sabato 11 giugno 2022

Una canzone dell'800 in dedica, ai luoghi mete di scampagnate....

Ci piace riportare in questo post il testo di una canzone scritta dal poeta Michele Zezza (Napoli, 9 giugno 1780 – 8 marzo 1867), dal titolo "Canzone Napolitana": nelle strofe si decanta Piscinola alla pari di Somma, Casoria, Nola, Pozzuoli e Afragola. Il testo è contenuto nell'opera "Nferta per lo Capodanno" scritta nel 1841, ed è riportato anche nella raccolta “Poeti napoletani dal Seicento ad oggi”, di Ettore de Mura.

La canzone narra, con un’espressione alquanto colorita, di una bella ragazza che per la sua bellezza fa perdere la testa ad un giovane spasimante; tuttavia la sua loquacità, la pigrizia nel lavoro domestico e le troppe spese sostenute intimoriscono l’aspirante innamorato e finiscono per indurlo ad un mesto abbandono dal proposito…
Da notare che, secondo la descrizione del poeta, Piscinola all’epoca era considerata un luogo molto ameno; adatto a scampagnate. Purtroppo non è stato ancora rinvenuto lo spartito musicale.

 

Canzona napolitana

Sì bella, sì bona                                         E chesta figliola

Sì tutta cianciòsa,                                     Me piglio pe sposa?

Ma p’essere sposa                                    Gnernò, non è cosa,

Nn’è latte a quaglià.                                Nn’è llatte a quaglià.

 

Nun faccio terarme                                  Si bona e ssì bella

Qua’ pesce a la rezza                               Si’ bella e ssì bona,

Da chessa bellezza                                   Ma po non te sona

Da chessa bontà.                                      Fatiche dè fa.

 

Tu si’ la mortella                                      Mbarcone e nfenesta

De tutte le ffeste,                                      Staie sempe affacciata,

E spienne a le beste                                 Pe ffà qua risata,

Lo tuppo porzì                                         Pe tutto appurà.

 

A Somma, Casoria,                                 Tu mai per malizia

Pescinola, Nola,                                       Sse cose saie fare;

Pezzullo e Fragòla                                   Ma dànno a pparlare,

Ncarrozza vuo’ì                                       Ma dànno a sentì.

 

E ccante pe bia                                          E cchi me nce mette

Canzune a la stesa,                                   De sceglie ssa sposa?

Ped essere ntesa                                        Gnernò nun è cosa,

Da meza cetà.                                            Nennella, bonnì.

Biografia del poeta e scrittore Michele Zezza:

Il barone Michele Zezza, nacque a Napoli nel 1780, fu un eccellente poeta e scrittore napoletano; numerose opere, scritturate specialmente per il teatro San Carlino di Napoli, portano il suo nome; tra le più conosciute ricordiamo: "Nferta per lo Capodanno", pubblicate tra il 1837 e il 1846, "Poemetti vari", "Lo malato p'apprensione", "La mmesca pesca", e tante altre. Morì a Napoli nel 1867. 

 

 

Il testo del post è stato estratto dal libro "Piscinola, la Terra del Salvatore, una terra, la sua gente, le sue tradizioni", di Salvatore Fioretto, ed. The Boopen, 2010 (pag.87). 

sabato 28 maggio 2022

"55"... e la musica divenne il "Concerto Musicale Speranza"..! dai ricordi di Gerardo Ciccarelli

