sabato 6 febbraio 2016

Felice è il Carnevale, il Carnevale Scampia...! Di Giuseppe Divaio



Io veramente l'ho sentito.
È appena finita la ballata, il centro è occupato, ci entri da un vialetto stretto appena dietro le case dei Puffi. Il cantante canta, l’orchestra accompagna e la gente sembra estasiata; “Tu vuo' fa l'americano, sient’'a mme chi t''o fa' fa’?”. Sono appena arrivato al Monterosa, i carri iniziano appena ad uscire dal Gridas
Il “Gridas” - Gruppo risveglio dal sonno - è "l’associazione a servizio della gente comune per stimolare un risveglio delle coscienze e una partecipazione attiva alla crescita della società", fondata anche da Felice Pignataro nel mio anno di nascita il 1981, la stessa che da 35 anni organizza e da luce al carnevale di Scampia, il migliore di Napoli.
Sono pronto dalle 10:00 il mio amico ha fatto tardi ma siamo ancora in tempo, saluto un po' di gente, apro lo zaino prendo la macchina fotografica e lascio il gruppo "Ci vediamo dopo”.  
Inizia il mio viaggio a Carnevale.
Seguo i carri, sono in coda, loro girano tutt'intorno al quartiere e la gente aspetta alle finestre, i bambini sono tutti per strada, oggi qui c'è gente da ogni parte della città, e oltre. Dietro di me due persone, un uomo e una donna di mezza età, parlano in inglese, lui spostando uno zaino azzurro dalle spalle dice “it's amazing!". Sorprendente, non pensava il signore.
Piscinola- Piazza B. Tafuri. Murales di F. Pignataro sul muro della scuola Torquato Tasso. Foto anni '80 (foto tratta dal Web)

