mercoledì 26 febbraio 2020

Un "trinomio" indelebile: "Musica, Campagna e Piedimonte.."! (I^ parte)


Come abbiamo più volte ricordato nei racconti che in passato abbiamo pubblicato sulle pagine di questo blog, il quartiere di Piscinola ha tre comuni denominatori che hanno caratterizzato la sua storia e anche il carattere dei suoi abitanti: la musica, la campagna e il treno della Piedimonte...
Basti ricordare, per la musica, ad esempio, il complesso musicale sinfonico di Piscinola, che tutt'oggi viene ricordato qui in modo particolare, nel corso delle festività natalizie, quando in ogni famiglia si gioca la tombola, infatti all'estrazione del numero "55", che nella cabala rappresenta "la musica", non si esclama solo dicendo "55, la musica", ma con più forza di voce: "55, 'a musica 'e Piscinola!"... Per la "Piedimonte", ricordiamo le località di questo quartiere, i cui nomi erano legati alla presenza della ferrovia Napoli-Piedimonte d’Alife che, con le sue strutture, rappresentava un punto di riferimento condiviso. 
Ancora oggi diversi posti di Piscinola sono indicati, specie dagli anziani, con i toponimi tutti locali di: “Vicino ‘a Piedimonte’”, “’Ncoppa ‘a linea d’’a Piedimonte” e "Ncoppe 'e bbinarie". Lo stesso toponimo di "‘O Canciello", non è altro che il riferimento di un punto preciso della strada che prende il nome di "Via Ferrovia Napoli Piedimonte D’Alife", laddove transitavano i treni della "Piedimonte". Per la campagna, infine, abbiamo scritto fiumi d'inchiostro..., per raccontare l'amore viscerale che hanno avuto nei secoli i contadini di Piscinola per la loro campagna, ed essi stessi erano considerati tra le manovalanze più esperte del settore agricolo e più apprezzate dell'Italia meridionale e non solo...
Abbiamo raccolto dei mini racconti, che hanno contenuto nella loro traccia questo legame storico di Piscinola e dei suoi abitanti con la "Musica", la "Campagna" e la "Piedimonte", che saranno pubblicati in due momenti diversi. I primi due sono stati scritti da Gennaro Silvestri e da chi scrive questo commento introduttivo.
Iniziamo con il primo racconto, di Gennaro Silvesti: 
 
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"Piedimonte d'Alife & La Campagna di Piscinola, Location per un servizio fotografico artistico 1980", di Gennaro Silvestri
Il 20 maggio 1979 "I Paranza", gruppo napoletano fondato da Nicola Mormone (chitarra-voce) e coordinato da Gennaro Silvestri (basso) con Mimmo Barrella (piano-tastiere), Franco Ciervo (voce), Silvio Rossi (batteria), esordisce a Roma in una puntata di Discoring, la trasmissione principe della RAI dedicata alle classifiche della musica leggera presentata da Gianni Boncompagni. I Paranza propongono: "Tu non mi vuoi bene più", un brano melodico in lingua italiana con ritornello in dialetto napoletano che grazie all'edizione jubox e ad altre presenze in radio e televisioni private il disco, un 45 giri che comprende sul lato B "Canto pe' tte" distribuito dalla Ricordi S.p.A., entra subito nelle simpatie di un vastissimo pubblico a livello nazionale. 
Malgrado l'imminente successo, per problemi familiari lasciano il gruppo il batterista ed il cantante, quindi entrano nuovi compagni di viaggio: il cantante Ivano Cocci ed il batterista Edoardo Di Maggio.
Altre prove ed altro servizio fotografico per nuovi manifesti e cartoline artistiche:
Era la Primavera del 1980 dovevo indicare una location per realizzare il servizio, e quale posto più bello ed attraente potevo scegliere come alternativa al degrado territoriale che già avanzava rapidamente dopo la devastazione di tutte le campagne di Scampia (tra cui quella espropriata ai miei nonni)?
L'unico angolo di natura incontaminata era rimasto proprio nella zona che costeggiava i binari della Piedimonte d'Alife fra Piscinola e Miano.
Ricordo quel giorno! Una mattinata di sole splendente di primavera, un cielo azzurro incantevole e l'odore della campagna rigogliosa, per un gruppo di ragazzi, capelloni, girovaghi ed amanti delle città fu una esperienza emozionante, l'incontro con un contadino che dopo essersi assicurato che non eravamo devastatori di piante ed alberi, ci indicò finanche i posti dove poter fare scatti fotografici più interessanti... immersi nella natura.
Così che, respirando aria pura ci incamminammo lungo le rotaie, già abbandonate da tempo, e ci portammo fino al vecchio ponticello poi abbattuto (dicono per agevolare il traffico del vicoletto che collega il rione San Gaetano col Rione Don Guanella), e là continuammo a fare foto, foto che restano come testimonianza della nostra bella terra in un tempo dove c'era meno caos, meno fretta, meno inquinamento e fuochi artificiali una volta l'anno!
Di quella bella giornata non sapevamo allora di averla trascorsa in un Paradiso, in un oasi felice che aveva un valore inestimabile!
Ringraziai quel contadino che ci accolse nel suo Regno ed ancora oggi lo ringrazio ovunque sia... chiunque egli sia!"