Il maestro Natale Ciccarelli con la sua banda musicale, 1977
Il maestro Natale Ciccarelli, che era nato a Marianella nel 1917, iniziò in giovanissima età a coltivare la sua passione per la musica e fu allievo prediletto del maestro Onofrio Piccolo, nella banda di Piscinola. Durante il secondo conflitto mondiale fu musicista nella banda militare dell'esercito, chiamata "Presidiaria di Trieste", suonando il clarinetto. Il direttore di quella banda era il maestro Ottone Fantini, poi passato a dirigere la banda nazionale dei Carabinieri.
Natale, una volta congedato e dopo una breve parentesi di partecipazione all'orchestra della radio EIAR, con sede a Firenze, fece ritorno a Marianella nell'anno 1947, dove si dedicò alla attività bandistica e alla formazione musicale e, quindi, partecipò come capobanda nel complesso musicale di Piscinola.
Intorno alla metà degli anni '50, passò a suonare nella banda musicale di Marianella, come primo clarinetto.
La banda di Marianella era diretta dal maestro Biagino Romano, mentre il capobanda era Luigi Di Lorenzo (clarinetto)
.
Al centro, il direttore della banda Ottone Fantini, in I^ fila in piedi (5° da sx) il m. Natale Ciccarelli
Fu suo fratello Gaetano Ciccarelli (prima tromba nella banda di Piscinola) a intercedere presso il direttore di Marianella, affinché passasse a suonare nella banda musicale locale.
La sala di musica della Banda di Marianella si trovava, all'epoca, in via Piscinola n.13
. Il locale presentava una enorme volta "a botte" ed era stato precedentemente utilizzato come deposito.
Intorno agli inizi degli anni '60, il maestro Ciccarelli fu nominato capobanda della banda musicale di Marianella, mentre al maestro Di Lorenzo gli veniva affidata la formazione dei giovani musicisti e la trascrizione delle partiture della banda.
...Ai tempi della guerra
Il direttore continuò ad essere il maestro Romano. Di questo periodo ricordiamo i fratelli Piazza (Michelangelo e Ciro: il primo divenne prima tromba dell'orchestra stabile della Rai a Roma, mentre Ciro Piazza, sax tenore, dopo l'esperienza bandistica militò in diverse formazioni di band moderne.
Tra gli altri componenti, che ebbero uno sviluppo professionale nella musica, ricordiamo: Salvatore Zazzaro, che fu prima tromba nella banda dei Carabinieri e prima tromba nell'orchestra del teatro "La Fenice" di Venezia e, infine, Pasquale Zazzaro, che fu poi prima tromba dell'orchestra stabile del teatro San Carlo di Napoli.
Verso la metà degli anni '60, quando le bande di Piscinola e di Marianella si erano ormai sciolte, per l'esiguo numero dei musicisti componenti, il maestro Ciccarelli ben pensò di raggruppare queste risorse disponibili, rimaste in attività, dell'una e dell'altra compagine, fondando una nuova banda musicale, da lui diretta, che denominò: "Banda Musicale di Piscinola-Marianella".
Suo collaboratore nell'impresa fu il maestro Felice di Chiara, già primo clarinetto e capobanda a Piscinola.
Ma il passaggio più importante del suo impegno di direttore musicale si ebbe intorno all'anno 1975, quando rifondò il complesso bandistico, dandogli la denominazione di: "Concerto Musicale Speranza". Alla banda aderirono tanti giovani componenti, provenienti sia da Marianella che da Piscinola. Tra i giovani ricordiamo: i due figli del maestro, Gerardo (sax tenore), Pino, (clarinetto), Salvatore Zazzaro (clarinetto), Antonio Musella (sax baritono), Mario Carandente (sax), Lorenzo Piccolo (clarinetto) e tanti altri. Fu così, grazie alla tenacia del maestro Ciccarelli, che la banda ebbe modo di ingrandirsi e riuscì a superare i trenta componenti.
La sala di musica fu ricavata da un modesto locale, anch'esso precedente deposito, un tempo esistente in vico II dei Liguori.
Il gruppo musicale iniziò a riprendere l'attività e gli impegni musicali, registrando la significativa partecipazione ad eventi svolti durante la bella stagione estiva, ovvero nel periodo dell'anno che notoriamente è dedicato alle feste patronali e alle sagre paesane. In quegli anni la  Banda partecipò, oltre ai festeggiamenti patronali nei rispettivi quartieri, di Piscinola e di Marianella, agli altri eventi che si organizzavano nel circondario, e anche al di fuori di esso. Significativa fu all'epoca la partecipazione del complesso alle "funzioni" tenute dai cosiddetti "Fujenti della Madonna dell'Arco".
I fratelli Michelangelo e Ciro Piazza