Beh a dire il vero nemmeno io pensavo. Abito ad un palma di naso da Monterosa, da adolescente ci venivo dalla mia giovane fidanzata. In motorino a cento all'ora attraversavo Secondigliano ed in prossimità della caserma Boscariello m’infilavo in un vicoletto stretto, scansavo dei paletti in ferro a zig zag, e poi lei che mi aspettava.
Questa però è la prima volta che vengo al carnevale, il Carnevale di Felice.
Felice Pignataro è da sempre una dei miei artisti preferiti, in assoluto.
Il primo che ho conosciuto.
Particolare del murales di Felice Pignataro (foto tratta dal Web di autore ignoto)
Da bambino andavo a scuola in Piazza Tafuri a Piscinola, la Torquato Tasso. 
Si trattava di un edificio enorme lungo più di cento metri e alto sei piani che sono dodici, bianco come una Balena e con decine di finestre, forse cento. Fuori c'era un muro di cinta che proteggeva la struttura, era alto più di tre metri, con due ingressi, lungo tutto il perimetro frontale della scuola. Sopra al muro un gigantesco murales di Felice che si estendeva dai primo al secondo cancello. Raccontava di Umanità alla merce’ di pochi, bambini uomini donne e personaggi fantastici urlavano, sorridendo, delle ingiustizie che subivano, erano le sue maschere.
Uscito da scuola giocavo a pallone tutta la giornata di fronte a quel disegno, una delle porte dove spesso segnavo era il cancello dell'ingresso.
Quelle maschere hanno accompagnato tutta la mia infanzia e adolescenza, finché un uomo scellerato non decise di buttare il muro giù e con se il disegno.
Felice di opere del genere ne ha lasciate ovunque, si dice che sia stato il StreetArtist, oggi così si chiamano, più attivo della storia, si dice che abbia realizzato più opere di chiunque altro. Si dice sia stato tra i migliori, è stato certamente il migliore di una storia; la mia.
Il corteo va avanti, nelle mie foto le maschere della mia infanzia, e nel frattempo lasciamo Monterosa; di colpo gli spazi si allargano, le strade diventano ampie e i palazzi si allungano; Scampia.
Percorriamo un lunghissimo Viale, la gente dalle finestre lancia coriandoli a "Mappate” e la folla cresce, i bambini corrono e giocano, tutti sono cortesi, e molti sorridono. 
Ci sono tanti gruppi colorati, ognuno di questi ha preparato un'allegra coreografia, molti hanno portato degli strumenti per la musica e saltano, ballano, cantano e fischiano.
Mi colpisce però, tra i tanti colori, un gruppo di ragazzi vestiti di nero con delle fasce rosse, fra loro una giovane donna, che credo non conosca il posto, si guarda intorno stupita e continua a ballare, ha in viso la spensieratezza di chi ha lasciato tutto il resto fuori da questo tempo; posti del genere per chi viene da fuori sono in ogni caso una rivelazione, la vita sceglie il verso, il suo è di certo il carnevale. Accanto a lei una maschera di Pulcinella da spessore alla mia visione e in testa al gruppo una tromba suona e guida tutti.
Arriviamo ad una rotonda, i Vigili bloccano il traffico e tra la gente ferma in macchina ad aspettare nessuno che protesta, mi metto nei lati guardo la folla che avanza, tre ragazzi colorati di giallo sistemano dei cartelli e mentre giocano dividono un pezzo di pizza con le scarole. Ognuno sembra aver portato qualcosa e tutti dividono con tutti.
Nel frattempo riappare il mio amico, anche lui con la sua gente che continua a chiacchierare. Qui il tempo sembra si adatti al flusso del correo e mai viceversa, io ad esempio non mi chiedo l'ora da quando sono arrivato, nell'aria pero un profumo di Carciofi arrostiti mi dice che un po' di tempo è forse passato, e son le 14:00, cosi senza pensare. 
Il corteo si ferma, dalla testa c'è chi a voce alta spiega il programma e quello che resta da fare, poi ovviamente chi festeggia e chi decide di andare.
Entriamo in un vialetto, qualche decina di metri, e nel cortile di una vecchia scuola un gruppo internazionale - Rom/Napoletano - propone tre pezzi della antica scuola nostrana si canta e si balla, io trovo un post per fotografare; i colori sono tanti, alzo gli occhi e noto un angolo, si tratta di uno stanzone senza divisioni con tre enormi finestre che danno proprio sul palco. All’ingresso un ragazzo basso e pelato mi chiede "Foto"? Poi mi indica la strada, a destra prima scala. Salgo un piano e mi affaccio per scattare. Lo si fa a turno purché veloci, il tempo e poco la gente assai e il concerto dura il tempo di iniziare.  
Finisce la ballata, esco dal centro giro dietro i Puffi e seguo il rumore di una decina di tamburi, davanti a me le palazzine si aprono a specchio, scelgo quella destra salgo sei scalini percorro un corridoio e mi ritrovo su un comune balcone, insieme a decine di persone. Chiedo permesso, trovo un posto, mi affaccio, guardo giù ed ecco... l'ho sentito.
Centinaia di colori, pagliacci giganti danzano con nani e cantanti, incantevoli ballerine abbracciano i Pulcinella e gli Arlecchini. Anch'io dal comun balcone ballo e mi sbatto e cerco una penna per segnare, ma questo è il carnevale di Felice e qua anche senza inchiostro sul taccuino della tua anima linee indelebili puoi tracciare.

Giuseppe Divaio


Giuseppe Divaio è un giovane artista nato a Piscinola. Con la sua tenacia e passione sta guadagnando in questi anni, in crescendo, notorietà e successo. Fotografo, reporter, regista, pittore, designer e ora anche scrittore. Siamo sicuri che il suo futuro sarà costellato di tante soddisfazioni e con lui anche il nostro quartiere.

Ringraziamo il carissimo amico Giuseppe Divaio, per la sua collaborazione a Piscinolablog, per il suo bel racconto e per aver reso disponibile per questa pagina le splendide foto del "Carnevale di Scampia 2015", di cui è autore.
La redazione 

Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati agli autori, ai sensi della legislazione vigente.
N.B.: Le foto riportate in questo post appartengono ad una collezione privata ed è vietata la loro duplicazione o l'utilizzo per secondi fini, senza chiedere l'esplicita autorizzazione ai detentori delle foto.



 
 
 

sabato 30 gennaio 2016

Un animo poetico.... Maria Rosaria Zazzaro.