 






















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"La Piedimonte e la tartaruga...", di Salvatore Fioretto
Era l’anno 1972, credo che si era in luglio ed era un caldissimo e assolato pomeriggio d’estate, senza un alito di vento. Io ero in campagna con i miei amici di infanzia e i miei genitori... si...! Proprio quella campagna che costeggiava la linea della ferrovia “Napoli-Piedimonte D’Alife”. Mio padre, che oltre a essere stato musicista della banda musicale di Piscinola, era anche contadino, come da antica tradizione familiare, era impegnato a raccogliere le patate.
Con un movimento brusco nel terreno faceva uscire i tuberi dal solco e noi poi lo seguivamo a raccoglierli ed a riporli in casse di legno.
La “Piedimonte” ogni tanto percorreva la linea costeggiante il nostro poderino, facendo sentire il suo inconfondibile rumore metallico...
Ad un tratto, ecco che dal terreno, in una zona vicina alla ferrovia, fuoriuscì un oggetto strano, a forma di mezza sfera... portava una scacchiera regolare a due colori: nero e giallo... La cosa non passò inosservata, mio padre…incuriosito, subito prese tra le mani quest’oggetto, un po’ strano, pensando a una calotta di palla di gomma... Ricordate? Quelle con cui un tempo si facevano giocare i bambini nei cortili ed aveva la stessa forma...
Stava quasi per gettarla lontano dal confine, quando ad un tratto dalla calotta fuoriuscirono quattro zampette e la testa di una povera tartaruga che si muovevano, come per avvertirci della sua presenza! Apparteneva ad una specie di quelle esotiche…, credo!
Non vi dico la sorpresa di noi bambini! Ci mettemmo tutti subito a fare festa attorno alla tartaruga trovata per caso.
Con molta probabilità essa fu lanciata da qualche viaggiatore dai finestrini durante una corsa della “Piedimonte” o caduta dalle mani di qualche bambino affacciato ai finestrini medesimi; altrimenti, mai e poi mai sarebbe sopraggiunta in quel luogo. La mia campagna era allora distaccata dalle strade e completamente isolata dal resto della città: si trovava in mezzo ad ettari di verde ed era costeggiata solo dalla ferrovia su di un solo lato.
Non vi nascondo che quella tartaruga divenne per diversi anni una compagna di giochi.
Si cibava solo di lattuga. In inverno andava sempre in letargo e scompariva dal cortile, ma in primavera, ai primi raggi di sole tiepido, me la ritrovavo all’improvviso tra i piedi alla ricerca di cibo.
Poi, intorno al 1975, la tartaruga scomparve del tutto e non la rividi più. Mi sa che me la rubarono mentre si trovava nel cortile, oppure morì nel suo letargo. Credo più alla prima ipotesi, perché il mio cortile allora era frequentato da altri ragazzi.
Ci rimasi molto male, era diventata come una persona di famiglia!
Purtroppo, le cose belle finiscono sempre presto, come la “Piedimonte”, d’altronde...!
Per molti anni, con il sopraggiungere della primavera, invano speravo di rivedere spuntare dai cespugli questo animaletto un po’ bizzarro, ma ciò rimase solo una mia speranza... senza che si realizzasse mai più!
La tartaruga, nelle credenze degli antichi, è simbolo di libertà, saggezza, amore per la terra natia e fertilità. Se furto fu, allora si può dire che in quel momento alla nostra terra furono simbolicamente sottratti tutti i suoi valori, per sempre...!
Oggi, a distanza di decenni, considero quella tartaruga, in un certo senso, come “donata” dalla “Piedimonte”!
Un dono davvero speciale per un fanciullo di allora!
Grazie per tutto, cara e vecchia “Piedimonte”...! 
(Tratto dal libro "Piscinola, la terra del Salvatore", ed. The Boopen, 2010).

