico del Forno, che possedeva un fondo agricolo a Piscinola, con accesso dalla zona chiamata "Capo 'a Chianca". Del Forno, infatti, alla fine selezionò una tipologia di pesca precocissima, che fu anche pubblicizzata su alcune riviste specializzate dell'epoca (dalla Rivista di Ortofrutticola Italiana, ed. in Toscana, anno 1953); questa neonata varietà di pesca fu chiamata: "Pesca Mimì del Forno".

Altri selezionatori conosciuti di pesche furono i componenti della famiglia piscinolese che avevano un fondo situato anch'esso nella parte meridionale di Scampia, vicino a Piscinola, prossimi al cosiddetto "Fondo Cancello", che erano soprannominati: 'e Maricella.
La varietà di pesca da loro selezionata fu inizialmente chiamata "Torca Maricella" (in onore dei suoi scopritori), e successivamente: "Torca Maggiaiola". Ma c'erano anche altre varietà di pesche, che si distinguevano in "precoci" e "tardive". Le "precoci", che avevano sempre un buon mercato, per essere primizie sulle tavole cittadine, erano le varietà chiamate: "Maggiaiole", "Fiori di maggio" (Sciure 'e maggio) e "Morettine", queste maturavano già nel mese di maggio, mentre le varietà "tardive", che erano apprezzate per essere disponibili fino alla metà dell'estate, erano quelle chiamate: "Bellella di Melito", "Torche" e "Brasilese". Mentre la varietà principe di Piscinola, notoria a tutti per il suo inconfondibile sapore, era quella soprannominata "'Ntonio 'o Riccio". 
Per le pesche a pasta gialla (percoche), ricordiamo la varietà chiamata "'e Pitulanie" (forse da "Puteolane"), gustate in principio d'estate, tagliate a spicchi e immerse nei boccali di vino rosso, oppure conservate "sotto spirito".
Il ciclo di produzione e l'impianto degli alberelli di pesco era completamente autonomo qui da noi, nel senso che non si importava nessun elemento per eseguire la loro propagazione. Infatti, per produrre i nuovi alberelli di pesco, i cosiddetti "franco o portainnesti", si impiantavano alcuni alberi di pesco selvatico, che erano chiamati "Paccarelle". Queste varietà producevano delle pesche, ovviamente selvatiche, che maturavano a fine estate, di colore paglierino, dalle quali si traevano i noccioli, che poi venivano messi a germogliare, in un apposito "letto" di terra, chiamato "ossacane".
Prugne "Pappagone" bianche
Trascorsi due anni dalla semina, quando le pianticelle erano abbastanza sviluppate, si provvedeva al loro espianto e al conseguente trapianto nelle campagne, poste a distanza regolare, secondo una maglia quadrata dalle dimensioni stabilite dall'esperienza agricola, generalmente di circa quattro metri per lato.
Trascorso un anno ancora, si provvedeva a innestarle (a fine agosto), con la tecnica "a ùocchio", ossia "a gemma dormiente", scegliendo le varietà di pesco preferite, attraverso le marze selezionate dagli alberi noti e già fruttificanti. Ovviamente c'erano anche degli specializzati innestatori, che esercitavano l'attività, traendone un sufficiente sostentamento.

Altri generi di frutta, molto diffusi nelle campagne nostrane, erano le prugne e le albicocche. Per le prugne ricordiamo le varietà: "Pappagone" (sia nere che bianche), "Cardinali", "Ciocche Cardinali", "Prunarie", "Gocce d'oro", "Verdoni" e "Santa Clara". La varietà più tardiva, anche se più usata nelle zone collinari di Chiaiano, erano quella chiamata "Settembrine", estremamente dolci e succulenti che, come dice il nome, maturavano a settembre. Per le albicocche ricordiamo le varietà "Pellecchielle" e ''Cresommole d''o Prevete".
Esposizione di tutte le varietà di ciliegie prodotte a Chiaiano
Per propagare gli alberi di pruno e di albicocco si utilizzavano i polloni che si sviluppavano alla base delle piante, che a loro volta erano dei portainnesti selvatici del genere botanico Prunus.
Per le ciliege, che come è noto prediligono le zone collinari e un terreno asciutto e ben drenato, come quello di Chiaiano, Marianella, Mugnano e Marano, qui pure si disponevano diverse varietà antiche e prelibate. C'era, innanzitutto, la famosa e produttiva varietà "Recca", dalle origini leggendarie..., forse risalenti alla penisola Iberica. Ma c'erano anche le altre varietà antiche chiamate: "Campanare", "Campanarella", "Maiatica", "Ferrovia", oltre alle piante di Amarene e Marasche, che venivano coltivate in numero limitato per sostenere le produzioni casalinghe di: amarene, marmellate, ciliege "sotto spirito" e rosoli.
Riguardo alle pere, eccellevano le produzioni presenti nelle campagne ubicate tra Piscinola e Mugnano, con le varietà di "Mastantuono", "Cosce 'e Firenze", "Belledonne" e una varietà piccolina, precoce e molto produttiva di pere, che qui erano chiamate "Pere Annizzate".

