Una volta deposto l'ultimo imperatore dell'Impero Romano d'Occidente, Romolo Augustolo (il giovane sovrano fu
catturato nell'anno 476 e messo in prigione proprio a Napoli, in una cella
del Castel dell'Ovo), gli Ostrogoti, con Odoacre, estesero il loro dominio in
città e nell'intera penisola.
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L'imperatorio di Bisanzio Giustiniano |
I
Bizantini (del sopravvissuto Impero Romano d'Oriente), incoraggiarono Teodorico
a cacciare gli Ostrogoti, riuscendo poi nell'impresa; si ebbe quindi un lungo
periodo di pace per la penisola. Ma alla morte di Teodorico (536 d.C.),
Teodato, con un colpo di mano, riuscì a riprendere il potere. L'imperatore
Giustiniano, nel frattempo asceso al trono di Bisanzio (Costantinopoli), mal vedendo
l'usurpazione, di quello che fu il glorioso Impero Romano, pensò di muovere
guerra agli Ostrogoti e affidò il comando dell’esercito al suo “magister
militium”, Flavio Belisario.
Belisario,
che era nato in Germania nell’anno 500, già aveva comandato le truppe bizantine
nel 533, conducendole vittoriosamente nella “Guerra vandalica”, con la quale conquistò
l’Africa settentrionale che era sotto il dominio dei Vandali.
Il generale Belisario |
Nel
535 il generale Belisario mosse guerra contro gli Ostrogoti: con l'impresa che
prese il nome di “Guerra gotica”. Sbarcò in Sicilia e in poco tempo la
sottomise, a partire dalla città di Palermo. Passò poi in Calabria e, più su,
fino a raggiungere la città di Napoli. Qui cercò di condurre alla resa pacifica
le frange di Goti che vivevano in città , ma non riuscendo nell'impresa, mosse
assedio alla città rinchiusa delle sue possenti e inespugnabili mura greche.
Nel frattempo un soldato svelò un facile accesso alla città , attraverso
l'ingresso dell'acquedotto romano, forse individuato nei pressi di Capodichino.
Belisario, grazie a questa scoperta inattesa, riuscì finalmente a penetrare in
città , con a seguito i suoi soldati. Le cronache raccontano di episodi efferati
perpetuati contro la popolazione inerme, infatti le soldataglie, mosse senza
pietà , non fecero distinzione tra donne, vecchi e bambini... Tanto fu accanita e
cruenta l'oppressione, che la città si mostrò subito spopolata, forse anche
perchè in tanti cercarono scampo, fuggendo via da quel triste campo di
battaglia.
Ricostruzione approssimata di Napoli medioevale |
Tale
strage fu subito condannata dal pontefice dell'epoca, papa Silverio, che ammonì
Belisario a rimediare subito a tanto male commesso. Belisario ritornò a Napoli e vedendo le condizioni pietose in cui versava la città , ormai
ridotta a un campo di macerie, pensò di ripopolarla e di farla amministrare. E
così convinse gli abitanti dei centri periferici, non si sa però con quale
opera di convincimento, a trasferirsi nella città semi-abbandonata. Tra questi
centri, sono citate le "Ville" di Piscinola e di Chiaiano. Furono le basi storiche di quello che sarà il Ducato Bizantino di Napoli, a partire dal VII secolo.
Questa è la sintesi storica dell'avvenimento riportata in maniera semplice e scorrevole, tuttavia la notizia storica è contenuta nell'opera "Historia Miscella", attribuita allo scrittore Landolfo Sagace (Landulfus Sagacis), vissuto a cavallo dell’IX secolo e la prima metà del X secolo ed è, a sua volta, una rivisitazione della "Historia Romana", scritta nel VIII secolo da Paolo di Varnefrido, meglio noto come Paolo Diacono, monaco del convento di Montecassino.
