sabato 12 febbraio 2022

L'arie..., ma cosa era costei....!?

"Masseria Lenza 'e Vascio", bacchiatura fagioli - Foto Ferdinando Kaiser

Si può dire che l’arie (o l’aria), ossia il cortile posto al centro della masseria, era il “cuore” di tutto l’ambiente domestico di una masseria: il luogo comune dedito alle lavorazioni dei prodotti della campagna, ma anche il luogo dove si svolgevano i giochi, le feste e tutte le altre forme di vita comunitaria dei suoi abitanti.
Tratteremo in questo paragrafo le principali lavorazioni agricole condotte nelle “arie”.

Nell’”arie” venivano bacchiati (in gergo: battuti o scugnati), con l’aiuto di attrezzi particolari (detti: vavrille o ”vaville”), tutti i prodotti dell’orto con baccello (legumi), quali fagioli, fave, piselli, ma anche i cereali, quali grano e orzo.

"Masseria Lenza 'e Vascio", bacchiatura fagioli - Foto Ferdinando Kaiser

Era anche il luogo deputato ad essiccare tutti i prodotti da fibra, prima delle successive fasi di lavorazioni previste, quali il lino, la canapa, ma anche le erbe per l’alimentazione ed il “governo” degli animali da stalla (chiamate: ùgliara, ùgliarella, cientenodi, evéra medica, rapestoni, gravurine, ecc.).
Erano messi ad essiccare in questo luogo anche i semi degli ortaggi e dei cereali che dovevano essere conservati fino alla successiva semina invernale o primaverile (rape, broccoli, pomodori, “friarielli”, scarole, ecc.).

Cortile di Piscinola, detto "Capo 'e Coppa", "scorzatura" delle noci

Nell’aire si eseguiva anche la pulitura dei semi dei legumi e dei cereali dai residui di lavorazione della bacchiatura (chiamati: pula o pampuglie). Per eliminare queste sostanze impure, si lasciava cadere il contenuto dei sacchi da una certa altezza, sfruttando scale o tetti (lasteco), oppure si usava lanciare (vuttare) queste derrate “contro vento”, verso un angolo dell’arie, utilizzando delle apposite pale di legno (detto in gergo: menà ‘o grano).

Piscinola: "Masseria Abbascio Miano", portale ingresso

A causa della produzione consistente di polveri, l’operazione di pulizia dei semi si doveva svolgere, in ogni modo, solo quando tutti dormivano; cioè di buon mattino, intorno alle ore cinque, quando le porte e le finestre dei vicini erano ancora tutte chiuse...
I cereali e i legumi puliti venivano accumulati con scope di erica (chiamata: di brusco) e raccolti in sacchi di canapa.
Per la pulitura accurata dei fagioli e di altri legumi si utilizzavano dei setacci (detti: crivi), di forma circolare, muniti di una rete metallica calibrata. I “crivi” potevano essere piccoli, sorretti a mano, oppure molto grandi e, in quanto tali, dovevano essere appesi a dei “treppiedi” o sotto gli androni.

Piscinola: "Masseria Abbascio Miano", l'arie e il cortile
Si metteva nel loro interno delle piccole quantità di legumi e con dei movimenti di rotazione e di oscillazione si facevano saltare i semi nella rete, in modo da separarli dalle piccole tracce di paglia e di polvere ancora presenti (detta: cernetura).
Il residuo grossolano della bacchiatura veniva conservato e riutilizzato in vari modi: la “fasolina” o “fasolara” (cosi chiamati in gergo i residui dei fagioli), era impiegato per realizzare dei covoni (dette: mete), mentre la “favara” (i residui delle fave) e la “pesellera” (ossia i residui dei piselli), venivano utilizzati come giacigli (chiamato: lattéra) per gli animali nelle stalle.

Piscinola: lo "Staviano", cortile
I residui del granoturco (detti: tufoli), una volta liberati dai chicchi, erano bruciati nelle cucine o nei focolari, mentre con gli involucri delle pannocchie (dette: sbreglie), si riempivano i sacconi destinati a diventare materassi per i letti. Gli arbusti di granoturco (detti: strurchi), una volta essiccati, venivano utilizzati per fare la pagliara o la méta per i vitelli.
Piscinola, cortile interno via del Salvatore
L’arie era anche il luogo utilizzato per mettere ad asciugare la biancheria al sole (spannere ‘e panne), dove le pettinatrici (chiamate: capere) esercitavano le loro attività di “bellezza” e dove i fidanzati potevano scambiarsi quattro chiacchiere in intimità, ma sempre sotto gli occhi vigili delle simpaticissime suocere...!
A volte questo luogo era utilizzato anche per organizzare qualche festicciola o ricorrenza familiare, specialmente nei tempi più recenti, nel secolo scorso. 
 

 

In questo post abbiamo descritto un antico luogo di aggregazione sociale e soprattutto di svolgimento delle lavorazioni agricole, un tempo presente in ogni masseria, di ogni centro agricolo del nostro territorio e del meridione d'Italia.

Piscinola, "Masseria Grande" (?) Foto di Massimo Di Stefano

In esso abbiamo cercato di descrivere anche gli antichi termini in dialetto locale (di Piscinola e del suo circondario), con i quali le intere generazioni hanno tramandato i termini per indicare i vari elementi costituenti il raccolto della terra, ma anche gli attrezzi e le operazioni agricole di lavorazione.
E' una sorta di ricostruzione storica, a futura memoria, nella speranza di rimanere una traccia scritta nel "Web", specialmente per le prossime generazioni che, si spera, vorranno conoscere come si svolgesse la vita ai tempi dei loro avi.

Salvatore Fioretto

Lo scritto è stato interamente tratto dal libro "Piscinola, la terra del Salvatore. Una terra, la sua gente, le sue tradizioni" di S. Fioretto, anno 2010, ed. The Boopen.

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"Masseria Lenza Vascio", cortile interno. Foto di Ferdinando Kaiser