Pere "Cosce di Firenze"
Mentre, per le noci, erano le campagne che si trovavano a Piscinola ad avere la maggior produzione, con intensivi e diffusi "nocelleti". Le foto antiche di Piscinola, riprese dall'alto, mostrano tutti i bordi delle strade, i confini, le delimitazioni di sentieri, i terrazzamenti e anche i margini della linea ferrata della ferrovia Piedimonte d'Alife, piantumati interamente con alberi di noce. Alcuni piscinolesi di un tempo si erano ben organizzati e anche attrezzati con macchinari da essi acquistati, per eseguire autonomamente la pulizia delle noci dal mallo ("macchine per scorzare" azionate con motori diesel), e per eseguire tutte le lavorazioni del ciclo di produzione fino a ottenere le noci secche, tanto che diverse famiglie provvedevano anche ad acquistare ingenti partite di noci al di fuori del territorio, quando queste erano ancora sugli alberi, ed eseguire tutte le lavorazioni di raccolta e di preparazione in proprio.
Uva "Piedirosso" (foto vitigno di Piscinola, anno 2004, di S. Foretto)
Per l'uva abbiamo già dedicato un post al vitigno più antico e diffuso nel territorio, descrivendone la storia, ovvero al "Piedirosso" ("Pere 'e Palummo"). Ma c'erano anche altri vitigni qui impiantati per la vinificazione, che erano quelli chiamati: "Mangiaguerra", "Parasacca", "Castagnara", "Code 'e cavallo" e un vitigno simile alla "Code di Volpe", che qui chiamavano "Pisciazzella", per l'abbondante produzione di vino bianco, ma dalla bassa gradazione. Per dare maggior colore e gradazione al vino rosso, si coltivavano i vitigni chiamati: "Marsigliese" e "Suricillo". Non mancava l'uva "Fragola", sia nella varietà bianca che rossa.
Uva "Fragola" nera
L'uva Fragola bianca era usata esclusivamente da pochi referenziati, come "uva da tavola", mentre l'uva Fragola rossa, oltre a essere usata come "uva da tavola", si vinificava, ottenendo un leggero ma profumatissimo vino, chiamato "Fravulella", molto apprezzato soprattutto dalle signore, per la sua bassa gradazione.
Ancora, per le "uve da tavola", ricordiamo la romantica "Uva Rosa" che adornava con i suoi vitigni pensili, dai grandi grappoli d'uva rosati, i cortili e le aie delle nostre antiche masserie. C'erano anche le varietà di "Zibibbo" (qui chiamata "Zizza 'e Vacca") e quella di Moscato bianco ("Muscarella"). Infine, gli acini dell'uva Pizzutello (uva cu 'o pizzitiello), erano utilizzati per la produzione di '"uva sotto spirito".
Fichi "Nataline"
Gli alberi di fico erano piantati specialmente nei giardini e nei terreni prossimi alle masserie. C'erano diverse tipologie anche per questa frutta, infatti troviamo le varietà: Troiane, Allardate, San Giovanni e San Pietro (queste ultime due avevano una doppia produzione annuale). Però quelle più produttive e anche di lunga durata, erano quelle nere chiamate "Nataline". Le "Nataline" erano dette così perché i frutti restavano a maturare sui rami degli alberi, fino alle festività di Natale, anche se già spogli delle foglie.
Altro genere di alberi da frutta, molto diffusi tra Piscinola e Mugnano, erano i cachi ("legnasanti"), i cui frutti perduravano fino all'autunno inoltrato, quando rimanevano appesi ai rami degli alberi e facevano bella mostra nel paesaggio ormai brullo di verde, tanto da  sembrare tanti "Alberi di Natale"!
Durante i viaggi sui treni della Piedimonte erano questi particolari del territorio che più colpivano l'attenzione dell'osservatore...
I frutti di cachi, della varietà chiamata "'a Vaniglia", erano precoci, usati per essere mangiati ancora duri e anche per realizzare dei mazzetti da appendere, per essere conservati per l'inverno.
Altra tipologia di frutta antica, oggi ormai dimenticata, erano le sorbe ('e sòvere). Gli alberi di sorbo erano sporadici, anche se presenti un po' ovunque, per consentire di avere una riserva di frutta nel periodo invernale; infatti le sorbe, che qui erano del tipo chiamato: "Nataline", iniziavano a maturare a Natale e duravano tutto l'inverno; esse si raccoglievano acerbe e venivano conservate raccolte in mazzetti, da appendere poi ai muri delle masserie o ai balconi delle abitazioni, dove subivano il cosiddetto "ammezzimento", ovvero la maturazione. Gli alberi di sorbo sono particolarmente longevi, tanto da diventare secolari.