Sembrerebbe questo un impegno secondario, ma c'è da ricordare che a quei tempi (metà anni '70) queste organizzazioni di devoti della Madonna dell'Arco erano ben strutturate e organizzate nel nostro territorio, con la partecipazione di numerosi adepti al seguito. Essi avevano un programma molto ricco e articolato, da svolgersi prevalentemente tra gennaio ed aprile; pretendevano, quindi, al loro seguito la partecipazione della banda musicale al gran completo, con un nutrito repertorio di marce sinfoniche, tali da consentire l'accompagnamento durante le "funzioni" e i riti da essi rappresentati.
La scelta della nuova denominazione della banda, di "Concerto Musicale Speranza", costituiva la sintesi del progetto culturale e sociale ideato e messo in pratica dal maestro Natale Ciccarelli.  
L'idea del Maestro era quella che, attraverso la musica e in particolare la musica bandistica, il territorio di Marianella e di Piscinola avrebbe avuto la possibilità di rinascere sia culturalmente e sia a livello sociale. 
La musica sarebbe stata l'arma di riscatto per le giovani generazioni, per risalire la china e lo stato di abbandono e di degrado culturale in cui versava il territorio... Tale situazione sociale risultava peraltro aggravata dopo gli anni degli espropri massivi, che avevano scempiato le campagne dei nostri quartieri, con la realizzazione di numerosi insediamenti edilizi di alloggi popolari, costruiti in totale assenza di servizi e di ogni forma di aggregazione sociale e culturale!
Marianella, festa della Madonna del Carmine, 1977
Purtroppo le conseguenza dell'evento infausto del terremoto del 1980, che oltre a creare i noti danni strutturali e le emergenze abitative, comportò anche l'interruzione delle attività della banda "Concerto Musicale Speranza", anche perché la sala di musica della banda fu subito dichiarata inagibile e vi restò in tale stato per diversi anni, fino all'avvenuto abbattimento. 
Nonostante l'assenza della sede, la banda "Concerto Musicale Speranza" continuò a svolgere le proprie attività agli eventi e alle feste che dopo alcuni anni si ripresero ad organizzare, anche se in tono alquanto minore.
Purtroppo il maestro Ciccarelli non ebbe più il tempo di ritornare a dirigere la sua banda musicale nella vecchia sede: terminò di lì a poco la sua esistenza, nella sua amata Marianella, nell'anno 1994.
Alcuni anni dopo, intorno al 1997, grazie all'interessamento dei due figli del maestro, Gerardo e Pino, spronati e incoraggiati dal compianto monsignore Salvatore Nappa, attento parroco di Marianella, si cercò di riprendere il progetto "Concerto Musicale Speranza",
La sala di musica della Banda di Marianella, in via Piscinola 13
riorganizzando il complesso, nei locali della Congrega di Marianella, messa a disposizione da Mons. Nappa, dando ad essa una struttura societaria. Passarono alcuni anni ancora e grazie all'interessamento del presidente della Circoscrizione del epoca, fu concesso all'associazione un intero piano del Polifunzionale "Lotto 14B", a Piscinola.
Gli ambienti furono arredati e resi funzionali per la didattica e per le prove della banda, grazie al contributo e ai sacrifici dei due giovani maestri Ciccarelli, di un numeroso gruppo di amici e dell'aiuto costante del mons. Salvatore Nappa. L'associazione ampliò anche le attività in altri campi culturali e artistici, organizzando anche corsi di canto ed altre discipline rivolte ai giovani dei due quartieri, arrivando a scritturare ben oltre 150 alunni partecipanti.
Purtroppo, dopo alcuni anni di tentativi e di sacrifici, questo progetto subì alcuni arresti, con riprese, per diversi problemi e motivazioni. Si giunse infine all'assegnazione alla Associazione degli attuali locali situati in vico I dei Liguori, realizzati dal programma di ricostruzione post-terremoto. Nel frattempo l'Associazione musicale, guidata, da Gerardo Ciccarelli, ha preso la denominazione di "Concerto Musicale Speranza" e conserva nel proprio statuto la base formativa della banda musicale.
A conclusione di questa bella storia della "Banda di Piscinola-Marianella", e del "Concerto Musicale Speranza", volute dal maestro Natale Ciccarelli, alcuni anni fa, il figlio Pino, diplomato al Conservatorio di Salerno e insegnante musicale, ha voluto dedicare due sue produzioni discografiche al progetto "Concerto Musicale Speranza", riprendendo diversi brani della tradizione musicale bandistica, riletti in chiave moderna, con arrangiamenti particolari, arricchiti anche da alcune nuove composizioni musicali. 
Tratto dai ricordi di Gerardo Ciccarelli
 
