mercoledì 8 aprile 2020

Ascoltando il treno...! Della serie "Un "trinomio" indelebile: "Musica, Campagna e Piedimonte.."! (III^ parte)

Continuando l'argomento dei post, dedicati alle tre antiche eccellenze di Piscinola, ossia: la Musica, la Campagna e la "Piedimonte", ecco altri due racconti che sono dei ricordi legati alla storia del nostro territorio. Il primo racconto, è una bella e nostalgica testimonianza scritta da Vittorio Selis, mentre il secondo è di chi scrive questa nota introduttiva. 

Prologo: Passano gli anni e Piscinola, con le sue campagne, con l'antico via vai della "Piedimonte", con la lussureggiante natura e la "sua" musica, con le belle tradizioni del territorio, cede inesorabilmente il passo al "nuovo" che avanza e distrugge tutto quello che incontra...!


“Ascoltando il treno...", di Vittorio Selis
...Il fischio della Piedimonte d’Alife mi destava dai miei infiniti pensieri. Ma mai nessuno era sulla scuola, sui compiti non fatti o sui docenti. Semplicemente il mondo scolastico, allora, non mi interessava. 
Stazione terminale di S. Maria C.V., 1972, foto di Rohrer
Eppure uno dei miei sogni era quello che mi vedeva nei panni di un docente itinerante. Ma non terrorizzante come il gufo che intimidiva Calimero mentre con il dito sull’elenco decideva chi interrogare. Lo sguardo mio andava oltre gli alberi che riempivano la vastissima zona divisa dal Villaggio da due linee, per me infinite, che a momenti avrebbero sfiorate e protette le numerose ruote del mio trenino. Di binari nella mia vita professionale ne avrei poi visti tanti, da quelli roventi di Adelaide con qualche canguro in lontananza a quelli protetti da porte scorrevoli di Tokyo con milioni di volti simili. Da quelli di Christchurch sempre attraversati da pecore a quelli di San Lorenzo ancora attraversati da cowboy, nella mia fantasia. Ma allora non sapevo che lì, di fronte, oltre i binari, sarebbe nato il rione Scampia. 
Scorcio di campagna e della  masseria di via  V. Miano, 1996, foto S. Fioretto
Alle spalle avevo il mio Villaggio che poi sarebbe diventato qualcosa di asettico, come il suo nome, VIII Municipale di Napoli. Guardavo a destra e sapevo di un mondo pieno di palazzi e di gente ammassata l’una sull’altra, guardavo a sinistra e ne immaginavo un altro, ricco di verde e di montagne. Forse un giorno sarei andato a sinistra fino ai piedi della grande montagna quasi sempre innevata. I passeri si inseguivano nel gioco dell’amore con il loro suono non nobile per molti, ma immensamente bello per me. In pochi secondi loro riuscivano a creare mille musiche. I cardellini, i canarini e gli altri uccelli più nobili per ugola e per piumaggio, erano prevedibili. Poi, il fatto che alcuni imbecilli li accecassero per ascoltare la musica divina, come dicevano loro, mi metteva una gran tristezza e rabbia addosso. 
Scorcio della campagna alla masseria Torricelli, Mugnano
I passeri no, nessuno li voleva in gabbia. Le piume non erano appariscenti e il loro canto non era amato al punto tale da metterli nella “caiola”. 
Ed ecco che mi svolazzavano intorno felici, spesso sfiorandomi i capelli. Solo il fischio del vecchio trenino napoletano li metteva sull’attenti per evitare di esserne travolti. Più in là, dietro il ponticello, bande di bambini erano già pronte con tanti sassi per fare la “petraiola” al treno, come indiani all’assalto della diligenza. Nella piccola stazione c’erano sempre ragazzini alla ricerca del filo d’erba più lungo per poterne fare un cappio per le malcapitate lucertole. Altri cercavano le prime spighe selvatiche per tirarle come frecce sulle schiene delle ragazzine. Alcuni passeggeri che dovevano andare verso sinistra avevano il “maccaturo” ben annodato pronto a essere sciolto dai contadini in attesa di cibo e di acqua nella polverosa campagna. Altri chiacchieravano dell’antipatico capo ufficio o della bonazza appena arrivata in ditta. C’era quasi ogni mattina una mamma che teneva per l’orecchio il figlio da accompagnare a scuola per l’ennesimo filone fatto.
Treno fermo nella stazione di S. Maria C.V.
Ascoltando il treno per pochi minuti, dal primo fischio alla fermata in stazione, passava un tempo infinito. I miei pensieri volavano insieme alle immagini del film visto la sera prima nel cinema di famiglia. Qualche volta andavano insieme ai soldati di Ottaviano a sconfiggere Marcantonio per trascinare Cleopatra non in trionfo, ma incatenata per i Fori Imperiali.  
Altre volte entravano con i vagoni in tetri campi di concentramento nazisti. Erano felici, i miei pensieri, quando cavalcavano per la prateria uno dei cavalli del mucchio selvaggio o si aggrappavano alle varie ed infinite liane di Tarzan alla ricerca dello stregone o dei cattivi di turno. Il suono del treno che mi interessava per il mio viaggio era quello che arrivava da sinistra. Esso si udiva già in lontananza perché libero da inquinamenti acustici, mentre quello che veniva da destra era sempre ovattato e confuso con mille altri suoni della chiassosa città. Il primo suono che si udiva non metteva in allarme i passeggeri che dovevano andare al corso Malta. 
Ponte della Piedimonte a via cupa Vicinale Piscinola, anno 2005
Loro sapevano che avevano ancora molto tempo prima dell’arrivo del trenino. Il suono di destra, invece, arrivava sempre come un fulmine a ciel sereno, confuso ai numerosi suoni di Miano. 
Tutti entravano in agitazione. Qualcuno spingeva per crearsi spazio, qualche altro si avvicinava ai binari per conquistare il posto migliore e più panoramico. Quelli interessati al suono di sinistra, invece, non avevano fretta. Nella testa albergava un solo pensiero: evitare posti con vista panoramica per la "petraiola" sicuramente in arrivo. Quelli che andavano verso sinistra si preparavano ad aprire ancora di più i finestrini, già ben aperti e un po’ lesionati, dopo l’attacco subito. Volevano respirare l’aria fresca e bella delle campagne che dovevano attraversare, da Mugnano a Giugliano, da Aversa a Piedimonte. Una volta, ascoltando il treno, mi successe una cosa straordinaria. All'improvviso venne...
Vittorio Selis 