Tante volte l'ho incontrata ai salotti culturali tenuti nel nostro territorio, ma anche ai vari spettacoli in cartellone al teatro piscinolese "TAN", a cui lei ogni anno partecipa con assiduità, e ogni volta ho avuto modo di apprezzare la sua sensibilità di donna e il suo animo poetico: il suo nome è Maria Rosaria Zazzaro, nata nel quartiere di Piscinola.
Maria Rosaria è una donna riservata, discreta, attenta, è molto conosciuta a Piscinola, perché ha ricoperto per diversi anni il ruolo di direttrice dell'ufficio postale, già da quando si trovava ubicato nel prolungamento di via Vittorio Veneto. Molte persone conservano un bel ricordo della ex direttrice Zazzaro, per la sua generosa disponibilità, per la cordialità e le belle maniere mostrate nell'aiutare le persone in difficoltà, soprattutto gli anziani, quando dovevano disbrigare le non semplici, per loro, pratiche burocratiche dell'ente postale.
Il padre Gerardo, piscinolese di antica generazione, è stato grande amico "di musica" di mio padre, conosciutissimo da tutti i piscinolesi di "antico stampo", con il soprannome di Gerardo 'e sapunarella, suonava, infatti, la tromba contralto nella banda musicale di Piscinola, diretta dal maestro Pasquale Santoro. Gerardo fu anche un autentico antifascista e uno spirito libero, alcuni aneddoti, che lo vedono protagonista, sono stati raccontati nel libro dell'amico Luigi Sica, "Il borgo perduto", ed. Marotta & Cafiero, 2012.
Maria Rosaria, dato il suo animo sensibile, si diletta da tempo nella nobile arte della letteratura, componendo poesie, ed ha scritto diversi componimenti, dei quali, sicuro di farle un dono gradito, mi piace presentarli ai lettori di queste pagine di Piscinolablog

Autunno
Alberi spogli fiancheggiano
questo viale ingiallito d'autunno.
Le ultime foglie, spinte dal vento
scompigliano il ricamo del tappeto
che esse stesse compongono.
Anch'io
con le mani nelle tasche, spinte dal vento
rincorro i miei sogni, che ormai,
come le foglie si allontanano,
lasciando spazio solo ai ricordi.




Felicità
La felicità è un miraggio,
è un sogno ricorrente,
è l'ombra che ti precede
sempre e mai viene raggiunta!
Impalpabile ed inafferrabile
come ali di farfalle;
un leggerissimo soffio di vento
di cui ti accorgi solo
quando ti ha già sfiorato!
  


Core mio
Scrollate core mio
de' tutt''e ppene!
Ogni speranza 'e bbene s'è perduta.
'Na vita sana è spise pe' nu suonno
e pe' stu suonno 'e perze a ggiuventù!
Tu nun te faie capace
c''a stu munno
tutt''è cagnato e niente cchiù è sincero.
Chello che tu credive fosse overo,
era buscia ca se burlava 'e te! 


A nnomme 'e Ddio
Na vota si diceva: "A nnomme 'e Ddio"
quanno p''a primma vota se provava
'na pesca, 'na cerasa o 'na percoca.
Era 'nu modo pe' ringrazià
'o Signore, ca pe' n'ato anno
ce l'ha fatto assapurà
Mo' nun se dice cchiù,
stamme distratte;
'e cose ce pigliammo
quasi senza fa' caso,
ma nun pruvammo cchiù
chillu sapore e nun sentimmo
cchiù chillu profumo.
Ma se turnammo a dicere
"A nnomme 'e Ddio"
forse 'o sapore torna
e forse, pure ll'addore!
(luglio 2014) 

Nustalgia
Che nustalgia me sento
dint''o core,
pensanno a tutt''o tiempo
ch'è passato.
Passata è a giuventù,
passata è ammore;
passate sò 'e speranze
passare songo 'e suonne.
Pure 'e delure sò passate
e sò rimasta sola
cu 'e ricorde,
pochi ricorde doce,
ma tante chille amare,
ma sò 'e ricorde miei
ricorde 'e tutt''a vita mia
'e sule ca me fanno cumpagnia.
(maggio 2008)


Nu pensiero
'O viento passa
e nu pensiero vola
dint''a cchest'aria
tennera e addurosa,
Chissà si ammore mio
starrà scetato
o sta durmenno
e sta sunnanno a mme?
Vola pensiero mio
apri 'o balcone;
vola pe' 'ncoppa 'e nnote
'e sta canzone.
Sceta l'ammore mio
ca sta durmenno,
portalo a mme
ca 'o suonno sto perdenno!