Sorbe "Nataline"

Nella zona di Chiaiano (ma diffusi anche nei giardini del territorio in oggetto), era frequente incontrare gli alberi di gelso, che producevano frutta, sia a bacca bianca che nera ("'e Cevuze"). C'è da dire che questo tipologia di coltura è molto antica, strettamente collegata alla produzione della seta, un tempo qui molto diffusa: infatti, come si sa, per la sua produzione era necessario l'allevamento del baco da seta, che si nutriva ovviamente di foglie di gelso.
Per le mele, la parte da leone la faceva Mugnano e le sue campagne, con la rinomata e saporita varietà di mela chiamata "Annurca". Non mancavano anche le mele, dette 'a Limongella, per la loro piccola forma, anche le mele "a Banana" e quelle dette "Cape 'e ciuccio". Le mele "Annurca" erano messe a maturare su "letti di paglia" e fatte cambiare
periodicamente la loro posizione esposta al sole, dopo un prefissato intervallo di tempo.

Gelsi, varietà a bacca bianca e nera
Ricordiamo, ancora, che dai pini, alberi abbastanza diffusi nel territorio, specie nei tratti collinari, si raccoglievano le pigne (genere chiamato: "Pino Ponteche"), dalle quali si estraevano i pinoli: preziosissimi elementi utili in cucina per preparare le "braciole" e le "polpette domenicali", oltre a pizze e ai dolci tipici. Anche per questi abbiamo dedicato in passato un apposito post in questo blog.
Infine, per gli agrumi, la cui presenza ingentilivano soprattutto i giardini, i cortili e le aie del territorio, dedicheremo in futuro un apposito post per ricordare: i "Giardini delle delizie" di antica tradizione aristocratica e anche popolare.

Mele "Annurca" su letto di paglia

Considerazioni finali: Abbiamo cercato di trattare, in questi tre post dedicati alla "terra gentile e fertile" del nostro territorio, l'eccellenza della sua produzione agricola passata, raccogliendo tutto quello che si è tramandato per tradizione millenaria, attinto sia dai nostri ricordi personali e sia dalle numerosissime testimonianze registrate in questi anni, soprattutto dai tanti anziani, che ci hanno onorato di fornircele, sapendo di essere conservate a futura memoria.

Pere "Mastantuono"
Sicuramente l'attento nostro lettore,  leggendo queste testimonianze, avrà provato una sensazione di bellezza e di armonia, per l'equilibrio esistente tra i metodi di coltura e le sapienti conoscenze agricole degli abitanti, che qui sono state tramandate di generazioni in generazioni. Come pure crediamo che lo stesso lettore sarà stato colto da un sentimento di nostalgia, considerando, poi, cosa sono diventati oggi quei campi, un tempo generosi nel donare frutta, verdure e altri prodotti della terra. Non entreremo in merito alle motivazioni che portarono alle scelte compiute diversi decenni fa e alla metamorfosi subita dal territorio, e nemmeno le giudicheremo, in quanto esulano dagli ambiti di trattazione prefissati in questo blog, che sono racchiusi nella sola diffusione della cultura e della bellezza, che pur ancora oggi esistono nel territorio;
Uva "Mangiaguerra"
tuttavia, chiunque potrà dedurre che aver privato estese zone di questa periferia delle sue ampie campagne, un tempo esistenti, è stato un danno ingente, con il conseguente depauperamento della comunità e la perdita delle sue radici storiche identitarie, senza peraltro aver ricevuto in cambio nessun aiuto per consentire la conservazione della "memoria", nemmeno con una struttura storico-museale di tipo agricola, che avrebbe consentito di far ricordare alle nuove generazioni di oggi e di domani, quelle che furono i fondamenti vitali di questa comunità. Alla fine vale sempre il motto che: una comunità quando conosce da dove proviene, sa anche dove poter arrivare! Ma c'è sempre tempo per rimediare...

Salvatore Fioretto

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Albero di cachi, con i frutti ancora appesi

Filari con uva "Piedirosso", vigneto di Piscinola, anno 2004. Foto di S. Fioretto