Questo post è dedicato alla memoria del maestro Natale Ciccarelli e a tutti i musicisti che hanno partecipato nel corso degli anni all'esperienza della "Banda di Piscinola-Marianella" e del "Concerto Musicale Speranza".

Ringrazio Gerardo Ciccarelli per aver  condiviso questi bei ricordi della banda musicale e che hanno consentito, quindi, di poterli trascrivere in questo blog, a futura memoria. Ringrazio anche Pino Ciccarelli per le sue produzioni musicali, le collaborazioni e le partecipazioni che ha voluto dedicare in questi anni al ricordo dell'esperienza bandistica nei nostri territori.

S. Fioretto

martedì 24 maggio 2022

"55, la musica di Piscinola"! Gli aneddoti e i ricordi di un'allegra comitiva (parte II)

 (segue dalla prima parte)

Ecco il continuo del racconto, con altri aneddoti e ricordi riguardanti la banda musicale di Piscinola:

Alla trasferta di Procida (Processione dei Misteri), alcuni musicisti furono ospitati in una piccola chiesa sconsacrata. I ragazzi si arrangiarono a dormire su dei letti improvvisati, diciamo su dei giacigli fatti di paglia. Anche in tale occasione non mancarono scherzi e sberleffi tra loro.
Approfittando che uno dei musicista già dormiva placidamente nel suo giaciglio, alcuni dei più vivaci del gruppo agirono in gran silenzio... Gli posero accanto quattro candele accese, sopra alti candelieri e, poi, si posizionarono attorno a lui, iniziando a far finta di piangere e di disperarsi con dei lamenti: iscenando così una veglia funebre... Il poveretto malcapitato si svegliò
spaventato di sobbalzo, trovandosi "apparecchiato" come un morto; ovviamente tra lo schiamazzo e le risate generali...!
Altro scherzo che organizzarono in quella chiesetta abbandonata, fu quello di recitare a fare le confessioni... Approfittado di un vecchio confessionale che era abbandonato in quel luogo, il più vivace tra loro si sedette al suo interno recitando la parte di un prete, con una appropriata ritualità..., mentre tutti gli altri
, a turno, si inginocchiavano al suo cospetto, recitando ad alta voce una propria confessione, con battute scherzose ed esilaranti, su quanto avevano combinato nell'ultimo periodo...!  Ovviamente tra le risate a crepapelle di tutti...!

Altri aneddoti....
Un giorno, un ragazzo di Piscinola si recò presso la sala di musica chiedendo al maestro dell'epoca se potesse insegnargli a suonare uno strumento, perché era suo desiderio suonare nella banda. La sala di musica allora si trovava nella sala teatrale dell'attuale oratorio della Parrocchia del SS. Salvatore, che allora si accedeva dal palazzo Chiarolanza. Il maestro dell'epoca rispose che lo strumento che si addiceva alla sua persona era il clarinetto e quindi avrebbe dovuto imparare a suonare quello strumento. Il ragazzo allora gli chiese quanto costasse lo strumento, per poterlo comprare. Il maestro rispose subito che costava intorno alle 2500 lire. Il ragazzo, un po' rammaricato, gli rispose di non possedere tale somma e se poteva fargli la cortesia di convincere suo padre a comprarglielo. Il maestro allora decise di accompagnare il ragazzo a casa, per cercare di convincere il genitore. Quindi pensò di portare con sé un clarinetto che aveva in sede, per poterglielo mostrare. Davanti al padre il maestro esternò il desiderio del figlio di voler suonare nella banda e gli mostrò lo strumento che egli riteneva adatto al ragazzo.
Il padre, mostrandosi fin da subito scettico, chiese quanto costasse lo strumento. Il maestro replicò "costa intorno a 2500 lire"... Il genitore alquanto seccato, rispose: "em....maestro e 'sta sbancula 'e legno cu 'e buchi, sta’ tutti ‘sti soldi?!" (Maestro, questo tubetto di legno con i fori costa così tanto?!). Quindi non se ne fece niente e pare che il ragazzo non fu ammesso nella banda. Tuttavia, non sappiamo come andò a finire definitivamente questa storia e se alla fine vinse la caparbietà e il desiderio del ragazzo di farsi musicista. Forse non lo sapremo mai...
Ci piace però oggi immaginare che alla fine il ragazzo sia diventato realmente musicista, così come egli desiderava, perché è noto che i maestri della banda aiutavano veramente tutti...
Luigi, come tutti gli altri componenti della banda, aveva la grande passione per la musica e non disdegnava di compiere le interminabili marce, durante le processioni, anche se spesso compiute sotto il cocente sole
estivo. Luigi, tuttavia, aveva un piccolo problema, quello di sudare in maniera eccessiva, anche col minimo sforzo... Per tale particolarità, quando dalla sua fronte grondavano copiose gocce di sudore, era bonariamente preso in giro dagli altri musicisti e per tale aspetto era stato coniato per lui il soprannome di: ...'a surgente!
Nicola, che fu allievo musicista del maestro, suonò nella banda di Piscinola per circa due anni, intorno all'anno 1956, partecipando anche ad alcuni concerti. Fu avviato dal padre allo studio, quando aveva circa tredici anni. Il maestro subito lo indirizzò allo studio della strumento che gli occorreva in quel momento nella banda, che era il corno, e gli procurò uno strumento che già aveva. Gli procurò anche un berretto e una divisa usata, che poi la madre provvide a riadattare per la sua taglia. Dopo due anni  di prove e marce, alquanto mal sofferte, Nicola comunicò al padre che non intendeva continuare l'esperienza nella banda, perché riteneva a lui poco incline il genere di musica bandistica. Infatti proprio in quel tempo si presentò per lui l'occasione di far parte ad uno dei primi moderni complessi musicali band, che iniziarono a nascere nella nostra zona in quel periodo. Dopo diversi anni poi, cambiò ancora, passando ad intraprendere la bella carriera di solista del genere classico della canzone napoletana, come cantante solista e suonatore di chitarra. Quest'ultima attività lo ha fatto conoscere ed apprezzare artisticamente ai tanti estimatori del genere musicale.
Sicuramente l'esperienza vissuta da Nicola in quel breve periodo nella banda di Piscinola, ha favorito la sua formazione musicale e lui ne è stato sempre riconoscente.
Vincenzo, un giovane musicista che negli anni '60 frequentò per due anni (recuperando il terzo) un corso di musica alle scuole serali tenuto dal maestro Santoro, presso l'edificio della scuola "Torquato Tasso", ancora oggi, a distanza di tanti decenni, conserva nitidi i ricordi di quella bella esperienza giovanile. Ricorda, in particolare, un episodio singolare che avvenne durante la festa a Miano... "Ero sul palco insieme alla banda del maestro Santoro, non mi si crederà, ma l'atmosfera era cosi accesa e entusiasmante che durante la vendita all'asta, che si teneva con l'accompagnamento della banda, due ruoti di "Stocco" furono contesi in un agguerrito rilancio da due gruppi organizzati, che poi li avrebbero finiti in qualche trattoria della zona. Alla fine le pietanze furono aggiudicate a uno dei due contendenti ad una cifra che era un'enormità per quel tempo...!!". Episodi del genere erano frequenti osservare durante le feste patronali, perchè queste erano le uniche occasioni che si presentavano durante l'anno per divertirsi ed evadere dal solito tam tam quotidiano. C'era allora grande entusiasmo e voglia di divertirsi, quindi capitavano anche questi eccessi...