 
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Ringraziamo intanto il maestro Gennaro Silvestri che ha voluto farci dono di questa sua bellissima testimonianza appartenente ai ricordi della sua vita e per averci dato la possibilità di poter ammirare con nostalgia le foto della campagna di via Vecchia Miano a Piscinola, come appariva quarant'anni fa.
Salvatore Fioretto 


domenica 23 febbraio 2020

Le "Vammane"... Quelle eroiche "Levatrici Condotte"...che facevano sbocciare la vita!


"Me pare 'a porta d' 'a vammana"... E' un detto tipico della lingua napoletana, coniato dal popolino per indicare, con ironia, quando una persona è costretta a essere sempre disponibile per gli altri...
E' cosa risaputa, infatti, che un tempo, e parliamo di almeno fino ad una quarantina di anni fa..., la porta di casa della Levatrice doveva era sempre aperta..., perché in ogni momento della giornata, anche di notte, riceveva chiamate ad intervenire d'urgenza, presso le case delle partorienti, in procinto di dare alla luce i loro pargoli. 
La Levatrice, ancora prima di essere riconosciuta dal sistema sanitario, è stata una figura importantissima nel nostro territorio nelle epoche passate. 
Prima del riconoscimento pubblico della professione, con coseguente nascita di un albo professionale, la Levatrice era una donna del popolo, particolarmente esperta, che aveva acquisito i segreti del mestiere, spesso tramandandosi di madre in figlia, di generazione in generazione, le basilari pratiche di ostericia ed era indicata dal popolino con il termine di "vammana". Le "vammane" venivano talvolta considerate delle vere e proprie "santone", per loro capacità di intervenire anche in condizioni molto difficili. Ancor prima della diffusione del parto in ospedale, il suo ruolo (un po' ostetrica, un po' ginecologa, ma anche fondamentale consigliera delle gestanti che a lei si rivolgevano per ogni dubbio o problema durante la gravidanza), era considerato di grande rilevanza sociale.