A Roberto
Teneramente accarezzo
la tua testina bionda,
ma infastidito
mi scosti furibondo:
Resto a guardare immobile
il tuo gesticolare,
le tue manine
a ritmo sempre uguale:
Vorrei per un momenti
entrare nei tuoi pensieri
e lacerare il velo
che funge da barriera!
Poi d'improvviso
ti giri e fai un sorriso
 e col tuo sguardo muto
mi mandi in paradiso! 


Fermammece nu poco
Fermammoce nu poco
 che 'nce 'mporta,
'o tiempo corre 'o stesso
e nun se po' fermà!
Gudimmece nu poco
'o cielo azzurro,
'o prato verde
e 'a voce d''e criature!
'O viento move 'e fronne
e vola nu cardillo,
ma se 'ntrumette 'o sole
e forma nu ricamo!
Cheste so' 'e ccose belle
c'amma sapè guardà
e Dio ce 'ha dato ll'uocchie
e 'o core p'apprezzà!
(aprile 2015)



Ringraziamo Maria Rosaria per averci fatto dono di queste sue delicatissime liriche e speriamo di presentare presto un suo lavoro di pubblicazione, con una nuova raccolta di poesie.
Salvatore Fioretto 

Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati agli autori, ai sensi della legislazione vigente.
N.B.: Le foto riportate in questo post sono state tratte liberamente dai siti web dove erano state pubblicate, il loro utilizzo in questo post è stato fatto senza scopo di lucro o altri fini, ma solo per la libera divulgazione della cultura.



