domenica 30 ottobre 2016

Un "Nuovo Cinema Paradise"... anche a Piscinola!

Le vicende narrate nel film premio Oscar “Nuovo Cinema Paradiso” sono comuni a molte località periferiche del sud. I miei ricordi risalgono a qualche anno dopo quelli narrati in quel film, ma non se ne discostano molto. A Piscinola avevamo ben tre sale cinematografiche: il cinema "Selis", il cinema "Europa" ed il cinema "Avvenire". Quest'ultimo in realtà si trovava nel territorio di Miano, ma da noi bambini piscinolesi, considerato “nostro”, anche se aveva una controindicazione: si trovava subito dopo l'incrocio tra via Vittorio Veneto e via Miano-Agnano, un incrocio che all'epoca era considerato “pericoloso”, tanto da essere segnalato con un semaforo lampeggiante e sospeso nel mezzo del crocevia. Sicchè, al cinema Avvenire si poteva andare solo se si era accompagnato da un adulto. 
Il cinema Selis nei miei primissimi ricordi era un cinema scoperto, oggi si direbbe "drive-in", il pavimento era fatto di brecciolino e le sedie erano di legno e pieghevoli. Si chiamava “Arena Azzurra” e spesso la sera andavo a casa di un mio amichetto che abitava proprio di fronte per vedere a sbafo le immagini che si muovevano sullo schermo. Sembra strano, ma ci sembrava di assistere ad uno spettacolo meraviglioso. Era l'epoca dei “Colossal”, tipo “Ben Hur” o “I dieci Comandamenti”. Con Ciarltòn Estòn era da noi storpiato il nome del protagonista... Come pure: Audi Murpìn, Gari Cupèr o Giòn Vaine...
La domenica era il giorno dedicato al cinema. I cartelloni pubblicitari erano affissi “for''a vianova” (via Vittorio Veneto), sul muro di fronte all'allora "Bar Abbatiello", proprio sopra al basso dove una simpatica vecchietta vendeva giocattoli e caramelle. Aveva lenti spessissime ed era conosciuta come “a Cecatella”. Generalmente davano due film oppure “Un Grande Film”, come recitava la locandina. 
Frotte di bambini provenienti da “miez''a Piscinola”, si fermavano in quell'angolo per decidere quale film scegliere. 
Spesso le discussioni erano anche animate, ma ricordo che quasi mai ci si divideva, e si finiva sempre per andare tutti a vedere lo stesso film. 
Il costo del biglietto era di 120 lire, ma spesso ci si addentrava in estenuanti trattative per cercare di risparmiare qualcosa e poter così comprare qualche caramella. 
Ricordo che la cassiera del cinema Europa era una ragazza bellissima, che non avevamo mai visto a figura intera, solo a mezzobusto dietro la cassa, come le annunciatrici della allora nascente televisione. Spesso ci faceva risparmiare, o faceva segno a don Gaetano, la maschera dai capelli foltissimi e crespi (qualcuno lo ricorderà sicuramente), di far entrare il più piccolo di noi, anche senza biglietto.
Anche il proprietario del Selis (che, a proposito di attori dell'epoca, somigliava a Robert Ryan), spesso ci faceva risparmiare qualcosa. Di contro la maschera del cinema Selis era severissimo, si chiamava Benito, e veniva a scovare fin nei gabinetti quelli che erano riusciti ad intrufolarsi senza pagare il biglietto. "...Ci ha fatto trasì 'o Marisciallo!", ci giustificavamo noi...; così era chiamato il proprietario del cinema. Non ho mai saputo a quale "arma" fosse maresciallo il signor Selis...
Per incentivare l'affluenza dei giovanissimi e di chi non aveva tante risorse, il giovedì il cinema Selis faceva pagare il biglietto 80 lire. E, in regime di sana concorrenza, il venerdì replicava il cinema Europa, che praticava un super sconto, facendo scendere il costo del biglietto addirittura a 60 lire...!!
A luci rigorosamente spente, per evitare che qualche conoscente ci vedesse fumare e “portasse spia” ai nostri genitori, accendevamo una delle due sigarette (una per ogni "tempo") che avevamo comprato; erano: una "nazionale" e una "esportazione", che all'epoca si vendevano anche sfuse, 11 lire più 9 lire, giusto 20 lire... 
Quando il cinema era molto affollato e c'erano solo posti in piedi (come indicava un cartello luminoso presso la cassa: "Solo posti in piedi"),  andavamo a caccia di “chiattoni”... (persone con taglie abbondanti), questo capitava specialmente quando si proiettavano i cosiddetti "musicarelli", con protagonista principale il cantante Gianni Morandi. Non ci crederete, ma un "chiattone" valeva tanto oro quanto pesava...! Perché gli vendevamo il posto a sedere. Poi ci mettevamo alla spasmodica ricerca di un altro posto e di un altro "chiattone"...! Spesso si stabiliva una specie di asta tra più possibili acquirenti. Era la nostra fortuna, perché ci potevano scappare anche i soldi della pizza all'uscita dal cinema. 
I generi cinematografici che andavano per la maggiore a Piscinola erano identificati con nomi tutti nostri e particolari. “I forzuti” erano i film di Ercole, Maciste e Ursus. I film di "Cappa e Spada" erano da noi chiamati i film di “spadaccini”. I "Western" erano i film di “cauboi”... Il protagonista era identificato con “isso”. Se capitava di entrare in sala a proiezione già iniziata, si chiedeva al vicino di sedia: “Chi è isso?”, per cercare di capire qualcosa della trama...
Uno dei Western che mi entusiasmò da bambino si chiamava “Tamburi lontani”, con il protagonista Gari Cupèr impegnato in un duello di coltello, immerso nel fiume contro il capo indiano. Recentemente ho scoperto che quello era un film del 1951, il mio stesso anno di nascita. Siccome ricordo bene quel film, come ricordo pure di esserci andato con gli amici e non con i genitori; dovevo avere almeno una decina di anni... Il che significa che all'epoca un film continuava a restare nelle sale per almeno dieci anni. Oggi una pellicola, anche se è un grande film, è un miracolo se raggiunge i dieci giorni di programmazione...!
Il cinema Selis rimase in attività forse fino al terremoto del 1980, perché ricordo che verso la fine degli anni '70 si trasformò in una specie di "cinema d'essai", dove venivano proiettati solo grandi film. Ricordo di avervi visto “Taxi Driver” che è un film del 1976. La sala era riscaldata da una enorme stufa a legno, dove spesso ci si accalcava quando il freddo diventava insopportabile. 