Logo inserito su azioni CFMI, società gerente francese della FNP


"La Piedimonte...insurrezionale...!", di Salvatore Fioretto 
La ferrovia “Piedimonte” è stata anche scenario di un avvenimento di protesta, che si verificò a Piscinola, agli inizi degli anni ‘70.
Scorcio di campagna a via  V. Miano, e la nuova MN, 1996
Difficile da immaginarsi, ma indirettamente essa rappresentò la “scintilla”, che accese gli animi contrapposti su un campo di protesta, fino a sfociare in una vera e propria battaglia campale, svoltasi, inconsuetamente, durante l’occupazione delle campagne piscinolesi di “Scampia”.
Era l’anno 1971, la campagna di Piscinola fu sventrata, trasformata e resa sterile, dopo una lunghissima quiete secolare, fino ad essere calpestata, mortalmente, con cingolati e mezzi di cantiere. Questi mezzi, con il loro rovinoso movimento, distruggevano ogni forma di vita, vegetale e animale.
Alberi di noci, viti e pioppi furono divelti praticando dei grossi crateri alla loro base, per estrarre anche la famosa “radica di noce”. I fori nel suolo furono poi lasciati aperti, un po’ come un amorfo paesaggio lunare.
Fortunatamente la ferrovia “Piedimonte” divideva ancora, con la sua linea ferrata, la piana di Scampia dalla parte marginale della campagna Piscinola, quella che era confinante con il centro storico, comprendente anche alcune masserie: facendo, in un certo senso, da scudo. E, forse, proprio grazie a questa linea ferrata che una parte marginale del “verde” piscinolese è sopravvissuta per altri trent’anni circa.