Il secchio nel pozzo... Un anno la banda fu chiamata a suonare ai festeggiamenti che si tenevano in una nota località della provincia di Napoli. In quella occasione alcuni componenti della banda, causa il perdurare delle esibizioni per più giorni, dovettero pernottare in zona, e quindi dovettero arrangiarsi a dormire in un pagliaio, anche se dignitosamente arredato. Per lavarsi la mattina, pensarono di raccogliere l'acqua da un pozzo che eri lì vicino.... Uno di loro ritenendosi già esperto della procedura si mise all'opera... Malauguratamente, mentre sollevava il secchio pieno d'acqua, questo si sganciò dalla fune e precipitò nel pozzo, affondando...! La proprietaria del fondo agricolo, che era una vecchia contadina del posto, sentì il tonfo del secchio nel pozzo, ma non disse niente in quel momento... Successivamente, mentre il musicista responsabile dell'accaduto sfilava assieme alla banda, in testa alla processione, la vecchia si avvicinò e lo afferrò per il bavero della giacca, chiedendogli a voce alta il rimborso del secchio perduto nel pozzo. Fortunatamente la situazione non degenerò, perché il maestro della banda intervenne in difesa del malcapitato musicista. Rivolgendosi in modo cortese all'anziana, le disse: "'...E che miseria...! Tutto questo per un secchio!?". E poi: "Adesso ve lo pago io!". E così l'episodio terminò in maniera pacifica...


Foto concessa dalla figlia del maestro Porcellana
Al mare... Un anno, durante la partecipazione della banda di Piscinola ai festeggiamenti tenuti a Monte di Procida, si era in estate e faceva un gran caldo, così alcuni musicisti approfittarono della vicinanza con la spiaggia di Bacoli, pensarono di concedersi un momento di refrigerio, con un piacevole e rinfrescante bagno... Non disponendo, data la improvvisata circostanza, di un costume da mare, decisero di gettarsi a mare con i loro curiosi mutandoni..! 
Come le altre storie raccontate, erano queste delle ingenue goliardate compiute da un gruppo di giovani a cui piaceva divertirsi e di stare insieme, uniti dalla  comune passione per la musica bandistica.

Considerazioni finali: Abbiamo condotto il lettore per mano, raccontando, per quanto di nostra conoscenza, la bella storia della banda musicale di Piscinola. Il lettore avrà notato come questa esperienza musicale non sia stata frutto di pochi anni e di poche persone, ma ha un retaggio secolare, molto radicato nel territorio, tanto da dire che nei tempi antichi la banda è stata sempre presente nel nostro antico Borgo... Per tale motivo la banda di Piscinola, che purtroppo manca da questo Quartiere da oltre 50 anni, è da considerarsi a tutti gli effetti un valore antropologico e comunitario indiscutibilmente appartenente alla storia del quartiere di Piscinola; essa rappresenta un valore culturale importantissimo, anche per noi oggi, perchè nelle nostre personalità e nei nostri caratteri permangono le esperienze vissute dalle generazioni che ci hanno preceduto.
Noi speriamo vivamente che nei prossimi anni la Banda di Piscinola venga ripresa dalle giovani generazioni e riportata agli antichi splendori, come merita, soprattutto in ricordo e in onore di tutti i musicisti e dei direttori musicali che l'hanno resa grande!