L'Europa ed il Selis avevano anche il palco, per cui non era raro poter assistere anche a spettacoli teatrali e le famose sceneggiate napoletane. Al Selis ricordo che si esibirono gli Showmen di Mario Musella, ed una volta fu anche allestito un incontro di boxe, col ring montato al centro della sala e che vide sicuramente protagonista qualche pugile locale, che, come ben sappiamo, a Piscinola, non sono mai mancati. 
Pasquale Di Fenzo

La redazione ringrazia l'amico Pasquale di Fenzo per quest'altro bello e appassionato racconto, scritto per le pagine di Piscinolablog"; ci auguriamo che non sia l'ultimo di una serie di tanti racconti qui pubblicati. Gli altri racconti di Pasquale possono essere cercati e letti tra i post del blog... Grazie Pasquale!



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mercoledì 19 ottobre 2016

Due prammatiche per combattere le "Farcinelle" troppo... leggere...!

I testi dei bandi pubblicati nel secolo XVIII sono una miniera di informazioni, oltre che sulle rilevanze della città di Napoli e dei suoi luoghi ameni, come i Casali e i distretti, anche sui costumi e sulle problematiche sociali presenti nel Regno di Napoli. 
Questa prammatica, pubblicata nel 1782, contiene una disposizione che a prima vista appare eccessiva, se si tiene conto che riguarda elementi di commercio al minuto, costituiti da pezzi di legno, chiamati farcinelle o farcine, che erano venduti al dettaglio alla pari del carbone e delle carbonelle, sia nella capitale che nei suoi distretti.
La disposizione fu resa evidentemente necessaria per contrastare una certa povertà esistente nel tessuto sociale della capitale del Regno e soprattutto l'abuso commesso dai "Massari" e forse dagli stessi "bottegari pizzicaroli", a discapito del popolino che utilizzavano questi combustibili per il riscaldamento delle loro abitazioni e per la cottura dei cibi in cucina.
L'abuso effettuato dai massari, che traevano le farcine o farcinelle dagli alberi, era la riduzione geometrica rispetto allo standard stabilito dalle leggi, lasciando però inalterato il prezzo richiesto per la loro vendita.
La cosa sorprendente è quella che la disposizione di legge (Prammatica VII) fa seguito a una precedente Prammatica , datata 1742 e dettagliatamente notificata attraverso i banditori negli stessi luoghi; evidentemente essa si era dimostrata insufficiente, visto che a distanza di 40 anni... si rendeva necessario reiterare la disposizione di legge. In pratica..., nei decenni che erano trascorsi, allentandosi il controllo sui massari, era stato pian piano reiterato il dolo sulle dimensioni delle farcinelle...!
Nel testo si descrivono con dovizia tutti i luoghi destinati alla pubblicazione dei bandi, e tra questi troviamo i Casali e i borghi a noi familiari: Arco di Polvica, Piscinola, Miano, Mugnano, Marano, Calvizzano, Secondigliano, Chiusano (Chiaiano?), nonchè il nome del banditore, tale Pasquale Moccia. Altro particolare interessante è quello che i banditori nello svolgere le loro pubblicazioni, erano accompagnati da amici trombettieri, proprio come vediamo rappresentati in teatro e nei film, nelle scene di ricostruzione di particolari eventi storici.
E' da notare ancora l'indicazione di Scampia (Scambia), che all'epoca del bando già costituiva un luogo abitato, crediamo composto prevalentemente dalle varie masserie a noi note. Altro toponimo di nostro interesse è quello del borgo di San Rocco.