In quelle circostanze di esproprio un gran numero di contadini si trovarono da un momento all’altro senza più reddito e senza più terra. Percependo che il Comune non ne voleva saperne di assumerli o trovare loro un’occupazione alternativa, issarono una grande barricata davanti all’ingresso del cantiere, posto proprio di fronte al rione “Don Guanella”.
Per due giorni tutta la zona fu uno scenario di movimenti di camionette della Celere e un fronte di contadini con i loro familiari (donne, anziani e ragazzi), senza che però accadessero incidenti.
Era il mese di gennaio, faceva molto freddo e la notte era dura da trascorrere. Si accesero dei falò, che illuminavano l’intera zona, con una luce spettrale...!
Scorcio di campagna a via  V. Miano, e la nuova metrò MN, 1996
Tutta l’area era diventata stranamente libera, senza confini, senza nemmeno più un albero.
La terra e il cielo si incontravano in un orizzonte, mai visto prima di allora.
Addirittura i Piscinolesi si accorsero che in fondo alla loro pianura si vedevano le cime dell’Appennino Campano...! Eppure c’erano sempre state, ma occultate alla vista da una lussureggiante vegetazione...
Intanto le ditte appaltatrici con i loro camion attendevano impazienti nelle retrovie, alle spalle delle camionette della polizia, pronte per iniziare le loro opere. Si doveva costruire, tra l’altro, un asse stradale importante, che avrebbe di lì a poco collegato il nuovo insediamento di edilizia popolare di Scampia con la costruenda Tangenziale e quindi con il centro della città di Napoli. E poi palazzi, palazzoni, molti palazzoni!
Scorcio di campagna s via  V. Miano, e la nuova Metro' MN, 1999
La mattina del secondo giorno di protesta l’aria incominciò ad essere pesante, il nervosismo era palpabile nell’aria! I poliziotti della Celere erano sempre lì schierati in gran numero e con l’equipaggiamento antisommossa.
Ad un certo punto, la struttura della ferrovia “Piedimonte” fu investita da questo avvenimento storico, tutt’altro che esaltante per la storia millenaria di Piscinola.
Un gruppetto di giovinastri, sui venti anni, si posizionarono sui binari della ferrovia, a lato dei due schieramenti e incominciarono a lanciare i sassi della massicciata verso lo schieramento della polizia. Il responsabile della forza pubblica, temendo forse che la situazione potesse degenerare e sfuggire di mano, diede subito l’ordine di attaccare i protestanti.
Furono lanciati numerosi lacrimogeni, che trasformarono il territorio in un misero campo di battaglia...!
Treno della Piedimonte fermo nella stazione Giugliano 1972,  foto di Rohrer
Naturalmente i contadini furono coinvolti loro malgrado nei tafferugli. 
Si svolsero scene alquanto “forti”, forse senza eguali nella storia recente di Piscinola.
Tra il fumo dei lacrimogeni si vedevano i poliziotti inseguire i dimostranti, i quali, nell’intento di schivare i colpi dei manganelli, scappavano con le mani sul volto, per difendersi anche dal fumo irrespirabile, irritante per gli occhi. Molti cadevano rovinosamente nelle buche, lasciate aperte dopo aver sradicato gli alberi.
Diverse furono le persone costrette quel giorno a farsi medicare all’ospedale, alcuni dei quali fecero registrare dei giorni di prognosi. Nell’edizione serale dei quotidiani locali (a quell’epoca alcuni giornali avevano due edizioni giornaliere), furono pubblicati articoli che raccontavano nei dettagli l’episodio di cronaca accaduto e si attribuivano le responsabilità dello scontro ai contadini, che avevano, a detta dei cronisti, innescato la reazione della forza dell’ordine.
Stazione Giugliano, militari in partenza per il fronte I guerra mondiale, 1917 ca.
Fortunatamente le Associazioni di categoria, che tutelavano gli interessi dei contadini, riuscirono a far valere pacificamente i diritti dei loro iscritti per un’occupazione stabile, al punto che l’amministrazione comunale decise di assumere nelle file del suo organico molti contadini di Piscinola e delle zone limitrofe, per i quali non ci sarebbe stata altra scelta che quella di emigrare nelle regioni del Nord dell’Italia.
[...]
Morale del racconto: alla fine, per colpa di un gruppo di “teppistelli”, i contadini di Piscinola stavano per andare in galera o rimetterci la vita, proprio quando qualcuno gridava ancora: “Dare la terra ai contadini...!”
Treni accantonati, in attesa della demolizione, a S.Maria C. V., 1978
Prima di allora, solo nel lontano 1910, la campagna piscinolese fu espropriata dalla società “Chemins de Fer du Midi de Italie”, per realizzare la nuova linea ferroviaria “Napoli-Piedimonte D’Alife”. Di quegli anni non si hanno notizie di scontri o di proteste. Eppure anche allora l’esproprio delle terre non dovette essere indolore, perché la ferrovia divise, in due parti indipendenti estesi appezzamenti di terreno.
I contadini sono stati per natura sempre parsimoniosi, diligenti e lungimiranti e hanno sempre saputo discernere il progresso che porta al benessere, da quello che invece non porta da nessuna parte. Difatti i risultati dell’espansione urbanistica del 1971 sono sotto gli occhi ed il giudizio di tutti noi...!!! 
Salvatore Fioretto (dal libro: Piscinola, la terra del Salvatore, 2010)

 


Conclusioni:
Ringraziamo innanzitutto il carissimo amico Vittorio Selis per aver partecipato a Piscinolablog, con la sua bellissima testimonianza sulla Piedimonte a Piscinola. Grazie Vittorio! 