Con questa seconda raccolta di aneddoti e di ricordi abbiamo concluso la storia della Banda musicale di Piscinola, del periodo d'oro. Ma l'esperienza musicale di quei musicisti non terminò con il tramonto della banda nel Quartiere, perché grazie alla brillante idea di un maestro, che fu Natale Ciccarelli, che raccolse e coordinò le risorse umane allora ancora disponibili, favorì la rinascita del complesso  musicale in forma nuova e con una ben definita funzione sociale per il territorio di Piscinola-Marianella. Ma questo è il continuo della storia della Banda musicale che tratteremo nel prossimo post dedicato.

Si ringraziano tutte le persone che nel tempo hanno condiviso questi bei ricordi sulla Banda: Luigi, Nicola, Vincenzo, Antonio, Francesco, Mario, Maria Rosaria, Gerardo, e tanti altri, grazie di Cuore!

Salvatore Fioretto 

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Gran galà di fuochi pirotecnici dei festeggiamenti dell'Assunta, a Monte di Procida (2019)

sabato 21 maggio 2022

"55..., la musica di Piscinola"!: Gli aneddoti e i ricordi di un'allegra comitiva. Parte I^

Dopo aver descritto i caratteri storici e i componenti della banda musicale di Piscinola, ecco ora alcuni aneddoti legati ai musicisti del nostro complesso musicale, che sono stati raccolti negli anni dalle testimonianze degli anziani. Alcuni sono episodi stuzzichevoli e simpatici, altri un po' grotteschi ed esilaranti, ma tutti realmente accaduti. Essi dimostrano che il gruppo dei musicisti della Banda di Piscinola, che erano in gran parte giovanissimi, fosse composto da persone entusiaste, allegre e spensierate. Ogni musicista si considerava parte di una grande famiglia! Ovviamente, come in ogni famiglia non mancavano anche qualche intemperanza o incomprensione...
Racconteremo gli episodi riportando solo il nome dei personaggi.