Ospedale San Gennaro e San Pietro, foto fine '800
Le Levatrici professionali, poi (più recentemente chiamate "ostetriche"), hanno avuto uno sviluppo considerevole in epoca moderna, specie negli anni del boom delle nascite, quindi tra la fine dell'800 e i primi anni sessanta del secolo '900, perchè era consuetudine delle madri napoletane e ancor più quelle del quartieri cosiddetti rurali dell'hinterland partenopeo e della cinta provinciale, partorire i loro pargoli in casa. Solo negli ultimi decenni questa pratica è stata completamente cancellata e il parto avviene ordinariamente nei reparti di Ostericia degli ospedali o cliniche citttadine. Ruolo fondamentali hanno avuto in questo campo i noti ospedali del "San Gennaro dei Poveri" (chiamato dal popolo anche "'o Murvillo") e "dell'Annunziata", che vantavano medici, ostetriche e infermieri all'avanguardia, nei loro reparti specializzati.
Nella ricerca storica abbiamo rilevato come nel periodo post'unitario le autorità ebbero una particolare attenzione alla assegnazione di Levatrici nel territorio cittadino e sopratutto nei Villaggi periferici della città di Napoli, definite "Levatrici Condotte".
Ecco alcuni riferimenti bibliografici trovati:
Dalla rivista specializzata "Riforma medica giornale internazionale, quotidiano di medicina, farmacia, veterinaria e scienze affini, anno 1893, si legge: [...]"voce E) dell'assistenza ostetrica, affidata in città alle case di maternità, ed a 6 medici-chirurghi, scelti nel corpo dei medici condotti sezionali, ed a 6 levatrici per i villaggi di Posillipo, Fuorigrotta, Miano, Piscinola, Vomero e Capodimonte." [...].
Un'importante notizia l'abbiamo rilevata nel periodico: "Rassegna di Ostericia e Ginecologia", dove si evidenzia che i villaggi rurali con maggiori natalità oltre quelli cittadini, erano Miano e Piscinola: "[...] dagli archivi della clinica di Maternità dell'Ospedale Incurabili e della Clinica Ostetrica, la più alta natalità si verifica nei quartieri di Pendino, Porto e Vomero ed in tutti i Villaggi ad eccezione di Posillipo. Tra i Villaggio la massima natalità appartiene a quello rurali di Miano e Piscinola. La natalità minima si registra invece nei quartieri più ricchi, di... [...].
Mentre lo stesso giornale riporta che le percentuali più basse dei nati con malattie congenite e malformazioni, erano quelle del Villaggio di Piscinola: [...] Nel primo gruppo di malattie, (malattie fetali e vizi congeniti), troviamo le più alte cifre proporzionali su 100 morti per ogni causa, nei quartieri San Lorenzo, (8,48%), Mercato (5,87%) e Vicaria (3,55%) e nel Villaggio di Fuorigrotta (3,64%), e le cifre più basse nei quartieri di Stella, (1,62%), e Chiaia (1,87%) e nel Villaggio di Piscinola (1,87 %). [...].
Molto importante fu la creazione a Piscinola, in via Vittorio Veneto, durante il ventennio fascista (1925), di una sede della "Casa della madre e dell'infanzia abbandonata" della ONMI, acronimo di Opera Nazionale Maternità e Infanzia, che era un'istituzione benefica per la cura e l'assistenza delle donne indigenti e sole, che assicurava la presenza, tra l'altro, di medici pediatri e ostetriche. L'opera fu poi continuata fino agli anni '60 dello scorso secolo. Lo stabile è ancora oggi indicato con la denominazione di: 'a Maternità! 
Eseguiamo nel seguito una rassegna dei nomi delle Levatrici condotte operanti a Piscinola e nei Villaggi o Comuni adiacenti, tra i primi decenni del '900; a margine del nome è scritta la fonte della notizia. Segue anche un elenco dei Medici Condotti e Pediatri più noti.

Levatrici condotte operanti a Piscinola:
Chianese Anella (o Anna), Levatrice Villaggio di Piscinola, via Risorgimento (Guida Sanitaria Italiana, 1942), (Annuario Sanitario d'Italia 1905) e (Guida Sanitaria, 1921-1924);
Cariaggi Emma, di Riccardo, nata a Bibbiena (Arezzo), il 31 maggio 1893, levatrice a Piscinola Marianella, diploma di Levatrice condotta, conseguito a Napoli nel 1918;
Conso Francesca, Piscinola (Guida Sanitaria Italiana, 1924-1942);
Mairorano Teresa, abitazione vico II Risorgimento, 28, dentro lo stabile proprietà Della Corte Gennaro, Piscinola (Annuario 1913) (Guida Sanitaria Italiana, 1942), (Annuario Sanitario d'Italia 1905), (Guida dei Sanitari di Napoli e Provincia... 1940);
Ianniello Maria, via Miano, 24 Piscinola (Guida Sanitaria Italiana, 1924-1942);
Longo Caterina (Piscinola e Marianella), (Guida sanitaria italiana, 1942), (Guida dei Sanitari di Napoli e provincia... 1940), (Guida Sanitaria, 1921-1924);
Salsano Concetta (forse Salzano?) di Andrea, nata a Piscinola, il 16 marzo 1907 e Levatrice condotta presso il comune di Castellammare di Stabia, con diploma conseguito a Napoli nel 1928 (Albo professionale Ostetriche);
Iovine Amalia, Piscinola, via Vittorio Veneto.
Elettra Filace (Letterina), Piscinola, via Piedimonte d'Alife.