Termina questa miniserie, composta da tre gruppi di racconti, dedicata al rapporto di Piscinola, con la musica, con le campagne e con la "Piedimonte"... 
Il mondo è cambiato, è vero..., ma quei ricordi, quelle emozioni, quelle sensazioni di bellezza, non possono mai essere cancellati dalla mente di chi li ha pienamente vissuti e goduti...! Essi però possono essere dei solidi valori di riferimento per le future generazioni, per la riscoperta delle proprie radici e per stabilire così un legame generazionale...!

Fotomontaggio con effetti grafici, by S. Fioretto

venerdì 3 aprile 2020

Io, la musica e la Piedimonte...! - "Un trinomio indelebile Musica, Campagna e Piedimonte", II^ parte

Pubblichiamo in questa seconda parte del blog, una bella corrispondenza epistolare intercorsa con il maestro Nicola Mormone, sempre riguardante il tema del connubio esistente a Piscinola, tra la musica, le campagne e la ferrovia "Piedimonte"...

Lettera del Maestro Nicola Mormone:

"Carissimo Salvatore,
Ecco due aneddoti che mi legano a Piscinola e alla Piedimonte d'Alife...
Il primo aneddoto: Era il 1951, mia madre all'epoca era custode della scuola di Piscinola (Scuola "T. Tasso"). La scuola, come sai, era distante cinquanta metri dalla stazione della Piedimonte d'Alife. 
Io ero uno scugnizzo... e un giorno, con il mio amico Gennaro, ci mettemmo sui binari e fermammo il treno che sopraggiungeva!
Scese il manovratore e con una "mazza" in mano, ci rincorse per quelle campagne, che poi erano le campagne della tua masseria, però noi ci buttammo in una "separella" (viottolo) e non ci presero.
Ma i passeggeri (che erano a bordo della "Piedimonte") ci riconobbero, e dissero: "...Quello è il figlio del Custode della scuola di Piscinola,....! E' il figlio del Custode, è stato lui...!!"
E io per davvero ero uno scugnizzo all'epoca...!
Il Capostazione di Piscinola, che era amico di mio padre, subito venne a scuola e avvisò mio padre della mia "malefatta"...
La sera, appena tornai a casa, io ero tutto sereno e sorridente, mio padre mi rinchiuse in una stanza e mi diede "un sacco di mazzate"...!
Da giovanotti alla domenica andavamo al Cinema, a Secondigliano. Prendevamo la Piedimonte nella stazione di Piscinola e scendevamo alla prima fermata di Miano, che stava vicino al cimitero, e poi ci recavamo a piedi a Secondigliano, a vedere qualche film...
Il secondo aneddoto: Nel 1961 io formai un gruppo musicale che si chiamava "I sognatori",  e provavamo ad Arco Felice. 
Poi presi nel gruppo James Senese, che nel frattempo era diventato bravo a suonare il sassofono dal maestro Santoro di Piscinola, dove suonava anche tuo padre il sassofono baritono e io il corno doppio, quando avevo undici anni.
Niente..., tutti e due, io e James, a un certo punto ci staccammo dal gruppo "I sognatori" e entrammo in un altro gruppo, che si chiamava: "I 4 Con": gruppo che aveva sede a Giugliano. 
Quasi tre o quattro volte a settimana prendevamo la Piedimonte a Piscinola, e andavamo a Giugliano, per andare a provare a casa di Gigi Taglialatela, che era il leader del gruppo de "I 4 Con".
Avevamo un bel rapporto con la Piedimonte, a bordo della quale succedevano tante cose... e noi all'epoca viaggiavamo con chitarra e sax a seguito, per fare le prove a Giugliano... Bellissimo! 
"I 4 Con" presentati da Pippo Baudo
A volte, quando non ci riuscivamo a prendere il treno della Piedimonte, prendevamo il “pulman” giù a Secondigliano, che ci portava diritto alle "Colonne di Giugliano"... Questo che ho scritto è un aneddoto che lega la Musica, due giovani musicisti all'inizio della carriera artistica... e la Piedimonte..., Meravigliosa!
Stazione di Secondigliano della ferrovia Piedimonte d'Alife, 1973
E poi a volte organizzavano, anche con Mario Musella (eravamo tre o quattro di noi), e andavamo a Frignano, dalla trattoria "Cìmena", per gustarci i funghi, i "Fegatielli" e le salsicce con i finocchietti... e stavamo sempre insieme...!"
Nicola Mormone