Questa è la sintesi storica dell'avvenimento riportata in maniera semplice e scorrevole, tuttavia la notizia storica è contenuta nell'opera "Historia Miscella", attribuita allo scrittore Landolfo Sagace (Landulfus Sagacis), vissuto a cavallo dell’IX secolo e la prima metà del X secolo ed è, a sua volta, una rivisitazione della "Historia Romana", scritta nel VIII secolo da Paolo di Varnefrido, meglio noto come Paolo Diacono, monaco del convento di Montecassino.
L'imperatore Giustiniano, Belisario e altri generali, in un mosaio a Ravenna |
Belisario |
Questa
notizia è stata integralmente riportata, secoli dopo, dal celebre storico: Ludovico Antonio Muratori, nella sua opera capolavoro: "Rerum Italicarum Scriptores" (Tomo I, pag. 107).
Altro celebre storico di cose napoletane, Antonio Chiarito, nel suo libro
"Commento istorico-critico-diplomatico sulla costituzione...", pubblicato
postumo, cosi scriveva riguardo a Piscinola: "Del villaggio detto
Piscinula. La più antica memoria, che s'incontra di questo Villaggio si è
nell'Istoria miscella in occasion di narrarci, che avendo Bellisario Capitan
dell'Imperador Giustiniano quasicchè distrutta la nostra città , e fatto
uccidere un numero grande de' Cittadini di essa, avesse poi presi da vari
luoghi degli abitatori, affin di farla popolare; e fra gli altri Piscinula.
Dalla nostra carta, e da altre più antiche, e anche da' diplomi abbiamo chiare
memorie di esso Villaggio." [...]
Generali Ostrogoti |
Mentre
lo storico Lorenzo Giustiniani, nella sua opera: "Dizionario geografico
ragionato del Regno di Napoli", tomo VII, scriveva:
"Piscinola, casale
regio della città di Napoli, alla distanza di 5 miglia, è situato in pianura di
aria mediocre. Si dice nella storia Miscella che Belisario avendo quasi
distrutta Napoli, prese da varj luoghi degli abitanti per ripopolarla, e fra
questi alcuni individui di Piscinola. Da una carta celebrata in Napoli citata
dal Chiarito, a 20 agosto XLIV dell'impero di Costantino e VII di Romano si
legge: Petiam terre in loco dicto Prato in Piscinula. Nelle carte angioine è
detto Pissinula."
Abbiamo riproposto ai lettori una pagina di storia dei quartieri di Piscinola e di Chiaiano, attraverso il racconto di un episodio che appartiene alla storia di Napoli, risalente a ben quindici secoli fa, dimostrando che all'epoca questi due centri, chiamati "Ville" (da cui deriverà il termine di Villaggi), erano già conosciuti e anche ben popolati, tanto da permettere il trasferimento di alcuni suoi abitanti nel centro cittadino.
Questa notizia servirà a tanti concittadini a riprendere forza e orgoglio, a non mollare, contro i malesseri della vita quotidiana e contro i tanti mali sociali che affliggono i nostri territori, oggi considerati semplicemente di "periferia", prendendo spunto dalla storia, quando anche nei momenti peggiori della vita cittadina è stato possibile rinsaldare tutta la comunità in difficoltà , con azioni e opere di cooperazione e di solidarietà sociale.
Salvatore Fioretto
Scena di vita in una citta del medioevo |
Abbiamo riproposto ai lettori una pagina di storia dei quartieri di Piscinola e di Chiaiano, attraverso il racconto di un episodio che appartiene alla storia di Napoli, risalente a ben quindici secoli fa, dimostrando che all'epoca questi due centri, chiamati "Ville" (da cui deriverà il termine di Villaggi), erano già conosciuti e anche ben popolati, tanto da permettere il trasferimento di alcuni suoi abitanti nel centro cittadino.
Questa notizia servirà a tanti concittadini a riprendere forza e orgoglio, a non mollare, contro i malesseri della vita quotidiana e contro i tanti mali sociali che affliggono i nostri territori, oggi considerati semplicemente di "periferia", prendendo spunto dalla storia, quando anche nei momenti peggiori della vita cittadina è stato possibile rinsaldare tutta la comunità in difficoltà , con azioni e opere di cooperazione e di solidarietà sociale.
Salvatore Fioretto