venerdì 29 gennaio 2016

Il monsignore che amava la sua terra....Biografia di Don Salvatore Nappa

Arrivare alla soglia dei cent'anni e conservare l'entusiasmo dei bambini, la gioia di vivere e l'amore per la propria terra, non è da tutti... Raccontiamo qui la bella storia di un personaggio che è stato innanzitutto un uomo che ha amato in maniera speciale la sua terra, e poi un pastore zelante, che ha innalzato il livello spirituale delle comunità che ha guidato, soprattutto di Marianella, della quale è stato suo parroco per oltre sessant'anni.  
Ordinazione sacerdotale con il cardinale Ascalesi
Parliamo di mons. don Salvatore Nappa che fu, tra l'altro, un fervido ammiratore e divulgatore della dottrina e della vita di Sant'Alfonso Maria de Liguori, santo marianellese di nascita.
Salvatore Nappa nacque a Piscinola, il 26 agosto del 1919, in una modesta abitazione del centro antico, sita in Via SS. Salvatore. La sua era una semplice famiglia: la madre, Teresa Russo, era casalinga, molto pia e religiosa, mentre il papà, Giuseppe, faceva il barbiere e nel tempo libero suonava abilmente la chitarra; aveva messo su una orchestrina, che comprendeva anche il maestro don Beniamino Montesano, anch'egli piscinolese. 
Altare maggiore della chiesa di Marianella,  anni '50
Da bambino Salvatore accompagnava spesso il caro papà nelle serate musicali, che si protraevano fino a tarda ora, per allietare sponsali e altri festini, organizzati in trattorie oppure in casa, come si soleva fare un tempo. Di quei particolari momenti vissuti insieme con il papà, Salvatore serbò  un dolcissimo e nostalgico ricordo, fino alla vecchiaia.
Salvatore Nappa da ragazzo frequentò con profitto la scuola primaria a Piscinola. Chiamato dalla vocazione sacerdotale, frequentò la Scuola Apostolica di Napoli. Nel percorso scolastico si distinse per il suo attaccamento allo studio e per tal motivo fu un alunno prediletto del mons. Brandi, direttore della scuola. Per le spese scolastiche, Salvatore riusciva a far fronte, senza gravare sul magro bilancio familiare, impartendo ogni anno lezioni di doposcuola agli studenti delle classi successive alla sua.
Chiesa di S. Giovanni Battista e S. Alfonso a Marianella
Per conseguire la licenza liceale e la laurea in teologia, si iscrisse al Seminario Arcivescovile di Capodimonte, frequentando i corsi regolari, dal 1935 al 1942. Il suo padrino di cresima, il mons. Trigilio, volle pagargli la retta per tutta la durata degli studi.
Studente modello, fu sempre apprezzato dagli insegnanti per essere serio, meticoloso, preciso nell'approccio alle varie discipline. Concluse regolarmente il programma di studio, superando con profitto e attitudine tutti gli esami.
Dopo il decanato, fu quindi ordinato sacerdote nella cattedrale di Napoli, dal compianto card. Alessio Ascalesi, il 30 maggio 1942. 
Processione della madonna del Carmine, anni '70
Il giorno seguente, secondo tradizione ancora in corso, celebrò la prima messa nella sua parrocchia di origine, quella del SS. Salvatore in Piscinola.
Fu accolto con giubilo da tutta la comunità piscinolese, che lo attese secondo l'usanza, alle porte del quartiere, in via Vittorio Veneto. C'è da precisare che la gioia mostrata nasceva dal fatto che erano ben 25 anni che mancava un novello sacerdote, originario di Piscinola!!
Restò pochi mesi presso la parrocchia del SS. Salvatore, dedito a prestare assistenza ai giovani della Azione Cattolica di Piscinola. 
Processione della Madonna del Carmine, anni '70
Nel settembre del 1942 fu chiamato dal cardinale Ascalesi a svolgere l'incarico di viceparroco della Cattedrale di Napoli, in aiuto al parroco, che era mons. Giuseppe Muller. Dopo un iniziale periodo di disorientamento, riuscì a farsi stimare dal mons. Muller, che lo ebbe molto a cuore, svolgendo con precisione e impegno il suo ruolo di viceparroco fino al giugno del 1943, in quella che già allora era la Cattedrale della terza Archidiocesi d'Italia. Dopo giugno, Don Salvatore Nappa non potette continuare il suo impegno diocesano, a causa del rapido infuriare del secondo conflitto mondiale e per l'assenza dei mezzi di collegamento e di trasporto, che gli resero praticamente impossibile percorrere il tragitto giornaliero, da Piscinola alla Cattedrale.
Don Salvatore Nappa benedice una cappellina di S. Alfonso
Durante il periodo dell'occupazione nazista e delle Quattro Giornate, Nappa coadiuvò la parrocchia del SS. Salvatore, perché resasi vacante di sacerdoti; nel frattempo impartiva lezioni di lettere presso la Scuola Apostolica.
Al termine della guerra, il 29 luglio del 1945, fu nominato parroco della parrocchia del SS. Rosario, in via Traccia a Poggioreale, compito che svolse fino all'anno 1951.