Risposta alla lettera del maestro Nicola Mormone:

"Carissimo maestro Nicola, amico di vecchia data di papà e della mia famiglia, grazie! Grazie per questa tua bellissima testimonianza sulla nostra cara Piedimonte!
Stazione di S. Maria C. V., foto di Roeher
Consentimi di collegarmi idealmente a quel periodo, riportando in risposta, al seguito del tuo bel racconto, una testimonianza che mi fece mio padre qualche anno fa, ricordando la sua esperienza di musicista nella banda di Piscinola e il rapporto con la Piedimonte...
Deposito officina di S. Maria C. V.
Quando a metà degli anni '50, il direttore musicale del complesso di Piscinola divenne il maestro Gaetano Azan, che era originario di Frignano Maggiore, la nostra banda assunse i connotati di "Banda di giro": termine, direi aulico, che un tempo si soleva attribuire a quei complessi musicali che avevano numerosi musicisti componenti, che erano dotati di tutti gli strumenti e che avevano anche dei maestri solisti; per quei complessi bandistici, quindi, che erano in grado di partecipare alle feste patronali al di fuori del proprio Circondario e, soprattutto, in grado di soddisfare le particolari "esigenze di orecchio" di appassionati di musica sinfonica e d'opera di un certo livello.
La banda di Piscinola fuori alla chiesa del SS. Salvatore
Dunque, intorno alla metà degli anni '50, la nostra banda musicale di Piscinola, con la direzione Azan, divenne un'apprezzata "banda di giro" e, come tale, riceveva richieste da molte "piazze" per feste patronali... Papà mi raccontava delle loro partecipazioni alla processione del "Cristo morto" del Monte di Procida, alle feste dell'isola di Procida, a Miano (S. Antonio), a Secondigliano (SS. Cosma e Damiano e Madonna del Cavone), a Chiaiano (Festa del Bambinello), e in tanti centri, anche nel sud del Lazio. 
Stazione di Aversa
Tra questi centri non poteva ovviamente mancare la cittadina di Frignano Maggiore, città d'origine del Mastro Azan, nella quale il maestro certamente non voleva sfigurare...
Per recarsi a Frignano, tutta la banda utilizzava ogni volta il treno della Piedimonte! 
Immaginare oggi questo viaggio, con i due convogli del treno pieno di musicisti: tutti con le stesse divise e tutti con gli strumenti luccicanti in mano, doveva essere stato all'epoca qualcosa di meraviglioso...! 
E chissà quanti di questi musicisti, approfittando del tempo morto, che si creava durante il viaggio, ripetevano qualche passaggio musicale con i loro strumenti oppure organizzavano tra loro qualche mini concerto musicale…!
Il treno della Piedimonte viaggiava per delle campagne che in quegli anni apparivano sterminate, ma con un andamento alquanto lento, e per percorrere 15-20 chilometri, che distanziavano Piscinola da Frignano, occorrevano non meno di quarantacinque minuti di orologio... 
Sembra di rivedere quel treno, con a bordo tanti giovani allegri e entusiasti, e sentire quelle note musicali che, partendo dagli strumenti, uscivano dai finestrini aperti e si diffondevano per le verdi campagne, per i passaggi a livello e per le stazioni attraversate...  
Oggi appare un sogno!
Banda di Piscinola sui binari della stazione di Piscinola, 1922
Dovrà essere stato sicuramente qualcosa di magico e di stupefacente...!
Il legame della "Piedimonte" e Piscinola, con le sue campagne e con la musica, è un legame antico e particolare, basti pensare che tra le foto storiche della banda di Piscinola, esiste quella del complesso diretto del maestro Onofrio Piccolo, dell'anno 1922, eseguita posando al completo, con tutti gli strumenti, sulla banchina della stazione di Piscinola... Erano praticamente sui binari...!
Ci sono anche delle testimonianze di visite di personaggi illustri, accolti al loro arrivo, nella stazione di Piscinola, con la banda musicale...
Peccato riportare oggi queste testimonianze raccolte da me anni dopo, e solo per comporre un racconto e non avere avuto invece la fortuna di vivere di persona questi bellissimi e semplici momenti trascorsi nel nostro territorio!
Grazie ancora Nicola! ..., Grazie papà! ...
Salvatore Fioretto

 Ecco un breve reportage fotografico del complesso "I 4 Con":