Ecco il testo integrale della prammatica descritta:


PRAMMATICA VII.

(TRATTA DA: “SVPPLEMENTVM” PRAGMATIGAR DECRETORVM INTERDICTORVM REGIARVNQVE SANCTIORVM REGNI NEAPOLITANI A FRANCISCO LEGGIO I.C. – VOLVMEN PRIMVM – NEAPOLI 1790)

Stemma del Regno di Napoli alla fine del XVIII secolo
"Essendo pervenuto a notizia del nostro Tribunale, che da' massari si fabbricano le farcinelle, che poi vendono in quella Città dai bottegari pizzicaroli per un tornese l'una, di mala qualità, sottili, e corte, in pregiudizio de poveri compratori: che perciò per rimediare a sì gravi inconvenienti, ed acciò il Pubblico non patisca col presente bando omni tempore valituro, si ordina, e comanda , che da oggi avanti i massari debbano fare le farcinelle spaccate con spacco fermo di quattro palmi lunghe, di cinque alte, e di competente grossezza, e che li bottegari pizzicaroli non possano comprarle da detti massari, o venditori, che le conducono, se non faranno della suddetta forma, qualità, e misura secondo la mostra, che si conserva nella segretaria di quella fedelissima Città legata, e suggellata, e comprandole di altra forma, qualità e misura, incorrano nella pena di carlini quindici per ogni volta, e nella stessa pena, colla perdita della roba, incorrano quelli, che li conducono contro la forma del presente stabilimento, e li bottegari siano tenuti denunciare agli uffiziali del Quartiere, assistenti, con farle osservare la lega, che non sia a tenore del bando suddetto, acciò li detti conduttori siano tenuti alle pene suddette.
Trombettiere
E li detti bottegari debbano comprare dette farcinelle a ragione di farcinelle venticinque a carlino e volendone forzosamente più di detta somma, incorrano nella pena di carlini come sopra; E rispetto agl'impostatori delle legna delle massarie de’ ristretti e casali, proibiamo, che quelli comprino per rimetterle, e poi rivenderle a caro prezzo, rinnovando col presente bando gli ordini, e pene contenute ne' bandi antichi, e ne capitoli del ben vivere, da esiggersi dette pene tante volte, quante si ritroveranno aver controvenuto; E finalmente quelli, che porteranno farcine di altri luoghi che non siano del distretto e casali, non portandoli della qualità espressa nel presente bando, incorranno nella medesima pena, colla perdita della roba. In S. Lorenzo li 30. Aprile 1742. Vincenzo Maria Caracciolo della Gioiosa. Il principe di Caramanico. Il duca di Montecalvo. Gio:Battista Cioffi. Agostino Tipaldi, Gioseppe Velli Segretario.
A di 3., 4., 5. Maggio 1742. Io Pasquale Moccia Lettore delli Regj Bandi dico di aver pubblicato il retroscritto bando colli trombetti miei compagni nelli luoghi soliti, e consueti della Fedelissima Città di Napoli, e in più in quattro borghi questi pubblicati a 3. Maggio. A quattro, e cinque detto nelli casali, cioè S. Rocco, Arco di Polvica, Chiusano, Mugnano, Carvizzano, Piscinola, Panicocolo, Miano, Secondigliano, S. Pietro a Paterno, Casoria, Barra, Ponticello, Casandrino, Fratta, Grumo, Arzano, S. Giovanni a Teduccio, luoghi spettanti al detto bando, Pasquale Moccia.
Il banditore in una stampa antica
A di 18., 19., 20., Maggio 1742. Io Pascale Moccia Lettore de’ Regj Bandi dico di aver pubblicato il retroscritto bando di nuovo nelli Casali; cioè Casalnuovo, Cardito, Marano, Fuori Grotta, Succavo, Pianura, Campana, Scambia, Afragola, luoghi spettanti al suddetto bando. Pasquale Moccia.