Don Salvatore Nappa benedice una cappellina di S. Alfonso
Il 13 aprile del 1951 fu chiamato da mons. Contegno presso la chiesa parrocchiale di Giovanni Battista e S. Alfonso a Marianella. Di questa chiesa, poco dopo, fu nominato parroco, dal responsabile apostolico.
Nel 1982, in occasione dei festeggiamenti dei 40 anni di sacerdozio, gli fu assegnata la nomina di monsignore, dal Cardinale di Napoli, Corrado Ursi.
Mons. S. Nappa
Tra i tanti incarichi e nomine ricevute durante la sua lunghissima vita sacerdotale (oltre 70 anni), ricordiamo quelli di: Responsabile decanale di zona (VIII Decanato: Piscinola, Marianella, Miano, Scampia, Chiaiano), membro della commissione per le congreghe laicali, consigliere della FACI, componente dell'Istituto per i ricorsi dei sacerdoti, Decano della Cattedrale di Napoli...
Oltre ai suoi impegni ecclesiastici, mons. Salvatore Nappa è stato anche un attento promotore e sostenitore della crescita sociale e civile del quartiere di Marianella, attraverso il suo costante interessamento e per le attività di sollecito che continuamente effettuava presso le autorità preposte, per la realizzazione di diverse opere pubbliche a Marianella e dintorni.
Ricordiamo la realizzazione di diverse nuove strade del quartiere, che erano fino a quel momento degli antichi scoli di acque meteoriche: via dell'Abbondanza a Marianella (1959), Prima Traversa di via dell'Abbondanza (1968), Cupa Cardovito (1971), Vico I de Liguori (1973), Cupa Marfella (1977) e altre opere ancora.
Chiesa di Marianella e Congrega, foto fine anni '50
Seguì, nel 1971, l'importante realizzazione della cappella cimiteriale a Miano. 
La chiesa di Marianella e i locali annessi hanno ricevuto durante la sua permanenza a Parroco, diversi interventi di restauro e di consolidamento. Nel 1952 fece rimettere in funzione l'orologio del campanile. La chiesa fu restaurata nel 1956, mentre altri interventi seguirono nel 1972, nel 1976 e anche nei decenni successivi.
Nel 1965 fece ricostruire l'edificio della Congrega, che fu adattato per contenere l'asilo parrocchiale e per ospitare un piccolo ritiro di suore. Nel 1966 fu ampliata la casa canonica parrocchiale. 
Complesso musicale di Marianella
Negli anni ottanta, ebbe un'idea geniale, riuscì a salvare le tante opere d'arte conservate nella parrocchia di Marianella, dai furti sacrileghi, all'epoca frequenti: fece collocare le diverse tele presenti nelle varie cappelle, opere di famosi pittori del barocco napoletano, nella parte più alta della chiesa, sistemandole negli spazi liberi tra i lucernari.
Don Salvatore Nappa, coltivò con molta attenzione l'associazionismo giovanile, in particolar modo il movimento dell'Azione Cattolica, promuovendo continuamente l'avvicinamento dei giovani alla comunità ecclesiale. Ma non solo, Egli volle divulgare fermamente tra essi la memoria storica e l'attaccamento per il loro quartiere. Fu tra l'altro ispiratore e promotore del progetto del libro, scritto dai ragazzi del A.C. di Marianella, dal titolo: "Marianella, con la sua chiesa nella storia", libro che ha ricevuto ben tre edizioni. 
Compagnia teatrale
Devotissimo a Sant'Alfonso Maria de Liguori, riuscì con molto entusiasmo ed abnegazione a organizzare molti eventi per celebrare degnamente il Santo marianellese. Ottenne il ritorno straordinario dei Suoi resti, da Pagani a Marianella, in ben tre ricorrenze centenarie alfonsiane, negli anni 1976, 1987 e 1996. 
Promosse la cultura tra i giovani e i meno giovani, come la musica, il teatro e lo sport. Tra le iniziative ed eventi organizzati in parrocchia, ricordiamo le commedie teatrali, i concerti di gruppi musicali esordienti, i concerti bandistici, i concorsi canori di voci nuove, e tanto altro ancora.
Don Salvatore nell'oratorio con i ragazzi, anni '60
Fu tra i fondatori, insieme a sacerdote don Domenico Severino, della squadra di basket Virtus Piscinola. Introdusse il gioco del ping pong tra i giovani dell'A.C., a Piscinola, a Marianella e a Poggioreale. Il tavolo regolamentare di ping pong, che ha sempre portato con sé, nel suo percorso sacerdotale, gli fu regalato dai soldati americani, al momento della loro partenza dalla base di Piscinola.
Nel corso della sua lunga permanenza nella parrocchia di Marianella, grazie al suo incoraggiamento, molti giovani hanno coronato il loro sogno negli studi o nel campo artistico, divenendo apprezzati professionisti e artisti; diversi sono stati i giovani che sono diventati valenti sacerdoti.
Don Salvatore Nappa alla ricorrenza  dei 70 anni di sacerdozio
(foto Gino La Bruna)