Francesco, detto Ciccio, nel corso di una esibizione della banda musicale, durante i festeggiamenti di San Gaetano a Miano, litigò con Vincenzo, detto "Sarchiapone” (il soprannome derivava dal suo ruolo nella Cantata dei Pastori). Lo scontro fu forte, non ci furono alzate di mano, però Vincenzo, per la sua grande ira, fece un gesto clamoroso, diremmo autolesionistico: perché scaraventò, con tutto lo sdegno, il suo tamburo a terra e poi lo sfondò con i suoi piedi...! Giorni dopo, poi, calmatosi, si recò presso un negozio specializzato in via San Sebastiano a Napoli e lo fece rimpellare a sue spese, ritornando a occupare il suo posto nella banda, ovviamente dopo l'avvenuta rappacificazione con Francesco
Non si conoscono i motivi del perché i due litigassero. Fu detto da qualcuno che fu per gelosia...: pare che i due giovani musicisti da tempo rivaleggiassero artisticamente tra loro, in particolare, ognuno volesse convincere all'altro che fosse il più bravo suonatore di tamburo, perché entrambi suonavano lo stesso strumento nella banda. Vincenzo, però, dopo il gesto d'ira si allontanò dal posto, abbandonando la banda, senza avvertire il maestro. Il comportamento non passò inosservato e tra gli schiamazzi degli amici musicisti, seguì ovviamente il rimprovero formale del direttore e l'avvenuta riconciliazione.
Pasquale, suonava il Basso in mi bemolle. Si racconta che un giorno, mentre suonava durante le prove, il maestro esclamò ad alta voce nella sala: "Pasquale, tu quando suoni pare che dai i calci al portone", ovviamente tutti i musicisti della sala a ridere...!
Un altro giorno, mentre Pasquale puliva il suo strumento, stando affacciato alla finestra di casa sua che dal primo piano dava su una stradina di Piscinola, forse per una distrazione o per una sua disattenzione, l'appoggiò sul davanzale mentre era intento ad aprire il barattolo dell'unguento per lucidare. Ma, ahimè, un improvvisa e violenta raffica di vento si abbattè nella zona in quel momento, e causò la caduta rovinosa dello strumento sul selciato della strada, che era in duro vasolato; ovviamente il povero strumento riportò danni notevoli, presentandosi gravemente "ammaccato" (... tutti ridevano, osservando che l'oggetto "si era fatto 'na pizza"). Qualcuno ringraziò il cielo che in quel momento per la strada non passassero viandanti o mezzi, altrimenti sarebbero stati ben altri i danni...! 
Pasquale, non si perse d'animo e condusse lo strumento in un negozio che stava in via San Sebastiano a Napoli, per farlo aggiustare. I bravi artigiani di via San Sebastiano ci misero una "pezza", riparandolo al meglio come potevano, ma lo strumento non suonò più come in origine. Diciamo che era stato un po' "maltrattato"....!
Una volta, durante le prove, il maestro perse la pazienza per alcune lacune musicali di Pasquale..., allorché lo chiamò in disparte e poi prese una scopa che era appoggiata a una parete e iniziò a batterla sul pavimento, sempre nella stesso modo... Pasquale, meravigliato e anche un po' preoccupato del comportamento del maestro, subito gli chiese: “Maestro, ma che state facendo?” E lui rispose: “Tu senti che è sempre lo stesso il suono della scopa? Lui rispose: "Si", e il maestro continuò: "Così suoni tu il basso, sempre con la stessa nota…!”.
Pietro, suonava il flicornino: il maestro alcune volte, quando era agli inizi della sua formazione, lo rimproverò bonariamente, esclamando: "Pietro, tu quando suoni sembra che scacci le mosche...!" Si riferiva alla scarsa intonazione che egli dava al suono che emetteva, quando soffiava nello strumento. E giù, altre risate dei musicisti nella sala...
In trasferta...: Un anno la banda di Piscinola fu chiamata a suonare in paesino del basso Lazio, durante la ricorrente festa patronale. Alcuni musicisti, percorrendo una strada isolata del paese, notarono che in un giardino prospiciente c'erano diverse piante di Fichi d'India, che presentavano degli invitanti e colorati frutti; ovviamente, come si può immaginare, il gran caldo e l'arsura di quel momento tentarono i musicisti.... Così, senza pensarci su, il gruppetto entrò nel fondo incustodito che non era nemmeno recintato, per raccogliere alcuni frutti... Purtroppo furono alquanto sprovveduti e diciamo incoscienti del duplice pericolo che era in agguato... Non badarono molto alla presenza degli aculei sui frutti e sulle parti della pianta... Appena raccolti i frutti, se li posero nella tasche, che erano a contatto con la pelle... Approfittarono di una breve pausa, iniziarono a mangiarli con molta avidità e imprudenza le succolenti figurine... Dopo l'inconsueto pasto, ripresero quindi il loro posto nella banda, per iniziare il percorso per le strade del paese. Durante la processione il maestro, notando lo strano comportamento dei musicisti, presi a grattarsi con forza e insistenza le braccia e il dorso, esclamò: ma che ci avete le pulci?! Ovviamente ancora risate a volontà, da tutti...! Ma l'episodio non terminò e ci fu un seguito... Dopo poco, intervenne il proprietario del terreno, che aveva scoperto l'ammanco di frutta (siamo dell'idea che qualcuno glielo abbia riferito), e che chiedeva di essere risarcito dal maestro della banda! Il maestro non si scompose più di tanto e a voce alta replicò: "Ma non ho capito bene, voi per due figurine (Fichi d'India) avete il coraggio di venirmi a chiedere dei soldi!?". E per fortuna la cosa finì lì..., sempre tra e risate generali dei giovani musicisti presenti...
Durante le trasferte nelle località distanti da Piscinola, i musicisti della Banda dovevano pernottare almeno una notte, spesso in alloggi di fortuna... Una volta capitò, mentre tutti dormivano, che Francesco legò con uno spago i piedi di Giuseppe e con rapidi movimenti della mano, tirava a scatti la cordicella, facendolo sobbalzare dal sonno... Giuseppe, ancora tutto stonato per il colpo ricevuto nel sonno, cercava di capire chi fosse stato a fargli il brutto scherzo, ma Francesco, che fu più lesto di lui, ritornò nel suo letto, fingendo di dormire... La cosa fu ripetuta per un paio di volte, finché Giuseppe si accorse chi fosse l'autore dello scherzo e, tutto infuriato si scaraventò contro il furbo collega, cercando di acciuffarlo, ma Francesco fu lesto a scappare e, quindi, non si fece raggiungere... Ovviamente la scena avvenne tra le solite risate della comitiva...
(Segue nella seconda parte)
Salvatore Fioretto 
 
Si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito alla raccolta di questi ricordi. Un caloroso rigraziamento a Pasquale di Fenzo per i preziosi consigli forniti. 

(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente sui diritti d'autore).

mercoledì 18 maggio 2022

Torna il "Caffè Letterario di Scampia", ospite "Mamma Draga", di Salvatore Tofano

Sabato 14 maggio 2022 al Centro Hurtado di Scampia si è tenuto il primo Caffè Letterario post Covid, dopo la lunga sospensione dovuta alle restrizioni antipandemia. Il Centro Hurtado per me è un luogo dell’anima, come lo è la sede del Gridas.

In queste due realtà ho conosciuto tante persone, che poi sono diventate mie amiche. Cosa non facile, quando si ha una certa età. In genere, le amicizie con l’iniziale maiuscola nascono durante la preadolescenza. A Scampia invece accade, non è un’eccezione.
La conformazione del territorio, l’assenza di luoghi di aggregazione e/o di passeggio, la voglia di fare qualcosa per migliorare questo quartiere, che percepisci come abbandonato dalle istituzioni, fanno sì che lo stare insieme diventi una relazione pregna di valori affettivi e coinvolgenti.

