venerdì 10 marzo 2023

La “Piedimonte” e la tartaruga… un dono speciale nell'anno 1972!

Introduciamo nei prossimi post di Piscinolablog due racconti autobiografici, che descrivono episodi di vita quotidiana legati al rapporto con la ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife a Piscinola, risalenti entrambi ai primi anni '70. Il primo, già inserito in un precedente post, riguarda la scoperta di un animale alquanto singolare, in prossimità della linea ferroviaria. Il secondo, un episodio di resistenza dei contadini per l'occupazione delle campagne piscinolesi.
I due racconti sono stati tratti dal libro "Piscinola, la terra del Salvatore. Una terra, la sua gente, le sue tradizioni" di S. Fioretto, anno 2010, ed. The Boopen. Buona lettura! 

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Ecco un altro racconto di vita agreste, un avvenimento realmente accaduto, nel quale i protagonisti sono il treno della “Piedimonte” ed una piccola tartaruga…!
Era l’anno 1972, credo che si era in luglio ed era un caldissimo e assolato pomeriggio d’estate, senza un alito di vento. Io ero in campagna con i miei amici di infanzia e i miei genitori... si...! Proprio quella campagna che costeggiava la linea della ferrovia “Napoli-Piedimonte D’Alife”. Mio padre era impegnato a raccogliere le patate. Con un movimento brusco nel terreno faceva uscire i tuberi dal solco e noi poi lo seguivamo a raccoglierli ed a riporli in casse di legno.
La “Piedimonte” ogni tanto percorreva la linea costeggiante il nostro poderino, facendo sentire il suo inconfondibile rumore metallico...
Ad un tratto, ecco che dal terreno, in una zona vicina alla ferrovia, fuoriuscì un oggetto strano, a forma di mezza sfera... portava una scacchiera regolare a due colori: nero e giallo...
La cosa non passò inosservata, mio padre… incuriosito, subito prese tra le mani quest’oggetto, un po’ strano, pensando a una calotta di palla di gomma... ricordate? Quelle con cui un tempo si facevano giocare i bambini nei cortili ed aveva la stessa forma.
Stava quasi per gettarla lontano dal confine, quando ad un tratto dalla calotta fuoriuscirono quattro zampette e la testa di una povera tartaruga che si muovevano, come per avvertirci della sua presenza! Apparteneva ad una specie di quelle esotiche… credo!
Non vi dico la sorpresa di noi bambini! Ci mettemmo tutti subito a fare festa attorno alla tartaruga trovata per caso.
Con molta probabilità essa fu lanciata da qualche viaggiatore dai finestrini durante una corsa della “Piedimonte” o caduta dalle mani di qualche bambino affacciato ai finestrini medesimi; altrimenti, mai e poi mai sarebbe sopraggiunta in quel luogo.
La mia campagna era allora distaccata dalle strade e completamente isolata dal resto della città: si trovava in mezzo ad ettari di verde ed era costeggiata solo dalla ferrovia su di un solo lato.
Non vi nascondo che quella tartaruga divenne per diversi anni una compagna di giochi.
Si cibava solo di lattuga. In inverno andava sempre in letargo e scompariva dal cortile, ma in primavera, ai primi raggi di sole tiepido, me la ritrovavo all’improvviso tra i piedi alla ricerca di cibo.
Poi, intorno al 1975, la tartaruga scomparve del tutto e non la rividi più. Mi sa che me la rubarono mentre si trovava nel cortile, oppure morì nel suo letargo. Credo più alla prima ipotesi, perché il mio cortile allora era frequentato da altri ragazzi.
Ci rimasi molto male, era diventata come una persona di famiglia!
Purtroppo, le cose belle finiscono sempre presto, come la “Piedimonte” d’altronde...!

Per molti anni, con il sopraggiungere della primavera, invano speravo di rivedere spuntare dai cespugli questo animaletto un po’ bizzarro, ma ciò rimase solo una mia speranza... senza che si realizzasse mai più!
La tartaruga, nelle credenze degli antichi, è simbolo di libertà, saggezza, amore per la terra natia e fertilità. Se furto fu, allora si può dire che in quel momento alla nostra terra furono simbolicamente sottratti tutti i suoi valori, per sempre...!
Oggi, a distanza di decenni, considero quella tartaruga, in un certo senso, come “donata” dalla “Piedimonte”!
Un dono davvero speciale per un fanciullo di allora!
Grazie per tutto, cara e vecchia “Piedimonte”...!
Salvatore Fioretto

 
 

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