Negli ultimi anni della sua vita, per sopraggiunti limiti di età e per gli acciacchi alla salute, fu nominato "parroco emerito" di Marianella.
Dopo una lunga malattia, si spense nella casa canonica di Marianella, il 17 dicembre 2014.
Ai suoi funerali parteciparono commosse tantissime persone di Marianella e di Piscinola.

Salvatore Fioretto 

Ringrazio l'amico Salvatore Nappa, per la sua generosa collaborazione a Piscinolablog, per avermi fornito le notizie utili per questo post e per avermi dato la possibilità di pubblicare alcune foto della vita di suo zio, mons. don Salvatore Nappa.


Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati agli autori, ai sensi della legislazione vigente.
N.B.: Le foto riportate in questo post appartengono ad una collezione privata ed è vietata la loro duplicazione o l'utilizzo per secondi fini, senza chiedere l'esplicita autorizzazione ai detentori delle foto.

Chiesa di Marianella. Foto ricordo alla cerimonia dei 70 anni di sacerdozio (foto Gino La Bruna)
Foto ricordo di Don Salvatore con un gruppo di giovani di Marianella

giovedì 21 gennaio 2016

Quella notte di Natale del '43, a Piscinola si celebrò la prima Messa multietnica, per la Liberazione...!


Mons. Don Salvatore Nappa l'ho conoscevo di vista già da tempo, ma non avevo avuto ancora il piacere di parlargli personalmente; mi colpivano le sue interminabili omelie, tenute durante le celebrazioni a cui spesso partecipavo; omelie che ascoltavo con molto piacere, perché erano per me interessantissime e piene di novità. Ricordo quelle tenute ogni anno nella parrocchia di Piscinola, durante la festa del SS. Salvatore: solennità a cui, da buon piscinolese, Egli voleva essere a tutti i costi presente, per celebrare la Santa Messa delle ore 9:00.
Don S. Nappa ai tempi degli studi in seminario
Ed era proprio in queste occasioni che Egli, oltrepassando un po' la liturgia del giorno, raccontava tanti episodi e aneddoti della sua vita sacerdotale, ma anche aneddoti della storia di Piscinola e di Marianella: dei fascisti, dei tedeschi, del tram che si pagava mezza lira, dei soldati americani e di tanto e tanto altro ancora...!
Don Salvatore era la storia vivente di questo quartiere, Egli, con i suoi abbondanti 90 anni, era come pagine di un libro di storia viva, che non occorreva sfogliare, ma la storia di Piscinola e di Marianella era raccontata direttamente dalla voce di un suo protagonista...!
Con il tempo c'è stata per me l'occasione di conoscerlo personalmente e devo dire che conservo dei ricordi piacevoli e indelebili di quei nostri incontri e della sua straordinaria persona.
Oggi, a distanza di un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 17 dicembre 2014, mi piace qui ricordarlo e riportare questi bellissimi aneddoti, da lui spesso raccontati durante le omelie, che sono stati tratti integralmente dalle sue memorie.
Don Salvatore Nappa con il tenente Crosbei e altri militari dell'esercito americano, 1943
Ecco l'aneddoto raccontato da don Salvatore Nappa, a cui è intitolato questo post:
"Era la vigilia del Natale del 1943, dovevo andare in cattedrale, come tutte le mattine, ma era già un po' tardi rispetto alle altre volte. Per cui mi avvicinai alla caserma degli americani, un po' per il bisogno di andare in Cattedrale e un po' anche per curiosità e incontrai fortunatamente un tenente, che subito si presentò, era il tenente Crosbei, a cui io esposi il mio desiderio: essere accompagnato al centro per andare in Cattedrale.
Don S. Nappa, prima messa a Piscinola, 1942
Il tenente non fece difficoltà e diede immediatamente l'ordine. La macchina fu subito a mia disposizione (Gli americani avevano preso alloggio nell'edificio della scuola elementare). Come era mio dovere lo ringraziai e partii con una "jeep".
Al pomeriggio, lo stesso tenente volendo far festeggiare la vigilia di Natale a tutti i soldati americani, cattolici e no, si ricordò di me e andò in chiesa a cercarmi, ma non mi trovò, stava ritornando in caserma scontento e concitato e quando mi vide da lontano, perché anch'io stavo andando in chiesa mi fermò, mi aspettò, fece festa perché mi riconobbe e mi espose il suo desiderio: "La Santa Messa a Mezzanotte". 
Io non dissi subito di si, perché c'era il divieto a causa della guerra, ma mi misi d'accordo con il parroco Carandente e con i due sacerdoti, i Ferrillo, e andai a chiedere l'autorizzazione al Vicario Generale della Diocesi, mons. Giuseppe  De Nicola, che mi disse subito si. 
E così si celebrò la S. Messa a mezzanotte, dopo alcuni anni, con molta soddisfazione di tutti, americani e piscinolesi, e non vi dico la gioia che manifestò il tenente americano.
Da quel momento entrai nel cuore del tenente e di tutti i soldati americani. [...]".