Creatore, inventore e conduttore del caffè letterario è Franco Maiello, oggi anziano professore in pensione dall’aspetto aristocratico e cordiale, coadiuvato da qualche tempo dal dott. Giuseppe Finaldi.
Si presentava “MAMMA DRAGA”, il mio ultimo libro, edito dalla LFA Publisher.

All’ora convenuta si è aperta la sala e il pubblico, una ventina e più di persone ha preso posto.
Grande emozione vedere tra i presenti Mirella La Magna, cofondatrice con Felice Pignataro e Franco Vicario del Gridas, un vero Mito, la cui immagine per me è strettamente legata al gigantesco tamburo che trascina allegramente alla testa del corteo del tradizionale carnevale di Scampia. Come grande emozione mi ha dato la presenza di Salvatore Fioretto, il noto storico e attento osservatore di quanto di buono accade sul territorio.
Non mi dilungo sull’elenco delle persone intervenute, alle quali sono legato da lungo affetto e da tante iniziative per contrastare lo stigma, che anche se molto meno ancora ferisce questo martoriato quartiere. Penso ad esempio ad Aldo Bifulco e Gennaro Sanges, a Franca Nicolò venuta appositamente dal Vomero dove ora abita, ad Angela Vittorio e Luisa Fedele.
Il conduttore ha fatto sedere accanto a sé le due lettrici: Annamaria Lido e Silvana Casertano e con loro la relatrice Elena De Rosa; l’autore, ovvero il sottoscritto, si è seduto tra il pubblico come da tradizione.
Carmine Salzano, un giovanissimo e assai bravo musicista, si è posizionato al pianoforte.
L’evento è iniziato con l’esecuzione di un brano di musica classica, premiato da una marea di applausi. È seguita la lettura di stralci di brani tratti dal testo. Le due reader si sono alternate l’un l’altra con grande bravura, interrotte di tanto in tanto dal prof. Maiello per permettere l’ascolto di altri momenti musicali. La scelta degli stralci operata con sagacia dal conduttore ha permesso agli astanti di entrare nel vivo della storia narrata, di percepirne le atmosfere e assaporare la psicologia dei personaggi principali.
Ascoltare quelle parole, che avevo scritto io e che ben conoscevo, da voci che non erano la mia, me le ha restituite come nuove: le ho riconosciute sì, ma nello stesso tempo mi sono tornate come se le avesse scritte un altro, come se quella storia che avevo creato non fosse stata elaborata da me.
È stato una piacevole sensazione di sdoppiamento e insieme di accoglimento, che mi faceva sentire come dilatato, come se io e le due lettrici fossimo improvvisamente e per la durata dell’evento diventati un tutt’uno.

Alla fine della lettura le due reader sono tornate al loro posto tra il pubblico e il Maiello mi ha fatto accomodato alla sua destra.
“Devo confessare – mi ha detto – che il finale per me è stato una sorpresa. Non me lo aspettavo. Una vera e propria evoluzione della vecchia strega.”

Ho pensato, convenendo, che quindi il libro poteva anche essere letto come un giallo, di quelli classici con il finale che ti spiazza. Stupendo! E’ proprio vero che una storia la scrivi tu, ma poi diventa di chi la legge.
La dottoressa De Rosa, psicologa e dirigente della ASL Napoli 1, ha sottolineato che l’autore aveva saputo scavare con acume nella psicologia della protagonista. Cosa non facile, considerando che lui era maschio e la protagonista donna. Ha detto che si era molto divertita nel seguire il plot, chiedendosi da dove avessi tratto tanta fantasia. Poi si è dilungata su alcuni particolari, che le avevano suscitato riflessioni sul momento attuale che stiamo vivendo; ad esempio, lo straniamento che ci ha accompagnato e ci accompagna dopo il lungo “lockdown”. Il pubblico è intervenuto con alcune domande e qualche riflessione sulle tematiche del libro.
Qualcuno, incuriosito, ha chiesto della casa editrice. All’uscita dalla sala sorpresa: caffè e dolcetti per tutti.
Salvatore Tofano
 
Ringrazio lo scrittore e amico Salvatore Tofano, per questa bella recensione scritta per ricordare il piacevole pomeriggio, trascorso sabato presso lo storico "Caffè Letterario" del Centro Hurtado di Scampia, condotto dal bravissimo e insuperabile prof. Maiello. Complimenti per il suo bel libro; oltre all'augurio personale di un successo, porgo l'auspicio che sia il continuo di nuovi suoi impegni letterari!
Grazie per avermi citato nell'articolo.
S. Fioretto