Levatrici condotte operanti nei Quartieri e nei Comuni del circondario:
Moccia Angela,  Villaggio di Miano, in vico I Chiesa (Annuario Detken 1913); 
Massa Bianca, Miano (Guida dei Sanitari di Napoli e Provincia...) 1940);
Tomaselli Carmela (o Carmelina), Villaggio di Miano, via Quattromani, nella proprietà Ettore Cocozza (Guida Sanitaria Italiana, 1942), (Annuario Detken 1913); 
Manco Maddalena, Chiaiano e Uniti (Guida Sanitaria Italiana, 1942); 
Miranda Maria, Secondigliano (Guida dei Sanitari di Napoli e Provincia... 1940);
Porto Maria, Secondigliano (Guida dei Sanitari di Napoli e Provincia... 1940);
Di Maio Teresa, Secondigliano (Guida dei Sanitari di Napoli e Provincia... 1940);
De Santis Carmina,  Chiaiano e Uniti (Guida Sanitaria Italiana, 1942);
Verdichio Caterina, Mugnano (Guida Sanitaria Italiana, 1942).

Medici e Pediatri condotti
Nardi Luigi, (via) Marianella a Piscinola (Annuario Sanitario d'Italia 1905);
Danese Domenico, pediatra Piscinola (Guida dei Sanitari di Napoli e Provincia... 1940);
Pistolese dott. Filippo Piscinola Marianella medico condotto (Annuario Detken, anno ?);
Cuozzo Giuseppe, medico chirurgo Piscinola (Guida dei Sanitari di Napoli e Provincia... 1940);
Nardi Vincenzo Dott. medico pediatra ? (Guida Sanitaria, 1921);  Dott. V. Nardi conduceva anche una farmacia a Piscinola.
Di Marino Giovanni, medico condotto in Chiaiano e Uniti  (Guida Sanitaria Italiana, 1942); 
Ciccarelli Nicola, Marianella (Guida dei Sanitari di Napoli e Provincia... 1940);
Lapenna Giuseppe, medico condotto, Piscinola. Conduceva anche un laboratorio di Analisi. 

E' ancora oggi vivo il ricordo delle ultime Levatrici condotte che hanno operato nel quartiere di Piscinola fino alla fine degli anni '70, le signore: Amalia Iovine e Elettra Filace e del medico pediatra, dott. Danese Domenico. Questi professionisti, grazie alla loro dedizione e professionalità, hanno fatto nascere e assistito tante generazioni di cittadini di questo territorio.
Concludiamo questo ricordo con il quale abbiamo voluto omaggiare il ruolo di una delle figure più amate del territorio, quello delle Levatrici, tanto care e amate dal popolo..., fin tanto che spesso erano chiamate a fare da madrina di Battesimo alle bambine che avevano aiutato a far nascere.
Le Levatrici Condotte sono state delle piccole eroine della storia moderna del nostro territorio!
Salvatore Fioretto

L'elenco dei nomi delle Levatrici sopra riportato non è da considerarsi esaustivo, si invitano i lettori e le lettrici a fornirci indicazioni su altri professionisti a loro conosciuti.  Per i Medici e i Pediatri Condotti sono stati menzionati solo quelli più noti operanti fino alla seconda metà del secolo scorso.