Questo episodio della messa "comunitaria" di Natale, con i soldati delle truppe angloamericane uniti ai fedeli piscinolesi, è sicuramente un unicum nella storia della Seconda Guerra Mondiale, a Napoli e in Campania e, credo che, oltre a essere stata la prima celebrazione liturgica pubblica tenuta con la guerra ancora in corso, sia stata una delle prime celebrazioni religiose, multietniche e interconfessionali, svoltasi in una chiesa cattolica, ancor prima del Concilio Vaticano II...! 
Un'altra celebrazione di questo tipo credo che sia avvenuta proprio nella Cattedrale di Napoli, ma qualche mese dopo.
L'amicizia di Don Salvatore con i soldati americani si consolidò dopo l'episodio della Messa, tanto che egli divenne un ospite sempre gradito nella loro caserma di Piscinola; era spesso invitato a pranzo dagli ufficiali e dai sottufficiali, che ricordiamo appartenevano a un reparto di paracadutisti. Fu chiamato per il commiato alla loro partenza, quando essi furono destinati a partecipare a quello che fu ricordato come lo Sbarco di Anzio. I soldati vollero essere tutti confessati da don Salvatore. Dagli americani il nostro sacerdote ricevette anche un gradito dono, in segno della loro riconoscenza.

Ecco un'altra testimonianza di quell'amicizia con i soldati americani di stanza a Piscinola, nell'edificio della scuola Torquato Tasso.
"L'amicizia con i soldati americani continuò anche con gli altri che presero il posto dei primi paracadutisti. Tra di essi ci fu un tenente medico, molto cattolico ed ecclesiastico, che non solo veniva alla messa al mattino, ma si prestava ben volentieri a venire a visitare chi era ammalato e a dare anche le medicine.
Don Salvatore Nappa e Don Domenico Severino, anni '70
A lui devo se alla partenza da Piscinola, io potetti avere non solo il tavolo regolamentare di ping pong, che poi portai sempre con me nelle varie destinazioni sacerdotali, ma anche tutti gli attrezzi sportivi che avevano nella caserma e furono questi alcuni motivi per i quali tantissimi giovani in quel periodo convulso, politico e sociale, si avvicinarono all'Azione Cattolica, che aveva la sua sede a Via Vittorio Emanuele ('o Cape 'e Coppe). Gli altri motivi: la mia continua presenza in mezzo a loro, la filodrammatica, la recita del Rosario alla chiesetta della Madonna delle Grazie. [...]."

Don Salvatore Nappa raccontava spesso che, anni dopo la partenza dei soldati americani da Napoli, il tenente americano (quello con cui aveva stretto amicizia), era ritornato a Piscinola e, recandosi nella chiesa del SS. Salvatore, l'aveva cercato per poterlo salutare, ma purtroppo non lo trovò, perché egli ormai si trovava a Poggioreale, a fare il parroco della chiesa di via Traccia. Di quel mancato incontro Don Salvatore era rimasto molto dispiaciuto e, a distanza di tanto tempo, lo ricordava ancora con triste nostalgia.
Bozzetto della facciata della chiesa del SS. Salvatore, eseguito per i lavori di rifacimento degli anni '50

A don Salvatore Nappa ho dedicato il mio libro "C'era una volta la Piedimonte", ed. 2014.

Dedicheremo in futuro altri post a Mons. Nappa, con altri suoi aneddoti e, ancora, un completo suo ritratto biografico.
Salvatore Fioretto

Ringrazio l'amico Salvatore Nappa, per la sua generosa collaborazione a Piscinolablog, per avermi fornito le notizie utili per questo post e per avermi dato la possibilità di pubblicare alcune foto della vita di suo zio, mons. don Salvatore Nappa.

Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati agli autori, ai sensi della legislazione vigente).
N.B.: Le foto riportate in questo post appartengono ad una collezione privata ed è vietata la loro duplicazione o l'utilizzo per secondi fini, senza chiedere l'esplicita autorizzazione ai detentori delle foto.
Mons. don Salvatore Nappa saluta il papa Giovanni Paolo II, in visita pastorale a Scampia, novembre 1990