Avanti l’Illustre Signor Marchese D. Niccolò Fraggianni Regio Prefetto dell’Annona comparisce il Procuratore della Fedelissima, ed Eccellentissima Città di Napoli, e dice, come detta sua principale ha stimato per utile del pubblico fare il retroscritto bando; E perché il medesimo dee pubblicarsi in Somma, S. Anastasio, Ottajano, Pomigliano di Arco, Cerra, Marigliano, Mariglianella, Brusciano, e Caivano, luoghi, ove la sua principale, non ha soluto pubblicare bandi; perciò fa istanza degnarsi ordinare, che il bando suddetto si esegua, e si pubblichi ne’ suddetti luoghi ancora, non solo in questo, ma in ogni altro migliore modo ec. Salvis et.
Die 16 Mensis Maii 1742. Neapoli. Per Illustrem Dominum Marchionem D. Nicolaum Fraggianni Caput Aula S.R.C. Et Regia Annona Pasetium fuit provisum, et decretum, quod exequatur retrosciptum bannum, juxta ejus seriem, continentiam, et tenorem, et pubblicetur in supradictis locis enunciatis in supradicta instantia, hoc summ Fraggianni.
A di 19., 20., Maggio 1742. Io Pascale Moccia Lettore de Regj bandi dico di aver pubblicato il retroscritto bando colli trombetti miei compagni nelli seguenti casali, cioè Somma, S. Anastasio, Ottajano, Pomigliano d’Arco, Cerra, Marigliano, Mariglianella, Brusciano, e Caivano, luoghi spettanti al suddetto bando. Pasquale Moccia.
Registrato nel libro Bandorum 16. fol. 336.
Avanti il Signor D. Gioseppe Crisconio Regio Prefetto dell’Annona comparisce l'Avvocato Fiscale della Corte del Regio Giustiziere, e dice come nell'anno 1742. dall'Eccellentissimo Tribunale della Città si firmò per comodo, e vantaggio de' cittadini, di emanare il qui complicato bando, col quale si prescrivea a' massari la norma di osservarsi nella formazione delle farcinelle, che si vendono poi in quella Capitale da bottegari pizzicaroli per un tornese l'una: ma siccome in tutte le cose  suole avvenire, che col tratto del tempo si vanno a raffreddare; così è accaduto giusto in questa; giacché i massari suddetti, essendole andate a poco a poco adulterando, hanno ridotte quali al niente in grandezza in grave danno, e pregiudizio del Pubblico.
Il testo dove è stata tratta la Prammatica
Incumbendo pertanto al Comparente, che la cosa si rimetta nell'antico piede, con farsi dette farcinelle a tenore del precitato bando; quindi si è, che il Comparente in discarico di suo dovere fa istanza rinnovarsi tal bando, con pubblicarsi nuovamente, non solo nel distretto, e Casali di questa Città, ma anche in tutti quei luoghi ove fu in detto anno 1724. emanato, come Somma, S. Anastasio, Ottajano, Pumigliano d'Arco, Acerra Marigliano, Brusciano, e Caivano; acciò pervenghi a notizia di tutt’i massari, che le fanno, e non possono allegare causa d’ignoranza; e si dia in tal modo riparo ad un assurdo così serio, e di grave danno de' cittadini, i quali furono ridotti a pagar quello genere il doppio di prima: Così dice per ora, e fa istanza, non solum et salvis etc.
Die 13. mensis Martii; 1782. Neapoli. Per illustrem Dominum Militem et J. Doctorem D. Joseph Crisconio Regium Consiliarium, ac Regiae Annonae Praefectum, vists bando Illustris Tribunalis S. Laurentii de die 30. Aprilis 1742. Ac retroscipta comparitione, provisum, et decretum est, quod bannum praedictum exsequatur, et debitae executioni demandetur juxta illius seriem, continentiam, et tenorem, et publicatur in locis retroscripta comparitione enunciatis, hoc suun etc. Crisconius Ventrella Actorum Magister, & Secretarius."
Salvatore Fioretto